Il-Trafiletto
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27/05/17

Come combattere cellule tumorali: incredibile scoperta

Come combattere cellule tumorali: incredibile scoperta quella di un microscopico soldato per battere il cancro con l'aiuto della genetica. 


Ricercatori delle università di Ginevra e Basilea sono riusciti a modificare un virus per far sì che combatta i tumori attaccando le cellule cancerogene.

I primi test, realizzati su topi, hanno dato esiti positivi.
Il sistema immunitario umano è poco reattivo nei confronti della maggioranza delle cellule cancerogene, diverso è il caso se ha di fronte un virus, spiegano i due atenei in una nota.

Sulla base di questo assioma, gli scienziati hanno isolato il virus della coriomeningite linfocitaria - una malattia virale dei roditori - e, dopo averlo reso inoffensivo, hanno inserito delle proteine provenienti da cellule cancerogene.
I ricercatori hanno in seguito potuto osservare come il virus, iniettato nei topi, stimoli il sistema immunitario che a sua volta identifica come pericolose le proteine provenienti dalle cellule cancerogene.
Vengono allora prodotti linfociti T citotossici che eliminano le cellule infettate, per alcuni tumori, spiegano le due università, i risultati prodotti sono superiori rispetto a quelli ottenuti con l'immunoterapia.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista 'Nature Communications'.
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05/06/14

FOSSILE DI UN OMINIDE | AZZURRO | PICCOLA PREGHIERA

FOSSILE DI UN OMINIDE SCOPERTO IN CINA
di Lu Zun'e
Sulla montagna Jinniu, che sorge sopra la pianura costiera di Yingkou, nella provincia Liaoning, sul lato nord del mare di Bohai, nel 1974 è stato scoperto un giacimento fossilifero che ha messo alla luce fossili di 70 specie di mammiferi e alcuni manufatti litici. Questi ultimi ritrovamenti indussero a continuare le ricerche più in profondità. In alcune caverne rocciose di carbonato, simili a quelle di Zhoukoudian dove fu scoperto l'Uomo di Pekino, nel settembre del 1984, in un giacimento profondo 16 metri, fu trovata la calotta occipitale completa di un ominide, la prima del genere scoperta nel mondo. Questo fossile è stato datato antico di 200.000 anni. Continuate le ricerche, fu rinvenuto anche tutto lo scheletro di questo Homo erectus, un maschio di giovane età. Il foro occipitale, il volume del cranio e lo stadio del suo sviluppo, indicano l'evoluzione del suo cervello. Le ossa del piede sono una guida per sapere come camminava. Questa scoperta è di grande importanza per la paleontologia. Ora scienziati di tutto il mondo stanno analizzando questi fossili che parlano di un particolare stadio dell' evoluzione umana. Dell'ominide di Jinniu si parlerà per moltissimi anni.
Osso pelvico e ossa del piede dell'ominide diI Jinniu
















AZZURRO 
di 
Ghita Bagnato 

Salou, Spagna 16-7-85
Seduta sulla spiaggia con i piedi nell' acqua, guardavo intorno a me; tutto era azzurro intenso. Non ricordo più se il cielo si rifletteva nel mare o il mare così azzurro dava quei riflessi al cielo. Stavo meditando, ero quasi sola sulla spiaggia, quando di colpo vidi arrivare e posarsi ai miei piedi una grande stella rilucente. Si aprirono due porticine e scesero due omini piccoli ma bellissimi, tutti vestiti di fiori azzurri, profumati come i gelsomini d'estate. Mi parlarono in un linguaggio che non capii, però era pieno di amore e di semplicità affascinata li ho seguiti. Sono salita sulla stella. La scala era piena di fiori, dentro era molto spazioso, molte finestre a forma di stella. Non vi erano sedie né tavoli tutto era pieno di fiori. Sentivo una musica, sembravano arpe o sussurri di ruscello. Non sapevo da dove veniva tutta quella bellezza e tranquillità. Mi hanno offerto una tazza di té tutta profumata. Mi girava la testa, non sapevo più se sognavo o ero sveglia. Da dietro un gran fiore uscì un ornino, anche lui piccolino, con una grande barba bianca e nella mia lingua, mi salutò e mi disse: "Benvenuta sorella del pianeta Terra, siamo venuti a cercarti, perché tu fai parte della nostra "STELLA FIORE". Adesso andiamo nelle profondità del mare, lì è il nostro regno, e tu sei la "REGINA" che da tanti secoli abbiamo aspettato; tu sei quella che regnerà con noi, perché tutti noi siamo fratelli e sorelle ma siamo tutti fiori, ognuno di noi è un fiore, tu sei il gelsomino profumato lo sono "VECCHIO" e, dicono, "SAGGIO" perché dò consigli a chi ne ha bisogno. So ascoltare, a volte parlare, però è meglio ascoltare e vedere. Io posso vedere tutto ciò che succede sulla terra, e con la mia saggezza inviare messaggi positivi, così che gli uomini possano diventare migliori, eliminare l'odio e le guerre, ed essere tutti felici". Non sapevo più cosa pensare, né cosa dire, mi sentivo così bene, come se fossi vissuta sempre con loro. Guardai l'anziano saggio e volevo dargli la mano per dirgli "Sì" resto qui con voi per sempre, e mi voltai indietro per salutare quello che mi rimaneva sulla "TERRA". Al mio posto non c'ero più io, c'era un bellissimo gelsomino bianco e profumato. Tutti i fiori lì presenti mi saltavano intorno e cantavano delle belle canzoni.

PICCOLA PREGHIERA 

Oh mio Dio, aiutami ad essere
come i miei piccoli fratelli, i fiori,
come i miei grandi fratelli, gli alberi
che muti e pazienti attendono la carezza del Tuo Sole,
ne godono e Ti ringraziano.
Che accettano il calar della sera ed il mutar delle stagioni,
il caldo ed il freddo, né da essi possono fuggir via, né ripararsi.
Che donano silenti il profumo ed il colore, che consentono l'ombra ad ogni essere né possono gridare la loro pena se offesi o uccisi. Oh mio Signore, raccoglimi come un fiore, fammi morire nelle Tue Mani, dopo che l'ultima bellezza e il profumo siano stati per Te, mio Creatore.
Marisa Primas Danelon

Ciampino (Roma) | "L'amicizia non ha prezzo". Muore di overdose sulla tomba del suo migliore amico.

Amici nella vita, uniti nella morte, anche se a due anni di distanza. Davide Vitale, 38 anni di Torino, ma trapiantato da molti anni a Cecchina, una frazione di Albano (Roma) ma solo recentemente trasferitosi ad Aprilia (Roma),è stato rinvenuto privo di vita sulla tomba del suo migliore amico, morto di overdose due anni fa. A fare la tragica scoperta è stata proprio la mamma di Damiano, il suo amico morto, recatasi al cimitero di Ciampino per rendere omaggio alla tomba del proprio figlio. La signora ha trovato Davide in terra, privo di vita, tra bottiglie vuote di birra e una siringa sporca di sangue,al braccio ancora legato il laccio emostatico. Ha poi avvertito il custode del cimitero, il quale ha avvisato la polizia scientifica. Ora il corpo è a disposizione dell'autorità giudiziaria presso l'istituto di medicina legale di Tor Vergata. Sono state trovate nella tasca della giacca dell'uomo deceduto due foto che lo ritraggono con Damiano, l'amico sepolto nella tomba sulla quale si è lasciato morire. Nel portafogli aveva un foglietto con su scritto: "L'amicizia non ha prezzo". Ora sarà l'autopsia a stabilire le cause della morte, anche se la presenza di bottiglie di alcol e la siringa non sembrano lasciare dubbi. Davide aveva dei piccoli precedenti penali e qualche anno fa fu vittima di una aggressione nella quale fu colpito alla gola con una coltellata, ne uscì vivo per miracolo. La polizia sta cercando di rintracciare lo spacciatore che gli ha procurato la dose mortale.

21/05/14

Nuovo miracolo? Suora muore e compare sul suo braccio la scritta "Maria".

Siamo di fronte ad un altro possibile miracolo o ad un classico falso? In questi giorni la morte di Suor Giuseppina, al secolo Celsa Manzone, suora della congregazione delle figlie di Sant'Anna,avvenuta il 13 maggio scorso all'età di 97 anni, fa gridare al miracolo e tutta la zona di Bassano del Grappa in provincia di Vicenza è in subbuglio. Il motivo di questo fermento non è naturalmente la morte in sè della suora, bensì la scoperta da parte delle consorelle di una scritta comparsa, secondo loro dopo la morte, sul braccio della defunta suora dove si leggeva chiaramente il nome "Maria". Suor Giuseppina ha vissuto gli ultimi giorni della sua vita, prima di morire all'ospedale di Bassano, presso il convento di Sant'Anna, dove la superiora si dice convinta che la scritta apparsa sul braccio della consorella, lunga circa 20 cm., non c'era prima della sua morte. Appena si è divulgata la notizia centinaia di fedeli si sono radunati davanti al nosocomio. Intanto si cominciano a fare delle ipotesi e a trovare coincidenze. Infatti il decesso di suor Giuseppina è avvenuto il 13 maggio 2014 all'ètà di 97 anni, e proprio nello stesso giorno di 97 anni fa ci fu la prima apparizione della Madonna di Fatima. Pura coincidenza o che? I medici che cosa dicono? Voci giunte dall'ospedale di Bassano hanno confermato la presenza nel braccio della religiosa di una zona di pelle di colore diverso, denominata in termini medici "Discromia cutanea" che sembrava formare il nome "Maria", tuttavia gli stessi medici non si sbilanciano sul fatto che tale discromia fosse presente anche prima del decesso della suora. L'ospedale ha avvisato del fatto la Procura di Vicenza la quale ha dato mandato ai Carabinieri di scolgere indagini, i quali hanno provveduto a scattare alcune foto alla scritta sul braccio di suor Giuseppina.( immagine presa dal web ).

30/03/14

Il chewing gum responsabile dei tuoi mal di testa.

Le cause del mal di testa sono molteplici, ma quella più diffusa sicuramente è la gomma da masticare. Lo dimostra una ricerca pubblicata su Pediatric Neurology e condotta da un gruppo di ricercatori del Meir Medical Center dell'università di Tel-Aviv in Israele, secondo cui molti casi di mal di testa nei giovanissimi ( ma anche nei meno giovani) sarebbero da attribuire alla cattiva abitudine di masticare chewing gum per ore e ore. Secondo gli autori il mal di testa è molto diffuso tra bambini e adolescenti, ancora di più tra le ragazzine. Tra le cause scatenanti questa fastidiosissima patologia ci sono lo stress, stanchezza, mancanza di sonno, rumori, l'uso prolungato di videogiochi, il fumo, i pasti saltati e il ciclo mestruale. Il neurologo Nathan Watemberg ha notato che molti dei suoi giovani pazienti, in particolare le femmine, erano soliti masticare il chewing-gum per ore e ore. Si è chiesto perciò se non potesse esservi un legame fra il masticare continuo e la comparsa del dolore, anche perché nella sua esperienza si era accorto che spesso, smettendo di masticare, il mal di testa come per incanto svaniva di lì a poco. Il medico ha condotto perciò una ricerca su 30 suoi pazienti dai 6 ai 19 anni con cefalea cronica e l’abitudine a masticare “cicche” ogni giorno, da una fino addirittura a sei ore quotidiane: a tutti ha chiesto di bandirle per un mese. Dopo trenta giorni senza gomme 19 ragazzini su 30 hanno visto sparire completamente il mal di testa, che in altri 7 casi era diminuito per frequenza e intensità. Facendo una controprova, 26 partecipanti hanno accettato di riprendere a masticare chewing-gum per due settimane: tutti hanno manifestato di nuovo la consueta cefalea nel giro di pochi giorni. Due le teorie chiamate in causa per questo mal di testa. La prima riguarda l’aspartame, il dolcificante contenuto in molti di questi prodotti: ma se fosse colpa del dolcificante dovrebbero soffrire di mal di testa anche i consumatori assidui di tutti i cibi e le bevande zuccherate. La seconda ipotesi è quella più probabile, secondo cui la masticazione della gomma provoca uno stress dell’articolazione temporo-mandibolare: in genere le gomme si tengono in bocca a lungo, masticandole ben oltre la scomparsa del loro sapore, e ciò costringe al “superlavoro” questa articolazione che peraltro è fra le più usate. Inoltre esistono prove scientifiche che una disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare possa davvero provocare mal di testa. Una scoperta che può avere immediate ripercussioni, secondo il neurologo: in un paziente con mal di testa (vale per i giovani, ma forse anche per i “ruminanti” più attempati) il consiglio di lasciar perdere le gomme è a costo zero e può risolvere una certa quota di casi senza necessità di ulteriori terapie.

12/03/14

La verdura tanto amata da Bracciodiferro contro l'obesità.

L’obesità è considerata sicuramente da molti un problema puramente e prettamente estetico, ma in termini di salute si parla di seri rischi. Ecco perché la ricerca sta cercando sempre più di trovare quanto prima una soluzione. E sembra proprio che questa volta i ricercatori abbiano imboccato la strada giusta, riconoscendo nella verdura tanto amata dal famoso Bracciodiferro proprietà adeguate alla risoluzione del problema: gli spinaci. Essi contengono, infatti, un composto naturale chiamato Tilacoidale che pare sia capace di ridurre il desiderio del cibo.
La scoperta è avvenuta durante una ricerca in cui la Prof.ssa Charlotte Erlanson-Albertsson, dell’Università di Lund in Svezia, è riuscita a isolare il composto mentre stava cercando di trovare un modo per diminuire i morsi della fame. La ricercatrice ha scoperto che questo composto rallenta la digestione degli alimenti donando un maggior senso di sazietà prolungato nel tempo. Secondo la studiosa, a livello intestinale viene rilasciato un meccanismo che ha il preciso scopo di non far sentire più la fame. Sarebbe però necessario superare un problema; non è sufficiente mangiare gli spinaci tali e quali come si presentano in natura, ma bisogna prima schiacciarli, filtrarli e centrifugarli in maniera tale da poter liberare i tilacoidi dalle cellule della pianta. Il nostro organismo, infatti, non è in grado di assimilarli direttamente dagli spinaci freschi. In base ai dati acquisiti dalla professoressa Erlanson-Albertsson, i Tilacoidi rallentano la digestione dei grassi. Quando il cibo entra nell’intestino crasso, gli ormoni della sazietà vengono rilasciati e inviati al cervello, il quale ritiene che il corpo sia sazio e non è necessario mangiare ancora. Al contrario degli alimenti elaborati che tendono a utilizzare solo l’intestino superiore, non permettendo all’altro di rilasciare tali ormoni. «Mi piace dire che i nostri intestini sono disoccupati», commenta in una nota Lund la Erlanson-Albertsson. L’unico modo per far lavorare di nuovo l’intestino, secondo la studiosa, era quello di rallentare la digestione dei grassi. La professoressa Erlanson-Albertssonle ha iniziato sue ricerche testando il composto su un gruppo di 15 volontari che assumevano l’estratto al mattino. I risultati furono subito eccellenti: durante il giorno avevano meno fame e un minor desiderio di cibo. Per loro era più facile attenersi ai normali tre pasti al giorno, rispetto al gruppo di controllo. Dai test risultava anche che il gruppo che aveva assunto il Tilacoidale aveva nel sangue livelli molto più alti di ormoni della sazietà, così come valori più stabili di glucosio ematico.

08/02/14

Bentrovato diegogattaite | Nel Sud Africa scoperto un nuovo silicato idrato blu-turchese!

Bentrovato diegogattaite! Nel Sud Africa scoperto un nuovo silicato idrato blu-turchese! Un nuovo minerale, un silicato idrato blu-turchese è stato rinvenuto in Sud Africa e si chiamerà con un nome italiano.

Il nuovo silicato idrato blu-turchese per volere unanime dei suoi scopritori, ovvero sia un gruppo anglo-americano di scienziati supervisionato da Michael S. Rumsey, responsabile del prestigioso Museo di Storia Naturale di Londra, si chiamerà diegottaite, in segno di riconoscenza a Giacomo Diego Gatta, professore associato del dipartimento di Scienze della Terra "Ardito Desio" dell'Università degli Studi di Milano e studioso delle proprietà strutturali di zeoliti e altri silicati con "strutture a gabbia sub-nano-porose”, materiali che rivestono oggi un ruolo di primo piano nello sviluppo di tecnologie avanzate.

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Diegogattatite
La diegogattaite, è stata intercettata in campioni provenienti dalla miniera di Wessel nel Kalahari (Sud Africa), possiede una struttura cristallina caratterizzata da piani sovrapposti di ioni silicio e ossigeno interconnessi in maniera tale da formare eleganti e complesse gabbie tridimensionali.

Mai osservata prima in natura, la struttura della diegogattaite ricorda da vicino quella di alcuni silicati sintetici nanoporosi, che mostrano promettenti applicazioni come setacci molecolari, scambiatori di ioni e catalizzatori.
Il nuovo minerale si pone, quindi, come un anello di congiunzione tra alcune classi di silicati naturali, in particolare la wesselsite, e i materiali di sintesi, e il suo studio potrebbe aprire la strada alla produzione di silicati nanoporosi di nuova concezione.

01/02/14

Distinguere e catalogare | Il network neurale in grado di riconoscere i gruppi sociali.

Distinguere e catalogare! Il network neurale in grado di riconoscere i gruppi sociali, ovvero sia la capacità di sapere riconoscere e distinguere tra loro alcune categorie di oggetti.

Provo a fare un'esempio: la capacità di riuscire a distinguere oggetti animati da quelli inanimati, ha recitato un ruolo fondamentale nella nostra evoluzione, al punto tale che per farsene carico il cervello ha sviluppato dei network neurali specializzati a favorire la selezione. Una recente ricerca italiana, coordinata da Raffaella Rumiati della Sissa e Andrea Carnaghi dell’Università di Trieste, conferma tale opinione, come al giorno d'oggi, esista anche di un'altra categoria funzionalmente distinta a livello neurale, in precedenza sconosciuta: quella dei gruppi sociali.

La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Cognitive Neuroscience.
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Network neurale
A dare dimostrazione che nel cervello esiste una distinzione funzionale tra alcune macro categorie sono stati gli studi di neuropsicologia, grazie ad una tecnica chiamata doppia dissociazione. “Per esempio possiamo osservare un certo numero di pazienti che hanno un deficit cognitivo nel riconoscere gli oggetti animati, ma hanno conservato la capacità di riconoscere quelli inanimati”, spiega Rumiati. “Per dire che le due funzioni sono separate però, dobbiamo trovare anche pazienti che mostrino il problema opposto, cioè che abbiano difficoltà con gli oggetti inanimati, ma che conservino buone capacità cognitive per quelli animati”.

Nel nuovo studio, Rumiati e colleghi hanno applicato questa metodologia al riconoscimento di gruppi sociali. “La categoria sociale ha un’enorme importanza dal punto di vista evolutivo per l’essere umano – continua Ruminati – per questo motivo abbiamo ipotizzato che nel cervello esistano dei circuiti ad hoc, che garantiscano efficienza e velocità nel riconoscimento”. Per testare la loro ipotesi, gli scienziati hanno selezionato un certo numero di pazienti con problemi di demenza, e li hanno poi sottoposti a test per valutare la selettività dei loro deficit. “Cercavamo pazienti con difficoltà solo con gli oggetti inanimati, altri solo con gli oggetti animati, e altri ancora solo con i gruppi sociali, per provare la doppia dissociazione di queste funzioni”.

Come prima cosa lo studio ha verificato quanto già riportato in letteratura, e cioè la doppia dissociazione fra la categoria animati e quella inanimati. Il risultato principale però è stato osservare la doppia dissociazione dei gruppi sociali sia dagli oggetti animati che da quelli inanimati. “Questo significa che i gruppi sociali sono una categoria speciale nel nostro cervello”, conclude Rumiati. “Abbiamo dei meccanismi cognitivi dedicati a questo tipo di stimoli, perché riconoscere per esempio il “mafioso”, il “criminale” o il “poliziotto” può salvarci la vita”.“Questo studio – aggiunge Carnaghi – ha un’implicazione importante: dimostra infatti che ha senso usare i metodi quantitativi delle neuroscienze anche nell’ambito delle scienze sociali, in particolare negli studi su come si formano stereotipi e pregiudizi. Grazie a questo studio sappiamo che lo stereotipo legato alle persone è processato dal cervello in maniera diversa dallo stereotipo che può riguardare un oggetto inanimato, o un animale”.

28/01/14

E se fosse possibile riportare in vita i dinosauri?

Ho ancora "I quindici, i libri del come e del perchè", la mia prima enciclopedia di bambina. Ogni libro era dedicato ad un argomento specifico. Il mio libro preferito era il libro sugli animali, in cui vi era una parte dedicata ai dinosauri. Ne rimasi letteralmente affascinata, avrei voluto tornare indietro nel tempo per vederli dal vivo questi rettili giganti nel loro mondo preistorico:il Tirannosauro, il Triceratopo, il Dimetrodonte... E non possiamo dunque non ricordare alcuni film dedicati, che naturalmente non mi sono persa: Jurassik Park, in cui si traduceva in realtà  il sogno di un miliardario: riportare in vita i dinosauri.
T-Rex

Cosa pensereste se gli scienziati riuscissero davvero a riportarli in vita? Sembra che non sia poi così difficile,  ma come? Riportarli in vita sembrerebbe essere più facile di quanto si possa pensare perché bisognerebbe solo prendere il dna degli uccelli che sono i diretti discendenti dei dinosauri. Pare che nel dna degli uccelli  potrebbe essere presente anche quello di alcune antiche creature come i dinosauri appunto. Sarebbe un risultato incredibile e ci sarebbe da discutere sull'etica di questa ricerca.  Non so sinceramente cosa proverei a vedermi davanti un T-Rex. Pare che questa nuova scoperta abbia fatto molto scalpore in tutto il mondo, in verità riportare alla vita i dinosauri non sarà così semplice. Noi non possiamo far altro che aspettare ulteriori sviluppi.

01/01/14

Mu, il continente scomparso

Credo che all'origine di leggende e misteri che avvolgono la nascita della vita sulla terra ci siano sempre delle basi veritiere. I misteri archeologici sono per me una calamita, mi immergo nella lettura delle informazioni e faccio anche io ipotesi e speculazioni. Vi confesso che mi sarebbe piaciuto fare archeologia, ma ben ricordo che mi venne detto che gli studi archeologici erano alla portata di persone ricche, che avrebbero poi avuto la possibilità di finanziare, almeno in parte gli scavi. Questo però non mi impedisce di interessarmi dei più svariati argomenti in merito. Fra questi Mu.
Yonaguni, piramide sommersa

Nel lontano 1868 il colonnello James Churchward disse di aver trovato, in un monastero in oriente, delle tavole di argilla, le quali riportavano in una lingua misteriosa la storia del continente asiatico. Stando a quanto riportato su queste tavole, il continente si chiamava Mu, e su questo territorio, 50 mila anni fa, avrebbe avuto origine la vita. La popolazione di questo territorio adorava il Sole e il suo re era legittimato proprio da quest’ultimo. Questo re avrebbe colonizzato tutto il mondo e ogni territorio fu affidato a sovrani sempre espressione della volontà del Sole. Questa era una civiltà fiorente sotto tutti i punti di vista, ma improvvisamente fu colpita da terribili terremoti e maremoti che la fecero sprofondare negli abissi. Churchward dedicò tutta la sua vita alla ricerca di informazioni che potessero avvalorare ciò che egli aveva dichiarato in base alle tavole, ma senza riscontri concreti. Churchward finì nel dimenticatoio, finché nel 1985 la guida subacquea giapponese Kikachiro Aratake fece una scoperta sensazionale. Durante un’immersione a 150 metri a largo dell’isola Yonaguni scoprì una grandissima struttura di pietra simile ad una piramide, a circa 25 metri di profondità. La scoperta avvenne in modo casuale, infatti Arakate dichiarò di essersi trovato di fronte alla struttura mentre nuotava spinto dalla corrente. La scoperta fu comunicata alla comunità scientifica nel 1986, ma solo nel 1990 venne ufficialmente dichiarata come sito archeologico. Il sito è stato sottoposto numerose analisi, con il tentativo di capire da dove proviene e a quando risale la misteriosa struttura. Una delle analisi più significative è quella di Ma-saaki Kimura, professore di Oceano-grafia all’Università delle Ryukyu, considerato il “padre accademico” del sito archeologico. Come egli ha dichiarato, la struttura è composta da un unico blocco, lungo 200 metri e largo 150, ed ha un’altezza di circa 20 metri. Il professore sostiene che non è facile risalire all’epoca a cui appartiene, data la locazione del monumento. Kimura sostiene però che la sommersione del luogo dovrebbe essere avvenuta in seguito all’innalzamento del livello del mare dopo l’ultima glaciazione, ovvero circa 10 mila anni fa. Il dibattito, naturalmente, è se la struttura sia stata costruita dall’uomo oppure sia solo uno “scherzo della natura”. Molti sostengono la seconda ipotesi, portando avanti a sostegno della loro tesi l’elevata altezza dei gradini di alcune scalinate, alcuni arrivano a un metro. Il professore, però, ribatte fortemente questa ipotesi, sostenendo che su 5 scalinate 3 sono facilmente percorribili, inoltre egli fa notare che alcune delle pietre che formano la struttura sembrano derivare da accurati processi di trasformazione. Nel luogo sono stati anche ritrovati diversi reperti molto curiosi, come una scultura simile ad un uccello e una specie di vasca triangolare scavata nella roccia. Ma il reperto che suscita maggiore interesse è quello che sembra essere un dolmen, ovvero una tomba megalitica preistorica, di circa 3 metri per 3. Un’altro monumento particolarmente interessante è una scultura simile ai Moai dell’Isola di Pasqua. Kimura non ha dubbi, l’opera è stata costruita dall’uomo. Resta ora da stabilire chi l’abbia costruita. Secondo il professore l’ipotesi più plausibile è che sia stata realizzata da una popolazione proveniente dalle coste dell’Asia Sudorientale. Potrebbe esservi un collegamento tra questa struttura e le tavole ritrovate da Churchward?

29/10/13

Perchè si dice "l'uovo di Colombo"?

Cari lettori, vi siete mai chiesti il perchè di certe frasi di uso comune? Come mai si usano con un determitato intento? Quale la loro orgine? Io me lo sono chiesto spesso e sempre continuo a chiedermelo, qiuindi tanto vale fare ricerche, capire e spiegare.
La domanda è: perchè si dice l'uovo di Colombo?
L'uovo di Colombo
"Si dice di una cosa facile, alla quale però nessuno pensa"
Cristoforo Colombo, trovandosi un giorno a pranzo con alcuni gentiluomini spagnoli, si sentì dire che dopotutto la scoperta di nuove terre al di là dell'Atlantico non era una grande impresa, e che chiunque avrebbe potuto compierla. Colombo allora prese un uovo e invitò i commensali a farlo star ritto sulla punta. Ovviamente non ci riuscì nessuno, tutti dissero che era impossibile. Ma il navigatore schiacciò un pochino il guscio e l'uovo stette in piedi, dando in questo modo la sua fiera risposta.
Da qui il famoso detto.
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