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07/11/14

Ad ognuno la propria acqua minerale voi, di che acqua siete?

Avete mai pensato quale acqua minerale vi si addcie di più, a quella che meglio soddisfa le vostre esigenze? Le acque non sono tutte uguali e possono essere classificate secondo alcuni parametri ben precisi: il contenuto di gas, il residuo fisso e la composizione di sali minerali.
Questo significa che ogni acqua è unica nel suo genere e proprio per questo ad ognuno di noi ha la possibilità di scegliere la propria. 

Un’acqua povera di sali minerali è adeguata per diluire il latte in polvere destinato a neonati e lattanti; inoltre, grazie alle sue proprietà diuretiche, può essere utile a chi soffre di microcalcoli o di sabbiolina per fare un “lavaggio” dei reni;
per chi fa sport o durante il periodo estivo, quando si suda maggiormente, è raccomandata un’acqua minerale che aiuti a reintegrare i sali persi;
un’acqua bicarbonata, se bevuta durante i pasti, favorisce la digestione;
quella ricca di calcio è indicata per la crescita dei bambini, per le donne in gravidanza e negli adulti per prevenire l’osteoporosi.

Ad esempio l’acqua minerale ricca di calcio biodisponibile (cioè quello l’organismo assimila senza eliminarlo) è particolarmente adatta a chi ha difficoltà nell’assorbimento di questo elemento attraverso il latte e i derivati;
le acque solfate aiutano, invece, a combattere la stitichezza.
La scelta delle acque minerali è, però, la sintesi delle esigenze e dello stato psicologico del momento: ad esempio, quando si è assetati si ha il desiderio di un’acqua piatta e fresca, mentre quando fa molto caldo o semplicemente si vuole aiutare la digestione, si sente il desiderio di bere un’acqua gasata e ricca di magnesio.

18/05/14

Il riso per l'abbondanza ·

ENERGETICO E CURATIVO È adatto in caso di insufficienza renale 

Il riso, per gli orientali, non rappresenta solo la base della razione alimentare giornaliera, ma è anche sinonimo di ricchezza, abbondanza, purezza. Oggi anche noi usiamo il riso per augurare felicità e fecondità: non è forse per questo che si gettano manciate di riso sugli sposi durante la cerimonia delle nozze? Dal punto di vista nutrizionale, il riso è un ottimo alimento ad alta resa energetica e di facile digeribilità; favorisce l'abbassamento della pressione sanguigna elevata, è utilissimo nelle coliti e nelle fermentazioni intestinali, è fondamentale nella cura della diarrea e, se integrale, anche della stitichezza. È il cereale più indicato per la dieta di chi soffre di insufficienza renale: è infatti povero di proteine e di sodio. Un'alimentazione basata sul riso favorisce quindi l'eliminazione dell'urea e contrasta la ritenzione idrica. Oggi, purtroppo, al posto dello sbramato di risone (nome commerciale del riso integrale) si consuma quasi esclusivamente riso raffinato. L'uso dell'aggettivo «raffinato» è in questo caso quantomeno inappropriato e lascia intendere chissà quali miglioramenti qualitativi possano essere ottenuti attraverso lavorazioni particolari. In realtà i processi di raffinazione e di sbiancamento impoveriscono grandemente il riso. Vengono infatti eliminati, con il germe e gli strati esterni del chicco, parecchi minerali, molte vitamine, una buona percentuale delle proteine e quasi tutte le fibre. Non esistono controindicazioni al consumo di questo cereale e non a caso è proprio con il riso che viene iniziato lo svezzamento. Per questo delicato periodo dello sviluppo psicofisico, il riso è sicuramente da preferire ad altri cereali sia per le sue elevate caratteristiche di digeribilità, sia per l'assenza di glutine nella sua composizione. Il glutine, infatti, è una proteina che può a volte determinare fenomeni di intolleranza se consumata troppo precocemente nei primi mesi di vita.

LA COTTURA DEL RISO INTEGRALE
Riso
immagine presa dal web
2 tazze di riso integrale 6 tazze di acqua fredda sale q.b. Lavate accuratamente il riso in acqua corrente. Scolatelo, ponetelo in una pentola d'acciaio con il fondo spesso, aggiungete il triplo in volume di acqua fredda e un pizzico di sale. Fate raggiungere il bollore, coprite la pentola, abbassate la fiamma al minimo e fate cuocere per 60 minuti. Spegnete il fuoco e aspettate ancora 5- 10 minuti. Questo riso può essere consumato subito oppure conservato in frigorifero per confezionare nei giorni successivi i piatti più diversi. Tempo di preparazione: 60 minuti. Valori nutrizionali per porzione (100 g di riso crudo): 337 calorie 7,5 g di proteine 1,9 g di grassi 77,4 g di glucidi

RISO ALLE CAROTE
Per 4 persone 350 g di riso integrale un volume triplo d'acqua 3 carote l cipolla l spicchio d'aglio prezzemolo 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva sale. Cuocete il riso seguendo le indicazioni già date. Nel frattempo pulite e affettate la cipolla, le carote e l'aglio. Mettete tutte le verdure a stufare lentamente in una padella con 1 cucchiaio d'olio e un pizzico di sale mescolando spesso per 15 minuti. Versate il riso cotto nella padella, aggiungete un po' di prezzemolo tritato, un altro cucchiaio d'olio, mescolate delicatamente e servite.Tempo di preparazione: 60 minuti. Valori nutrizionali per porzione 391 calorie 7,6 g di proteine 9 g di grassi 74 g di glucidi

17/05/14

Zucchero global | lo zucchero industriale

La zolletta è un antialimento Lo zucchero in cristalli (o a volte in zollette) che portiamo in tavola e che usiamo in cucina può essere estratto dalla barbabietola da zucchero oppure dalla canna da zucchero. In ogni caso si tratta di saccarosio per oltre il 99 per cento, un prodotto «puro» come non esiste in natura e quindi già come tale non identificabile con il termine «alimento». 

I vegetali infatti contengono sempre, oltre alle proteine, ai carboidrati e ai lipidi, un corredo di numerose altre sostanze: acqua, fibre, vitamine, sali minerali, oligoelementi, enzimi, pigmenti, polifenoli ecc. 

È nel loro insieme che il nostro organismo li riconosce e riesce a utilizzarli. Il saccarosio puro è invece da considerarsi un «non-alimento» o addirittura un «antialimento» in quanto, per poter essere rnetabolizzato, ha bisogno di sali minerali (tra cui il calcio) e di vitamine (soprattutto del gruppo B) che a questo punto deve sottrarre all'organismo. Lo zucchero che viene utilizzato dal nostro organismo e che, tra l'altro, costituisce insieme all'ossigeno l'unico nutrimento per il nostro cervello, è il glucosio. Ciò che conferisce il sapore dolce alla frutta è un altro tipo di zucchero ancora, chiamato appunto fruttosio. In alcune verdure troviamo l'inulina, dolce anch'essa. Il dolce.del latte è invece dato dal lattosio e dal galattosio. Quindi quando esaminiamo il fabbisogno dell'organismo e l'utilizzo delle sostanze non dovremmo parlare di zucchero bensì di zuccheri

Ogni anno consumiamo dai 24 ai 58 chili di zucchero saccarosio. Un secolo fa ci fermavamo a 3 chili. Abbiamo fatto un bel passo avanti ... Certo, un tempo non esisteva l'industria alimentare di oggi, i supermercati erano inesistenti e le merendine - in un'epoca in cui fare tre pasti al giorno era già difficile - roba da fantascienza. I nutrizionisti più radicali conosceranno bene un libro-manifesto contro lo zucchero raffinato, Sugar Blues. L'autore, William Dufty, racconta la sua odissea con la zolletta: da zuccherodipendente a pentito irriducibile, che ritrova la gioia di vivere. È questa dunque una forma di dipendenza indotta da un certo modo di produrre alimenti, a base spesso di zucchero. E poi, eventualmente, dal resto.

zucchero cristallizzato
Diamo perciò sempre un'occhiata alle etichette dei prodotti, tenendo conto che l'ingrediente citato all'inizio della lista è quello più presente in percentuale. Per alcuni esperti, il saccarosio dovrebbe coprire al massimo il 10 per cento di calorie totali; oltre si va incontro a squilibri alimentari. Solo che è difficile controllare questa dose visto che lo zucchero si nasconde in tanti alimenti. Oltretutto, diversi studi hanno messo in evidenza che un eccessivo consumo di zucchero e di prodotti zuccherati provoca in bambini e adulti modifiche nell'umore, rallentamento dell'attività intellettuale e motoria (il ragazzo sembra non interessarsi a niente e non ha voglia di muoversi); oppure può arrivare all'eccesso opposto con iperattività e comportamenti asociali. In più, oltre a ragioni strettamente salutistiche e personali, esiste anche una questione ambientale.

Il ciclo produttivo della barbabietola da zucchero richiede un alto consumo energetico, provoca squilibri ambientali a causa di un sistema agricolo basato sulla monocultura e sull'impiego di fertilizzanti chimici e pesticidi. Diminuire la dose di zucchero, anche in questo caso, ha di fatto una valenza culturale: orienta a scegliere cibi genuini e invita a scoprire sapori autentici, non appiattiti dal sapore consolatorio del «candido» dolcificante.

29/04/14

Il forte e fresco Crescione

Il nome latino del crescione è Nasturtium officinale. Plinio fa derivare il nome Nasturtium da nasus (naso) e tortus (torto), alludendo all'odore piccante della pianta che può irritare le narici. In Italia lo si trova con frequenza nelle acque limpide ferme o nei ruscelli della pianura fino a circa 2.000 m. 

Il forte e fresco Crescione
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La pianta è un'erba perenne della famiglia delle Brassicacee, con foglie di colore verde intenso, carnose e fiori piccoli e bianchi (maggio-settembre), in grappoli densi; il sapore ricorda quello della senape, ma è un po' meno piccante. Per trarre il massimo vantaggio dalle sue preziose proprietà è consigliabile mangiare il crescione molto verde, fresco, e lavato accuratamente perché la pianta stessa può trasmettere all'uomo una malattia parassitaria: la distomatosi (infestazione da parte di vermi parassiti). È ricchissima di sali minerali e vitamine: glucoside solforato, iodio, ferro, rame, zinco, manganese e vitamine A, B1, B2 e C. Il crescione è depurativo del sangue e diuretico: è molto indicato in caso di gotta, artrite, obesità, combatte i disturbi legati alle alimentazioni ricche di carni e di grassi. Stimola l'appetito e il metabolismo, contribuisce a vincere l'astenia (debolezza) causata da mancanza di vitamine o minerali; consumato fresco, come insalata, insieme a tarassaco, acetosa e ortica, rientra nelle cosiddette «cure depurative primaverili». È un blando stimolante di tutte le funzioni organiche. Grazie ai suoi oli essenziali solforati, facilita l'espettorazione e decongestiona l'apparato respiratorio. Soprattutto chi soffre di bronchite e di enfisema trae beneficio dalle sue proprietà. Infine, è cicatrizzante: i cataplasmi di crescione possono essere applicati sulle piaghe o sulle ferite che faticano a rimarginarsi, rigenerano la pelle in caso di eczema, acne e dermatosi e, inoltre, aumenta leggermente la circolazione nel cuoio capelluto e rallenta la caduta dei capelli. Alla pianta è stata attribuita un'interessante efficacia terapeutica nel trattamento di anemie da carenza di ferro.

PREPARAZIONE E USO Per essere pronti al sole Il crescione si deve usare crudo e fresco se si vuole beneficiare di tutte le sue virtù medicamentose. L'ebollizione, la cottura, l'essiccamento lo privano di ogni virtù terapeutica. È controindicato per chi soffre di ulcera gastroduodenale e nefrite. In alcuni casi può provocare cistalgia (dolori alla vescica) e, raramente, disturbi gastrointestinali. Si consigliano 60-100 g di succo al giorno in latte freddo o in una bevanda fredda. Per prepararsi all'abbronzatura, mescolare un cucchiaio di succo di foglie di crescione o mezzo bicchiere di succo di carota fresco, due volte al giorno per venti giorni. Cataplasmi: si preparano con 100 g di crescione fresco pestato nel mortaio; si avvolge in uno garza e si applica sulle zone colpite. Lozioni: applicare il succo direttamente sulla pelle. Sciroppo: 500 g di succo filtrato di crescione in 750 g di zucchero: da 40 a 100 g di sciroppo al giorno, puro o in bevanda fredda.

13/03/14

Riscoprire il farro e le sue proprietà

Sarebbe interessante cominciare a riscoprire il farro, che è la più antica tipologia di frumento coltivato, ma che con il tempo è stato soppiantato dal comune grano tenero e dal grano duro, diretti discendneti del farro grande e farro medio. Pensate che era già usato nel Neolitico. Molte persone ancora non ne conoscono bene le proprietà di questo cereale che è ricco di vitamine e di sali minerali, ma povero di grassi, per non parlare del contenuto proteico.
Il farro integrale, inoltre, presenta un contenuto di fibre più elevato rispetto al farro perlato. Le fibre aiutano a favorire il transito intestinale e a proteggere la salute dell'intestino, contribuendo all'eliminazione delle scorie.
Farro- Spighe

Questo cereale garantisce un apporto calorico piuttosto basso, pari a 340 chilocalorie per 100 grammi di prodotto. Il consumo di farro contribuisce all'apporto di vitamine del gruppo B e di proteine attraverso l'alimentazione quotidiana. Per facilitare l'assunzione e l'assimilazione di proteine, si consiglia di accompagnare il farro, meglio se integrale, ai legumi. Tra gli elementi nutritivi essenziali per il corretto funzionamento del nostro organismo presenti nel farro troviamo tiamina, nacina e riboflavina. Tra i sali minerali maggiormente presenti nel farro, troviamo fosforo, potassio e magnesio. Per quanto riguarda le vitamine, l'attenzione è rivolta soprattutto a vitamina A, B2 e B3.
Il farro è un alimento più digeribile rispetto al grano duro e al grano tenero. Chi soffre di stitichezza può trarre beneficio dalle proprietà lassative di questo antico cereale. Il farro può essere utile per proteggere l'apparato digerente da malattie come le gastriti e da disturbi come il ristagno della bile nell'intestino.E' utile anche nelle diete dimagranti. Si tratta infatti di un alimento saziante, che può aiutare a limitare le quantità di cibo e di calorie introdotte durante i pasti. Il suo contenuto di fibre insolubili favorisce la pulizia dell'intestino e la depurazione dell'organismo. Ulteriori benefici del farro riguardano la riduzione del rischio di aterosclerosi. Inoltre, il contenuto di niacina di questo cereale contribuirebbe ad abbassare i livelli di colesterolo LDL e il rischio cardiovascolare. Il consumo di farro è considerato utile per ridurre il rischio di diabete di tipo 2. Il suo elevato contenuto di fibre e di elementi nutritivi benefici contribuisce alla prevenzione di insulino-resistenza, ischemie e obesità.
Il farro, proprio come il comune grano tenero, contiene glutine. Non è dunque adatto a chi soffre di celiachia o di intolleranza a questo elemento e deve dunque seguire una dieta senza glutine. Chi è allergico alle proteine del grano, potrebbe invece tollerare le proteine contenute nel farro, che risultano di più facile digeribilità. Si tratta comunque di un aspetto da valutare con attenzione a seconda delle problematiche di salute individuali. Inoltre, dato che il farro presenta proprietà lassative, il suo consumo è sconsigliato in caso di coliti croniche. L'elevato contenuto di fibre del farro, con particolare riferimento alla sua versione integrale, potrebbe rendere questo alimento controindicato in soggetti con particolari problemi intestinali o digestivi. In proposito è sempre bene consultare il proprio medico.

28/02/14

Il poco conosciuto Aceto di Miele e le sue qualità

Potrei fare un sondaggio costituito da un'unica domanda: conoscete l'aceto di miele? Sì avete capito bene, di miele non di mele. Credo che riceverei moltissime risposte negative. Questo straordinario aceto merita di essere conociuto e con esso le sue straordinarie qualità.
L’aceto di miele fu il primo aceto ad essere utilizzato dall’uomo: già gli antichi egizi ne facevano largo uso moltissimi anni prima della coltivazione della vite. Esso proviene dal miele di castagno che, trasformato attraverso la fermentazione acetica, assume un colore bruno-dorato e un sapore gradevole. L’aceto di miele non è solamente utilizzato come semplice condimento ma anche come agro-medicamento di incredibile versatilità in quanto ricco di enzimi e sali minerali.
Aceto di miele

Esso contiene infatti oltre a glucidi semplici, proteine, acidi organici, sostanze aromatiche, sali minerali, oligoelementi. La presenza degli enzimi agisce favorevolmente sui processi digestivi, le vitamine del gruppo B intervengono nel ricambio organico, vitamine C, PP, acido pantotenico e flavonoidi svolgono un’azione positiva sulla dentizione e resistenza capillare, potenziando nello stesso tempo le difese immunitarie. Esso inoltre è privo di albumina e presenta poche tracce di cloruro di sodio, fattori che lo rendono particolarmente indicato nei soggetti nefritici. L’abbondanza di sali minerali e oligoelementi conferisce all’aceto di miele proprietà rimineralizzanti: migliora la fissazione del calcio, previene la decalcificazione delle ossa, denti, capelli, e allevia i dolori articolari dovuti al depositarsi del calcio nei tessuti molli. Essendo un prodotto naturale, può fare un sedimento che non altera minimamente il prodotto ed è completamente innocuo. Dai quattro ai cinque anni di attesa vengono ripagati dalle caratteristiche straordinarie di questo aceto. Il profumo, il sapore, tutto riconduce alla materia prima… il miele di castagno. La caratteristica principale sta nella mancanza assoluta di zuccheri pur mantenendo inalterate le proprietà organolettiche del miele. È indicato, quindi, a coloro i quali vogliono assimilare tali proprietà senza dover assumere zuccheri. Come ogni buon aceto è naturalmente ottimo per condire tutte le insalate.
Consigli per l’uso
 In cucina: viste le molteplici proprietà, l’aceto di miele non ha limiti al suo impiego per tutti gli usi culinari, compreso l’uso come bevanda dissetante e corroborante. Viene utilizzato come condimento di insalate e ortaggi che acquistano sapore e aroma. In caso di difficoltà digestiva nei confronti di aglio e cipolla crudi, è sufficiente lasciarli macerare in agro (aceto di miele) per circa un ora. Sui crostacei e sulla frutta , sui formaggi e le carni Nel periodo estivo può risolvere il problema della sete eccessiva: è sufficiente aggiungere un cucchiaino in un bicchiere di acqua fresca, non ghiacciata; se invece si vuole ottenere una bevanda più gradevole e terapeutica, la soluzione ottimale è quella di dolcificarla con miele, esaltando i benefici.
 In cosmetica: è sempre valido il consiglio della nonna per la bellezza dei capelli (un cucchiaino nell’acqua dell’ultimo risciacquo); oppure è possibile concedersi frizioni e bagni tonici e rassodanti per la pelle e specialmente per i piedi in estate (aggiungere una macerata di ortica, edera e salvia nella bacinella da bagno insieme a tre o quattro cucchiai di aceto).
Non solo: mescolato nell’acqua del bagno, cancella gli odori sgradevoli e rinfresca la pelle accaldata. Per un sorriso smagliante, infine, fare risciacquo con una miscela fatta da un cucchiaio di aceto di miele e uno di sale fino integrale, utile nella prevenzione del tartaro.
Mineralizzante:  realizzate un cocktail energetico così composto: un bicchiere di acqua, due cucchiai di aceto di miele, un cucchiaio di miele, un cucchiaio raso di polline.Sarà favorito l’assorbimento di ferro, la fissazione del calcio e una migliore utilizzazione dei sali minerali. Anche la salute dei denti se ne avvantaggerà: maggiore resistenza alla carie, minore formazione del tartaro.
Tonificante: l’impiego giornaliero di aceto di miele infonde energia perché equilibra e ottimizza tutte le funzioni organiche, per raggiungere ottimi risultati è bene bere un bicchiere di acqua acidula appena svegli, uno a metà mattinata.
Stress:  in un bicchiere di acqua ponete due cucchiai di aceto di miele, versate poi la soluzione ottenuta sul palmo della mano e passatela su tutto il corpo. Subito dopo frizionate energicamente tutto il corpo con entrambi le mani

01/01/14

Il dolce dattero e le sue potenzialità

Se leggete la versione integrale delle Mille e una Notte, fra poesie eleganti, storie coinvolgenti e avventure mirabolanti, troverete anche riferimenti alla tipica cucina orientale. Vi sono rammentati anche i dolci datteri, molto usati e apprezzati. Essi apportano grandi benefici per la salute e sono parte dell'alimentazione di base  dell'Africa mediterranea e dei paesi dell'Asia occidentale.  E' la palma da dattero che li produce, un albero molto longevo, che può vivere fino a 300 anni e produrre anche 50 chili di datteri all'anno.  Sono ricchi di ferro, vitamine e sali minerali, e contengono zuccheri naturali che li rendono adatti per dolcificare alimenti e bevande. Consumarli regolarmente contribuisce ad abbassare il colesterolo. Hanno proprietà antinfiammatorie naturali, adatti in caso di raffreddore e irritazioni alle vie respiratorie.
Datteri

 I datteri non contengono colesterolo e presentano una scarsa quantità di grassi. Rappresentano una buona fonte di fibre vegetali e di vitamine del gruppo B, come la vitamina B1, B2, B3 e B5. Contengono inoltre vitamina C. Ottimi per il funzionamento del sistema digestivo, poichè contengono fibre sia solubili che insolubili e di differenti tipologie di amminoacidi. Sono una fonte di energia immediatamente a disposizione dell'organismo, per via del loro contenuto di zuccheri naturali, come il fruttosio. Per questo motivo potrete utilizzarli per preparare una colazione energetica, nei frullati di frutta o spezzettati in abbinamento con frutta e cereali per creare un muesli casalingo. Rappresentano uno spezzafame salutare, soprattutto se si fa attenzione ad evitare i datteri conservati con additivi artificiali e sciroppo di glucosio. Inoltre sono una buona fonte di potassio e risultano allo stesso tempo poveri di sodio. Ciò li rende utili per favorire il buon funzionamento del cuore e della circolazione del sangue. Ecco alcuni esempi di come utilizzare i datteri. Chi soffre di stipsi, può provare ad immergere qualche dattero in un bicchiere d'acqua per tutta la notte e a consumare sia il liquido ottenuto, dopo averlo filtrato, che i frutti stessi al mattino per risvegliare l'intestino. In caso di raffreddore, per trovare sollievo, potrete preparare un decotto di datteri: vi serviranno 100 grammi di datteri secchi e mezzo litro d'acqua. E' sufficiente bollire i datteri per qualche minuto nell'acqua, filtrare e dolcificare a piacere. Poi potrete mangiare i datteri, oppure utilizzarli nelle vostre ricette in sostituzione dello zucchero. Questi preziosi frutti sono inoltre parte di un rimedio afrodisiaco di origine indiana, che consiste nell'immergere una manciata di datteri nel latte di capra per tutta la notte. Al mattino dovrete frullare i datteri insieme al latte ad aggiungere un po' di miele e semi di cardamomo in polvere, prima di bere il tutto. Chi volessse sperimentare, potrebbe provare a sostituire il latte di capra con del latte vegetale. Il consumo di datteri è benefico per la vista e per proteggere gli occhi. La loro assunzione, secondo la medicina naturale, può essere utile in caso di tumori a livello dell'addome. In ogni caso i datteri rappresentano un rimedio naturale privo di effetti collaterali. Potrebbero esservi alcune restrizioni nel loro consumo in caso di diabete o di diete particolari. Nel dubbio, è bene consultare il proprio medico. Per utilizzare i datteri al meglio, potrete ammorbidirli in acqua e frullarli per dolcificare bevande naturali, succhi di frutta, dolci e biscotti. I datteri possono essere consumati sia freschi che essiccati. I migliori sono di provenienza biologica, essiccati al sole e non trattati con sostanze industriali per la conservazione. Tritateli o spezzettateli per utilizzarli come ingredienti nelle vostre torte, per sostituire almeno in parte lo zucchero. Li potrete aggiungere nella preparazione casalinga delle marmellate, per dolcificarle con un ingrediente del tutto naturale. Un'idea golosa consiste nel rimuovere il nocciolo da datteri e sostituirlo con una mandorla: ecco pronto uno spezzafame salutare per la merenda o un piccolo dessert. Uno snack a base di datteri è un ottimo integratore di magnesio e potassio per gli sportivi durante o dopo gli allenamenti e per tutti nel corso della giornata.

12/11/13

Acqua e limone: un gesto semplice per star bene, anzi molto bene

Ogni mattina appena alzata, e almeno dieci minuti prima di fare colazione bevo un bel bicchiere d'acqua con sprenuto il succo di mezzo limone. Vi vedo già fare boccacce, il sapore aspro del limone non piace a a tutti, e inoltre molti al mattino non riescono, a quanto dicono, a mettere alcunchè nello stomaco. Abitudine alquanto errata,, al mattino il nostro corpo necessita del carburante necessario per affrontare le fatiche della giornata. Non solo, ma bisognerebbe anche cercare di dare al nostro organismo anche lo sprint giusto per star bene, e tutelarsi da ogni tipo di accumulo di tossine. Come fare? Ma con acqua e limone naturalmente! Su su, tappatevi il naso e mandatela giù, non avrete a pentirvene, ed ecco perchè.
Fra i maggiori effetti positivi troviamo il miglioramento della digestione (il limone è un antibiotico naturale, è un potente alcalinizzante, che può aiutare a compensare eventuali situazioni di acidosi.
Dunque, detto questo non dovete far altro che seguire queste semplicissime istruzioni, e lasciatevi convincere: il gioco vale la candela.
diuresi
Limone

Per dare inizio alla vostra terapia disintossicante e rimineralizzante a base di acqua e limone dovrete seguire alcune indicazioni. Utilizzate acqua di rubinetto a temperatura ambiente o leggermente tiepida. Scegliete sempre limoni freschi, se possibile non trattati. Evitate mi raccomando il succo di limone confezionato, ci vuole molto poco a spremerlo ok?. Spremete mezzo limone in un bicchiere e colmatelo con l'acqua.
E' bene bere l'acqua e limone al mattino, a digiuno. Evitate l'acqua fredda per la preparazione dell'acqua e limone, poiché richiederebbe un maggior dispendio di energia da parte dell'organismo per l'assimilazione della bevanda. Del limone non si spreca nulla, grattugiate la buccia del limone e usatela in cucina, potete conservarla congelandola.
Il succo di limone stimola la produzione della bile da parte del fegato, necessaria nel corso della digestione. I limoni sono ricchi di vitamine e di sali minerali, che aiutano ad espellere le tossine accumulatesi nel tratto digerente. Le proprietà digestive del limone contribuiscono ad alleviare i sintomi della digestione, come bruciore di stomaco e gonfiore. L'American Cancer Society suggerisce di somministrare acqua e limone ai malati di cancro per stimolare i movimenti intestinali.
L'acqua e limone ha un effetto depurativo e diuretico.  Aiuta l'organismo a liberarsi delle tossine, in gran parte poiché questa bevanda stimola la diuresi. Le tossine vengono espulse più rapidamente, garantendo la salute dell'apparato urinario. L'acido citrico presente nel limone contribuisce a massimizzare la funzione degli enzimi che stimolano il fegato e aiutano il corpo a disintossicarsi.
L' contenuto di vitamina C, è utile nel contrastare e nel prevenire l'influenza. Non solo ma la presenza di potassio,  stimola la funzionalità dei nervi e del cervello e aiuta a ridurre la pressione sanguigna. La vitamina C ha effetti antinfiammatori e viene utilizzata come aiuto contro l'asma ed altri sintomi respiratori,  migliora l'assorbimento del ferro da parte dell'organismo. Il ferro è importante affinché il sistema immunitario funzioni in modo corretto. I limoni inoltre riducono la quantità di muco prodotta nel nostro corpo.
L'acido citrico in essi contenuto infatti non crea acidità nel corpo, una volta metabolizzato. Acido citrico e vitamina C contribuiscono a ridurre i livelli di acidità del sangue. Bere acqua e limone regolarmente aiuta ad evitare una situazione di acidosi nell'organismo. Ad esempio, la presenza di acido urico a livello delle articolazioni è una delle cause principali di infiammazione.
La vitamina C e gli antiossidanti contenuti nel limone aiutano a contrastare i danni provocati dai radicali liberi e la formazione delle rughe. La vitamina C è fondamentale per avere una pelle splendente e la sua natura alcalina uccide alcune tipologie di batteri responsabili dell'acne. Essa ringiovanisce la pelle agendo dall'interno dell'organismo. E poi... ci sono altre cinque buone ragioni che troverete nella prossima puntata. A presto.

09/11/13

Cynara cardunculus, ovvero sua maestà il carciofo

Finalmente siamo vicini alla stagione dei carciofi. Ne sono ghiotta, mi piacciono in tutti i modi. Potrei mangiarne fino a scoppiare. Ma conosco molte persone che non amano il carciofo per quel lieve (non sempre) retrogusto amaro, perchè ci vuole del tempo per pulirlo, perchè dicono ne va sprecato molto. Attenzione, ignorate che il carciofo è come uno scrigno magico pieno di sorprese. Esso viene coltivato sia a scopo alimentare che per le sue proprietà benefiche care alla medicina naturale. L'Italia è il paese europeo in cui i carciofi vengono maggiormente coltivati e Sicilia, Sardegna e Puglia ne detengono il primato.
"Cynara cardunculus", questo il nome datogli dai nostri cari antenati latini, ricordate il Cynar? Ebbene tiriamo fuori dallo scrigno le sue innumerevoli facoltà.
I carciofi sono costituiti principalmente da acqua e fibre vegetali, utili per stimolare il buon funzionamento dell'intestino. Essi rappresentano una fonte importante di preziosi sali minerali, tra i quali troviamo sodio, potassio, fosforo e calcio. I carciofi contengono inoltre vitamina C, e vitamine del gruppo B, con particolare riferimento alla vitamina B1 ed alla vitamina B3. Contengono inoltre vitamina K, ritenuta utile nella prevenzione dell'osteoporosi. Essi rappresentano una fonte di ferro e di rame, elementi impiegati dal nostro organismo nella produzione delle cellule del sangue. Sono inoltre una fonte di betacarotene e luteina, preziosa per proteggere la vista.
Carciofi
Tra i componenti che rendono interessanti i carciofi dal punto di vista curativo vi sono i flavonoidi, tra i quali spicca la rutina, derivati dell'acido caffeico e metaboliti secondari che permettono l'attività farmacologica degli estratti di carciofo. Tra di essi troviamo la cinarina, connsiderata utile in caso di disturbi del fegato. I derivati dell'acido caffeico garantiscono effetti antiossidanti ed epatoprotettivi.
Cinarina è il nome di un composto presente nei carciofi, in grado di renderli un alimento che può contribuire all'inibizione dell'ossidazione del colesterolo LDL e la biosintesi del colesterolo stesso. Possiede inoltre spiccate proprietà depurative e contribuisce all'eliminazione delle tossine da parte dell'organismo.
Gli effetti positivi delle foglie di carciofo sul fegato e sulla riduzione del colesterolo sono stati studiati dal punto di vista scientifico, con buoni risultati. Oltre ad alleggerire il lavoro del fegato, i carciofi risultano benefici per i reni e per la cistifellea, che si troveranno a dover affrontare un minor carico di tossine.
La medicina naturale e la fitoterapia utilizzano il carciofo soprattutto in caso di disturbi della cistifellea a e del fegato, oltre che in caso di sindrome del colon irritabile. I suoi estratti possono risultare utili in caso di nausea, vomito ed intossicazioni alimentari, per via delle proprietà depurative tipiche del carciofo. Le foglie di carciofo vengono impiegate per ricavare estratti fitoterapici utili nel trattamento di indigestione e dispepsia, oltre che per stimolare la produzione della bile. Gli estratti di foglie di carciofo permettono di mantenere un equilibrio dei nutrienti essenziali al nostro organismo, oltre a migliorare la salute di unghie e capelli, rendendoli più forti e splendenti.
Per quanto riguarda gli utilizzi culinari del carciofo, essi portano immediatamente alle ricette tipiche della cucina regionale italiana. In Liguria i carciofi sono tra gli ingredienti impiegati per la preparazione della torta pasqualina. I carciofi alla romana sono una preparazione tipica di questo ortaggio, che precede che esso venga stufato con prezzemolo, olio extravergine d'oliva, aglio e mentuccia.
I carciofi possono essere utilizzati crudi per la preparazione di insalate, dopo essere stati affettati a lamelle. Essi possono inoltre rappresentare un ottimo ingrediente per la preparazione di salse per il condimento della pasta, dopo essere stati stufati e frullati. Tra i condimenti ideali per i carciofi, oltre all'olio extravergine d'oliva, troviamo il succo di limone, utile per evitare che i carciofi anneriscano dopo essere stati tagliati. Essi possono essere inoltre preparati al forno e gratinati utilizzando pane secco casereccio grattugiato e pinoli.
Non perdete altro tempo correte a fare una scorpacciata di carciofi!

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