Il-Trafiletto
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28/07/14

Svelato il mistero di Tunguska | Notizie in breve

Tre rocce ritrovate nel letto di un fiume potrebbero finalmente risolvere il mistero del cataclisma avvenuto in Siberia oltre 100 anni fa. 

Nel mese di giugno del 1908, un'enorme esplosione in prossimità del fiume Tunguska Podkamennaya abbatté in un colpo solo 80 milioni di alberi su una superficie di 2150 chilometri quadrati. La teoria più accreditata è che lo scoppio sia stato causato dal disintegrarsi di una cometa o di un meteorite nell'atmosfera terrestre, benché mancassero finora prove dirette. Oggi, però. Andrei Zlobin, geologo dell'Accademia delle Scienze russa, dice di aver ritrovato nel fiume Khushmo tre rocce che presentano chiare tracce di fusione, oltre a segni superficiali provocati dall'attrito durante l'attraversamento dell'atmosfera.
Ora è necessario analizzare chimicamente le pietre per confermare l'ipotesi di Zlobin.(science)

16/07/14

Le strisce magnetiche | La loro importanza si chiari' negli anni '60

Nel 1962 Harry Hess, all'epoca direttore del dipartimento di geologia dell'Università di Princeton, negli Stati Uniti, avanzò un'ipotesi stupefacente.

L'espansione dei fondali oceanici, come fu chiamata la teoria di Hess, prevedeva che, via via che "sezioni in sollevamento delle celle di convezione del mantello" sgorgavano dalle profondità al di sotto delle dorsali medio-oceaniche, il nuovo materiale spingesse via il precedente in modo tale che metà si allontanasse da una parte della dorsale e metà dall'altra, ampliando così lievemente l'oceano. Prima o poi il flusso iniziale si sarebbe ritrovato a migliaia di chilometri dalla dorsale. I due continenti, un tempo uniti, sarebbero finiti a grande distanza. Inoltre, anziché avere continenti che arrancavano sulla crosta oceanica come proposto da Wegener, Hess li descriveva trasportati su un nastro trasportatore dato dai moti convettivi del mantello. Menzionò solo di sfuggita il lavoro di Holmes, precedente di 35 anni.

CODICE A BARRE DELLA TERRA 
L'importanza delle strisce magnetiche del fondo dell'oceano si chiarì grazie a due geofisici britannici, Fred Vine e il suo relatore di dottorato a Cambridge, Drummond Matthews. Nel 1963 ipotizzarono che se l'espansione dei fondali oceanici si svolgeva come immaginava Hess, le strisce dovevano rappresentare il ribaltamento periodico del campo magnetico terrestre, fossilizzato nei basalti via via che fluivano lentamente dalla dorsale medio-oceanica. Nel corso di milioni di anni l'orientamento del campo magnetico terrestre era rimasto registrato come un codice a barre. Nel gennaio dello stesso anno il canadese Lawrence Morley propose una spiegazione simile, ma il suo lavoro fu respinto dai giornali scientifici perché considerato troppo discutibile.

Nel 1965 venne svolto un nuovo studio magnetico della dorsale Juan de Fuca nel Pacifico nordorientale. Vine correlò i dati con i tempi delle inversioni magnetiche nella lava sulla terraferma e calcolò le epoche delle inversioni sul fondo marino. Fu immediatamente evidente che le rocce più giovani erano più vicine alla dorsale, mentre le più antiche erano le più distanti, adiacenti al continente. L'anno successivo i campioni da profondi carotaggi dal Pacifico mostrarono che la cronologia e la disposizione delle inversioni magnetiche nei campioni coincidevano con quelle determinate dalla lava sulla terraferma. Ciò confermava il lavoro di Vine e la teoria della deriva dei continenti diventava finalmente incontestabile.(science)


15/07/14

L'origine dei continenti | La scoperta chiave | La teoria della tettonica delle placche

La teoria della tettonica delle placche
Un metodo di datazione in cui si usavano campioni dalle profondità marine dimostrò che la teoria della deriva dei continenti era corretta. 

Un metodo per datare alcune rocce, noto come "datazione al potassio-argo", fu sperimentato inizialmente negli anni Cinquanta, quando i geologi volevano capire la frequenza delle inversioni dei poli magnetici.

Per l'inizio degli anni Sessanta era stata messa a punto una cronologia delle inversioni geomagnetiche che permise a Fred Vine di correlare le inversioni sulla terraferma con quelle sul fondo del mare e di mostrare che i fondali oceanici erano più giovani vicino alla dorsale e più antichi accanto ai continenti. Sembrava confermare la teoria di Harry Hess dell'espansione dei fondali oceanici e della deriva dei continenti. La verifica del lavoro di Vine venne dallo studio geomagnetico di 650 campioni di sedimenti da sette carotaggi dalle profondità marine prelevati in Antartide. Il confronto dell'età e della stratigrafia geomagnetica dei sedimenti marini con quelle della lava sulla terraferma diede una correlazione eccellente, collegando così continenti e oceani.

Lo studio confermò anche che negli ultimi 3,5 milioni di anni si erano verificate almeno 11 inversioni geomagnetiche.Vine usò questa cronologia migliorata per prevedere il profilo magnetico che ci si poteva attendere nelle regioni centrali delle dorsali medio-oceaniche. Variando la velocità stimata di espansione, fu possibile ottenere una simulazione molto fedele di tutte le anomalie osservate e di conseguenza determinare l'effettiva velocità di espansione nelle varie dorsali. Era nata la teoria della tettonica delle placche.(science)

03/07/14

La teoria dei giochi

La teoria dei giochi
La teoria dei giochi è una branca della matematica nata nel 1944 con l'opera Theory ofgames and Economie Behavior di von Neumann e Morgenstern, che ha l'obiettivo di descrivere matematicamente il comportamento umano nei tipi di scambi che comportano una vincita o lo spartirsi di qualche risorsa. 

Sono considerati "giochi" le situazioni in cui i partecipanti prendono decisioni strategiche, quelle cioè in cui ogni giocatore tiene conto delle possibili scelte fatte dagli altri giocatori. Nel modello "a somma zero" di von Neumann, al guadagno di un partecipante corrisponde una corrispettiva perdita di un altro partecipante; in ogni scambio commerciale, in poche parole, vi sono quindi un vincitore e un perdente.

Il premio Nobel John Nash, reso celebre dal film A beautiful mind, ribalta invece questo modello dimostrando matematicamente che, nei giochi non cooperativi (in cui i partecipanti non possono accordarsi tra loro sulla scelta da prendere), esiste almeno una situazione di equilibrio che determina un vantaggio per tutti, o quantomeno limita lo svantaggio al minimo. In ogni interazione commerciale di questo tipo, quindi, esiste una scelta che non solo fa ottenere il massimo vantaggio al singolo individuo, ma anche alla collettività. Le uniche ipotesi che stanno alla base di questo ragionamento sono che i partecipanti conoscano bene le regole e che siano consapevoli di ogni singola mossa.(science)



28/04/14

Particelle subatomiche | Di cosa sono fatte queste particelle?

Solitamente tendiamo ad affermare che gli oggetti sono fatti di alcune sostanze chimiche, a loro volta formate da atomi specifici, fatti di particelle subatomiche. Ma di cosa sono composte queste particelle?

Molti teorici ritengono al riguardo che tali componenti ultimi siano una forma di energia creata dalle vibrazioni di bizzarre entità multidimensionali che vengono chiamate superstringhe.
Il concetto teorico delle superstringhe nella fisica moderna, è un concetto del tutto teorico, che tenta di fornire una spiegazione chiara ed accettabile a tutte le particelle e le forze fondamentali della natura, racchiudendoli in un'unica teoria, considerando queste entità come vibrazioni di sottilissime stringhe supersimmetriche.

Tale teoria è considerata da più parti una delle più promettenti teorie riguardo la gravità quantistica. Con il termine di teoria delle superstringhe, in realtà si vuole indicare una contrazione del termine più corretto di "teoria supersimmetrica delle stringhe" perché contrariamente a quanto affermato dalla teoria bosonica delle stringhe, questa è la versione della teoria delle stringhe che comprende i fermioni e la supersimmetria. Al momento non si hanno predizioni quantitative sperimentali che possano essere verificate o smentite.
Particelle subatomiche

Quindi non avendo una controprova, ad oggi il problema più importante della fisica teorica è quello di dovere armonizzare la relatività generale, che speiga la gravità e che possa essere applicata al macrocosmo, ovvero sia alle stelle, galassie, ammassi, con la meccanica quantistica che si occupa di spiegare le altre tre forze fondamentali che descrivono il microcosmo (elettroni, fotoni, quark).

Lo sviluppo di una teoria quantistica dei settori comprendenti una forza, fornisce invariabilmente probabilità infinite (e quindi prive di utilità). I fisici teorici a tal proposito hanno dato vita ad una tecnica matematica detta rinormalizzazione che cancella questi "infiniti" che si trovano nell'elettromagnetismo, nella interazione nucleare forte e nell'interazione nucleare debole, ma non quelli che si trovano nella gravità (senza l'introduzione di un numero infinito di termini alla definizione Lagrangiana della teoria, rischiando la località, o altrimenti un numero finito di termini che non rispettano l'invarianza di Lorentz). Quindi lo sviluppo di una teoria quantistica della gravità deve essere espressa necessariamente in maniera diversa nei confronti delle teorie che fanno riferimento alle altre forze della natura.

Il concetto che sta alla base della teoria è quello che i costituenti fondamentali della realtà sono "stringhe" o "corde" di lunghezza pari a quella di Planck (1,616x10−35 m) che vibrano a frequenze differenti. Il gravitone, la particella che dovrebbe fare da mediatrice della gravità, per esempio, è descritta dalla teoria come una stringa che vibra con ampiezza d'onda uguale a zero. Questa particella nasce dalle oscillazioni nello spazio di una stringa chiusa; l'elisione di componenti energetiche sui vari piani di vibrazione rende possibile sia l'esistenza di particelle con massa nulla (ad esempio fotoni) che di particelle dotate di massa non nulla ed in cui alcune componenti energetiche non si elidono.

Un'altra condizione prevista dalla teoria è che non vi sono differenze misurabilmente riscontrabili tra stringhe che si "accartocciano" intorno a dimensioni più piccole di loro stesse e quelle che si muovono lungo dimensioni più grandi (cioè, gli effetti in una dimensione di grandezza R sono uguali a quelli in una dimensione di grandezza 1/R). Le singolarità sono evitate in virtù del fatto che le conseguenze che si potrebbero osservare in un Big Crunch non raggiungono mai lo zero. Infatti, se l'universo dovesse iniziare un processo di contrazione tipo il Big Crunch, la teoria delle stringhe ci dice che l'universo non potrebbe mai diventare più piccolo delle dimensioni di una stringa e che a quel punto dovrebbe iniziare ad espandersi.

24/12/13

“Meglio un goccio di birra che un tozzo di pane!” Sarà poi vero?

Si esprimevano cosi i nostri progenitori: “meglio un goccio di birra che un tozzo di pane”! Secondo l’idea di Patrick McGovern, direttore del Biomolecular Archaeology Project for Cuisine, Fermented Beverages and Health alla University of Pennsylvania, i nostri antenati sarebbero giunti alla conclusione di abbandonare la vita che conducevano da nomadi preferendo l’istituzione delle prime comunità agricole incoraggiati dall’idea di dare vita alla “bionda” per eccellenza. Per esigenze di sete, insomma, più che di fame. Ma sarà poi vero? Certo è che la sua non è un’opinione condivisa dai più.

La "bionda" birra
La teoria più largamente diffusa ed accettata dalla comunità scientifica, infatti, afferma che i raccolti agricoli di diecimila anni fa fossero destinati per la preparazione del pane – ma McGovern la pensa diversamente, come ha raccontato a Nautilus: "La birra ha innumerevoli effetti benefici. Un alto contenuto di vitamina B e lisina, per esempio. Ma anche il fatto che è molta più sicura da bere rispetto all’acqua, perché il processo di fermentazione uccide batteri e virus.

Con il suo quattro per cento di contenuto alcolico, era considerata un potente alterante della mente e una sostanza medicinale". Tanto che, secondo lo scienziato, gli antichi produttori di birra erano considerati medici dalle comunità preistoriche.
Racconta McGovern che l’uomo preistorico avrebbe imparato a produrre la birra partendo da una specie di "pappa" a base di orzo. Il lievito naturale, forse fornito dagli insetti, avrebbe fermentato tale pappa, creando una sostanza gelatinosa alcolica, l’antenato della birra moderna. Si tratta, in effetti, di una ricetta più semplice di quella del pane, che richiede, oltre alla mietitura, la macinazione e la cottura. Ma c’è dell’altro.

Secondo McGovern, la produzione e il consumo di birra aveva anche un forte impatto sociale: la bevanda era largamente utilizzata in cerimonie e celebrazioni, più o meno come accade oggi. La teoria dello scienziato statunitense non è del tutto nuova: già negli anni ‘50, Robert Braidwood, esperto di storia antica del Medio Oriente alla University of Chicago, analizzando grano e falci rinvenuti negli insediamenti dei Natufiani – una popolazione vissuta quindicimila anni fa nell’attuale Giordania – era arrivato a una conclusione analoga. Soprattutto perché la tecnologia di mietitura allora disponibile avrebbe portato a “produzioni di cibo troppo scarse rispetto al lavoro richiesto”: per questo motivo, secondo Braidwood, i nostri antenati avrebbero preferito “qualcosa di più gratificante e prezioso del cibo: l’alcool”.

Natron il lago che mummifica i corpi

Nel mito era Medusa che con lo sguardo pietrificava chiunque la guardasse, persino dopo che Perseo le tagliò la testa, il suo potere non si esauriva. In Africa e precisamente in Tanzania, potrebbe capitarvi di vedere un animale che appare petrificato. Non spaventatevi, non c'è Medusa in giro, siete solo vicini al
Lago Natron, una fonte d’acqua salina dal colore rosso scuro. Secondo numerose leggende che popolano quella regione, sembra che il lago abbia il potere di pietrificare gli animali che toccano le sue acque.
Senza dubbio si tratta di una storia assai fantasiosa che però non coincide con la realtà.Sono molti, infatti, gli studiosi che hanno analizzato le proprietà chimiche del Natron senza trovare alcun comportamento atipico. Certo c’è da dire che la percentuale di sale presente nell’acqua è anomala, così come il suo colore rosso, dovuto all’alto tasso di sodio presente, o alle elevate temperature ( anche 60°C). Inoltre il lago contiene un’alto indice di natron (carbonio idratato di sodio), che, oltre a dare il nome alla fonte, rende l’acqua estremamente tossica e nociva per chiunque la assapori. Tuttavia né il sodio, né il natron presenti hanno la capacità o il potere di pietrificare, piuttosto sono in grado di disseccare i corpi; tant’è che erano usati dagli antichi egizi nelle pratiche di mummificazione. Perciò gli animali “pietrificati” che trovate in prossimità delle acque, non sono altro che cadaveri caduti nel lago e mummificati dai suoi agenti chimici. La teoria è stata dimostrata anche grazie ad un documentario, che mostra la presenza di vita nelle acque del lago, scelto dai fenicotteri per nidificare.

16/11/13

Quelle strambe teorie.....

 Oggi cari lettori sono in vena di strambe teorie, deve essere il vento di tramontana che mi scompiglia le idee. Nel corso di secoli e millenni idee e teorie che riguardavano la terra ne sono state formulate, e tante. Ma una in particolar modo ha catturato la mia attenzione, perchè la trovo molto affascinante.
Si tratta della teoria che ipotizza che la terra sia cava.....
 In molti si sono fatti promotori di queste teorie riscuotendo anche un discreto successo. Vediamo chi e cosa sostenevano.
Alcuni si fermano nel dire che il nostro pianeta sia cavo al suo interno, ma altri, addirittura, ipotizzano che sotto la superficie terrestre vi siano altri strati, altre superfici, le quali potrebbero essere abitate!
La teoria fu formulata in termini scientifici nel XVII secolo e venne sfruttata nei romanzi fantastici. Questa teoria viene ribattuta dalla scienza moderna, perciò viene considerata pseudoscienza. L’ipotesi che vi siano superfici abitate sotto la nostra, esiste fin dai tempi più antichi, e su questa ipotesi sono nati diversi luoghi come l’Ade della mitologia greca o l’inferno cristiano.
Nel 1692, Edmund Halley ipotizzò che la Terra fosse formata da un guscio esterno spesso 800 km, e che vi siano altri due gusci interni e un nocciolo interno. Tra un guscio e l’altro vi sarebbe l’atmosfera e le dimensioni di essi sarebbero molto elevate. Un’altra curiosa teoria è quella della metà del 1900 di Sprague de Camp e Willy Ley, secondo i quali al centro della cavità vi sarebbe un enorme sole che illuminerebbe e sosterrebbe una civiltà molto avanzata.
John Cleves Symmes, invece, nel 1818 disse che la Terra è formata da un guscio cavo spesso 1300 km, con due cavità di 200 km di diametro su entrambi i poli geografici, e oltre alla crosta esterna ci sarebbero 4 gusci interni con aperture ai poli. Fu una delle prime teorie a riguardo e secondo lui il foro si troverebbe al Polo Nord. Sostenuto dal Congresso degli Stati Uniti, fu il primo a proporre una spedizione alla ricerca di questo foro. L’ideale di Symmes fu sostenuto da Jeremiah Reynolds, il quale propugnò l’organizzazione di una spedizione che a Symmes non era riuscita.
Anche nel XX secolo diversi sono stati i sostenitori della teoria della Terra cava. William Reed scrisse Phantom of the Poles, nel 1906, nel quale sosteneva la teoria della Terra cava ma senza soli o secondi gusci. Egli diceva che esisteva un grande mare di acqua dolce oltre il Polo Nord e sosteneva che i Poli non fossero mai stati in realtà scoperti, in quanto non esistono. Al loro posto si troverebbe un enorme buco con il passaggio al Continente Interno.
Agli inizi del 1900, Marshall Gardner, sostenne l’esistenza di un sole all’interno della Terra e che in questo strato interno vi sia stata vita. Al ritrovamento dei resti di un mammuth da parte di Robert B.Cook, egli affermò che secondo lui era impossibile che si fossero conservati così a lungo, e che quel mammuth era morto di recente dopo essere fuggito da questo presunto Continente Interno.
Nel secolo scorso, le teorie sono state moltissime ed è stato ipotizzato di tutto: il Perù, il Polo Nord, il Tibet sono stati individuati come i possibili luoghi di accesso al Continente Interno, nel quale si troverebbe la città di Agarttha o addirittura sarebbe sede di alcune basi aliene.
Polo Nord
L’ammiraglio Richard Evelyn Byrd, è stato uno dei più famosi esploratori statunitensi, divenuto celebre e ricordato oggi per una storia davvero sensazionale che egli dichiarò di aver vissuto. Era il 19 febbraio del 1947, quando egli decise di scrivere un diario per raccontare il suo viaggio verso il Polo Sud e la sua esperienza incredibile: si ritrovò all’interno della Terra!
Durante il volo verso il Polo Sud, che inizialmente sembrava procedere nella normalità, ad un certo punto si imbatté in una catena montuosa che non aveva mai visto. Sorvolando questa catena, vide che oltre vi era una grande vallata verde con un piccolo fiume. Come scrisse l’ammiraglio nel suo diario, non vi sarebbe dovuta essere nessuna vallata in quella zona, ma solo ghiacciai e neve. Nel frattempo tutti i strumenti di navigazione sembravano impazziti e non erano inutilizzabili.
Date le diverse stranezze, Byrd decise di sorvolare la zona per poterla esaminare. Notò che non riusciva a vedere il sole ed inoltre notò nella vallata un grande animale: dal binocolo riuscì a vedere quello che era un vero e proprio mammut. Improvvisamente gli strumenti di navigazione ricominciarono a funzionare e tentò di avvertire la base, ma non ci fu nulla da fare in quanto la radio non funzionava.
Ad un certo punto, davanti al suo aereo vide una città! Venne accostato da misteriosi apparecchi a forma di disco e con uno strano simbolo come stemma. Dalla radio una voce in Inglese diede il benvenuto all’ammiraglio e gli venne comunicato che li avrebbero fatti atterrare. Così fu, l’aereo scese a terra come se avesse un ascensore.
Arrivati a terra, degli uomini alti e biondi si avvicinarono chiedendo di aprire il portellone, e l’ammiraglio obbedì. L’ammiraglio e un tecnico vennero prelevati, e con uno strano mezzo di trasporto, vennero portati in un edificio di quella città che avevano avvistato. Quella in cui si era imbattuto era una civiltà diversa dalla nostra.
Byrd fu portato nella stanza di colui che chiamavano il Maestro. Questo Maestro comunicò all’ammiraglio che si trovava nel mondo sotterraneo e che lo aveva convocato in quanto sconcertato dall’esplosione delle bombe su Hiroshima e Nagasaki. Il fatto che gli umani avessero imparato ad usare l’energia atomica, rappresentava un pericolo per la loro civiltà.
Il Maestro comunicò all’ammiraglio che le guerre avrebbero portato periodi neri nel nostro pianeta, e che la sete di potere avrebbe logorato la nostra civiltà. Disse di aver provato più volte a comunicare con le maggiori autorità terrestri ma senza successo. Disse che l’ammiraglio lo incaricò di diffondere la notizia della loro esistenza e di auspicare la pace. Dopo il colloquio vennero ricondotti all’aereo e trasportati di nuovo in superficie.
L’ammiraglio comunicò tutto al Pentagono e venne interrogato per più di sei ore. Dopo tutto ciò, gli venne ordinato di mantenere il silenzio per il bene dell’umanità. Egli mantenne il segreto, ma il suo diario venne ritrovato dopo la sua morte. Non possiamo certo dire che la sua esperienza sia vera, tuttavia resta molto curiosa e comunque misteriosa, anche perché per inventare dal nulla una storia simile serve una fantasia fuori dal comune!
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