Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta Colombo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Colombo. Mostra tutti i post

18/03/14

Il mio nome è Plum, Stephanie Plum

Alzi la mano chi conosce Janet Evanovich? Nessuno?! Che peccato, perché non sapete davvero quello che vi perdete. Oltre oceano, dove questa scrittrice scrivere, è famosissima. Ogni suo nuovo libro si ritrova catapultato subito nella classifica dei più venduti. Il suo successo deriva dalla serie di libri che hanno come protagonista la cacciatrice di tagli più sexy e sfortunata che si possa incontrare: Stephanie Plum.
One for the money
(il film)

Se in America sono già arrivati al ventesimo libro della serie che crea dipendenza in ogni lettore che se ne avvicina, in Italia siamo solo all'ottavo libro e i fan più sfegatati indicono petizioni per costringere l'editoria nostrana a sbrigarsi con la traduzione, dovendo accontentarsi, se va bene, di un romanzo all'anno.





Ma non corriamo troppo, iniziamo dal principio, dove la serie di libri della Evanovich ha inizio e dove conosciamo per la prima volta Stephanie Plum, con il libro One for the money tradotto in italiano con il titolo Bastardo numero uno e Tutto per denaro: a noi italiani piace confondere le idee evidentemente.
One for the money

In questo primo capitolo di questa lunga saga Stephanie Plum è appena stata licenziata. Dato che nel luogo dov'è nata, conosciuto come il Borgo, sono quasi tutti imparentati tra loro, decide di chiedere aiuto al cugino Vinnie, proprietario di un'agenzia di cauzioni il cui lavoro consiste nel prestare denaro a chi deve uscire di prigione fino alla data del processo. Se i debitori non si presentano in tribunale spedisce sulle loro tracce degli agenti incaricati di catturarli e riportarli alla polizia. Stephanie non ne sa niente di un simile lavoro, ma quando hai bisogno di soldi non vai troppo per il sottile, così si butta a capofitto nella ricerca di un debitori che si è dato alla macchia: Joe Morelli, con il quale la nostra cara Stephanie ha avuto una torrida avventura, come la maggior parte delle donne del Borgo. Catturarlo diventa una questione di vendetta, ma soprattutto di soldi, perché la ricompensa per il recupero è una bella sommetta che l'aiuterebbe a rimettere in sesto le sue disastrate finanze.

Un poliziesco con una sfumatura rosa e con tanta, ma tanta comicità. Stephanie Plum è capace di risollevare anche la giornata più storta. Le sue peripezie, i suoi problemi finanziari e con gli uomini sono talmente reali che qualunque donna può rincuorarsi e sentirsi allo stesso tempo affine ad un personaggio di cellulosa che non fu mai così reale.
Janet Evanovich

La Evanovich scrive le vicende di questa goffa ma tenace protagonista in prima persona, lasciando che sia lei a parlare, sfogarsi e presentarci i variopinti e pittoreschi personaggi che l'accompagnano nel suo nuovo e pericoloso lavoro.

Non aspettatevi la profondità o la crudeltà dei grandi scrittori polizieschi e thriller, dimenticate trame intricate e difficili, scordatevi profiler e tecnici della scientifica, qui stiamo parlando di un incrocio Colombo e la Signora in Giallo che risolve i casi più per caso che vero talento, ma che è in grado di farci ridere di cuore anche nei momenti di più alta tensione.


Un inizio spumeggiante e, pensate un po', anche più serioso dei successivi volumi, la Evanovich ammalia e incanta con la sua semplicità, la sua freschezza e i suoi personaggi così meravigliosamente reali da non potersene separare neppure dopo aver terminato di leggere.

04/01/14

Piri Reis, l'Antartico senza ghiacci

Quante volte all'inteno della mia adorata cameretta  sognavo di essere su una nave di pirati, esploratori e conquistatori di mari, i più bravi a seguire le mappe dei tesori, e a trovare nuove terre e nuove rotte. Della mappa di Piri Reis però, mi parlò un mio compagno di università, appassionato di misteri e di storia, e che sapendo di trovare terreno fertile, mi raccontò la storia di questa mappa. Ovviamente rimasi a bocca aperta.
Si tratta di di una carta realizzata dall’omonimo ammiraglio della Flotta ottomana, appunto Piri Reis. Venne disegnata nel 1513, ma fu scoperta soltanto nel 1929 durante i lavori di ristrutturazione del Palazzo Imperiale di Istanbul. Realizzata su pelle di gazzella, in essa sono rappresentate la costa Occidentale dell’Africa, dell’Europa, la costa Orientale dell’America meridionale, la costa Orientale dell’America settentrionale e l’Antartico.
Mappa di Piri Reis

Fin qui non sembrerebbe esserci nulla di strano, se non fosse che l’Antartico è stato scoperto ufficialmente nel 1818. Ma ciò che maggiormente incuriosisce è che quest’ultimo è rappresentato in un’era subgaciale, privo di ghiaccio, così come sarebbe stato fra il 15000 e il 4000 a.C. La rappresentazione dell’Antartico privo di ghiacci rappresenta un gran mistero, in quanto esso venne scoperto solo nel 1949. Fu in quell’anno che, mediante il metodo sismico a riflessione, esso venne tracciato, perciò si può presumere che qualcuno debba aver realizzato una mappa dell’Antartico prima della formazione dei ghiacci. Ma come è possibile che qualcuno sia stato in grado di tracciare una mappa del genere in un’epoca così antica? E soprattutto, dove sono finite queste mappe? Infatti, come affermò lo stesso ammiraglio, Piri Reis non realizzò la mappa di proprio pugno, ma ebbe modo di ricopiarla da fonti più remote. Egli infatti aveva una grande fama come ammiraglio e ciò gli rese possibile avere l’accesso privilegiato alla Biblioteca di Costantinopoli. La mappa è rappresentata in modo molto preciso, con uno scarto inferiore ad un grado. Ai tempi il problema maggiore nel disegnare una mappa era la longitudine. Quello che occorreva era poter calcolare il tempo trascorso fra il punto di partenza e il punto d’arrivo e solo dopo il 1730, l’inglese John Harrison, riuscì a creare un cronometro abbastanza preciso il quale permise il corretto calcolo della longitudine. Tutto ciò fa pensare che chiunque abbia realizzato quella mappa deve aver avuto delle conoscenze che si credevano impensabili per l’epoca. L’ammiraglio Reis, molto famoso all’epoca e molto importante per l’impero ottomano, decise di mettere per iscritto le conoscenze acquisite nella sua lunga carriera di navigatore. Realizzò il Kitabi Bahriy, dal quale si possono estrapolare interessanti informazioni nautiche e anche una interessante notizia: da esse risulta che Colombo non scoprì l’America, ma la riscoprì. In base a quanto scritto, un marinaio di Colombo fu catturato da Kemal Reis, zio di Piri, che fornì supporto alla stesura della mappa. Questo marinaio donò a Reis una carta usata da Colombo dove erano rappresentate le coste del Nuovo Mondo, e ciò sarebbe anche confermato da un lettera che Cristoforo Colombo inviò a suo fratello Bartolomeo. Quella di Piri Reis non è l’unica mappa antica che rappresenta l’Antartico privo di ghiacci prima che questo venisse scoperto. Un’altra mappa avente lo stesso mistero è quella di Oronzo Fineo, realizzata nel 1531. Un altro esempio è quella di Gerardo Mercatore, che nel 1560 rappresentò nella sua mappa le terre dell’Antartico prive di ghiacci. Il dubbio, perciò, è esclusivamente uno: chi è che in quell’epoca così lontana era già capace di una simile tecnologia? Le ipotesi sono moltissime ma nessuna riesce a spiegare il fatto. Inoltre, resta anche il dubbio sulla fine di queste mappe da cui Reis e gli altri ammiragli presero spunto per realizzare le loro!

29/10/13

Perchè si dice "l'uovo di Colombo"?

Cari lettori, vi siete mai chiesti il perchè di certe frasi di uso comune? Come mai si usano con un determitato intento? Quale la loro orgine? Io me lo sono chiesto spesso e sempre continuo a chiedermelo, qiuindi tanto vale fare ricerche, capire e spiegare.
La domanda è: perchè si dice l'uovo di Colombo?
L'uovo di Colombo
"Si dice di una cosa facile, alla quale però nessuno pensa"
Cristoforo Colombo, trovandosi un giorno a pranzo con alcuni gentiluomini spagnoli, si sentì dire che dopotutto la scoperta di nuove terre al di là dell'Atlantico non era una grande impresa, e che chiunque avrebbe potuto compierla. Colombo allora prese un uovo e invitò i commensali a farlo star ritto sulla punta. Ovviamente non ci riuscì nessuno, tutti dissero che era impossibile. Ma il navigatore schiacciò un pochino il guscio e l'uovo stette in piedi, dando in questo modo la sua fiera risposta.
Da qui il famoso detto.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.