Il-Trafiletto
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12/08/14

La forma degli animali di Adolf Portmann

La forma degli animali
di Adolf Portmann

La forma degli animali Adolf Portmann Raffaello Cortina Editore, 24,00 euro C250pp, 2013) 

Quando Adolf Portmann (1897-1982), zoologo, biologo, filosofo e antropologo svizzero, pubblicò per la prima volta "La forma degli animali" era il 1948.

Il libro, frutto maturo di una vita di ricerche, ebbe poi bisogno di un'ulteriore rivisitazione che prese forma con la seconda edizione nel 1960, la stessa che oggi propone Raffaello Cortina Editore con la supervisione di Pietro Conte. Qui, lo zoologo di Basilea si interroga fondamentalmente su queste questioni: qual è il significato della forma degli animali? Che senso hanno le striature delle zebre, la criniera del leone, gli ocelli della coda del pavone e le mirabili geometrie delle conchiglie dei molluschi? E come mai parliamo dello "spettacolo" della natura, come se ci trovassimo di fronte a un'inarrivabile opera d'arte? Influenzato da Goethe - "Ogni forma vivente vuole anche mettersi in mostra" - Portmann è convinto che dalla morfologia, dalla forma così come appare a prima vista alla nostra visione, si possano dedurne le complessive caratteristiche interne ed esterne degli animali. "L'aspetto visibile stesso va inteso soprattutto e nel senso più ampio come autopresentazione dell'individuo", scrive.

In un'epoca che vede farsi sempre più intenso il dialogo tra estetica e biologia, l'opera di Portmann conserva tutto il suo originario interesse.(science)


11/07/14

Attenzione | Pericolo in arrivo

Le acacie lanciano i tannini
nell'aria come avvertimento ai
loro nemici: state lontano!
Inermi davanti alle fauci degli erbivori? Niente affatto; molte piante per proteggersi dall'attacco di animali che se ne cibano non restano a guardare ma mettono in atto strategie di difesa molto efficaci e, per evitare inutili spargimenti di linfa, sono anche in grado di avvertire le conspecifiche vicine che un nemico si sta avvicinando. 

Uno dei primi casi, scoperto da Wouter Van Hoven, zoologo dell'Università di Pretoria negli anni Novanta, riguarda l'acacia del Sud Africa; questa pianta quando viene assalita dall'antilope kudu aumenta la concentrazione di tannino nei suoi tessuti. Questa sostanza è tossica e rende molto più difficile la digestione degli erbivori che vengono così scoraggiati dal continuare a smangiucchiare l'albero.

Ma l'acacia non si limita a diventare indigesta: immette nell'ambiente etilene, un composto volatile, che arrivando alle piante vicine segnala loro il pericolo. Questo messaggero chimico, coprendo una distanza anche di 50 metri, raggiunge le altre acacie che iniziano a produrre, in pochi minuti, più tannini; co; da essere preparate per un eventuale attacco dei kudu. Dopo questo studio sulla comunicazione tra piante, ne sono stati condotti molti altri rivelando come il mondo vegetale non sia assolutamente "silenzioso" ma ricco di elaborate strategie che permettono alle piante di interagire tra di loro, con gli animali e ce l'ambiente che le circonda.(science)
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