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31/10/14

Non bruciate abbastanza calorie? Con Grynd se ne bruciano 1.100 in un ora

La parola d'ordine per entrare nelle palestre newyorkesi è "soffrire" ma questa sofferenza fa bruciare 1.100 calorie in un ora. Si chiama Grynd ed è una ginnastica estrema.


Dal primo passo in palestra si incomincia a soffrire. Non si fa riscaldamento, si inizia con una serie di salti, piegamenti,squat, flessioni e si chiama "burpees" ripetuti 81 volte. Il secondo esercizio è fatto di settori che durano 90 secondi con una pausa tra l'uno e l'altro di 20 secondi. Per un'ora ci si troverà a portare sacchi a pugilare con essi, a saltarli, eseguiti con un allenatore degno del sergente Hartman di Full Metal Jacket.  "Voglio spingere le persone al massimo - ha spiegato Alex Nicholas, istruttore di Grynd - Ho ritenuto che combinando tutte le forme di esercizio, dallo yoga al crossfit al bodybuilding si potesse ottenere un modo diverso di allenamento". Diana Dorman, 26 anni, ha detto: "E l'esercizio più duro che abbia mai fatto ma alla fine sei veramente fiera di te, la fatica è premiata, il fisico spettacolare è assicurato"

Questa è la nuova moda che spopola nelle palestre newyorkesi. Mette alla prova anche i più resistenti ma è assicurato il risultato: 1.100 calorie consumate in una sola seduta. Ragionando con logica qualche domanda si pone: " Questi esercizi con questi ritmi chi li può sostenere? Un soggetto in sovrappeso può sostenere questo ritmo o rischia l'infarto? Le solite novità per i fanatici del fitness?


30/10/14

Scienziati americani hanno creato il primo stomaco umano in 3D

Grande scoperta e grande titolo: Creato il primo stomaco. Il primo pensieri va al trapianto di staminali per ricreare uno stomaco a chi ne ha uno compromesso. Per ora non è così. Il mini-stomaco sarà utile per testare farmaci.

Gli scienziati del Cincinnati Children's Hospital Medical Center descrivono l'eccezionale scoperta su “Nature”. Il team ha creato in laboratorio il primo stomaco umanoin versione mini, facendo crescere cellule staminali pluripotenti, cioè quelle cellule che che possono diventare la cellula di qualsiasi tipo di organo. In collaborazione con i ricercatori della University of Cincinnati, gli studiosi diretti da Jim Well, hanno chiamato la loro creazione "organoidi gastrici" per studiare l'infezione da Helicobacter pylori, il batterio che è una delle principali cause di ulcera peptica e cancro allo stomaco. In questo modo hanno potuto osservare con quanta celerità i batteri hanno attaccato i tessuti epiteliali e innescato cambiamenti biochimici nell'organo.

"Questo tipo di organoidi gastrici in 3D offrono anche preziose opportunità per la scoperta di nuovi farmaci, o «per ricostruire le prime fasi del cancro dello stomaco e per studiare alcuni dei meccanismi fondamentali di diabete e obesità», ha spiegato Wells. E rappresentano un punto di partenza promettente per la “creazione” di altri tessuti di organi come i polmoni e il pancreas".

Individuare i processi necessari per la formazione embrionale di uno stomaco, è stata la chiave della ricerca. Manipolando questi processi in una capsula di Petri, gli scienziati sono stati in grado di “convincere” le staminali pluripotenti a diventare cellule dello stomaco. Nel corso di un mese, questi passaggi hanno portato alla formazione degli "organoidi gastrici" umani in 3D di circa 3 mm di diametro, aprendo una nuova frontiera nello studio e nella sperimentazione per la cura delle malattie.

27/10/14

Il sole: un valido aiuto per dimagrire

Uno studio dell'università di Edimburgo ha scoperto che l'esposizione ai raggi solari rallenta lo sviluppo dell'obesità e del diabete di tipo 2.


Uscire all'aria aperta sotto al sole aiuta a mantenere la linea perchè una moderata esposizione ai raggi UV favorirebbe il rilascio di una proteina chiave che rallenta la produzione di grasso. Lo dice uno studio delle universita' di Edimburgo e Southampton, pubblicato sulla rivista Diabetes. Il sole favorisce la produzione di ossido nitrico nella pelle, che viene rilasciato in circolo, dopo l'esposizione alla luce solare, svolgendo un ruolo chiave nel metabolismo.

Per arrivare a queste affermazioni i ricercatori hanno sperimentato lo studio sui topolini. Le cavie esposte ai raggi UV sono risultati più stabili nei livelli di glucosio e di avere resistenza all'insulina, sintomi tipici del diabete di tipo 2. Secondo i ricercatori, l'ossido nitrico rilasciato dalla pelle avrebbe un ruolo importante nel modo in cui si assimila il cibo, scongiurando condizioni metaboliche nocive come il diabete.

Tuttavia, i ricercatori ritengono che sia necessario approfondire l'argomento con altri studi, visto che per il momento le loro osservazioni sono state effettuate solo sui topi. "Studi come questo - ha detto Richard Weller, uno degli autori dello studio - stanno aiutando a capire come il sole puo' esserci utile nelle cure delle obesità. I consigli sull'esposizione al sole dovrebbero cambiare, il rischio di melanoma (cancro della pelle) non è l'unica malattia mortale, un bilanciamento fra effetti positivi ed effetti negativi è necessario.

12/10/14

Belgio: un ministro della salute obeso non è accettabile

Una popolare politica belga, stimata e temuta che ha ricoperto cariche importanti come ministro della giustizia  e vicepresidente del suo partito, ora ministro della salute. Per la ministra "un sogno che si avvera" Meggie De Block, medico di base da 25 anni, ma è finita al centro di un dibattito sui giornali: " Come ministra della salute non è credibile, non da il buon esempio!"

Il motivo
Il motivo della contestazione è il suo aspetto fisico. «È inconcepibile che una ministra della Salute sia obesa?»

L’insinuazione
Belgio: un ministro della salute obeso non è accettabile
Sabato 11 ottobre, il nuovo governo di destra guidato dal liberale francofono Charles Michel, 38 anni, il più giovane nella storia del Belgio, ha giurato di fronte a re Filippo, a Bruxelles. Tra i 13 ministri dell’esecutivo, dopo quattro mesi di estenuanti trattative, c’è anche Maggie De Block, dei liberal-democratici fiamminghi Open Vld. Nel governo Di Rupo era stata responsabile per le politiche di asilo, immigrazione e integrazione sociale, e in seguito anche della Giustizia. È una donna che punta in alto e viene spesso dipinta come un «bulldozer» difficile da fermare. Alcuni commentatori credono che tra qualche anno Maggie De Block potrebbe essere la prima donna a capo del governo federale. Intanto, si occuperà di salute: ospedali, pazienti, trattamenti, dispositivi medici, virus dell’Ebola. Ma c’è chi la critica apertamente: «Ora il Belgio ha un ministro della salute pubblica obesa. Quale credibilità ha?» È quanto si è chiesto attraverso Twitter il corrispondente Tom Van de Weghe, della tv pubblica VRT.

«Sciocchezze»
La frase ha provocato sdegno e biasimo nelle Fiandre, dove Maggie è molto amata. La risposta della ministra non si è fatta attendere: «Penso che queste osservazioni siano solo sciocchezze. Alla Camera, i miei colleghi non mi giudicano per l’aspetto fisico, ma si complimentano per la conoscenza che ho dei miei dossier», ha detto la 52enne al quotidiano Het Nieuwsblad. Non credo che sui social si sia messo in dubbio le sue capacità, anche di medico, ma che come essere umano obeso non è un buon esempio per rappresentare il Ministero della Salute. e insistono che proprio perchè medico Maggie De Block non è davvero un buon esempio» Lei ribatte: «Un medico è una persona fatta di carne e ossa. I miei pazienti non guardano la mia taglia, piuttosto vengono per la qualità delle mie cure».


07/07/14

Un rimedio asiatico nella cura preventiva del diabete

Il  Panax ginseng asiatico il cui nome etimologico greco, Panax ricorda Panacea, figlia di Esculapio e di Epione, capace di guarire tutti i mali. Il Panax Ginseng è una specie originaria dell’Asia orientale è alta sino a 80 cm, con fusto eretto, foglie verticillate palmato composte, fiori rosa raggruppati in ombrella e frutti rappresentati da bacche rosse. Il Ginseng bianco è costituito dalla radice essiccata, il rosso dalla radice trattata con il vapore.
Alcuni ricercatori hanno esaminato gli effetti dell'azione delle bacche di Panax ginseng nella cura preventiva del diabete e dell'obesità. L'esperimento è stato eseguito su topi adulti colpiti da diabete. Agli animali sono stati somministrati 150 mg di Panax ginseng per chilo di peso corporeo, lungo un periodo di 12 giorni.
Dopo soli cinque giorni i livelli di glucosio nel sangue delle cavie si erano già significativamente abbassati, arrivando al dodicesimo giorno a essere praticamente nella norma, fu oltre la curva di glucosio nel sangue era scesa del 53,4 per cento e le cavie erano diminuite di peso. Questi dati suggeriscono l'idea che l'estratto delle bacche di ginseng possono avere un valore terapeutico nella cura di pazienti diabetici e obesi.

IL PARERE DELL'ESPERTO 
È una scoperta molto interessante. È da notare che non sono state le radici di ginseng a essere utilizzate ma le bacche. Sembrerebbe infatti che queste posseggano un'alta concentrazione di :un composto chimico particolare. Si calcola che nel 2025 ci saranno al mondo 300 milioni di diabetici con tutte le conseguenze che questa malattia comporta (problemi cardiovascolari, disordini epatici, problemi neurologici e disturbi alta vista).

ginseng
Il diabete ha un alto costo sociale e danneggia la qualità della vita, per cui è importante scoprire qualsiasi cosa che possa ripristinare nel paziente un tasso normale di glucosio. Sempre su questo versante, è stato riscontrato che il cardo mariano (Silybum marianum) riduce tutti i vari fattori negativi del diabete, inclusi il tasso di insulina nel sangue, la glicosuria e l'emoglobina glicosilata. Sono risultati ottenuti somministrando per un anno 800 mg giornalieri di un normale estratto di cardo mariano. Dopo circa 60 giorni si sono avuti i primi effetti benefici e nel corso di un anno tutti i livelli diabetici sono migliorati.

Con tutta probabilità possono ridurre le dosi combinando il preparato con altre sostanze. Insieme ad altri integratori una dose di 200-400 mg giornaliera di estratto di silimarina (contenuta nel cardo mariano) dovrebbe aiutare a normalizzare i livelli di glucosio, Nella nostra clinica normalmente usiamo dosi di cromo (1000mcg di cromo picolinato o Gtf) unite alla dieta terapeutica (riduzione di grassi e zuccheri) e a un programma fisico giornaliero (camminare, nuotare, ecc.). Spesso riusciamo in breve tempo a ridurre le medicine (orali e insuliniche).

Comunque si raccomanda sempre al paziente di lavorare a stretto contatto con il proprio medico curante per evitare qualsiasi sgradevole reazione nel caso in cui i tassi di glucosio subiscano un'improvvisa impennata come conseguenza della dieta e della cura. Il medico saprà intervenire.

29/04/14

Il forte e fresco Crescione

Il nome latino del crescione è Nasturtium officinale. Plinio fa derivare il nome Nasturtium da nasus (naso) e tortus (torto), alludendo all'odore piccante della pianta che può irritare le narici. In Italia lo si trova con frequenza nelle acque limpide ferme o nei ruscelli della pianura fino a circa 2.000 m. 

Il forte e fresco Crescione
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La pianta è un'erba perenne della famiglia delle Brassicacee, con foglie di colore verde intenso, carnose e fiori piccoli e bianchi (maggio-settembre), in grappoli densi; il sapore ricorda quello della senape, ma è un po' meno piccante. Per trarre il massimo vantaggio dalle sue preziose proprietà è consigliabile mangiare il crescione molto verde, fresco, e lavato accuratamente perché la pianta stessa può trasmettere all'uomo una malattia parassitaria: la distomatosi (infestazione da parte di vermi parassiti). È ricchissima di sali minerali e vitamine: glucoside solforato, iodio, ferro, rame, zinco, manganese e vitamine A, B1, B2 e C. Il crescione è depurativo del sangue e diuretico: è molto indicato in caso di gotta, artrite, obesità, combatte i disturbi legati alle alimentazioni ricche di carni e di grassi. Stimola l'appetito e il metabolismo, contribuisce a vincere l'astenia (debolezza) causata da mancanza di vitamine o minerali; consumato fresco, come insalata, insieme a tarassaco, acetosa e ortica, rientra nelle cosiddette «cure depurative primaverili». È un blando stimolante di tutte le funzioni organiche. Grazie ai suoi oli essenziali solforati, facilita l'espettorazione e decongestiona l'apparato respiratorio. Soprattutto chi soffre di bronchite e di enfisema trae beneficio dalle sue proprietà. Infine, è cicatrizzante: i cataplasmi di crescione possono essere applicati sulle piaghe o sulle ferite che faticano a rimarginarsi, rigenerano la pelle in caso di eczema, acne e dermatosi e, inoltre, aumenta leggermente la circolazione nel cuoio capelluto e rallenta la caduta dei capelli. Alla pianta è stata attribuita un'interessante efficacia terapeutica nel trattamento di anemie da carenza di ferro.

PREPARAZIONE E USO Per essere pronti al sole Il crescione si deve usare crudo e fresco se si vuole beneficiare di tutte le sue virtù medicamentose. L'ebollizione, la cottura, l'essiccamento lo privano di ogni virtù terapeutica. È controindicato per chi soffre di ulcera gastroduodenale e nefrite. In alcuni casi può provocare cistalgia (dolori alla vescica) e, raramente, disturbi gastrointestinali. Si consigliano 60-100 g di succo al giorno in latte freddo o in una bevanda fredda. Per prepararsi all'abbronzatura, mescolare un cucchiaio di succo di foglie di crescione o mezzo bicchiere di succo di carota fresco, due volte al giorno per venti giorni. Cataplasmi: si preparano con 100 g di crescione fresco pestato nel mortaio; si avvolge in uno garza e si applica sulle zone colpite. Lozioni: applicare il succo direttamente sulla pelle. Sciroppo: 500 g di succo filtrato di crescione in 750 g di zucchero: da 40 a 100 g di sciroppo al giorno, puro o in bevanda fredda.

23/03/14

La dieta on-off inganna il metabolismo e fa perdere peso

 Il sovrappeso e l'obesità sono una condizione tipica, anche se non esclusiva, della società del
"benessere". Le diete, diventate un bisness, hanno ormai l'esclusiva delle prime pagine delle riviste del settore. Interessa a tanmtissimi di noi il calo di peso e ad ogni notizia che annuncia una dieta miracolosa, che fa perdere kili senza sacrificio, corriamo a comprare la rivista o il prodotto o clicchiamo il link che ci porta nella notizia miracolosa. Fior fiore di ricercatori sono costantemente allo studio per risolvere il problema, che sarà pure un malessere del benessere ma l'aumento di peso si accompagna quasi sempre a malattie quali diabete, ipertensione, malattie cardiocircolatorie che hanno un costo sulla sanità pubblica. Trovare quindi la dieta perfetta, è il traguardo che spera di raggiungere ogni ricercatore impegnato in questa lotta contro il grasso. Il professore Byrne, dell'Istituto della Salute e dello Sport di Bond nel Queensland, ha fatto un particolare studio e un singolare esperimento, basato sull'inganno al metabolismo.

Mela o ciambella? Quale dilemma!
 La dieta "on-off", che alterna un periodo di dieta strettamente ipocalorica ad uno di riposo dalla dieta. Lo studio è basato sul consumo di calorie che il nostro corpo, in base ad informazioni personali date dal nostro stile di vita, decide di consumare. Quando si mette un soggetto a dieta, il suo metabolismo avverte la mancanza di calorie e stimola il senso di fame e, il metabolismo riduce drasticamente il consumo energetico. In base a queste conoscenze, il prof. Byrne, ha seguito l'iter di 36 uomini obesi che volevano perdere peso. La metà di loro ha seguito una dieta ipocalorica per 30 settimane, e l'altra metà ha alternato due settimane di dieta a due settimane di riposo. Con sorpresa l'esperimento ha dato un esito più che positivo, il gruppo che aveva fatto la dieta "on-off" aveva avuto un calo di peso del 55% in più del gruppo a dieta "non-stop". Questo ha dimostrato che il sistema metabolico, nella dieta "on-off", non avverte il calo di calorie e continua a consumare, al conrario, con la dieta non-stop, per la sopravvivenza avviene un calo di consumo energetico. Ora rimane da provare se a lungo termine il corpo, dei soggetti a dieta internittente, prova a recuperare le calorie perse, in altri modi per esempio acuendo il senso di fame.
Il professore Byrne ha detto: "Dato che la perdita di peso a lungo termine è una sfida che interessa a tutti i ricercatori, trovare il modo di superare gli ostacoli biologici e comportamentali per perdere peso è la strada da percorrere. I risultati del nostro studio sono incoraggianti in quanto suggeriscono che fare "periodi di riposo", si è in grado di superare alcuni dei fattori biologici compensativi che riducono la perdita di peso durante una dieta continua".Ha aggiunto che- "è popolare la dieta, in cui cali drastici di peso, si ottengono tagliando l'apporto calorico due giorni alla settimana. Tuttavia, vi è il rischio che chi segue la dieta on-off, finisca per mangiare troppo nei giorni "on", perché sono liberi di mangiare ciò che vogliono".
Al contrario, la dieta del prof. Byrne, è meno estrema e contiene le istruzioni sia per la fase "on" sia per quella "off". Il professor Byrne è certo che la sua dieta abbia il potenziale per aiutare chiunque voglia calare di peso. Ma Carrie Ruxton, una dietista indipendente, ha messo in dubbio la volontà di chi dovrà tornare a privarsi del cibo preferito e rimettersi a dieta per altri 15 giorni. Inoltre la Dr Ruxton, portavoce del Servizio di Informazione Salute, ha anche avvertito che molti adulti inglesi soffrono già di carenze di vitamine e minerali essenziali come ferro, calcio e vitamina D, e la dieta "on-off" può peggiorare la situazione. Le persone che devono perdere peso, hanno bisogno di essere educate a buone abitudini che possano mantenere negli anni a venire. Si consiglia di pensare ad eliminare vizi come  alcol e cioccolato, per ottenere risultati.Certo che il fattore "volontà" gioca un ruolo determinante in tutte le diete e anche se quella del pof. Byrne lascia due settimane di libertà, la volontà di ritornare a regime deve esercitare la sua forza, altrimenti non si otterranno risultati e si rischierà di aggiungere ulteriori kili.

13/03/14

L'obesità può essere vinta grazie alla scoperta di un nuovo gene.

Scoperto il gene del grasso,il responsabile che dirige la sequenza di eventi genetici, il complice dell'obesità. Si chiama IRX3 e lo hanno individuato scienziati americani e spagnoli in uno studio pubblicato su 'Nature'. Gli studiosi hanno inoltre scoperto che topi Ogm in cui veniva eliminato IRX3 erano molto più magri rispetto ad altri che possedevano tale gene. Pesavano circa il 30% in meno, e a differenza dei loro simili più robusti avevano una massa grassa minore. Non solo: i topi privati di IRX3 erano praticamente immuni dall'obesità, anche se venivano nutriti con una dieta ipercalorica e anche se non facevano movimento. Infine, avevano una maggiore capacità di metabolizzare il glucosio e risultavano protetti dal rischio diabete. La ricerca è stata condotta da Marcelo Nobrega dell'università di Chicago, e Jose Luis Gomez-Skarmeta del Centro andaluso di biologia dello sviluppo di Siviglia. Tale ricerca svela che il gene dell’obesità per eccellenza, “FTO”, scoperto con tanto clamore ormai alcuni anni fa, lavora semplicemente all’ombra di IRX3 e non è di per sé condizionante il peso di un individuo. Si era scoperto il ruolo di FTO nel rischio individuale di obesità in un grosso studio su Science datato 2007. Ma il nuovo lavoro mostra che le cose sono più complesse del previsto e che in realtà FTO è solo una comparsa, mentre il protagonista assoluto è IRX3. Gli scienziati hanno scoperto che IRX3 agisce nell’ipotalamo - centro di controllo di appetito e dispendio energetico - interagendo con molti altri geni tra cui FTO e in questo modo regola la massa grassa di un individuo. L’obiettivo, affermano i ricercatori, è ora quello di capire quali sono i più importanti bersagli molecolari di IRX3 perché alcuni di essi potrebbero divenire degli ottimi bersagli terapeutici di nuovi farmaci antiobesità.

12/03/14

La verdura tanto amata da Bracciodiferro contro l'obesità.

L’obesità è considerata sicuramente da molti un problema puramente e prettamente estetico, ma in termini di salute si parla di seri rischi. Ecco perché la ricerca sta cercando sempre più di trovare quanto prima una soluzione. E sembra proprio che questa volta i ricercatori abbiano imboccato la strada giusta, riconoscendo nella verdura tanto amata dal famoso Bracciodiferro proprietà adeguate alla risoluzione del problema: gli spinaci. Essi contengono, infatti, un composto naturale chiamato Tilacoidale che pare sia capace di ridurre il desiderio del cibo.
La scoperta è avvenuta durante una ricerca in cui la Prof.ssa Charlotte Erlanson-Albertsson, dell’Università di Lund in Svezia, è riuscita a isolare il composto mentre stava cercando di trovare un modo per diminuire i morsi della fame. La ricercatrice ha scoperto che questo composto rallenta la digestione degli alimenti donando un maggior senso di sazietà prolungato nel tempo. Secondo la studiosa, a livello intestinale viene rilasciato un meccanismo che ha il preciso scopo di non far sentire più la fame. Sarebbe però necessario superare un problema; non è sufficiente mangiare gli spinaci tali e quali come si presentano in natura, ma bisogna prima schiacciarli, filtrarli e centrifugarli in maniera tale da poter liberare i tilacoidi dalle cellule della pianta. Il nostro organismo, infatti, non è in grado di assimilarli direttamente dagli spinaci freschi. In base ai dati acquisiti dalla professoressa Erlanson-Albertsson, i Tilacoidi rallentano la digestione dei grassi. Quando il cibo entra nell’intestino crasso, gli ormoni della sazietà vengono rilasciati e inviati al cervello, il quale ritiene che il corpo sia sazio e non è necessario mangiare ancora. Al contrario degli alimenti elaborati che tendono a utilizzare solo l’intestino superiore, non permettendo all’altro di rilasciare tali ormoni. «Mi piace dire che i nostri intestini sono disoccupati», commenta in una nota Lund la Erlanson-Albertsson. L’unico modo per far lavorare di nuovo l’intestino, secondo la studiosa, era quello di rallentare la digestione dei grassi. La professoressa Erlanson-Albertssonle ha iniziato sue ricerche testando il composto su un gruppo di 15 volontari che assumevano l’estratto al mattino. I risultati furono subito eccellenti: durante il giorno avevano meno fame e un minor desiderio di cibo. Per loro era più facile attenersi ai normali tre pasti al giorno, rispetto al gruppo di controllo. Dai test risultava anche che il gruppo che aveva assunto il Tilacoidale aveva nel sangue livelli molto più alti di ormoni della sazietà, così come valori più stabili di glucosio ematico.

11/02/14

Trovata morta la sorella di Julia Roberts

Poche parole a commentare l'accaduto:"Siamo tutti scioccati, tristi ad apprendere questa tragica notizia" Un decesso che ha tutte le caretteristiche di un giallo.

Nancy Motes e Julia Roberts

Nancy Motes, 37 anni, sorellastra di Julia Roberts, e' morta per una overdose di droga. Lo ha reso noto la famiglia. Nancy, figlia della stessa madre dell'attrice, Betty Lou, era la piu' piccola delle sorelle e da sempre combatteva con la depressione indotta dall'obesita': era arrivata a pesare 136 kg.

Lo scorso agosto, dopo che nel 2010aveva subito un intervento di bypass gastrico per riuscire a dimagrire, aveva descritto come fosse difficile vivere "all'ombra" della star di Pretty Woman. (AGI) .


09/02/14

"Ricalcolare tutto" equazione sbagliate per gli obesi

 Una ricerca pubblicata sul giornale internazionale sull'obesità, ha messo sotto accusa il metodo "Met" usato da tutte le cliniche per misurare il costo energetico delle attività fisiche. Nei grandi obesi le equazioni non sono più valide, più il peso si alza più si abbassa il consumo energetico dell'attività fisica.

Una formula comune utilizzata per stimare gli esercizi necessari per perdere peso potrebbe non essere valida per le persone obese. Lo suggerisce una nuova ricerca pubblicata sull''International Journal of Obesity'. Il lavoro sostiene che i fattori usati per produrre questi calcoli, correlati all'intensita' dei costi energetici e dell'assorbimento di ossigeno, diventano particolarmente inaccurati quando l'indice di massa corporea del paziente sale e dovrebbero essere calibrati, considerando anche il grasso corporeo. Il metodo sotto "accusa" e' il Met, l'equivalente metabolico, misura fisiologica ampiamente utilizzata nella pratica clinica per quantificare il costo energetico delle attivita' fisiche.

 Lo studio condotto da Bernd Schultes (eSwiss Medical and Surgical Center) sostiene che le attuali equazioni del Met non siano in grado di quantificare con esattezza il consumo di ossigeno e quindi l'energia spesa durante l'esercizio fisico dai soggetti in sovrappeso o obesi. Dai dati e' emerso che il Met diventa sempre meno efficace man mano che aumenta il peso del paziente.
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