Il-Trafiletto
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04/01/14

Piri Reis, l'Antartico senza ghiacci

Quante volte all'inteno della mia adorata cameretta  sognavo di essere su una nave di pirati, esploratori e conquistatori di mari, i più bravi a seguire le mappe dei tesori, e a trovare nuove terre e nuove rotte. Della mappa di Piri Reis però, mi parlò un mio compagno di università, appassionato di misteri e di storia, e che sapendo di trovare terreno fertile, mi raccontò la storia di questa mappa. Ovviamente rimasi a bocca aperta.
Si tratta di di una carta realizzata dall’omonimo ammiraglio della Flotta ottomana, appunto Piri Reis. Venne disegnata nel 1513, ma fu scoperta soltanto nel 1929 durante i lavori di ristrutturazione del Palazzo Imperiale di Istanbul. Realizzata su pelle di gazzella, in essa sono rappresentate la costa Occidentale dell’Africa, dell’Europa, la costa Orientale dell’America meridionale, la costa Orientale dell’America settentrionale e l’Antartico.
Mappa di Piri Reis

Fin qui non sembrerebbe esserci nulla di strano, se non fosse che l’Antartico è stato scoperto ufficialmente nel 1818. Ma ciò che maggiormente incuriosisce è che quest’ultimo è rappresentato in un’era subgaciale, privo di ghiaccio, così come sarebbe stato fra il 15000 e il 4000 a.C. La rappresentazione dell’Antartico privo di ghiacci rappresenta un gran mistero, in quanto esso venne scoperto solo nel 1949. Fu in quell’anno che, mediante il metodo sismico a riflessione, esso venne tracciato, perciò si può presumere che qualcuno debba aver realizzato una mappa dell’Antartico prima della formazione dei ghiacci. Ma come è possibile che qualcuno sia stato in grado di tracciare una mappa del genere in un’epoca così antica? E soprattutto, dove sono finite queste mappe? Infatti, come affermò lo stesso ammiraglio, Piri Reis non realizzò la mappa di proprio pugno, ma ebbe modo di ricopiarla da fonti più remote. Egli infatti aveva una grande fama come ammiraglio e ciò gli rese possibile avere l’accesso privilegiato alla Biblioteca di Costantinopoli. La mappa è rappresentata in modo molto preciso, con uno scarto inferiore ad un grado. Ai tempi il problema maggiore nel disegnare una mappa era la longitudine. Quello che occorreva era poter calcolare il tempo trascorso fra il punto di partenza e il punto d’arrivo e solo dopo il 1730, l’inglese John Harrison, riuscì a creare un cronometro abbastanza preciso il quale permise il corretto calcolo della longitudine. Tutto ciò fa pensare che chiunque abbia realizzato quella mappa deve aver avuto delle conoscenze che si credevano impensabili per l’epoca. L’ammiraglio Reis, molto famoso all’epoca e molto importante per l’impero ottomano, decise di mettere per iscritto le conoscenze acquisite nella sua lunga carriera di navigatore. Realizzò il Kitabi Bahriy, dal quale si possono estrapolare interessanti informazioni nautiche e anche una interessante notizia: da esse risulta che Colombo non scoprì l’America, ma la riscoprì. In base a quanto scritto, un marinaio di Colombo fu catturato da Kemal Reis, zio di Piri, che fornì supporto alla stesura della mappa. Questo marinaio donò a Reis una carta usata da Colombo dove erano rappresentate le coste del Nuovo Mondo, e ciò sarebbe anche confermato da un lettera che Cristoforo Colombo inviò a suo fratello Bartolomeo. Quella di Piri Reis non è l’unica mappa antica che rappresenta l’Antartico privo di ghiacci prima che questo venisse scoperto. Un’altra mappa avente lo stesso mistero è quella di Oronzo Fineo, realizzata nel 1531. Un altro esempio è quella di Gerardo Mercatore, che nel 1560 rappresentò nella sua mappa le terre dell’Antartico prive di ghiacci. Il dubbio, perciò, è esclusivamente uno: chi è che in quell’epoca così lontana era già capace di una simile tecnologia? Le ipotesi sono moltissime ma nessuna riesce a spiegare il fatto. Inoltre, resta anche il dubbio sulla fine di queste mappe da cui Reis e gli altri ammiragli presero spunto per realizzare le loro!
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