Il-Trafiletto
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01/11/14

Le mummie degli Anga

In Papua Nuova Guinea, c'è una tribù, gli Anga che ha praticato un tipo di mummificazione veramente fuori dal comune. E' una pratica che si basa sul fumo. Queste mummie affumicate non venivano poi seppellite come in uso in altre popolazioni, ma posizionate sulle colline circostanti il villaggio, in modo che potessero vegliarlo.

Mummie Anga
immagine presa dal web

Sicuramente a molti di noi una tale vista potrebbe suscitare  del raccapriccio ma secondo gli usi di questa tribù, è una forma di rispetto verso i morti. La mummificazione in generale è un processo lungo e complesso: vengono prima tolti dal corpo i liquidi e il grasso, spesso spalmandoli sui familiari del morto (un modo per trasferire loro l'energia vitale), e talvolta questi venivano recuperati anche come oli per la cottura.

Al termine di queste preliminari operazioni il cadavere veniva ricoperto di argilla e ocra, dando il caratteristico colore rosso.  Una tradizione secolare per gli Anga, ma che di fatto gli è stata vietata dal 1975, con l'indipendenza del paese, e oggi la maggior parte delle tribù seppelisce i morti secondi i rituali cristiani, solo nelle aree più remote la tradizione continua.


21/08/14

Le pratiche di mummificazione egizia si retrodatano di oltre 1500 anni

La civilà egizia non finisce di stupire, perchè le pratiche di mummificazione secondo uno studio durato ben 11 anni, le prime pratiche di mummficazione vanno retrodatate di oltre 1500 anni prima di quanto stimato  fino ad ora.
Le teorie tradizionali sulla antica mummificazione egizia suggeriscono infatti che nella preistoria, Tardo Neolitico e periodi predinastici tra c. 4500 e 3100 a.C., i corpi venivano essiccati naturalmente attraverso l'azione del caldo e della sabbia del deserto asciutto.

Le prove scientifiche dell'uso precoce di resine in mummificazione artificiale si era, fino ad ora, limitata agli eventi isolati durante il tardo Antico Regno (c. 2200 aC). Il loro uso è diventato più frequente durante il Medio Regno (c. 2000-1600 aC). Ma lo studio efettuato da parte del team di York, Macquarie e Oxford ha identificato la presenza di agenti di imbalsamazione complessi in bende di lino tratte da corpi in tombe di uno dei più antichi cimiteri egiziani prima registrati a Mostagedda, nella regione dell'Alto Egitto.

Mummia naturale
immagine presa dal web
 "Per oltre un decennio sono stato incuriosito dai primi e criptici rapporti dei metodi di avvolgere gli organi nelle bende ritrovate nei cimiteri neolitici a Badari e Mostagedda, " ha detto il dottor Jones Jana della Macquarie University, Sydney. "Nel 2002, ho esaminato campioni di tessuti funerari da questi siti che erano stati inviati a vari musei nel Regno Unito attraverso il 1930 dall'Egitto. L'analisi microscopica ha rivelato resine particolari che erano state utilizzate, ma ciò non è stato sufficiente per affermare che erano tracce di processi di imbalsamazione.

Successive analisi biochimiche ci han confermato che le bende erano impregnate da un complesso miscuglio di: resina di pino, un estratto di una pianta della gomma, petrolio, zucchero, e tracce di grasso di origine animale. Questo ci ha dato la prima evidenza scientifica che erano le prime ricette delle pratiche di imbalsamazione che sarebbero state documentate nell'egitto dei faraoni circa 1500 anni dopo...dove queste tecniche raggiunsero l'apice solo dopo 3000 anni da queste prime prove".

08/08/14

I geroglifici egizi | Come abbiamo scoperto il loro siginificato

I pittogrammi degli antichi egizi erano un mistero per gli archeologi, ma nel primo Ottocento un gruppo di audaci linguisti riuscì a decifrarli. 

LONDRA, 1821. Quando mancava ancora un secolo alla scoperta della tomba di Tutankhamon, a Piccadilly si aprivano i battenti di una mostra sull'antica civiltà egizia. Sulla scia della teatrale invasione napoleonica dell'Egitto avvenuta vent'anni prima, l'"egittomania" stava prendendo piede in Gran Bretagna come già aveva fatto a Parigi.

L'Egyptian Hall, sede della mostra, fu decorata con motivi caratteristici: due statue (una di Iside e l'altra di Osiride) e una serie di geroglifici. La mostra esponeva un plastico modellato e dipinto magnificamente, che riproduceva in scala 1 a 6 un'antica tomba egizia rinvenuta quattro anni prima nei dintorni di Tebe (l'odierna Luxor), area poi battezzata Valle dei Re. All'inaugurazione era presente l'autore della scoperta, l'italiano Giovanni Belzoni, ex maciste da circo divenuto eccentrico appassionato di scavi in Egitto, che comparve al cospetto di un'enorme folla avvolto dalle bende come una mummia. Belzoni dovette però ammettere di ignorare l'identità della salma custodita nella tomba, poiché allora nessuno era in grado di interpretare i geroglifici.
Geroglifici egizi
Come abbiamo scoperto il loro significato

L'antica civiltà egizia fu celebrata in epoca classica ad Atene e a Roma come anche nell'Ottocento a Parigi e a Londra. Nell'arco di ben oltre due millenni ha esercitato un influsso notevole sul mondo del sapere, a partire dal 450 a.C. circa, quando lo storico greco Erodoto giunse in Egitto. Nelle sue Storie, Erodoto identificò le piramidi di Giza come luoghi di sepoltura e fornì importanti informazioni sul processo di mummificazione. Le sue opere non furono, tuttavia, di grande aiuto agli studiosi che volevano capire l'antica scrittura egizia, dal momento che in età classica i geroglifici erano caduti in disuso. Nessun autore greco o romano era in grado di interpretare questi antichi pittogrammi. Eccone il motivo: l'antica civiltà descritta nei geroglifici, la cui fondazione risale a prima del 3000 a.C, cadde in rovina nella seconda metà del primo millennio a.C., quando l'Egitto fu conquistato prima dai Persiani e poi dai Macedoni sotto la guida di Alessandro Magno (332 a.C).

Per tre secoli l'Egitto fu governato dalla dinastia tolemaica (di lingua greca), che prese il nome da Tolomeo I, generale di Alessandro, a uno dei cui discendenti si deve la creazione della Stele di Rosetta (196 a.C). Questo periodo ebbe fine con la morte di Cleopatra VII e l'occupazione romana iniziata nel 30 a.C. e cessata nel 395 dopo Cristo. In seguito, l'Egitto fu governato prima dai cristiani copti e poi dai musulmani, fino all'arrivo di Napoleone. Nella sua forma orale la lingua copta discendeva da quella parlata nell'antico Egitto, ma il copto scritto non si presentava sotto forma di geroglifici: adottava un sistema alfabetico, come il greco e il latino. Il copto, grazie al quale si potè risalire alla pronuncia approssimativa di antiche parole egizie, si dimostrò un ausilio impagabile nell'interpretazione dei geroglifici.(science)

24/12/13

Natron il lago che mummifica i corpi

Nel mito era Medusa che con lo sguardo pietrificava chiunque la guardasse, persino dopo che Perseo le tagliò la testa, il suo potere non si esauriva. In Africa e precisamente in Tanzania, potrebbe capitarvi di vedere un animale che appare petrificato. Non spaventatevi, non c'è Medusa in giro, siete solo vicini al
Lago Natron, una fonte d’acqua salina dal colore rosso scuro. Secondo numerose leggende che popolano quella regione, sembra che il lago abbia il potere di pietrificare gli animali che toccano le sue acque.
Senza dubbio si tratta di una storia assai fantasiosa che però non coincide con la realtà.Sono molti, infatti, gli studiosi che hanno analizzato le proprietà chimiche del Natron senza trovare alcun comportamento atipico. Certo c’è da dire che la percentuale di sale presente nell’acqua è anomala, così come il suo colore rosso, dovuto all’alto tasso di sodio presente, o alle elevate temperature ( anche 60°C). Inoltre il lago contiene un’alto indice di natron (carbonio idratato di sodio), che, oltre a dare il nome alla fonte, rende l’acqua estremamente tossica e nociva per chiunque la assapori. Tuttavia né il sodio, né il natron presenti hanno la capacità o il potere di pietrificare, piuttosto sono in grado di disseccare i corpi; tant’è che erano usati dagli antichi egizi nelle pratiche di mummificazione. Perciò gli animali “pietrificati” che trovate in prossimità delle acque, non sono altro che cadaveri caduti nel lago e mummificati dai suoi agenti chimici. La teoria è stata dimostrata anche grazie ad un documentario, che mostra la presenza di vita nelle acque del lago, scelto dai fenicotteri per nidificare.
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