Il-Trafiletto
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14/10/14

Il vetro che migliora il gusto della birra

I birrai trascorrono parecchi anni a rendere perfetta una Chocolaty stout o una IPA, ma tutto questo certosino lavoro corre il rischio di essere vanificato da un'innocuo bicchiere non adatto allo scopo.


Per rimediare a tale problematica danneggiante il gusto di una prelibata birra, gli esperti vetrai della Spiegelau hanno dato vita ad una particolare esclusiva linea di bicchieri (il costo per una coppia di bicchieri e di 18.00 € sia per stout che per IPA) che conferisce interamente tutta la qualità delle birre artigianali e le mantiene fresche e spumeggianti in maniera più longeva.

PROBLEMI DELLE PINTE DA BIRRA
La Spiegelau afferma che le pareti dritte della pinta fanno in modo che la birra riempi la bocca, creando una sensazione di avvilimento, alla quale la lingua istintivamente inizia a premere contro i denti per rimediare. A questo modo, però, la birra non va a toccare tutte le papille gustative perdendo il proprio esclusivo gusto agro-dolce.


La birra all'interno di una pinta dalle pareti spesse si riscalda prima di quella all'interno di una pinta con il vetro più sottile. La birra calda racchiude meno diossido di carbonio perdendo di fatto prima la sua naturale effervescenza.

TEST:VETRO PIÙ SOTTILE, BIRRA PIÙ FREDDA?
Maggiore quarzo c'è all'interno di un vetro, più sottile potrà essere. La Spie­gelau a tal proposito preferisce utilizzare quarzo quasi puro per realizzare pareti decisamente più sottili perché conservano la birra più fredda più a lungo. Nel test di degustazione, dopo 5', la birra contenuta in un bicchiere Spiegelau era di 1,5°C più fresca a differenza di quella contenuta in una pinta normale.
  1. IPA FRIZZANTE
Le bollicine si creano per "nucleation sites", delle imperfezioni nel vetro. Il fondo dei bicchieri IPA è ricco di nervature e imperfezioni, in maniera tale da consentire alle bollicine di formarsi quando si versa la birra.
     
     2.  AROMA POTENZIATO

La forma curva del vetro convoglia l'aroma del luppolo (che rappresenta fino al 75% del sapore della birra) nelle narici. La birra "si deposita" al centro della lingua, in maniera tale da colpire più papille gustative.

     3.  STOUT SCHIUMOSA

Nel momento in cui la birra si versa nel bicchiere, la turbolenza dell'azoto produce la schiuma in superficie. Ad ogni sorso, la base angolata ricrea la situazione iniziale, facendo rivivere l'effervescenza.


29/09/14

Torneremo a degustare la "Birra Messina" prodotta dai cittadini

La Birra Messina  che per un secolo si produceva a Messina ritorna a nuova vita grazie all'abnegazione di una quarantina di ex operai. 


Gli operai riaprono lo stabilimento di birra siciliana contro la crisi con l'autogestione: una cooperativa di ex cassintegrati fa ripartire lo storico birrificio di Messina che per quasi un secolo è stato ospite della provincia siciliana. Quando l’impianto nel 2011 ha chiuso, l’intera città ha subito uno choc. Oggi, grazie ai volenterosi ex operai, con professionalità portano avanti l’eredità di quella fabbrica che  si avvia a nuova vita. L’idea degli ex integrati è di “tornare a produrre, senza padroni, la birra della nostra città” investendo tutti i loro risparmi, compresi tfr e mobilità.

Nel 2011 i 40 operai della Triscele (ex Birra Messina) trovano nella cassetta della posta una lettera di licenziamento. Presidiano la fabbrica per un anno, sempre davanti ai cancelli giorno e notte alternandosi in una lotta senza fine. La maggioranza getta la spugna, mentre in sedici decidono di continuare a battagliare e far valere il diritto al lavoro, con altri mezzi. Nasce così la cooperativa “Birrificio Messina”.

Birra Messina
A distanza di due anni, i sedici soci si preparano a festeggiare la loro prima bottiglia. Hanno fatto tutto da soli, investendo i loro risparmi, l'unico vero aiuto che hanno ricevuto dalle istituzioni, sono due capannoni industriali in disuso affidati dalla Regione al termine di una lunga trattativa. Molto più importante, emotivamente parlando ben più significativa è stata la solidarietà e il sostegno dei loro concittadini, che in pochi mesi hanno raccolto e donato oltre 60 mila euro. Alla grande festa prevista per la riapertura, nei primi mesi del 2015, saranno loro gli ospiti d’onore.

21/09/14

L'Oktoberfest ha inizio: fiumi di birra e allegria

L’appuntamento fisso con la birra ha avuto inizio ufficialmente ieri, con la parata per le vie di Monaco di Baviera e il primo boccale che è stato bevuto dal sindaco della città che è il socialdemocratico Dieter Reiter e oggi alle 10, vengono aperti tutti i padoglioni e iniziano a scorrere veri e propri fiumi di birra. 


Lunghe file ai tendoni che sono tutti stracolmi, birra che scorre via velocemente e diversi accessi, per probemi di sicurezza, sono stati chiusi ancora prima di incominciare. 

L’anno scorso l'Oktoberfest ha portato 1,1 miliardi di euro alla città di Monaco e quest’anno secondo le stime e le varie agenzie che portano turisti i proventi dovrebbero essere molti di più. 

Di seguito vi metto il programma con gli orari delle manifestazioni dell'Oktoberfest

  • Sabato 20.09.14 11:00 Arrivo dei patroni nelle tende e sfilata per le vie di Monaco di Baviera
  • Sabato 20.09.14 00:00 Il sindaco di Monaco di Baviera nella tenda Schottenhamel tocca il primo Oktoberfest birra barile e beve il primo boccale. 
  • Domenica 21.09.14 10:00 Sfilata in costume tradizionale con Monaco di Baviera
  • Lunedi 22.09.14 09 a.m.12.00 p.m. Tour Oktoberfest per 1200 bambini in età prescolare, invitato dal Comune di Monaco di Baviera, gli artisti e i padroni di casa. 
  • Pranzo speciale per gli anziani nei tendoni della festa della birra
  • Martedì 23.09.14 12:00-18:00 giornata della Famiglia: tutte le giostre e gli spettacoli hanno prezzi speciali. 
  • Giovedi 25.09.14 10:00 S. Messa all’Oktoberfest come vuole la tradizione religiosa. 
  • Domenica 28.09.14 11:00 Tradizionale concerto all’Oktoberfest dei corpi bandistici ai piedi della Baviera
  • Martedì 30.09.14 ore 12 – fino al giorno 06.10.14 alle ore 13 per le Famiglie: tutte le giostre e gli spettacoli costano meno. 
  • Domenica 05.10.14 12:00 Tradizionale pistola con il saluto sui gradini del monumento della Baviera.
Anche quest'anno birra, musica, giochi e tanta allegria e in alto i boccali per un grande brindisi.

Che l'Oktoberfest abbia inizio...
Allegria e compagnia all'Oktoberfest

15/09/14

Straccetti di persico e radicchio rosso in pastella

STRACCETII DI PERSICO E RADICCHIO ROSSO IN PASTELLA
INGREDIENTI PER4 PERSONE
*filetti di pesce persico pronti per la cottura g 800
*2 cespi di radicchio di Treviso (preferibilmente tardivo)
*farina bianca g 250
*2 uova
*3 bicchieri di birra
*1/2 l di olio di arachidi
*sale e pepe
TEMPO: 40' MEDIA PREPARAZIONE
Straccetti di persico con radicchi
Raschiate il torsolo dei cespi di radicchio e tagliate via la parte più dura. Lavateli in acqua fredda e sistemateli su un telo. Asciugateli bene con carta da cucina. Tagliate poi ogni cespo in 8 spicchi verticali. Staccate qualche bella foglia esterna e tenetela da parte per decorare. Lavate i filetti di pesce con acqua fredda. Allargateli su un telo e tamponateli con carta da cucina. Appoggiateli su un tagliere e tagliateli a striscioline perpendicolari alla lunghezza, di circa 2 cm di spessore.

Versate la farina in una ciotola e rompete le uova in un piatto fondo. Sbattetele qualche secondo con una forchetta e unitele alla farina, a filo, continuando a mescolare. Pepate e unite la birra, sempre a fìlo, fino ad ottenere una pastella liscia e fluida, ma non troppo liquida. Scaldate l'olio di arachidi in una padella larga e antiaderente. Verificate la temperatura, versando nella padella 1/2cucchiaino di pastella, deve rapprendersi subito, formando minuscole bollicine, e diventare ben dorata in circa 30". Immergete il radicchio nella pastella, sgocciolatelo e versatelo nell'olio.

Cuocetelo, finché è dorato e croccante, voltandolo con due forchette a metà cottura. Scolatelo ccon un mestole forato su carta assorbente. Immergete nella pastella anéhe gli straccetti di pesce. Sollevateli con una forchetta facendoli sgocciolare. Friggeteli nell'olio un minuto per parte, in 2 riprese, scolateli. Salate pesce e verdure, serviteli subito, guarnendo con foglie di radicchio crudo. Accompagnate con salsa tartara e salsa chili

05/06/14

Ciampino (Roma) | "L'amicizia non ha prezzo". Muore di overdose sulla tomba del suo migliore amico.

Amici nella vita, uniti nella morte, anche se a due anni di distanza. Davide Vitale, 38 anni di Torino, ma trapiantato da molti anni a Cecchina, una frazione di Albano (Roma) ma solo recentemente trasferitosi ad Aprilia (Roma),è stato rinvenuto privo di vita sulla tomba del suo migliore amico, morto di overdose due anni fa. A fare la tragica scoperta è stata proprio la mamma di Damiano, il suo amico morto, recatasi al cimitero di Ciampino per rendere omaggio alla tomba del proprio figlio. La signora ha trovato Davide in terra, privo di vita, tra bottiglie vuote di birra e una siringa sporca di sangue,al braccio ancora legato il laccio emostatico. Ha poi avvertito il custode del cimitero, il quale ha avvisato la polizia scientifica. Ora il corpo è a disposizione dell'autorità giudiziaria presso l'istituto di medicina legale di Tor Vergata. Sono state trovate nella tasca della giacca dell'uomo deceduto due foto che lo ritraggono con Damiano, l'amico sepolto nella tomba sulla quale si è lasciato morire. Nel portafogli aveva un foglietto con su scritto: "L'amicizia non ha prezzo". Ora sarà l'autopsia a stabilire le cause della morte, anche se la presenza di bottiglie di alcol e la siringa non sembrano lasciare dubbi. Davide aveva dei piccoli precedenti penali e qualche anno fa fu vittima di una aggressione nella quale fu colpito alla gola con una coltellata, ne uscì vivo per miracolo. La polizia sta cercando di rintracciare lo spacciatore che gli ha procurato la dose mortale.

24/12/13

“Meglio un goccio di birra che un tozzo di pane!” Sarà poi vero?

Si esprimevano cosi i nostri progenitori: “meglio un goccio di birra che un tozzo di pane”! Secondo l’idea di Patrick McGovern, direttore del Biomolecular Archaeology Project for Cuisine, Fermented Beverages and Health alla University of Pennsylvania, i nostri antenati sarebbero giunti alla conclusione di abbandonare la vita che conducevano da nomadi preferendo l’istituzione delle prime comunità agricole incoraggiati dall’idea di dare vita alla “bionda” per eccellenza. Per esigenze di sete, insomma, più che di fame. Ma sarà poi vero? Certo è che la sua non è un’opinione condivisa dai più.

La "bionda" birra
La teoria più largamente diffusa ed accettata dalla comunità scientifica, infatti, afferma che i raccolti agricoli di diecimila anni fa fossero destinati per la preparazione del pane – ma McGovern la pensa diversamente, come ha raccontato a Nautilus: "La birra ha innumerevoli effetti benefici. Un alto contenuto di vitamina B e lisina, per esempio. Ma anche il fatto che è molta più sicura da bere rispetto all’acqua, perché il processo di fermentazione uccide batteri e virus.

Con il suo quattro per cento di contenuto alcolico, era considerata un potente alterante della mente e una sostanza medicinale". Tanto che, secondo lo scienziato, gli antichi produttori di birra erano considerati medici dalle comunità preistoriche.
Racconta McGovern che l’uomo preistorico avrebbe imparato a produrre la birra partendo da una specie di "pappa" a base di orzo. Il lievito naturale, forse fornito dagli insetti, avrebbe fermentato tale pappa, creando una sostanza gelatinosa alcolica, l’antenato della birra moderna. Si tratta, in effetti, di una ricetta più semplice di quella del pane, che richiede, oltre alla mietitura, la macinazione e la cottura. Ma c’è dell’altro.

Secondo McGovern, la produzione e il consumo di birra aveva anche un forte impatto sociale: la bevanda era largamente utilizzata in cerimonie e celebrazioni, più o meno come accade oggi. La teoria dello scienziato statunitense non è del tutto nuova: già negli anni ‘50, Robert Braidwood, esperto di storia antica del Medio Oriente alla University of Chicago, analizzando grano e falci rinvenuti negli insediamenti dei Natufiani – una popolazione vissuta quindicimila anni fa nell’attuale Giordania – era arrivato a una conclusione analoga. Soprattutto perché la tecnologia di mietitura allora disponibile avrebbe portato a “produzioni di cibo troppo scarse rispetto al lavoro richiesto”: per questo motivo, secondo Braidwood, i nostri antenati avrebbero preferito “qualcosa di più gratificante e prezioso del cibo: l’alcool”.
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