07/03/15

Jobs Act Licenziamenti Reintegro: Chi ci Guadagna

Oggi 7 marzo entrano in vigore le norme previste dal Jobs Act in materia di lavoro, che hanno l'obiettivo di cambiare il rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovrebbe avere già firmato i primi due decreti legislativi della riforma del lavoro e, si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.


Facciamo il punto della situazione: sono quattro i decreti attuativi approvati nel Consiglio dei ministri. 1:La riforma dei contratti di lavoro. 2: L'introduzione della Naspi (Nuova Assicurazione Sociale Per l'Impiego) e della Dis-Coll ( il sussidio alla disoccupazione) per i lavoratori precari. 3: le novità su maternità e congedo parentale. 4: abolizione del precariato nelle forme delle collaborazioni coordinate e continuative.

Il presidente della Repubblica Mattarella ha firmato per ora, due decreti: La riforma dei contratti di lavoro e gli ammortizzatori sociali. Il presidente si riserva più tempo per esaminare gli altri due testi.
Ma vediamo di capire a chi conviene ciò che è andato in vigore, oltre ad aver capito che le modalità di licenziamento vanno a rivedere l’articolo 18, quantomeno sul fronte dei licenziamenti disciplinari ed economici.

CHI CI GUADAGNA
Ad un primo esame condotto da esperti, sembra che le casse delle aziende risultino le maggiori beneficiarie della nuova normativa, ma sembra che, per un licenziamento senza un giustificato motivo oggettivo, costi troppo all'azienda. Quindi va da sè che ad ottenere i maggiori benefici saranno sempre e comunque le ziende più grandi perchè sono esenti dal reintegro del lavoratore dipendente ritenuto non più idoneo al lavoro assegnatogli. Senza contare che alle grandi imprese viene ridotta la quota di indennità per i licenziamenti.

A CHI INTERESSA IL JOBS ACT
Saranno tutti i lavoratori dipendenti assunti da oggi: impiegati, operai e quadri. 
Non saranno interessati a questa riforma i lavoratori domestici, gli sportivi, i lavoratori in prova, quelli in età pensionabile e, logicamente i dipendenti pubblici, per i quali il Jobs Act non ha efficacia.

CHI BENEFICIA DEL REINTEGRO
Il lavoratore che riuscirà a dimostrare in giudizio, l’errore di valutazione sul suo comportamento che il datore di lavoro gli ha attribuito causando l’allontanamento. Se il giudice del lavoro accerta la possibilità del reintegro, al lavoratore viene offerta, in sostituzione del reintegro, la possibilità di richiedere un indennizzo di natura economica una tantum pari a quindici mensilità dell’ultima retribuzione percepita.

Jobs Act Licenziamenti Reintegro: Chi ci Guadagna
A CHI SPETTA L'INDENNIZZO
Nei casi in cui viene previsto e consentito il licenziamento (motivi economici) il datore di lavoro è tenuto al pagamento di un indennizzo di natura economica pari a 2 mensilità per ogni anno di servizio del lavoratore. L’indennizzo dovuto nei casi di licenziamento va da un minimo di 4 mensilità a un massimo di 24 mensilità. Per le aziende con meno di 15 dipendenti, per le quali già era prevista la deroga all’art.18 nella precedente normativa, rimane confermata l’esclusione dal reintegro e viene mantenuto, per i casi di licenziamento senza giusta causa, l’indennizzo attuale variabile tra i 2,5 e i 6 mesi di retribuzione. 
Esclusi i casi di licenziamento discriminatorio, il cui regime è rimasto immutato.

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