Il-Trafiletto
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07/04/14

I sostituti della carne (parte prima)

Nel mondo della nutrizione regna sovrano il caos e il povero consumatore è sottoposto, ogni giorno, a un bombardamento di messaggi pubblicitari che servono solo a creare confusione. Un esempio? Venti anni fa dagli Stati Uniti arrivò la famosa «piramide alimentare» accettata dai nutrizionisti di tutto il mondo. Era incentrata su un'ampia scelta di carboidrati, frutta e verdura, con grassi e dolci messi in castigo e le proteine animali (carne, pesce, uova, formaggio) da considerare non più di semplici opzioni.

Contraddizioni degli esperti 

Ora gli scienziati eseguono un triplo salto mortale e rivedono le loro convizioni. Vanno messi all'indice pane, pasta, riso e patate. Di cosa li si accusa? I nutrizionisti dell'Harvard School (Usa), dell'equipe del dottor Willet, li consierano veri e propri nemici capaci di infliggere danni devastanti alla salute. Promossi olio, cereali integrali (ma riso, pane, pasta non sono forse cereali?), frutta e verdura. Disco verde anche per polli, uova e pesce; sospetti sui latticini. Proibita ancora la carne, sopratutto quella rossa, in buona compagnia con dolci e grassi. E già infuria la polemica. Ma come il riso bianco lo mangiano miliardi di persone, in Oriente! E i legumi che fine hanno fatto? E dire che negli Stati Uniti ci sono ben 48 milioni di persone che hanno detto un deciso no alle proteine animali, scegliendo quelle vegetali. Ora, stando ai loro ricercatori ogniqualvolta consumano un piatto di riso e lenticchie devono avere sotto mano il numero del pronto intervento. Non è più tempo di questi giochetti. La coscienza alimentare è cresciuta dappertutto. Che dire: «Dovremmo essere tutti vegetariani? ». Del resto l'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) parla chiaro: «Si può vivere bene e in salute con la sapiente combinazione delle proteine vegetali. In più l'apporto ideale di proteine è di mezzo grammo per chilo di peso corporeo, ogni giorno».

 Una combinazione ideale 

A questo punto, proviamo a conoscere meglio le proteine. Innanzitutto, occorre considerare le proteine alimentari di alta qualità: racchiudono tutti gli amminoacidi essenziali, nelle quote indispensabili all'organismo. Di contro, quando c'è una bassa quantità di amminoacidi essenziali si parla di proteine di bassa qualità. L'amminoacido fornito in quantità inferiore è stato ribattezzato amminoacido limitante. La qualità delle proteine è, in genere, valutata sul modello della proteina delle uova. Un modello considerato ideale. Dunque, ecco perché le proteine animali (carne, latte, formaggio, uova e pesce) siano considerate di qualità proteica superiore e le proteine vegetali di qualità inferiore: hanno un'insufficiente quantità di amminoacidi essenziali. I cereali, viene ricordato, contengono poca lisina e i legumi scarsa metionina. Ma ecco la risposta a questo dilemma: combinando le proteine vegetali, come cereali e legumi, si ottiene una proteina di alta qualità, in molti casi superiore rispetto a quelle di derivazione animale.
Le proteine della soia (dalla quale si ricavano tempeh, tofu, miso, tamari e shoyu) sono di qualità superiore a quella della carne: 34,9 g (ogni100 g) contro i 18 g della carne bovina. La soia è un autentico tesoro della natura: il doppio delle proteine rispetto alla carne; grassi polinsaturi della serie omega-6 e omega-3; la lecitina, notissima come anticolesterolo, è un mix di fosfolipidi; colina; vitamine; minerali. In più i carboidrati della soia sono privi di glutine: possono entrare nella dieta di chi non lo tollera. Infine gli isoflavoni della soia: estrogeni naturali che proteggono la donna dal cancro al seno e all'ovaio. Certo, oggi, a preoccupare i consumatori c'è la soia transgenica che entra anche nell'alimentazione degli animali. Proprio per questo gli Organismi di controllo del biologico stanno lavorando per incrementare il grado di auto-approvvigionamento di sementi a livello nazionale e comunitario.

Facciamo la conoscenza delle proteine vegetali che derivano dalla soia e dal frumento che ormai si trovano anche nei supermercati:
Tofu. Questo formaggio vegetale, a prima vista, fa pensare a un prodotto della «nouvelle cousine ». Invece no: secondo la tradizione popolare cino-giapponese la sua ideazione risale al monaco taoista Lin An, insigne filosofo e alchimista, vissuto intorno al 160 avanti Cristo. In Occidente è arrivato verso la fine degli anni '70: negli Stati Uniti il consumo annuo si aggira sui 25 milioni di chili l'anno. Da noi, invece, da cibo esclusivo per macrobiotici è diventato un alimento sempre più ricercato. Una curiosità. In Cina e Giappone la produzione di tofu è realizzata, ancora oggi, in migliaia di piccoli laboratori che lavorano anche la notte, come i panifacatori di casa nostra, per consegnarlo fresco al mattino.
Il metodo di produzione e gli ingredienti si mantengono invariati da millenni: acqua, semi di soia gialla, niagari (cloruro di magnesio, estratto dal sale marino, che provoca la cagliatura della polpa di soia con un procedimento assai simile a quello che si usa per la cagliatura dei formaggi). Per gustarlo a pieno deve essere fresco: 4-5 giorni. Per la conservazione in frigo tenetelo immerso in acqua per non più di 7-10 giorni. Ci sono due tipi di tofu: il «Kinugoshi», morbido e liscio, e il «Momen», ruvido e più consistente. Ma chi va di fretta può comprarselo al negozio di alimentazione naturale o al supermercato: alla piastra, alle erbette, al miso, in barattolo di vetro, ecc. È ricco di proteine, indicato a tutte le età, sostituisce a meraviglia la carne. Un modo pratico e semplice di utilizzare il tofu? Unitelo alle zuppe di verdure, tagliato a piccoli cubetti, pochi minuti prima di servire in tavola. Oppure mettetelo nelle insalate, marinandolo precedentemente con olio e aromi.
[...alla prossima con il Tempeh.]


02/12/13

Sono 800 i mercatini di Natale nel "Bel Paese"

Abbiamo deciso: "Questo Natale non spendo nulla", poi non possiamo fare a meno di visitare i mercatini più belli d'Italia in periodo natalizio. E poi, non possiamo fare a meno di acquistare una bambola di pezza altoatesina o ghirlande di agrifoglio. Nei giorni festivi, girando per i mercatini, subiamo una regressione all'infanzia. Così negli 800 mercatini d’Italia c’è una tentazione per tutto. E c’è, in questo 2013 ormai agli sgoccioli, la voglia di entrare, anche per poco, in un nel mondo un po’ fiabesco. L’altra novità è quella dei mercatini a tema, vintage, design, fai-da-te, food. Un pizzico di orgoglio nazionale affiora nei cartelli che garantiscono «prodotto italiano».

A Bolzano in piazza Walther,
il mercatino di Natale più grosso d’Italia
Il paese dei balocchi L’Alto Adige ha la tradizione più antica. Fino all’Epifania, in piazza Walther, Bolzano ospita il mercatino più grande d’Italia. Tra gli stand si assaggia molto (rischio zuccheri): biscottini al panpepato, vin brûlé o tè aromatizzato, zelten con canditi, strudel di mele. E c’è da perdere la testa con le decorazioni per la casa, gli animaletti di legno intagliato, le stelle, le pigne di paglia, le giacche di lana cotta. A Trento invece, la centralissima piazza Fiera è una specie di paese dei balocchi (anche per adulti). Oltre all’incredibile varietà di dolci, bellissimi guanti, sciarpe e giocattoli di legno. Luoghi per famiglie ll nome promette molto: «Villaggio delle Meraviglie». Dal 6 dicembre al 12 gennaio 2014 torna ai Giardini di Porta Venezia di Milano, il parco dedicato alle famiglie. Filone nostalgia: Santa Claus sulla slitta accompagnato da elfi burloni, un castello di cristallo e la scuola di circo. Carina la Fabbrica di Babbo Natale a Pisa, dove folletti e «nataline» preparano i doni da consegnare. Con il loro aiuto i bambini possono creare giocattoli, scrivere e imbucare le richieste nel «punto letterina», una palla alta quattro metri. A Roma, a piazza Navona, lo storico mercatino (ha più di un secolo) mescola Babbi Natale e Befane. Attorno alla fontana, un tripudio di pupazzi, bastoncini di zucchero, sacchetti di carbone dolce, scopine di saggina e le immancabili calze della Befana, con i musicisti di strada come sottofondo. Il fascino del passato Dal 2 al 23 dicembre, Natale arriva all’antico borgo degli stracci di Torino. Lungo le vie di Borgo Dora ci sono banchetti a tema, dal vintage all’artigianato creativo, dai capi di alta moda (c’è chi si vanta di aver scovato un autentico Balenciaga) agli oggetti d’arte, dagli strumenti musicali ai dischi in vinile ormai introvabili. Ma per il «vero» presepe, tradizionalissimo, con pezzi nuovi e antichi bisogna andare a Napoli, al mercatino di San Gregorio Armeno, la via degli artigiani. Negozietti, bancarelle e chioschi vendono statuette di tutte le dimensioni. Tra Re Magi e pastori finiscono e personaggi della cronaca: trionfano Berlusconi e Maradona anche quest’anno. Il tocco chic A Cortina D’Ampezzo, dal 12 al 31 dicembre, in Corso Italia, il mercatino top: guanti di cachemire e lana, muffole, plaid caldissimi, candele profumate e scolpite con dentro anice stellato e chiodi di garofano, idee-regalo originali come le cornici abbinate a un sacchetto di creta dove stampare la manina dei propri bimbi per conservarla assieme alla foto. A Roma, il passaparola suggerisce il Creative Market, nel parco del ristorante Mò mò Republic. Sabato e domenica è possibile curiosare tra 70 bancarelle: oggetti di artigianato in feltro, ceramica e vetro, gioielli, borse, addobbi per l’albero, pezzi rari vintage e di collezionismo. Un’idea? Anelli ricavati dai tasti delle vecchie macchine da scrivere. Con un po’ di fortuna recuperate l’iniziale del vostro nome o quella di una persona che vi sta a cuore. Non male, vero?

16/11/13

Qualcosa di buono: torta di mele con marmellata di arance

"Ambrogio, avverto un leggero languorino, non è proprio fame, è più.....voglia di quanlcosa di buono". Ve la ricordate? In effetti vi sono giorni che io definisco "strange days" (come il film per intendersi), nei quali si fa strada quella sensazione a livello di papille gustative che induce a desiderare di addentare un dolce pieno di glucosio, saccarosio, fruttosio...... Et voilà, quando vi succede fate questa torta.

TORTA DI MELE CON MARMELLATA DI ARANCE

Preparazione: 25 minuti
Cottura: 50 minuti
Difficoltà: media
Passaggio della preparazione

Ingredienti
Per la pasta:
200 gr di farina semi- integrale
2 cucchiai di burro
2 cucchiai di succo d'agave
sale

Per il ripieno
2 cucchiai di marmellata di arance
2 mele golden 
1 cucchiaino di cannella

Impastate la farina con il succo d'agave, il burro ammorbidito e un pizzico di sale. La pasta dovrà essere lavorata a lungo per risultare morbida e liscia. Lasciatela riposare per 20 minuti avvolta in un tovagliolo. Tagliate le mele a piccoli pezzi e cuoceteli per pochi minuti. Insaporite con la cannella e lasciate riposare. Dividete la pasta in 2 parti uguali. ricavate una sottile sfoglia per foderare una tortiera del diametro di 20 cm. Bucherellate il fondo e disponetevi all'interno metà del ripieno di mele. Aggiungete ora uno strato di marmellata di arance e ricoprite con le altre mele. Ricavate un altro foglio sottile di pasta con cui ricoprirete la torta. Sigillate i bordi e tagliate la pasta o bucherellatela, in modo da  vitare che si formi del vapore all'interno. Cuocete in forno caldo a 180° C per 45/50 minuti. Sfonate e lasciate raffreddare.

02/11/13

Cibi divini per rendere la vita divina: Soufflè al tè speziato con salsa al cioccolato

Più invecchio più golosa divento, dovrò riflettere su questa evoluzione in corso.... In ogni caso per me questo è il periodo del ritorno al cioccolato e ai dolci da forno. Un ritorno a quelle fragranze che si spandono per le stanze, e che invitano all'assaggio tiepido. Quindi sulla base di queste dolci note, vi invito a provare questa golosissima ricetta.
Soufflè
SOUFFLE' AL TE' SPEZIATO CON SALSA AL CIOCCOLATO
Preparazione:  25 minuti
Cottura: 20 minuti
Difficoltà: facile

Ingredienti
Per il soufflè
4 uova
125 gr di zucchero
85 gr di farina bianca "00"
60 gr di burro
2 bustine di tè
1 stecca di cannella
3 chiodi di garofano
6 savoiardi

Per la salsa
100 gr di cioccolato
50 ml di panna fresca

Mettete in infusione in 1/2 litro d'acqua le bustine di tè con la cannella e i chiodi di garofano. In una casseruola sciogliete una noce di burro; unite la farina setacciata, lasciatela tostare per qualche istante, quindi unite il tè aromatizzato mescolando con una frusta. Cuocete per qualche minuto, ottenendo un composto leggermente denso. Trasfritelo in una ciotola, unite i tuorli, lo zucchero e il burro rimasto e amalgamate bene. Lasciate raffreddare, quindi incorporate 3 albumi montati a neve e i biscotti spezzettati. Versate il composto in  stampini da soufflè imburrati e infarinati e cuocete in forno a 180° C per 18 minuti. Nel frattempo sciogliete il cioccolato a bagnomaria, unite la panna a fuoco dolce e amalgamate bene fino ad ottenere una salsa. Versate la salsa a specchio nei piatti e adagiatevi sopra i soufflè al tè. Sentirete la vostra anima migrare verso paridisi sconociuti al primo morso.

20/10/13

SOUFFLÉ DI PESCHE E ZABAIONE

SOUFFLÉ DI PESCHE E ZABAIONE
Soufflè di pesche e zabaione
Ingredienti per 4-6 persone:
un piccolo pan di Spagna
tagliato a fette, burro
per ungere, mezzo bicchiere
di Porto, 250 g di pesche cotte
in acqua e zucchero.
Per lo zabaione:
quattro tuorli,
200 g di zucchero,
un terzo di litro di vino bianco.
Per la copertura:
quattro albumi,
100 g di zucchero al velo.

Adagiate le fette di pan di Spagna in una pirofila imburrata, rivestendola, e irroratele con il Porto. Scolate le pesche dallo sciroppo di cottura e disponetele sul pan di Spagna. Per lo zabaione
montate in una asseruola i tuorli con lo zucchero: allorché saranno divenuti ben spumosi, diluiteli piano piano con il vino; ponete il recipiente a bagnomaria in acqua calda e continuate a sbattere la crema fin quando si sarà addensata, evitando però che raggiunga il bollore. Versate quindi lo zabaione sulle pesche e lasciatelo raffreddare, poi ricopritelo con gli albumi montati a neve ben ferma insieme allo zucchero al velo.Ponete la pirofila sul ripiano di mezzo del forno già caldo e fate cuocere il souff1é per 30 minuti a 220°. Servitelo subito.

Ingredients:
a small sponge cake cut into slices
butter to grease
a glass of Porto wine
250 grams of peaches cooked in water and sugar
For the zabaglione:
four egg yolks
200 grams of sugar
a third of a liter of white wine
For the topping:
four egg whites
100 grams of icing sugar 


Arrange the slices of sponge cake in a buttered pan, covering it, and sprinkle with Porto. Drain the peaches from the syrup and place on baking sponge cake. For the zabaglione, mounted in a saucepan the egg yolks with the sugar. When they have become well frothy, dilute floor plan with wine, place the
container in a water bath in hot water and continue beating until the cream has thickened, while avoiding
reaches a boil. Pour the zabaglione on peaches and let it cool, then cover it with the egg whites until
stiff with the icing sugar . Put the pan on the middle shelf of the preheated oven and cook souff1é for 30 minutes at 220 °. Serve immediately.

 
 
 
 

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