Il-Trafiletto
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02/07/14

Non tutte le calorie sono uguali | Inside Science | Robert Matthews e Coca Cola

Quando una gigantesca multinazionale si proclama Impegnata a fare la sua parte per rendere il mondo un posto migliore, è difficile non essere sospettosi. Cosi, quando Coca-Cola ha lanciato la sua ultima campagna di immagine internazionale, rivendicando un ruolo nella lotta all'obesità, era sicuramente preparata a ricevere critiche. 

Difatti, così è stato: sono stati in pochi a complimentarsi con la massima fornitrice mondiale di acqua colorata e zuccherata. Gli spot hanno messo l'accento sul record di riduzione dell'impatto calorico vantato da Coca-Cola, la quale sottolinea come la vendita di versioni a calorie zero delle sue bevande sia iniziata decenni fa e ricorda che, oggi, oltre la metà delle sue bibite distribuite in Europa è a contenuto calorico ridotto o assente, Essendo un appassionato di Coca, già lo sapevo: da l decenni, consumo allegramente secchiate della versione "Diet".

Ma queste pubblicità mi hanno comunque lasciato l'amaro in bocca. A dar retta alla cortese voce femminile degli spot televisivi: "Lo dice il buon senso: tutte le calorie contano". In effetti, sembra perfettamente logico. Tutti soppiamo che una caloria è comunque una caloria: che essa provenga da una bibita zuccherata o da un'arancia biologica amorevolmente coltivata dietro casa. E ciò vale anche per la crociata anti-obesità: "Se, mangiando o bevendo, ingerisci più calorie di quante ne consumi, acquisti peso", dice la stessa voce benevola. "Questo è vero sia per la Coca-Cola che per qualsiasi altro prodotto calorico". Ancora una volta, come negarlo? È un principio fisico: si chiama conservazione dell'energia. Il corpo umano non consuma le calorie in eccesso, ma le trasforma in grasso, vero e proprio "magazzino" energetico. Anche molti nutrizionisti sarebbero d'accordo e direbbero che è una legge fondamentale dell'alimentazione. Addirittura, quando quest'idea iniziò ad affermarsi verso il 1880, le venne affibbiato anche un nome pretenzioso: legge dell'isodinamica, secondo la quale tutte le calorie sono uguali per il nostro organismo, che si tratti di carboidrati, proteine o grassi.
Coca-Cola
bibita zuccherata

Quei nutrizionisti, però, commetterebbero un errore: e ingannerebbero anche noi. Il fatto è che gli esseri viventi superano in complessità qualsiasi fenomeno fisico. È certamente vero che la legge della conservazione dell'energia si applica tanto agli umani quanto ai buchi neri e ai quark, ma non come vorrebbero farci credere. Quando si tratta di alimentazione, è semplicemente ridicolo pensare che ci sia un principio lineare che regola il bilancio energetico di tutto quanto mettiamo in bocca, di quanto consumiamo e di quanto finisce per debordare dalla'cintola dei pantaloni. La prossima volta che ci sediamo a tavola, diamo un'occhiata al cibo che abbiamo davanti. Magari avrà un aspetto familiare, ma chimicamente, è estremamente complesso, e altrettanto complessa è la risposta del nostro organismo. Per metabolizzare le proteine, utilizziamo il doppio dell'energia che serve a trasformare i carboidrati, mentre le fibre insolubili (anch'esse contenenti calorie) si limitano ad attraversarci da un capo all'altro.

Gli alimentaristi, nei loro calcoli, tentano di tener conto di queste differenze, ma è impossibile riflettere tutta la complessità rappresentata da un piatto di carne con due diversi contorni accompagnato da una birra gelata. E poi, resta il dubbio di come il nostro corpo gestisca l'eccesso di energia derivante dal pasto consumato. Le fibre, l'abbiamo detto, entrano ed escono, ma i carboidrati scatenano il rilascio di insulina, che induce le cellule a immagazzinare il surplus energetico sotto forma di grassi. Tra i carboidrati, il maggior responsabile di questa reazione è quello che si trova in quasi la metà delle bibite Coca-Cola: lo zucchero. Ovviamente, non si tratta soltanto di Coca-Cola: una recente indagine ha dimostrato che 1'80 per cento degli alimenti in commercio contiene zuccheri aggiunti. I produttori hanno escogitato oltre 50 nomi diversi per questa sostanza (da sciroppo di mais a succo di frutta concentrato): tutti, però, rappresentano una minaccia per la salute. Perché, allora, lo zucchero è tanto utilizzato?

Prima di tutto, ha un buon sapore, e poi, è provato, dà dipendenza: più consumiamo saccarosio, più ne abbiamo voglia. Coca-Cola dichiara di impegnarsi a fornirci "informazioni nutrizionali basate sulla realtà dei fatti". Sarei più propenso a crederle se eliminasse lo zucchero e smettesse di tentare di convincerci che tutte le calorie sono uguali.(science)


17/06/14

Analizziamo l'oliva

Che cos'è l'Oliva? Tecnicamente l'oliva è una drupa (frutto con nocciolo) di forma elicoidale più o meno allungata in base alle varietà. Come tale è costituita dall'epicarpo (parte esterna), dal mesocarpo o polpa, dall'endocarpo o nocciolo, dal seme o mandorla. Il suo peso è variabile: ad esempio nelle varietà da olio oscilla in genere tra 1 e 4 grammi.

La composizione di una drupa di oliva è costituita per circa la metà da acqua di vegetazione e l'altra metà divisa tra olio e residuo solido. L'olio d'oliva dunque è contenuto quasi totalmente dalla polpa e in minima parte dal seme. Per capirci meglio possiamo dire che la composizione chimica della drupa è: acqua al  50% , grassi al 18-25%,  proteine al 1,6%,  carboidrati 19-20%,  cellulosa 5-6% , ceneri 1,5% .  I grassi sono rappresentati per la maggior parte dai trigliceridi (circa 95%) e dai digliceridi (circa 3%); questi sono la frazione saponificabile (98%), cioè lipidica. Il 2% rimanente  è  la  frazione insaponificabile, che  è importantissima perchè conferisce all'olio di oliva le proprietà organolettiche che ne esaltano i pregi.

Oliva
immagine presa dal web
Vi sono poi alcuni componenti minori: tocoferoli, steroli, clorofilla, antociani, flavoni, cere, squalene, caroteni, fenoli, polifenoli, alcoli, composti diterpenici e triterpenici. Questi componenti fanno sì che l'olio extravergine sviluppi le principali caratteristiche organolettiche come: gusto, sapore, aroma.  Tra le proteine più importanti possiamo citare: l'alanina, l'arginina, la glicina, la leucina. I carboidrati si trovano sottoforma di zuccheri  solubili come: glucosio, fruttosio, galattosio, mannosio e pectine.

In base al peso le varietà si possono classificare in: drupe microcarpiche, con peso inferiore a g 1,5; drupe mesocarpiche, con peso intermedio tra g 1,5 e 4; drupe macrocarpiche, con peso superiore a g 4; La resa più bassa è generalmente quella delle drupe macrocarpiche che costituiscono appunto le olive da mensa. La resa più alta è data dalle olive mesocarpiche per il loro alto rapporto polpa/nocciolo.

11/06/14

Alimentarsi bene | Monitor Dieta, un'app per amica!

Monitor Dieta
Se l'attività fisica è il modo migliore per mantenersi in forma, è anche vero che curare l'alimentazione è altrettanto importante. L'eccesso di calorie affatica l'organismo e fa ingrassare in maniera poco sana.

Una dieta poco equilibrata, nella quale le calorie provengano da un eccesso di grassi o di proteine, mette a rischio l'organismo. Da questo punto di vista, è utile avere delle applicazioni che tengano sempre informati su quello che state mangiando, riducendo il consumo di calorie ma, sopratutto, riequilibrandolo. Utile è anche un diario che vi possa seguire durante la dieta, per segnare le calorie assunte e, possibilmente, la suddivisione in macronutrienti (proteine, grassi, carboidrati).

 Ricordatevi però che una dieta ipocalorica vi deve essere prescritta esclusivamente dal medico. EVITATE LE DIETE FAI DA TE! Evitate le diete di moda vendute su internet: vi faranno dimagrarire e con ogni probabilità vi rovineranno il fisico! Una dieta deve essere equilibrata e adatta al vostro corpo: solo un dietologo ve la può consigliare, non certo l'amico che "ha perso 15 kg in 3 mesi".

A tal proposito un'applicazione che può esservi "amica" è Monitor Dieta usa un approccio un po' diverso da altre app conta-calorie o di diario calorico. Lo scopo dell'app, infatti, è seguire il vostro stile di vita.
Il diario vi chiede, ogni giorno, che cosa avete mangiato a pranzo, se avete svolto l'attività fisica che vi eravate impegnati a svolgere, se il vostro umore era buono o cattivo e così via. Più che un'app calcolatrice, quindi, è un'app amica, a cui confidare i propri stati emotivi e che vi segue in maniera "morbida'; chiedendovi, dopo ogni pasto, se pensate di aver raggiunto il vostro obiettivo. Se volete conoscere con precisione il contenuto calorico dei vostri pasti, quindi, l'app è totalmente inutile; ma per cambiare il vostro stile di vita è l'ideale, vi accompagna passo passo per migliorare il modo in cui vivete. In più, è un'app tutta italiana. (computeridea)


07/06/14

Prima di tutto essere in forma | Endomondo Sport Tracker per tutti gli sport.

Endomondo Sport Tracker 
Una delle credenze più diffuse e deleterie è che per essere sani si debba essere magri. E il binomio è così stretto che, per molte persone, essere magri significa automaticamente essere sani. Questo non è affatto vero: per essere sani bisogna, prima di tutto, essere in forma. 

Perdere il peso di troppo, se c'è, è solo uno dei pilastri dello star bene: necessario, senza dubbio, ma non sufficiente. Per ritrovarvi in forma, quindi, non dovete impazzire dietro alla dieta all'ultima moda, ma rieducare il vostro fisico a nutrirsi correttamente e a svolgere una sana e costante attività fisica. Anche Endomondo Sports Tracker ha caratteristiche simili a quelle dei suoi concorrenti. A differenza di Runtastic Pro, Endomondo Sports Tracker misura le calorie lorde consumate invece di quelle nette, ossia le calorie consumate durante l'attività comprensive del metabolismo basale, mentre Runtastic Pro misura le calorie nette, ossia quelle consumate esclusivamente nell'attività svolta.

Endomondo ha inoltre un'interfaccia un po' più semplice da utilizzare durante l'attività fisica, anche se è più complessa per le altre impostazioni, Per il resto, le due app si somigliano molto e funzionano bene entrambe. informati su quello che state mangiando, riducendo il consumo di calorie ma, soprattutto, riequilibrandolo. Utile è anche un diario che vi possa seguire durante la dieta, per segnare le calorie assunte e, possibilmente. la suddivisione in macronutrienti (proteine, grassi, carboidrati). Ricordatevi però che una dieta ipocalorica vi deve essere prescritta esclusivamente dal medico. Evitate le diete fai-da-te! Evitate le diete di moda vendute su Internet: vi faranno dimagrire e, con ogni probabilità, vi rovineranno il fisico.

"Una dieta deve essere equilibrata e adatta al vostro corpo: solo un dietologo ve la può consigliare, non certo l'amico che ha perso quindici chili in tre mesi".
(computeridea)

18/05/14

Il riso per l'abbondanza ·

ENERGETICO E CURATIVO È adatto in caso di insufficienza renale 

Il riso, per gli orientali, non rappresenta solo la base della razione alimentare giornaliera, ma è anche sinonimo di ricchezza, abbondanza, purezza. Oggi anche noi usiamo il riso per augurare felicità e fecondità: non è forse per questo che si gettano manciate di riso sugli sposi durante la cerimonia delle nozze? Dal punto di vista nutrizionale, il riso è un ottimo alimento ad alta resa energetica e di facile digeribilità; favorisce l'abbassamento della pressione sanguigna elevata, è utilissimo nelle coliti e nelle fermentazioni intestinali, è fondamentale nella cura della diarrea e, se integrale, anche della stitichezza. È il cereale più indicato per la dieta di chi soffre di insufficienza renale: è infatti povero di proteine e di sodio. Un'alimentazione basata sul riso favorisce quindi l'eliminazione dell'urea e contrasta la ritenzione idrica. Oggi, purtroppo, al posto dello sbramato di risone (nome commerciale del riso integrale) si consuma quasi esclusivamente riso raffinato. L'uso dell'aggettivo «raffinato» è in questo caso quantomeno inappropriato e lascia intendere chissà quali miglioramenti qualitativi possano essere ottenuti attraverso lavorazioni particolari. In realtà i processi di raffinazione e di sbiancamento impoveriscono grandemente il riso. Vengono infatti eliminati, con il germe e gli strati esterni del chicco, parecchi minerali, molte vitamine, una buona percentuale delle proteine e quasi tutte le fibre. Non esistono controindicazioni al consumo di questo cereale e non a caso è proprio con il riso che viene iniziato lo svezzamento. Per questo delicato periodo dello sviluppo psicofisico, il riso è sicuramente da preferire ad altri cereali sia per le sue elevate caratteristiche di digeribilità, sia per l'assenza di glutine nella sua composizione. Il glutine, infatti, è una proteina che può a volte determinare fenomeni di intolleranza se consumata troppo precocemente nei primi mesi di vita.

LA COTTURA DEL RISO INTEGRALE
Riso
immagine presa dal web
2 tazze di riso integrale 6 tazze di acqua fredda sale q.b. Lavate accuratamente il riso in acqua corrente. Scolatelo, ponetelo in una pentola d'acciaio con il fondo spesso, aggiungete il triplo in volume di acqua fredda e un pizzico di sale. Fate raggiungere il bollore, coprite la pentola, abbassate la fiamma al minimo e fate cuocere per 60 minuti. Spegnete il fuoco e aspettate ancora 5- 10 minuti. Questo riso può essere consumato subito oppure conservato in frigorifero per confezionare nei giorni successivi i piatti più diversi. Tempo di preparazione: 60 minuti. Valori nutrizionali per porzione (100 g di riso crudo): 337 calorie 7,5 g di proteine 1,9 g di grassi 77,4 g di glucidi

RISO ALLE CAROTE
Per 4 persone 350 g di riso integrale un volume triplo d'acqua 3 carote l cipolla l spicchio d'aglio prezzemolo 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva sale. Cuocete il riso seguendo le indicazioni già date. Nel frattempo pulite e affettate la cipolla, le carote e l'aglio. Mettete tutte le verdure a stufare lentamente in una padella con 1 cucchiaio d'olio e un pizzico di sale mescolando spesso per 15 minuti. Versate il riso cotto nella padella, aggiungete un po' di prezzemolo tritato, un altro cucchiaio d'olio, mescolate delicatamente e servite.Tempo di preparazione: 60 minuti. Valori nutrizionali per porzione 391 calorie 7,6 g di proteine 9 g di grassi 74 g di glucidi

07/04/14

I sostituti della carne (parte prima)

Nel mondo della nutrizione regna sovrano il caos e il povero consumatore è sottoposto, ogni giorno, a un bombardamento di messaggi pubblicitari che servono solo a creare confusione. Un esempio? Venti anni fa dagli Stati Uniti arrivò la famosa «piramide alimentare» accettata dai nutrizionisti di tutto il mondo. Era incentrata su un'ampia scelta di carboidrati, frutta e verdura, con grassi e dolci messi in castigo e le proteine animali (carne, pesce, uova, formaggio) da considerare non più di semplici opzioni.

Contraddizioni degli esperti 

Ora gli scienziati eseguono un triplo salto mortale e rivedono le loro convizioni. Vanno messi all'indice pane, pasta, riso e patate. Di cosa li si accusa? I nutrizionisti dell'Harvard School (Usa), dell'equipe del dottor Willet, li consierano veri e propri nemici capaci di infliggere danni devastanti alla salute. Promossi olio, cereali integrali (ma riso, pane, pasta non sono forse cereali?), frutta e verdura. Disco verde anche per polli, uova e pesce; sospetti sui latticini. Proibita ancora la carne, sopratutto quella rossa, in buona compagnia con dolci e grassi. E già infuria la polemica. Ma come il riso bianco lo mangiano miliardi di persone, in Oriente! E i legumi che fine hanno fatto? E dire che negli Stati Uniti ci sono ben 48 milioni di persone che hanno detto un deciso no alle proteine animali, scegliendo quelle vegetali. Ora, stando ai loro ricercatori ogniqualvolta consumano un piatto di riso e lenticchie devono avere sotto mano il numero del pronto intervento. Non è più tempo di questi giochetti. La coscienza alimentare è cresciuta dappertutto. Che dire: «Dovremmo essere tutti vegetariani? ». Del resto l'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) parla chiaro: «Si può vivere bene e in salute con la sapiente combinazione delle proteine vegetali. In più l'apporto ideale di proteine è di mezzo grammo per chilo di peso corporeo, ogni giorno».

 Una combinazione ideale 

A questo punto, proviamo a conoscere meglio le proteine. Innanzitutto, occorre considerare le proteine alimentari di alta qualità: racchiudono tutti gli amminoacidi essenziali, nelle quote indispensabili all'organismo. Di contro, quando c'è una bassa quantità di amminoacidi essenziali si parla di proteine di bassa qualità. L'amminoacido fornito in quantità inferiore è stato ribattezzato amminoacido limitante. La qualità delle proteine è, in genere, valutata sul modello della proteina delle uova. Un modello considerato ideale. Dunque, ecco perché le proteine animali (carne, latte, formaggio, uova e pesce) siano considerate di qualità proteica superiore e le proteine vegetali di qualità inferiore: hanno un'insufficiente quantità di amminoacidi essenziali. I cereali, viene ricordato, contengono poca lisina e i legumi scarsa metionina. Ma ecco la risposta a questo dilemma: combinando le proteine vegetali, come cereali e legumi, si ottiene una proteina di alta qualità, in molti casi superiore rispetto a quelle di derivazione animale.
Le proteine della soia (dalla quale si ricavano tempeh, tofu, miso, tamari e shoyu) sono di qualità superiore a quella della carne: 34,9 g (ogni100 g) contro i 18 g della carne bovina. La soia è un autentico tesoro della natura: il doppio delle proteine rispetto alla carne; grassi polinsaturi della serie omega-6 e omega-3; la lecitina, notissima come anticolesterolo, è un mix di fosfolipidi; colina; vitamine; minerali. In più i carboidrati della soia sono privi di glutine: possono entrare nella dieta di chi non lo tollera. Infine gli isoflavoni della soia: estrogeni naturali che proteggono la donna dal cancro al seno e all'ovaio. Certo, oggi, a preoccupare i consumatori c'è la soia transgenica che entra anche nell'alimentazione degli animali. Proprio per questo gli Organismi di controllo del biologico stanno lavorando per incrementare il grado di auto-approvvigionamento di sementi a livello nazionale e comunitario.

Facciamo la conoscenza delle proteine vegetali che derivano dalla soia e dal frumento che ormai si trovano anche nei supermercati:
Tofu. Questo formaggio vegetale, a prima vista, fa pensare a un prodotto della «nouvelle cousine ». Invece no: secondo la tradizione popolare cino-giapponese la sua ideazione risale al monaco taoista Lin An, insigne filosofo e alchimista, vissuto intorno al 160 avanti Cristo. In Occidente è arrivato verso la fine degli anni '70: negli Stati Uniti il consumo annuo si aggira sui 25 milioni di chili l'anno. Da noi, invece, da cibo esclusivo per macrobiotici è diventato un alimento sempre più ricercato. Una curiosità. In Cina e Giappone la produzione di tofu è realizzata, ancora oggi, in migliaia di piccoli laboratori che lavorano anche la notte, come i panifacatori di casa nostra, per consegnarlo fresco al mattino.
Il metodo di produzione e gli ingredienti si mantengono invariati da millenni: acqua, semi di soia gialla, niagari (cloruro di magnesio, estratto dal sale marino, che provoca la cagliatura della polpa di soia con un procedimento assai simile a quello che si usa per la cagliatura dei formaggi). Per gustarlo a pieno deve essere fresco: 4-5 giorni. Per la conservazione in frigo tenetelo immerso in acqua per non più di 7-10 giorni. Ci sono due tipi di tofu: il «Kinugoshi», morbido e liscio, e il «Momen», ruvido e più consistente. Ma chi va di fretta può comprarselo al negozio di alimentazione naturale o al supermercato: alla piastra, alle erbette, al miso, in barattolo di vetro, ecc. È ricco di proteine, indicato a tutte le età, sostituisce a meraviglia la carne. Un modo pratico e semplice di utilizzare il tofu? Unitelo alle zuppe di verdure, tagliato a piccoli cubetti, pochi minuti prima di servire in tavola. Oppure mettetelo nelle insalate, marinandolo precedentemente con olio e aromi.
[...alla prossima con il Tempeh.]


13/11/13

Affetto dimagrante | Siamo donne o fisarmoniche?

Ce ne siamo accorte a ottobre del gioco d'anticipo dei supermercati: panettoni e dolciumi a prezzi accessibili ci tentano dagli scaffali e noi donne abbiamo combinato pasticci inenarrabili anche per una sola mela.
Quando il gioco d'anticipo si fa duro, le dure cominciano a giocare di super anticipo.
Si dice che una donna non è mai troppo magra o troppo ricca, a questo punto è il caso di diventare anche troppo attenta.
Siamo donne o fisarmoniche?
Gli stravizi alimentari del periodo natalizio sembrano inevitabili, ma quanto è assurdo mangiare troppo per dopo stare a dieta?

Provatevi il costume da bagno due volte la settimana durante tutto l'inverno: in tre giorni non accade nulla di irrimediabile, in tre mesi la catastrofe è quasi garantita.
Non fatevi mancare calde minestre di verdura poco condita e senza pasta, frutta di stagione e un moderato e intelligente apporto di carboidrati e proteine, se sentite bisogno di dolci esprimete tanto dietetico affetto: i panettoni si regalano, non si mangiano.
Siamo donne o fisarmoniche?


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