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10/07/15

Oligoelementi, Ferro

 Oligoelementi, Ferro: Probabilmente la carenza di ferro e acido folico è l'alterazione nutrizionale più comune al mondo. Il fabbisogno quotidiano di ferro ...

28/05/15

Oligoelementi, Oro

Oligoelementi, Oro: L' oro non è un elemento chimico essenziale , ma viene tuttavia utilizzato in oligoterapia catalitica per aumentare le difese in caso d...

18/05/15

Oligoterapie per le allergie, sua maestà il Mangan...

Tutto cominciò...: Oligoterapie per le allergie, sua maestà il Mangan...: Non tutti conoscono i benefici che si possono trarre dagli oligoelementi , conosciuti fin dai tempi più remoti, ma il cui uso si è perdut...

17/05/14

Zucchero global | lo zucchero industriale

La zolletta è un antialimento Lo zucchero in cristalli (o a volte in zollette) che portiamo in tavola e che usiamo in cucina può essere estratto dalla barbabietola da zucchero oppure dalla canna da zucchero. In ogni caso si tratta di saccarosio per oltre il 99 per cento, un prodotto «puro» come non esiste in natura e quindi già come tale non identificabile con il termine «alimento». 

I vegetali infatti contengono sempre, oltre alle proteine, ai carboidrati e ai lipidi, un corredo di numerose altre sostanze: acqua, fibre, vitamine, sali minerali, oligoelementi, enzimi, pigmenti, polifenoli ecc. 

È nel loro insieme che il nostro organismo li riconosce e riesce a utilizzarli. Il saccarosio puro è invece da considerarsi un «non-alimento» o addirittura un «antialimento» in quanto, per poter essere rnetabolizzato, ha bisogno di sali minerali (tra cui il calcio) e di vitamine (soprattutto del gruppo B) che a questo punto deve sottrarre all'organismo. Lo zucchero che viene utilizzato dal nostro organismo e che, tra l'altro, costituisce insieme all'ossigeno l'unico nutrimento per il nostro cervello, è il glucosio. Ciò che conferisce il sapore dolce alla frutta è un altro tipo di zucchero ancora, chiamato appunto fruttosio. In alcune verdure troviamo l'inulina, dolce anch'essa. Il dolce.del latte è invece dato dal lattosio e dal galattosio. Quindi quando esaminiamo il fabbisogno dell'organismo e l'utilizzo delle sostanze non dovremmo parlare di zucchero bensì di zuccheri

Ogni anno consumiamo dai 24 ai 58 chili di zucchero saccarosio. Un secolo fa ci fermavamo a 3 chili. Abbiamo fatto un bel passo avanti ... Certo, un tempo non esisteva l'industria alimentare di oggi, i supermercati erano inesistenti e le merendine - in un'epoca in cui fare tre pasti al giorno era già difficile - roba da fantascienza. I nutrizionisti più radicali conosceranno bene un libro-manifesto contro lo zucchero raffinato, Sugar Blues. L'autore, William Dufty, racconta la sua odissea con la zolletta: da zuccherodipendente a pentito irriducibile, che ritrova la gioia di vivere. È questa dunque una forma di dipendenza indotta da un certo modo di produrre alimenti, a base spesso di zucchero. E poi, eventualmente, dal resto.

zucchero cristallizzato
Diamo perciò sempre un'occhiata alle etichette dei prodotti, tenendo conto che l'ingrediente citato all'inizio della lista è quello più presente in percentuale. Per alcuni esperti, il saccarosio dovrebbe coprire al massimo il 10 per cento di calorie totali; oltre si va incontro a squilibri alimentari. Solo che è difficile controllare questa dose visto che lo zucchero si nasconde in tanti alimenti. Oltretutto, diversi studi hanno messo in evidenza che un eccessivo consumo di zucchero e di prodotti zuccherati provoca in bambini e adulti modifiche nell'umore, rallentamento dell'attività intellettuale e motoria (il ragazzo sembra non interessarsi a niente e non ha voglia di muoversi); oppure può arrivare all'eccesso opposto con iperattività e comportamenti asociali. In più, oltre a ragioni strettamente salutistiche e personali, esiste anche una questione ambientale.

Il ciclo produttivo della barbabietola da zucchero richiede un alto consumo energetico, provoca squilibri ambientali a causa di un sistema agricolo basato sulla monocultura e sull'impiego di fertilizzanti chimici e pesticidi. Diminuire la dose di zucchero, anche in questo caso, ha di fatto una valenza culturale: orienta a scegliere cibi genuini e invita a scoprire sapori autentici, non appiattiti dal sapore consolatorio del «candido» dolcificante.

28/02/14

Il poco conosciuto Aceto di Miele e le sue qualità

Potrei fare un sondaggio costituito da un'unica domanda: conoscete l'aceto di miele? Sì avete capito bene, di miele non di mele. Credo che riceverei moltissime risposte negative. Questo straordinario aceto merita di essere conociuto e con esso le sue straordinarie qualità.
L’aceto di miele fu il primo aceto ad essere utilizzato dall’uomo: già gli antichi egizi ne facevano largo uso moltissimi anni prima della coltivazione della vite. Esso proviene dal miele di castagno che, trasformato attraverso la fermentazione acetica, assume un colore bruno-dorato e un sapore gradevole. L’aceto di miele non è solamente utilizzato come semplice condimento ma anche come agro-medicamento di incredibile versatilità in quanto ricco di enzimi e sali minerali.
Aceto di miele

Esso contiene infatti oltre a glucidi semplici, proteine, acidi organici, sostanze aromatiche, sali minerali, oligoelementi. La presenza degli enzimi agisce favorevolmente sui processi digestivi, le vitamine del gruppo B intervengono nel ricambio organico, vitamine C, PP, acido pantotenico e flavonoidi svolgono un’azione positiva sulla dentizione e resistenza capillare, potenziando nello stesso tempo le difese immunitarie. Esso inoltre è privo di albumina e presenta poche tracce di cloruro di sodio, fattori che lo rendono particolarmente indicato nei soggetti nefritici. L’abbondanza di sali minerali e oligoelementi conferisce all’aceto di miele proprietà rimineralizzanti: migliora la fissazione del calcio, previene la decalcificazione delle ossa, denti, capelli, e allevia i dolori articolari dovuti al depositarsi del calcio nei tessuti molli. Essendo un prodotto naturale, può fare un sedimento che non altera minimamente il prodotto ed è completamente innocuo. Dai quattro ai cinque anni di attesa vengono ripagati dalle caratteristiche straordinarie di questo aceto. Il profumo, il sapore, tutto riconduce alla materia prima… il miele di castagno. La caratteristica principale sta nella mancanza assoluta di zuccheri pur mantenendo inalterate le proprietà organolettiche del miele. È indicato, quindi, a coloro i quali vogliono assimilare tali proprietà senza dover assumere zuccheri. Come ogni buon aceto è naturalmente ottimo per condire tutte le insalate.
Consigli per l’uso
 In cucina: viste le molteplici proprietà, l’aceto di miele non ha limiti al suo impiego per tutti gli usi culinari, compreso l’uso come bevanda dissetante e corroborante. Viene utilizzato come condimento di insalate e ortaggi che acquistano sapore e aroma. In caso di difficoltà digestiva nei confronti di aglio e cipolla crudi, è sufficiente lasciarli macerare in agro (aceto di miele) per circa un ora. Sui crostacei e sulla frutta , sui formaggi e le carni Nel periodo estivo può risolvere il problema della sete eccessiva: è sufficiente aggiungere un cucchiaino in un bicchiere di acqua fresca, non ghiacciata; se invece si vuole ottenere una bevanda più gradevole e terapeutica, la soluzione ottimale è quella di dolcificarla con miele, esaltando i benefici.
 In cosmetica: è sempre valido il consiglio della nonna per la bellezza dei capelli (un cucchiaino nell’acqua dell’ultimo risciacquo); oppure è possibile concedersi frizioni e bagni tonici e rassodanti per la pelle e specialmente per i piedi in estate (aggiungere una macerata di ortica, edera e salvia nella bacinella da bagno insieme a tre o quattro cucchiai di aceto).
Non solo: mescolato nell’acqua del bagno, cancella gli odori sgradevoli e rinfresca la pelle accaldata. Per un sorriso smagliante, infine, fare risciacquo con una miscela fatta da un cucchiaio di aceto di miele e uno di sale fino integrale, utile nella prevenzione del tartaro.
Mineralizzante:  realizzate un cocktail energetico così composto: un bicchiere di acqua, due cucchiai di aceto di miele, un cucchiaio di miele, un cucchiaio raso di polline.Sarà favorito l’assorbimento di ferro, la fissazione del calcio e una migliore utilizzazione dei sali minerali. Anche la salute dei denti se ne avvantaggerà: maggiore resistenza alla carie, minore formazione del tartaro.
Tonificante: l’impiego giornaliero di aceto di miele infonde energia perché equilibra e ottimizza tutte le funzioni organiche, per raggiungere ottimi risultati è bene bere un bicchiere di acqua acidula appena svegli, uno a metà mattinata.
Stress:  in un bicchiere di acqua ponete due cucchiai di aceto di miele, versate poi la soluzione ottenuta sul palmo della mano e passatela su tutto il corpo. Subito dopo frizionate energicamente tutto il corpo con entrambi le mani

21/11/13

Alium oles: puzzi d'aglio! Ma quanti benefici!

Aglio: proprietà e fitoterapia




L'aglio dal profumo così intenso, molti non lo apprezzano, dicono che lascia un alito cattivo, in grado di stendere anche il partner più appassionato, o qualunque altro interlocutore ben disposto nei nostri confronti. Sarà anche così, ma è pur vero che le sue proprietà, dovrebbero indurci a farne un più largo consumo e non è detto che lo sidebba consumare crudo, prendendo a morsiuna testa d'aglio.
L'aglio si presenta come pianta erbacea alta dai 30 agli 80 cm, che allo stato selvatico è perenne, mentre coltivata si propaga esclusivamente per via vegetativa a causa della sua sterilità.
L'aglio possiede una parte ipogea costituita principalmente dal bulbo, rivestito da involucri rossicci e composto a sua volta da numerosi bulbi più piccoli, gli spicchi, che forniscono la droga, cioè la parte utilizzata in campo fitoterapico.


Aglio, pianta

Il bulbo dell'aglio è uno dei rimedi più antichi e diffusi dalla medicina popolare.
Aglio e allicina: aroma e proprietà antibatteriche
I composti solforati contenuti nell'aglio sono responsabili della formazione del tipico odore, in particolare l'allicina: questa viene liberata quando l'enzima allinasi agisce sull'alliina, un composto incolore ed insapore che rappresenta il componente principale della droga fresca.
L'aglio sprigiona il suo odore caratteristico ogni volta che viene “danneggiato”, per esempio durante la masticazione, il taglio, oppure la spremitura; questo è il motivo per cui gli spicchi interi non hanno odore. In effetti, nella cellula intatta l'alliina e gli altri solfossidi sono confinati nel citoplasma, mentre il suo enzima idrolitico - allinasi - è presente solo nel vacuolo: la distruzione della struttura cellulare dell'aglio libera così il suddetto enzima, che determina idrolisi dei solfossidi e loro trasformazione in disolfuri e trisolfuri.
L'allicina è un antibiotico notevole, il cui forte potere inibente su numerosi tipi di batteri (tra cui quelli responsabili del tifo) venne notato già nel 1858 da Louis Pasteur.
Oltre all'allicina, l'aglio contiene altre sostanze antibatteriche come la garlicina; è ricco di sostanze minerali ed oligominerali, quali magnesio, calcio, fosforo, iodio e ferro; sono presenti tracce di zinco, manganese, selenio, vitamina C (solo nell'aglio fresco), provitamina A, vitamine B1-B2-PP; contiene sostanze ormono-simili ed enzimi (lisozima e perossidasi).
Tra le numerose proprietà ascritte all'aglio c'è quella di donare alla pelle un aspetto sano e di favorire la crescita dei capelli; tale effetto è dovuto alla presenza dell'acido fitinico, che da un lato lega le sostanze minerali e dall'altro può essere trasformato in inositolo, una sostanza simile alle vitamine in grado di stimolare la crescita cellulare.
L'aglio contiene anche alcaloidi che svolgono un'azione simile a quella dell'insulina, abbassando il livello di glicemia nel sangue: per questa ragione l'aglio è considerato un valido supporto nelle terapie contro il diabete ed in altre malattie legate al metabolismo degli zuccheri.
L'aglio rafforza il sistema immunitario ed agisce come potente battericida su tutto l'organismo; è un potentissimo vermicida, un regolatore della pressione arteriosa (agisce provocando vasodilatazione delle arteriole e dei capillari), riduce il rischio di sclerosi delle arterie, previene l'aggregazione piastrinica (di conseguenza la formazione di trombi), regolarizza il tasso di colesterolo e trigliceridi nel sangue.
Una delle proprietà più importanti ed interessanti dell'aglio è quella riguardante la sua caratteristica funzione antibiotica (azione batteriostatica e battericida sia verso i Gram+ che i Gram-): è infatti un valido antibiotico da utilizzare nei casi i cui la flora batterica intestinale sia stata alterata da cure precedenti. A differenza degli antibiotici di sintesi, l'aglio - mentre si occupa dei batteri patogeni - non solo non attacca la flora batterica saprofita, ma ne favorisce addirittura il ripristino.
Questa pianta costituisce un ottimo rimedio contro meteorismo e crampi addominali, ed è utilissima anche in caso di diarrea acuta e cronica o feci muco-sanguinolente (dissenteria).
Studi clinici hanno riportato l'azione dell'aglio anche nei confronti dell'Helycobacter pylori, il batterio in parte responsabile dell'ulcera gastrica e dello sviluppo di forme tumorali allo stomaco.
Un'altra proprietà dell'aglio è quella di proteggere dai pericolosi metalli pesanti, sostanze molto dannose che entrano nell'organismo attraverso smog, otturazioni dentali di vecchia concezione (es. al piombo), frutta ed ortaggi contaminati,; gli organi maggiormente colpiti dai metalli pesanti sono i polmoni, i reni, il fegato ed il sistema nervoso, con effetti che vanno dal sintomo immediato sino a manifestazioni patologiche a distanza di diversi anni. In che modo agisce l'aglio in questo senso? Si comporta da chelante: in pratica, i composti solforati presenti tra le molecole dell'aglio si legano stabilmente alle molecole di mercurio, piombo e cadmio presenti nell'organismo, che in questo modo vengono eliminate con facilità. Chiedete al vostro erborista come assumerlo, vi sono molti prodotti a base d'aglio che possono evitarvi di mangiarne direttamente gli spicchi.



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21/10/13

Oligoelementi: le diatesi e loro classificazioni


La diatesi è la predisposizione, indicante la speciale capacità reattiva dell'organismo a determinati stimoli, sufficienti a determinare reazioni abnormi e malattie.
Le prime due diatesi sono dette “giovani”, o “di nascita”, essendo il risultato del patrimonio genetico fornito dai genitori esprimono capacità di difesa e di adattamento mentre le ultime due sono “di involuzione” o “vecchie”, essendo diatesi verso le quali si evolve come risultato del passaggio degli anni, a seguito del progressivo calo di forza vitale.
Condizioni anormali di vita e patologiche possono accelerare il passaggio verso le diatesi vecchie, di involuzione, rappresentando cosi il progressivo decadimento organico e vitale. Con l’utilizzo degli oligoelementi si possono ripristinare le condizioni favorevoli al mantenimento o al ritorno verso la diatesi “giovane”. C’è da ricordare che una carenza di vitamine e di oligoelementi può creare delle alterazioni strutturali e fisiologiche fino a rendere favorevole il “terreno” alle malattie.
La carenza di oligoelementi può avvenire da situazioni di stress, da inquinamento ambientale, da abuso di farmaci, da assunzione di cibi poveri di elementi minerali, dall’impiego massiccio di pesticidi e prodotti chimici in agricoltura, l’AMETALLOSI è una carenza di atomi metallici, che comporta uno squilibrio generale e provoca malattie funzionali.
Se si corregge quindi questa carenza si riequilibra il metabolismo, si guarisce la malattia funzionale, e si ripristina lo stato armonico di salute Ci sono varie tipi di Medicina oligoterapica, quella qui trattata  è quella a dosi infinitesimali, tutte le altre sono di appannaggio di specialisti medici e vanno seguite sotto stretto controllo clinico.
DIATESI ALLERGICA Mn, iperattiva
E’ detta anche del MANGANESE, le caratteristiche intellettuali e psicologiche sono del TIPO, energico, volitivo, impetuoso, ottimista, fiducioso di sé, nervoso, irascibile, amante delle novità, memoria selettiva, emotivo, passionale.
Il comportamento fisico è caratterizzato da astenia, stanchezza, che scompare durante l’attività, è iperattivo la sera, ha un sonno irregolare.
La predisposizione è alle emicranie periodiche, a allergie agli agenti esterni, alle riniti, alle algie, ai disturbi digestivi o intestinali di tipo nervoso, alla gotta, disturbi mestruali.
DIATESI IPOSTENICA Mn-Cu, iporeattiva, ipostenica
E’ detta anche del MANGANESE-RAME, le caratteristiche intellettuali e psicologiche sono del TIPO calmo, ponderato, indifferente, scarsa memoria, metodico, autocontrollato, non passionale.
Il comportamento fisico è caratterizzato dalla stanchezza di sera e allo sforzo, con mancanza di resistenza, bisogno di riposo, sonno abbastanza buono.
Come predisposizione alle malattie: fragilità delle vie respiratorie, infezioni, reazioni linfatiche e digestive, artrosi, cefalea, diabete, obesità, artrite.
DIATESI DISTONICA, Mn-Co, distonica
E’ detta anche del MANGANESE-COBALTO, le caratteristiche intellettuali e psicologiche sono del TIPO ansioso, nervoso, malinconico, depresso, affaticabile, con cattiva memoria, cattiva concentrazione, invecchiamento organico.
Il comportamento fisico è caratterizzato da stanchezza progressiva agli arti inferiori, disturbi neurovegetativi, circolatori, digestivi, articolari, il sonno è mediocre, soffre di risvegli notturni.
La predisposizione alle malattie si evidenzia nei disturbi neurovegetativi, circolari, cardiovascolari, nella ipertensione, nelle ulcere, negli spasmi, nella colite nei calcoli, nell’artrosi, nella cefalea.
DIATESI ANERGICA, Cu-Au-Ag, astenica
E’ detta del RAME-ORO-ARGENTO, le caratteristiche intellettuali e psicologiche sono mancanza di vitalità, depressione, obnubilazione, indecisione, volubilità, mancanza di memoria e di concentrazione, grande rilassatezza.
Come comportamento fisico si ha stanchezza continua, nessuna autodifesa né fisica né morale, lassitudine generale, insonnia, incubi notturni , angoscia.
La predisposizione alle malattie spesso di tipo degenerativo, come la scoliosi, la febbre, il reumatismo grave, la poliartrite, il blocco linfatico, infezioni acute e recidivanti, degenerazioni tessutali, senilità globale.

20/10/13

Oligoelementi: cosa sono e a cosa servono


Gli oligoelementi non fanno parte delle scoperte recenti, infatti erano, pur empiricamente, fin dal Medioevo.
L’Oligoterapia nasce nel 1894 con Gabriel Bernard il quale scoprì che gli elementi traccia nel nostro organismo non erano delle impurità, ma erano essenziali sia pure in minime quantità, alle funzioni metaboliche del nostro organismo, nel 1920 Sutter utilizzava un preparato a base di Manganese e Rame, per curare l’eczema e l’asma bronchiale.
La vera sperimentazione scientifica si ebbe alla fine dell’Ottocento con Jacques Ménétrier. Negli anni ’30 Ménétrier introdusse l’uso degli oligoelementi in terapia definendola OLIGOTERAPIA CATALITICA, ed il suo modello biologico prevede l’inserimento nell’organismo di microquantità in soluzione gluconata, con assorbimento perlinguale o parenterale, per il trattamento dei DISTURBI FUNZIONALI, in contrapposizione ai disturbi lesionali.
Gli oligoelementi sono presenti in concentrazione uguale o inferiore allo 0,01% del peso secco corporeo, sono presenti in tutti i tessuti sani di tutti gli organismi viventi, hanno una concentrazione tessutale relativamente costante, la loro carenza induce alterazioni strutturali e fisiologiche, il loro utilizzo, previene e guarisce le affezioni morbose provocate da uno stato carenziale.
Gli oligoelementi essenziali sono:
Cobalto (Co), Cromo (Cr), Fluoro (Fl), Ferro (Fe), Manganese (Mn), Nichel (Ni), Rame (Cu), Selenio (Se), Silicio (Si), Zinco (Zi) e Zolfo (S).
Gli oligoelementi sono i catalizzatori delle funzioni biologiche dell’organismo, il termine “Oligos” deriva dal greco e significa "poco", sono presenti in quantità infinitesimali in tutti gli organismi viventi, nelle piante, negli animali, nell’uomo. Si impiegano in dosi infinitesimali, la dose giornaliera varia da qualche milligrammo a milionesimo di grammo 
(l’uso di braccialetti di rame per prevenire le infezioni e combattere i reumatismi, risale a 6000 anni prima di Cristo, successivamente furono scoperte le proprietà antinfettive dell’Argento, o quelle sedative del Magnesio).
Sono dei “BIOCATALIZZATORI”, ovvero aiutano, attivano, le reazioni chimiche e metaboliche indispensabili alla vita. La loro carenza induce alterazioni strutturali e fisiologiche, somministrati a giuste dosi prevengono e guariscono gli stati di carenza., e il loro impiego aiuta a ripristinare le funzioni deficitarie dell’organismo. Si integrano, in quanto naturali all’organismo e non sono come i farmaci di sintesi che sostituiscono parzialmente un funzionamento deficitario, i farmaci vengono abitualmente eliminati attraverso gli organi emuntori., mentre gli oligoelementi entrano nel tessuto cellulare riportando il corpo allo stato di equilibrio funzionale.
La CATALISI, deriva dal greco “Katalysis” e significa dissoluzione, consiste nell’accelerazione di una reazione chimica tramite la presenza di una sostanza che pur partecipando alla reazione stessa, non viene né consumata, né trasformata nel corso di detta reazione. Sono gli enzimi che fungono da catalizzatori delle reazioni chimiche necessarie alla vita umana, ed essi per funzionare correttamente, hanno necessità degli oligoelementi.
Per ATTIVITA’ CATALITICA degli oligoelementi si intende la capacità dei minerali traccia di attivare importanti enzimi nel nostro organismo, che entrano nelle reazioni chimiche fungendo da catalizzatori, accelerandone di migliaia di volte la velocità.
Proprio dalla CHELAZIONE “blocco”, degli oligoelementi nel nostro organismo (cosa che comporta la cessazione totale o parziale delle attività presiedute dagli enzimi) deriverebbe infatti, il blocco di talune reazioni chimiche, causa di patologie funzionali. L’esempio classico è quello del rame come oligoelemento, la cui presenza è indispensabile all’assorbimento del Ferro per combattere le anemie.
La dose infinitesimale degli oligoelementi è assolutamente PRIVA DI TOSSICITA’.
Gli attuali metodi di coltivazione, e soprattutto i concimi chimici, depauperano i prodotti alimentari di vitamine e di minerali, ed anche di conseguenza di oligoelementi, i quali agiscono sul “terreno”, non solo sul sintomo, ma soprattutto sulle cause profonde della malattia, risolvono le cause tessutali e metaboliche, rinforzano le difese immunitarie, sono un supporto terapeutico sostanziale e indispensabile, come integrazione totale alla terapia fitoterapica, e ad altre terapie naturali.
Si utilizzano sia per aiutare a superare alcune tendenze patologiche funzionali, squilibri, che caratterizzano alcuni tipi di persone, ed anche possono essere usati per intervenire sul singolo disturbo che si presenta. L’uso corretto degli oligoelementi porta a dei cambiamenti reali, ed essendo le DIATESI (predisposizioni) reversibili si può passare da uno stato di anergia, che è quello più grave, ad uno stadio di salute migliore. Lo scopo dell’oligoterapia è quello di ristabilire le funzioni metaboliche bloccate, attraverso la somministrazione di attivatori di pronto impiego e di elevata bio-disponibilità. L’azione è regolatrice ed equilibratrice e si adatta e si applica all’insieme del caso clinico nei suoi elementi psichici e fisiologici.
L’oligoterapia riconosce come tendenze patologiche, dette Diatesi Funzionali quattro terreni che vengono definiti con il nome o le loro associazioni in:
Manganese, Manganese-Rame, Manganese-Cobalto e Rame-Oro-Argento.
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