Il-Trafiletto
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02/09/14

Necropoli: Cosa si nasconde dietro a siffatta cosa

Necropoli: Il titolo potrebbe chiudere di per sè, per molti la pagina ma in un attimo di riflessione potrebbe essere interessante scoprire ciò che si nasconde dietro a siffatta cosa.

Allora, forse non sono molti coloro che si sono soffermati a riflettere sulla marea di problemi che creano a parte i profanatori di tombe e gli archeologi che s'infatuano della prima mummia che trovano o su ossa di particolari fattezze.  Nella civiltà odierna sono chiamate camposanti e vista la pletora di delinquenti che li ospitano penso che Necropoli sia nome più appropriato ma veniamo ai problemi che creano.  In primis è una faccenda ecologica a cominciare dagli alberi che vengono tagliati all'uopo e chi mi obietta che oggi le bare sono fatte di truciolato compresso o in altri materiali non fa che aggiungere disastro a disastro.

Viene appresso l'area che occupano, strabordante, è sufficiente sollevarsi sopra una città di medie dimensioni per valutarne l'impatto ambientale segue l'impiego di materiali più o meno preziosi per i tumuli e qui la vanità si spreca, a volte vere opere d'arte intendiamoci ma a che prò. Gli abitanti di questi spazi non ci sono più e hai voglia di averli mandati a scuola, il monumento lo hanno voluto a tutti i costi e se poi c'era il denaro per stare insieme ai congiunti che sarebbero seguiti meglio ancora, si sarebbero fatte tavolate di lasagne virtuali.  
La "Memoria" non si accompagna a tumuli o tempi funerari, nasce da ben altro. Oggi però vi è una alternativa, la cremazione, che sarebbe la panacea se non fosse del motivo che i "Comuni" per lucrare tasse improprie difficilmente consente di portarsi seco l'urna funeraria e ancora più complicato spargere le ceneri in multiformi modi, le quali tornerebbero come buon senso biblico, alla Terra!
 
Necropoli
I soliti perbenisti che davanti piangono "le care spoglie" e dietro si stracciano le vesti per l'impegno che le sopracitate li obbligano, affermano che senza questi appezzamenti di terreno un mare di gente perderebbe il lavoro, non certo i becchini, quelli sono una istituzione più che biblica, qualcuno ci deve pur essere per trattare le amate spoglie a meno di fare come certe benemerite civiltà che molti affermavano incivili. Esse consegnavano al cielo i defunti lasciando che la Natura seguisse il suo corso, di norma molto celere, altre, ancora più sbrigative le bruciavano inneggiando alle anime che si dipartivano dalle fiamme chiudendo così il ciclo Naturale. e qui il massimo del rispetto; si radunavano amici e conoscenti consumando pantagrueliche portate di cibi e mescite di vino (non adulterato) alla sua "salute".

Ora, non volendo elencare tutta una serie di altri inghippi proporrei di seguire l'esempio delle "incivili", con annesso banchetto s'intende, risparmieremmo il taglio di migliaia di alberi che sono il polmone dell'umanità.    Non caveremo lastre di marmo deturpando aree altamente ecologiche, non impiegheremo materiali più o preziosi la cui produzione danneggia fortemente l'ambiente e i fiori, dulcis in fundo li metteremmo in casa in un bel vaso di cristallo vicino alla finestra, in modo che i vicini distorcano gli angoli delle labbra oppure per antagonismo a sua volta ne comprerà altri in modo tale che la città parrà un giardino!
 
 

01/09/14

L’incredibile verità sul tempo | Di Robert Matthews.

Alcune teorie scientifiche sostengono che non esiste, ma una nuova ipotesi afferma che sia stato lui a creare l’Universo. E anche noi… 


Il tempo governa la nostra vita e tutti vorremmo averne di più. Oggi gli scienziati lo sanno misurare con precisione sbalorditiva. All'inizio di quest'anno, infatti, un gruppo di ricercatori statunitensi ha presentato un orologio atomico che non sgarrerebbe di oltre un secondo nel corso dei 14 miliardi di anni trascorsi dal Big Bang. Ma che cos'è esattamente il tempo?
L’incredibile verità sul tempo

Comprendere la natura del tempo è in assoluto il problema più importante con cui si confronta la scienza. Nonostante ci sia più che familiare, la sua ineffabilità ha messo in difficoltà i più grandi pensatori. Più di 1600 anni fa il filosofo Agostino di Ippona ammise la sconfitta esprimendosi in un modo in cui ci riconosciamo tuttora: "Quando nessuno me lo chiede, lo so; ma se qualcuno me lo chiede e voglio spiegarglielo, non lo so". Eppure, secondo il fisico teorico Lee Smolin, è arrivato il momento di risolvere questo antico enigma: "Comprendere la natura del tempo è in assoluto il problema più importante con cui si confronta la scienza".

Come cofondatore del Perimeter Institute for Theoretical Physics nell'Ontario, in Canada, specializzato nell'affrontare problemi riguardanti i fondamenti della fisica, Smolin ha trascorso più di chiunque altro a studiare questioni profonde. E quindi come mai ritiene che la natura del tempo sia così importante? "Perché", spiega Smolin, "è al centro dei tentativi atti alla comprensione della realtà in sé". A molti potrebbe sembrare una grande esagerazione: visto che la realtà in tutte le sue forme, dal Big Bang all'arrosto della domenica, dipende dal tempo, non è ovvio che esso vada preso sul serio? E gli scienziati non ne hanno svelato i misteri già da secoli?(science)


12/08/14

La forma degli animali di Adolf Portmann

La forma degli animali
di Adolf Portmann

La forma degli animali Adolf Portmann Raffaello Cortina Editore, 24,00 euro C250pp, 2013) 

Quando Adolf Portmann (1897-1982), zoologo, biologo, filosofo e antropologo svizzero, pubblicò per la prima volta "La forma degli animali" era il 1948.

Il libro, frutto maturo di una vita di ricerche, ebbe poi bisogno di un'ulteriore rivisitazione che prese forma con la seconda edizione nel 1960, la stessa che oggi propone Raffaello Cortina Editore con la supervisione di Pietro Conte. Qui, lo zoologo di Basilea si interroga fondamentalmente su queste questioni: qual è il significato della forma degli animali? Che senso hanno le striature delle zebre, la criniera del leone, gli ocelli della coda del pavone e le mirabili geometrie delle conchiglie dei molluschi? E come mai parliamo dello "spettacolo" della natura, come se ci trovassimo di fronte a un'inarrivabile opera d'arte? Influenzato da Goethe - "Ogni forma vivente vuole anche mettersi in mostra" - Portmann è convinto che dalla morfologia, dalla forma così come appare a prima vista alla nostra visione, si possano dedurne le complessive caratteristiche interne ed esterne degli animali. "L'aspetto visibile stesso va inteso soprattutto e nel senso più ampio come autopresentazione dell'individuo", scrive.

In un'epoca che vede farsi sempre più intenso il dialogo tra estetica e biologia, l'opera di Portmann conserva tutto il suo originario interesse.(science)


06/08/14

La felicità ed il suo prezzo | Rendi i tuoi acquisti speciali

"La gioia che si prova donando potrebbe essere un aspetto della natura umana". Di recente, sono apparsi in varie città della Spagna dei curiosi bancomat, che erogano pacchetti da 100 euro, prelevabili senza bisogno di carte né di PIN. 

Gli utenti non devono far altro che cliccare su "sì" quando viene loro chiesto se intendono spendere quei soldi a beneficio di altri. Chi si è imbattuto nei misteriosi distributori, ideati da Coca Cola, ha speso l'insperato bottino in una varietà di modi diversi.

Alcune delle buone azioni fatte sono state filmate: un ragazzo ha lasciato un fiammante triciclo rosso sulla porta di casa di un bambino, un altro ha consegnato biglietti per il teatro a una coppia di anziani incontrati al parco. Piccole manifestazioni di generosità, nell'ambito di una nuova campagna di marketing della famosa bevanda il cui slogan è "share happiness", condividi la felicità. Le macchine "dispensatrici di denaro" allestite da Coca Cola ricordano un esperimento che abbiamo condotto diversi anni fa. Come un bancomat personificato, la nostra dottoranda Lara Aknin doveva fermare i passanti a Vancouver, in Canada, e offrire loro 5 o 20 dollari, da spendere entro la giornata metà dei beneficiari è stato chiesto di spendere la somma a vantaggio di altri all'altra metà per se stessi.
"La gioia che si prova donando
potrebbe essere un aspetto
della natura umana"

Quella sere abbiamo contattato tutti i partecipanti per sapere come era andata: ebbene, quelli che avevano speso il denaro per altre persone hanno riferito di sentirsi significativamente più felici di chi aveva comprato qualcosa per sé. Certo, non capita spesso di incontra un bancomat o una studentessa che elargiscono denaro. Ma la ricerca dice che, anche quando si tratta di denaro faticosamente guadagnato, spendere per gli altri rende felici. La sensazione benessere che deriva dall'atto di donare viene percepita perfino nei Paesi più poveri, dove molti hanno difficoltà a soddisfare anche i propri bisogni primari. Esaminando dati provenienti dal sonda mondiale WIN-Gallup International, abbiamo scoperto che, globalmente, gli individui che hanno versato somme per scopi benefici risultano più felici sia nei paesi più ricchi che in quelli emergenti.

La gioia che si prova donando, dunque, potrebbe essere un tratto fondamentale della natura umana.(science)

06/07/14

Tempo di traslochi: le api lasciano la campagna e si trasferiscono in città.

I cambiamenti, in genere, vengono effettuati per migliorare uno stato di cose, in ogni settore che sia. Spesso e volentieri però questi cambiamenti vanno a creare problemi in altri ambiti. E' il caso dell'agricoltura, da quando è stata abbandonata quella biologica, cioè quel metodo di coltivazione e di allevamento che permette solo e soltanto l'impiego di sostanze naturali, escludendo pertanto l'utilizzo di sostanze di sintesi chimica del tipo di concimi, diserbanti, insetticidi, per passare all'agricoltura intensiva, cioè il metodo che tende ad elevare il livello di produttività attraverso l'utilizzo,di macchinari, pesticidi, fertilizzanti chimici e, ultimamente,varietà colturali geneticamente modificate (OGM), è venuto a crearsi un serio problema all'apicoltura. Da tempo si sta osservando una fuga di questo insetto dalle campagne e sempre più spesso si notano sciami nelle città, nidi sui tetti dei palazzi o nei giardini domestici. La causa di questa "migrazione cittadina", come spiega all'Adnkronos Francesco Panella, presidente dell'Unaapi, l'Unione nazionale associazioni apicultori italiani:" ormai stanno meglio in città che in campagna",è da ricercarsi proprio nell'agricoltura intensiva, che con l'uso di prodotti chimici, è tra le cause principali della moria delle api nel loro habitat naturale. Negli Stati Uniti la situazione è allarmante, dal momento che da circa un decennio ogni anno muoiono il 30 per cento delle api, e si è arrivati al punto di trasportarle da uno stato all'altro per l'impollinazione di varie colture. In Italia la situazione è meno grave, "grazie alla sospensione di alcuni insetticidi sistemici nella concia delle sementi del mais"- spiega ancora Panella - " Per salvare le api, dunque, è necessario cambiare modo di fare agricoltura, trattiamo il processo produttivo agricolo come se si trattasse di fare automobili o frigoriferi, senza tenere presente che invece abbiamo a che fare con la natura e la sua complessità". Purtroppo quest'anno è una stagione pessima per la produttività a causa delle fioriture primaverili in ritardo. In Italia ci sono circa 50mila apicoltori e una produzione media di 200mila quintali di miele ogni anno. Un settore dove si registra una crescita dell’occupazione, soprattutto giovanile, dal momento che la domanda di prodotti apistici cresce più dell’offerta. (immagine presa dal web)

04/03/14

L’Alzheimer si combatte anche a tavola. Con i Broccoli.

Dalla natuta un aiuto per la prevenzione di stress e Alzheimer. I broccoli. Lo sostiene uno studio presentato dal professor Paolo Costantino, docente di biologia molecolare presso l’Università La Sapienza di Roma, durante le giornate inaugurali del SapiExpo, manifestazione legata al prossimo Expo2015. Sostanza chiave delle proprietà benefiche dei broccoli sono gli antiossidanti, presenti in grande quantità soprattutto nei germogli. Essi garantirebbero un’azione preventiva contro la degenerazione cognitiva legata all’Alzheimer e lo stress ossidativo: “I comuni broccoli e in particolare i suoi germogli, sono ricchi di antiossidanti e abbiamo osservato effetti sorprendenti sulla salute umana. I risultati sono stati spesso straordinari, abbiamo verificato infatti un importante effetto protettivo sullo stress ossidativo e proprietà contro l’Alzheimer.” Afferma il Prof. Costantino. La scoperta è stata realizzata somministrando estratti di germogli di broccoli, in varie fasi della loro crescita, in campioni cellulari e in modelli animali capaci di simulare malattie umane. "I risultati. - ha spiegato il ricercatore - sono stati spesso straordinari, abbiamo verificato infatti un importante effetto protettivo sullo stress ossidativo e proprietà contro l'Alzheimer". Il principio attivo responsabile degli effetti benefici del broccolo, come ha spiegato Costantino, non è ancora stato individuato con certezza. Lo studio, ancora in corso e coordinato da ricercatori della Sapienza, e stato finanziato dalla Regione Lazio e coinvolge gruppi di ricerca molto diversi tra loro. Non è tuttavia il primo studio a indicare nei broccoli un potente alleato per la salute umana. Questo esemplare di verdura crucifera è stato associato anche a un’azione protettiva nei confronti dell’artrite, come dimostrano i risultati ottenuti dai ricercatori dell’Università dell’East Anglia, nel Regno Unito. Sono inoltre ricchi di vitamine C e K, oltre a vantare importanti proprietà protettive contro le patologie tumorali che colpiscono l’intestino.

26/02/14

Il manoscritto di Voynich | Il mistero mantento per secoli inizia a svelarsi!

Il manoscritto di Voynich! Il mistero mantento per secoli inizia a svelarsi! Rimasto indecifrabile per secoli, il criptico manoscritto Voynich, il codice medioevale acquistato agli albori del XX secolo dal mercante di libri Wilfrid Voynich da un collegio gesuita italiano, inizia a perdere l'alone di mistero che laveva conservato per cosi tanto tempo!

Il misterioso manoscritto pare dunque iniziare a perdere parte del velo di mistero, adesso che Stephen Bax della University of Bedfordshire è riuscito nell'impresa di mettere insieme un minimo di alfabeto Voynich, combinando alcuni dei simboli contenuti nel libro a dei suoni.
Sembrerebbe che le origini del linguaggio usato per il codice, abbiano origini dell'Asia occidentale e non dal Messico, come era stato ipotizzato di recente. Gran parte del codice resta ancora oggi indecifrabile, dal momento che i simboli usati non sono riconducibili a nessun linguaggio noto, ma le analisi di Bax potrebbero essere la chiave di volta per portare alla luce quel che nasconde il manoscritto, pregno di rappresentazioni botaniche, astronomiche e figure umane.

Per interpretarne il contenuto Bax ha analizzato alcune parole potenzialmente rappresentanti dei disegni, per via della loro collocazione e le ha quindi confrontate con i nomi corrispondenti allo stesso disegno, ma in altre lingue.
“Il manoscritto ha un sacco di illustrazioni di stelle e piante”, ha dichiarato Bax, “Sono stato in grado di identificare alcuni di questi, con i loro nomi, cercando in manoscritti medievali a base di erbe in arabo e in altre lingue e poi ho cominciato a decodificarli, con alcuni risultati entusiasmanti”.
Manoscritto di Voynich

Così, per esempio, racconta il New Scientist, una parola vicino a una possibile rappresentazione di una pianta di ginepro è stata accostata alla parolaoror” scritta nell’alfabeto romano e quindi alla pronuncia ”a’ra’r” del nome arabo usato per il ginepro. Alcuni simboli usati in questa parola sono quindi stati trovati anche in una rappresentazione di stelle nel libro, forse quella delle Pleiadi, nella costellazione del Toro, identificando un potenziale termine corrispondente alla parola Taurus.

Procedendo in tal modo Bax ha decodificato 14 simboli in tutto, riuscendo a leggere pochissime parole (come quelle per ginepro e Taurus, ma anche elleboro e coriandolo). Ancora pochi, ma lo scienziato confida di coinvolgere altri linguisti a lavorare sul suo metodo per mettere insieme un alfabeto Voynich completo. Per adesso, conclude il ricercatore, le similitudini con il latino, il greco e l’arabo portano a credere che il manoscritto sia un trattato sulla natura originario delle regioni caucasiche dell’Asia occidentale.

08/02/14

Bentrovato diegogattaite | Nel Sud Africa scoperto un nuovo silicato idrato blu-turchese!

Bentrovato diegogattaite! Nel Sud Africa scoperto un nuovo silicato idrato blu-turchese! Un nuovo minerale, un silicato idrato blu-turchese è stato rinvenuto in Sud Africa e si chiamerà con un nome italiano.

Il nuovo silicato idrato blu-turchese per volere unanime dei suoi scopritori, ovvero sia un gruppo anglo-americano di scienziati supervisionato da Michael S. Rumsey, responsabile del prestigioso Museo di Storia Naturale di Londra, si chiamerà diegottaite, in segno di riconoscenza a Giacomo Diego Gatta, professore associato del dipartimento di Scienze della Terra "Ardito Desio" dell'Università degli Studi di Milano e studioso delle proprietà strutturali di zeoliti e altri silicati con "strutture a gabbia sub-nano-porose”, materiali che rivestono oggi un ruolo di primo piano nello sviluppo di tecnologie avanzate.

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Diegogattatite
La diegogattaite, è stata intercettata in campioni provenienti dalla miniera di Wessel nel Kalahari (Sud Africa), possiede una struttura cristallina caratterizzata da piani sovrapposti di ioni silicio e ossigeno interconnessi in maniera tale da formare eleganti e complesse gabbie tridimensionali.

Mai osservata prima in natura, la struttura della diegogattaite ricorda da vicino quella di alcuni silicati sintetici nanoporosi, che mostrano promettenti applicazioni come setacci molecolari, scambiatori di ioni e catalizzatori.
Il nuovo minerale si pone, quindi, come un anello di congiunzione tra alcune classi di silicati naturali, in particolare la wesselsite, e i materiali di sintesi, e il suo studio potrebbe aprire la strada alla produzione di silicati nanoporosi di nuova concezione.

05/02/14

Grecia | Terremoto a Cefalonia. Isola pesantemente danneggiata.

L’isola di Cefalonia nell’ultima settimana ha cambiato completamente aspetto, improvvisamente, a causa della forza violenta della natura. Un sisma di magnitudo tra i 5,9 e i 6,1 ha colpito l'isola greca, nel mar Jonio, nella Grecia occidentale. L'epicentro del terremoto, che è avvenuto alle 4.08 ora italiana (5.08 locali) si trova a 12 chilometri dalla città di Lixourion, già colpita da una simile scossa (di magnitudo 5,9) lo scorso 26 gennaio. Da allora molti abitanti dormivano ancora fuori dalle proprie case per paura. Le due scosse, avvertite anche in Sicilia, insieme all’incredibile sequenza sismica attivatasi sulla linea di scontro fra la placca africana e la placca euroasiatica, hanno letteralmente sconvolto l’isola greca. Le autorità locali riferiscono che una decina di persone sono rimaste lievemente ferite, soprattutto perché colpite da oggetti caduti. I residenti si sono riversati per le strade nel panico e i testimoni sul posto riferiscono di strade danneggiate, blackout di corrente e interruzioni dell'erogazione dell'acqua in alcune aree. Anche il porto di Lixouri, la seconda città più grande dell'isola, è stato pesantemente danneggiato. Lixouri è la città più vicina all'epicentro. Il sisma dello scorso 26 gennaio aveva invece danneggiato numerose strade e imbarcazioni. L'isola era stata messa in stato d'allerta e la settimana scorsa erano state registrate numerose repliche. Tornando a ritroso nel tempo un terremoto violento di magnitudo 7,2 nel 1953 aveva provocato a Cefalonia la morte di circa 450 persone e distrutto gran parte dell'isola. Secondo Maria Sahpazi, capo dell'Istituto di geodinamica, quella di oggi sarebbe stata una scossa di assestamento del sisma del 26 gennaio. "Aspettiamo altre scosse di assestamento, che saranno di questa stessa entità o più lievi", ha detto. Il terremoto di oggi è stato avvertito fino ad Atene, che si trova circa 300 chilometri a ovest di Cefalonia, ma anche e nettamente sulla costa ionica della Sicilia: segnalazioni sono giunte da Messina, Taormina, Catania e Siracusa.

26/11/13

Perchè si dice: "comprare la gatta nel sacco"?

Questo adagio somiglia molto al detto comprare a scatola chiusa, cioè senza verificare il contenuto.
Ma il succitato forse perchè più raro, mi piace di più e come ben sapete mi piace indagare l'origine della locuzione, perchè, bello è citarla, ma meglio avere in tasca anche la spiegazione, non si sa mai.
Comprare la gatta nel sacco

Comprare la gatta nel sacco, comprare qualcosa senza prima averne verificato la natura, in genere lasciandosi ingannare. Si tratta di una locuzione che deve trarre la propria origine da qualche antico episodio, senza dubbio menzionato nei classici, di cui però ci sfugge l'autore. Un'espressione analoga infatti, la troviamo nelle diverse lingue europee: Die Katze im Sacke kaufen, Acheter chat en poche, Comprar gato en saco. Una spiegazione plausibile la fornisce P.M. Quitard, nel suo dizionario dei proverbi. Pare che un cacciatore, dopo una giornata sfortunata, non volendosi presentare ai suoi amici senza la selvaggina, si decidesse ad acquiatare una lepre da un contadino. Questi gliela forsì in un sacco. Per la fretta, il cacciatore non esaminò la merce, ma quando tornato a casa, dopo aver vantato la sua abilità nell'arte venatoria, aprì il sacco per mostrare a tutti il frutto delle prodezze, fece una colossale magra: nel sacco, invece della lepre, c'era un gatto.

22/10/13

Il giardino segreto "riciclato"| India

Un giardino costruito di nascosto da una persona sola, in mezzo alla foresta, con la paura di essere scoperto per essersi appropriato illegalmente di un pezzo di terreno. Nek Chand perse tutto ciò che possedeva quando il Punjab venne diviso tra India e Pakistan. Negli anni cinquanta si trasferì a Chandigarh una città che doveva diventare simbolo dell'indipendenza e dell'emancipazione dell'India e città del futuro. La progettazione venne affidata a un architetto di fama internazionale Le Corbusie, ma messuno sapeva che anche Nek Chand, un semplice impiegato statale addetto alla manutenzione delle strade, stesse lavorando a un progetto di riqualificazione del territorio attraverso il riciclo dei rifiuti. 

Giardino segreto
Il signor Chand aveva capito, osservando la natura, come nel suo ciclo nulla andasse perso, come ogni elemento, terminata la sua funzione attiva, venisse trasformato e riciclato in qualcosa di nuovo. Se questo era possibile in natura, pensò Chand, perché non dovrebbe esserlo anche nel mondo artificiale costruito dagli uomini?
Chand prese a collezionare spazzatura di ogni sorta, che tutte le sere trasportava a casa sul retro della sua bicicletta. Sentiva che questi rifiuti nascondevano in nuce forme di animali, principesse e principi, asceti e uomini comuni, perciò la sera, tornato dal lavoro, cominciò a dare vita al suo immaginario, realizzando innumerevoli sculture che trovarono spazio tra le quattro mura di casa sua. Fu così che sellini di biciclette abbandonate si trasformarono in musi di animali, forchette e altri utensili da cucina divennero zampe di uccelli, decorati con pezzi di bracciali in vetro, piume o stracci.
Ben presto fu necessario per Chand cercare un altro luogo in cui custodire le sue opere e così decise di appropriarsi illegalmente di un piccolo pezzo di terra nella fitta foresta che cresceva dietro a casa sua, nella periferia di Chandigarh. Di notte, con il timore di essere scoperto, Chand lavorò a nuove opere, questa volta utilizzando il cemento e ideando strutture più grandi, con anime di ferro e acciaio di riciclo.
Nessuno seppe del lavoro che rese Chand insonne per anni finché un giorno, nel 1972, il governo si decise a ripulire quella porzione di foresta che, da tempo, si era trasformata in un atelier d'arte e il suo segreto venne alla luce.
Polizia e funzionari del governo rimasero stupefatti, se avessero dovuto procedere per vie legali, sarebbero stati costretti a demolire il giardino di statue e mosaici che cresceva nella foresta, ma nessuno ebbe il cuore di farlo. Inoltre la notizia delle opere di Nek Chand aveva già fatto il giro della città attirando sempre più visitatori. Le autorità locali si convinsero del valore del lavoro di Chand e decisero di offrirgli uno stipendio, attrezzature e veicoli per il trasporto del materiale, oltre a cinquanta operai per continuare la sua opera.
Oggi il Rock Garden, il giardino roccioso di Chand, copre una superficie di 25 ettari . È un mondo immaginario in cui si fondono, con garbo e sapienza, strutture post-moderne ispirate all'architettura di Le Corbusier e torrette a cupola, reminiscenza di antichi palazzi in stile indo-saraceno, adornati di variopinti mosaici e splendide fontane di roccia e cemento. A dare vita a questo mondo, le sue statue che raccontano altrettante storie dell'India, storie di uomini e donne dei villaggi, di principi e cortigiane, di asceti e devoti che lavano i propri peccati nelle acque delle fontane artificiali.
 Per magggiori informazioni e per attività di volontariato nel Giardino consultate il sito della Nek Chand Foundation




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