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10/07/15

Oligoelementi, Ferro

 Oligoelementi, Ferro: Probabilmente la carenza di ferro e acido folico è l'alterazione nutrizionale più comune al mondo. Il fabbisogno quotidiano di ferro ...

11/09/14

Un impatto a 42.000 km/h

Meteor Crater, il primo
cratere meteoritico accertato

Sono all'incirca 60 i km ad est di Flagstaff, Arizona, dove è situato il celebre Meteor Crater, ovvero sia il primo cratere meteoritico terrestre fino ad ora di cui ci si è accertati.


All'incirca 50.000 anni fa, esattamente durante il Pleistocene, periodo in cui nell'altopiano del Colorado non c'era la temperatura calda e l'umidità attuale.

Il diametro è di 1.200 metri, possiede una circonferenza dal bordo rialzato che tocca punte di 45 metri e una profondità di 170 metri (idealmente si potrebbe costruire un palazzo di 60 piani) si trova a circa 1.740 metri sopra il livello del mare. Inizialmente si pensava che la velocità di impatto fosse di 70.000 km/h, ma la stima esatta è di circa 42.000 km/h; si pensi che la separazione del primo stadio dell'Apollo 11, avvenne a 10.000 km/h.

Ricco di nichel e ferro il meteorite che impattò con la Terra, possedeva un diametro di 30-50 metri e, al momento dello schianto emanò una forza d'urto di quasi 10 megaton. Dai calcoli effettuati si pensa che vennero mosse più o meno 300 milioni di tonnellate di sedimenti. L'urto che ne scaturì ha dato vita ad una stratigrafia inversa generando una presentazione invertita degli strati  rispetto al normale: dal bordo del cratere verso l'esterno troviamo uno strato di arenaria formatasi 265 milioni di anni fa, uno strato calcareo formatosi 255 milioni di anni fa, uno di dolomite di 250 milioni di anni fa e uno di mudstone formatosi 245 milioni di anni fa.


28/05/14

La struttura della tavola periodica | Come è stata scoperta | Parte seconda.

Alchimisti
(immagine dal web)
Eravamo arrivati alla scoperta della "quintessenza", l'etere dei cieli da parte di Aristotele. 

Ovviamente, alcune delle circa 90 sostanze che esistono in natura e che oggi riconosciamo come elementi, erano già ben note fin dall'antichità e anche da prima.
Il carbonio, il rame, l'oro, il ferro, il piombo, il mercurio, l'argento, lo stagno e lo zolfo. Queste sostanze si trovavano da sole, oppure erano facilmente separabili dai minerali in cui comparivano.

Per diversi secoli, gli alchimisti si affaccendarono per cercare di trasformare i metalli "vili" che si trovano in natura, come per esempio il ferro e il piombo, in metalli "nobili", come l'oro e l'argento, ma senza avere successo.
Nelle parole sprezzanti del filosofo Francesco Bacone, che scriveva poco dopo il 1620: "Tutta la filosofia della natura che abbiamo oggi è quella dei greci o l'altra, degli alchimisti. L'una riesce solo a moltiplicare le parole, l'altra non riesce mai a moltiplicare l'oro".(science)

29/04/14

Il forte e fresco Crescione

Il nome latino del crescione è Nasturtium officinale. Plinio fa derivare il nome Nasturtium da nasus (naso) e tortus (torto), alludendo all'odore piccante della pianta che può irritare le narici. In Italia lo si trova con frequenza nelle acque limpide ferme o nei ruscelli della pianura fino a circa 2.000 m. 

Il forte e fresco Crescione
il-trafiletto.blogspot.it
La pianta è un'erba perenne della famiglia delle Brassicacee, con foglie di colore verde intenso, carnose e fiori piccoli e bianchi (maggio-settembre), in grappoli densi; il sapore ricorda quello della senape, ma è un po' meno piccante. Per trarre il massimo vantaggio dalle sue preziose proprietà è consigliabile mangiare il crescione molto verde, fresco, e lavato accuratamente perché la pianta stessa può trasmettere all'uomo una malattia parassitaria: la distomatosi (infestazione da parte di vermi parassiti). È ricchissima di sali minerali e vitamine: glucoside solforato, iodio, ferro, rame, zinco, manganese e vitamine A, B1, B2 e C. Il crescione è depurativo del sangue e diuretico: è molto indicato in caso di gotta, artrite, obesità, combatte i disturbi legati alle alimentazioni ricche di carni e di grassi. Stimola l'appetito e il metabolismo, contribuisce a vincere l'astenia (debolezza) causata da mancanza di vitamine o minerali; consumato fresco, come insalata, insieme a tarassaco, acetosa e ortica, rientra nelle cosiddette «cure depurative primaverili». È un blando stimolante di tutte le funzioni organiche. Grazie ai suoi oli essenziali solforati, facilita l'espettorazione e decongestiona l'apparato respiratorio. Soprattutto chi soffre di bronchite e di enfisema trae beneficio dalle sue proprietà. Infine, è cicatrizzante: i cataplasmi di crescione possono essere applicati sulle piaghe o sulle ferite che faticano a rimarginarsi, rigenerano la pelle in caso di eczema, acne e dermatosi e, inoltre, aumenta leggermente la circolazione nel cuoio capelluto e rallenta la caduta dei capelli. Alla pianta è stata attribuita un'interessante efficacia terapeutica nel trattamento di anemie da carenza di ferro.

PREPARAZIONE E USO Per essere pronti al sole Il crescione si deve usare crudo e fresco se si vuole beneficiare di tutte le sue virtù medicamentose. L'ebollizione, la cottura, l'essiccamento lo privano di ogni virtù terapeutica. È controindicato per chi soffre di ulcera gastroduodenale e nefrite. In alcuni casi può provocare cistalgia (dolori alla vescica) e, raramente, disturbi gastrointestinali. Si consigliano 60-100 g di succo al giorno in latte freddo o in una bevanda fredda. Per prepararsi all'abbronzatura, mescolare un cucchiaio di succo di foglie di crescione o mezzo bicchiere di succo di carota fresco, due volte al giorno per venti giorni. Cataplasmi: si preparano con 100 g di crescione fresco pestato nel mortaio; si avvolge in uno garza e si applica sulle zone colpite. Lozioni: applicare il succo direttamente sulla pelle. Sciroppo: 500 g di succo filtrato di crescione in 750 g di zucchero: da 40 a 100 g di sciroppo al giorno, puro o in bevanda fredda.

04/03/14

Marzo: cosa metto nel carrello della spesa?

Siamo a Marzo, mese della primavera, del risveglio della natura, delle giornate più lunghe e dell'energia ritrovata. Vogliamo continuare a star bene, ma cosa possiamo mettere nel carrello della spesa? Ecco alcuni suggerimenti per la verdura:
Gli agretti,detti anche “Barba di Frate” (mia nonna li chiamava "barba dei cappuccini"), non sono altro che le piantine giovani della Salsola soda.   Possono essere consumati cotti al vapore o lessati e poi conditi anche semplicemente con dell’olio, aglio, sale e limone. Ricchissimi di potassio, calcio e vitamine C e B3, queste saporite piantine, sono particolarmente depurative, diuretiche e rimineralizzanti. Proprio grazie a tali proprietà, in questa stagione sarebbe opportuno consumarli regolarmente.
Verdura

Spinaci: anche se per lo più disponibili in tutto l’anno, è proprio in questo periodo però che possiamo trovarne di più freschi e saporiti, soprattutto della varietà a foglia piccola adatti a veloci insalate crude. Ben noti per le qualità nutrizionali, gli spinaci contengono elevati livelli di ferro e calcio, ma la presenza dell’acido ossalico che lega i due minerali, ha come conseguenza che questi non possano essere assorbiti dal corpo. Ma dall’alto contenuto di vitamine A e C, questa verdura, a foglia verde, è antiossidante e straboccante di acido folico, indispensabile soprattutto per le donne in gravidanza.
Cipolline: possono essere mangiate crude, mantenendo così tutte le proprietà nutrizionali, o semplicemente scottate per dargli quel sapore vibrante e croccante, che le caratterizza rispetto alle cipolle normali. Tenere e gustose, le cipolline (ottime se in agrodolce o sotto aceto), sono semplicemente cipolle bianche, raccolte in giovane età, che appartengono alla stessa famiglia, dell’aglio, porro, scalogno ed erba cipollina. Sono un’ottima fonte di vitamina B e C, acido folico e fibre. Antiossidanti e contenenti flavonoidi, queste aiutano a proteggere l’organismo dal cancro e dalle malattie cardiache.
Altre verdure sono: barbabietola rossa, broccolo, cicoria, carote, sedano, fagioli....
Per quanto concerne la frutta, il vostro carrello potrà accogliere:
Avocado: originario di una vasta zona geografica che si estende dalle montagne centrali ed occidentali del Messico, attraverso il Guatemala fino alle coste dell’Oceano Pacifico nell’America centrale, l’albero dell’Avocado può raggiungere anche i 15-20 metri d'altezza. Il frutto, leggermente allungato quasi rassomigliante a una pera, dalla polpa verde o gialla, è particolarmente ricco di beta-carotene e potassio. Ottimo idratante per la nostra pelle è l’olio che se ne ricava, ma non solo, infatti in cucina è buonissimo, sia se consumato da solo in macedonie con altra frutta, o se aggiunto ad un po’ di fresca lattuga.
Lime: agrume del genere Citrus, il Lime è molto probabilmente un ibrido tra il cedro e il limone. Molto usato nella preparazione di cocktail, come l’intramontabile Mojito, l’essenza di questo frutto dal colore verdognolo, viene impiegato molto nell’industria cosmetica, soprattutto come profumo. Ma non è da meno il suo uso in cucina, soprattutto come sostituto del limone, per macedonie o piatti di pesce. Come tutti gli agrumi una un elevato contenuto di Vitamina C e sali minerali. È un naturale antiacido gastrico, favorisce la digestione con proprietà toniche, rinfrescanti, antisettiche e per finire antibatteriche.
Altra frutta di questo mese: arancia, mandarino, pere, kiwi, mele, frutta secca, mandarancio, pompelmo, limone  

14/02/14

Sarà una pianta a sconfiggere il cancro?

Il cancro può definirsi senza dubbio la malattia del secolo, ed è quella che determina più morti sul nostro pianeta. Solamente nel 2008 sono stati diagnosticati circa 12,7 milioni di tumori maligni e 7,6 milioni di persone sono morte di cancro in tutto il mondo. moltissimi i soldi impiegati per la ricerca medica, cercando di trovare una cura definitiva. Una delle tante cure è quella nota come "erba magica", una terapia per lo più ignorata dalla comunità medica, ma che in realtà distrugge fino al 98% delle cellule cancerogene in sole 16 ore. Secondo quanto riporta Spirit Science and Metaphysic questa tecnica veniva impiegata nella medicina cinese e il solo impiego dell'erba, chiamata Artemisia Annua, diminuiva le cellule tumorali del polmone del 28% e, in combinazione con il ferro, distruggeva il cancro. In passato l'artemisinina, il principio attivo estratto dalla pianta, appartenente alla famiglia delle Asteraceae, originaria della provincia di Hunan in Cina, è stata utilizzata come un potente rimedio antimalarico ma ora è documentato che questa cura è efficace anche nella lotta contro il cancro. Questo perché quando si aggiunge del ferro alle cellule tumorali infettate, attacca selettivamente le cellule "cattive", e lascia quelle "buone" intatte. Gli scienziati che seguono le ricerche, condotte presso l'Università della California, hanno dichiarato: "In generale i nostri risultati mostrano che l'artemisinina ferma il fattore di trascrizione 'E2F1' e interviene nella distruzione delle cellule tumorali del polmone, il che significa che controlla la crescita e la riproduzione delle cellule del cancro". Utilizzando una varietà resistente alle radiazioni delle cellule del cancro al seno (che aveva anche una elevata propensione per l'accumulo di ferro) l'artemisinina si è dimostrata avere un tasso di uccisione del cancro del 75% dopo appena 8 ore, e uno del quasi 100% dopo appena 24 ore.

01/01/14

Il dolce dattero e le sue potenzialità

Se leggete la versione integrale delle Mille e una Notte, fra poesie eleganti, storie coinvolgenti e avventure mirabolanti, troverete anche riferimenti alla tipica cucina orientale. Vi sono rammentati anche i dolci datteri, molto usati e apprezzati. Essi apportano grandi benefici per la salute e sono parte dell'alimentazione di base  dell'Africa mediterranea e dei paesi dell'Asia occidentale.  E' la palma da dattero che li produce, un albero molto longevo, che può vivere fino a 300 anni e produrre anche 50 chili di datteri all'anno.  Sono ricchi di ferro, vitamine e sali minerali, e contengono zuccheri naturali che li rendono adatti per dolcificare alimenti e bevande. Consumarli regolarmente contribuisce ad abbassare il colesterolo. Hanno proprietà antinfiammatorie naturali, adatti in caso di raffreddore e irritazioni alle vie respiratorie.
Datteri

 I datteri non contengono colesterolo e presentano una scarsa quantità di grassi. Rappresentano una buona fonte di fibre vegetali e di vitamine del gruppo B, come la vitamina B1, B2, B3 e B5. Contengono inoltre vitamina C. Ottimi per il funzionamento del sistema digestivo, poichè contengono fibre sia solubili che insolubili e di differenti tipologie di amminoacidi. Sono una fonte di energia immediatamente a disposizione dell'organismo, per via del loro contenuto di zuccheri naturali, come il fruttosio. Per questo motivo potrete utilizzarli per preparare una colazione energetica, nei frullati di frutta o spezzettati in abbinamento con frutta e cereali per creare un muesli casalingo. Rappresentano uno spezzafame salutare, soprattutto se si fa attenzione ad evitare i datteri conservati con additivi artificiali e sciroppo di glucosio. Inoltre sono una buona fonte di potassio e risultano allo stesso tempo poveri di sodio. Ciò li rende utili per favorire il buon funzionamento del cuore e della circolazione del sangue. Ecco alcuni esempi di come utilizzare i datteri. Chi soffre di stipsi, può provare ad immergere qualche dattero in un bicchiere d'acqua per tutta la notte e a consumare sia il liquido ottenuto, dopo averlo filtrato, che i frutti stessi al mattino per risvegliare l'intestino. In caso di raffreddore, per trovare sollievo, potrete preparare un decotto di datteri: vi serviranno 100 grammi di datteri secchi e mezzo litro d'acqua. E' sufficiente bollire i datteri per qualche minuto nell'acqua, filtrare e dolcificare a piacere. Poi potrete mangiare i datteri, oppure utilizzarli nelle vostre ricette in sostituzione dello zucchero. Questi preziosi frutti sono inoltre parte di un rimedio afrodisiaco di origine indiana, che consiste nell'immergere una manciata di datteri nel latte di capra per tutta la notte. Al mattino dovrete frullare i datteri insieme al latte ad aggiungere un po' di miele e semi di cardamomo in polvere, prima di bere il tutto. Chi volessse sperimentare, potrebbe provare a sostituire il latte di capra con del latte vegetale. Il consumo di datteri è benefico per la vista e per proteggere gli occhi. La loro assunzione, secondo la medicina naturale, può essere utile in caso di tumori a livello dell'addome. In ogni caso i datteri rappresentano un rimedio naturale privo di effetti collaterali. Potrebbero esservi alcune restrizioni nel loro consumo in caso di diabete o di diete particolari. Nel dubbio, è bene consultare il proprio medico. Per utilizzare i datteri al meglio, potrete ammorbidirli in acqua e frullarli per dolcificare bevande naturali, succhi di frutta, dolci e biscotti. I datteri possono essere consumati sia freschi che essiccati. I migliori sono di provenienza biologica, essiccati al sole e non trattati con sostanze industriali per la conservazione. Tritateli o spezzettateli per utilizzarli come ingredienti nelle vostre torte, per sostituire almeno in parte lo zucchero. Li potrete aggiungere nella preparazione casalinga delle marmellate, per dolcificarle con un ingrediente del tutto naturale. Un'idea golosa consiste nel rimuovere il nocciolo da datteri e sostituirlo con una mandorla: ecco pronto uno spezzafame salutare per la merenda o un piccolo dessert. Uno snack a base di datteri è un ottimo integratore di magnesio e potassio per gli sportivi durante o dopo gli allenamenti e per tutti nel corso della giornata.

“Passo importante” verso la cura per l’Nbia!

Un “passo importante” viene segnato da due nuove ricerche italiane che potrebbero dare una svolta fondamentale in futuro verso la ricerca di cura per l'Nbia (meglio conosciuta come neurodegenerazione con accumulo cerebrale di ferro)!

L’Nbia è una grave sindrome neurodegenerativa di origine genetica e ad oggi non c’è ancora una terapia efficace per poterla combattere. Nelle due ricerche realizzate grazie ai finanziamenti di Telethon, e pubblicati sulle riviste Brain e The American Journal of Human Genetics, i ricercatori dell'Istituto NeurologicoCarlo Besta” di Milano hanno rivelato come un nuovo gene che potrebbe provocare alcune forme della malattia, evidenziando oltretutto l'efficacia terapeutica della pantetina, un integratore alimentare già approvato ed utilizzato negli Stati Uniti.
L'Nbia in sostanza altro non è che un insieme di diverse patologie accomunate da un innaturale accumulo di ferro nel cervello. Si tratta dunque di malattie genetiche che colpiscono in età precoce, causando disfunzioni neurologiche e muscolari estremamente gravi, che in poco tempo riducono i giovani sfortunati ad essere incapaci di alimentarsi e di camminare normalmente.

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Sindrome Nbia
Sino a oggi sono stati identificati 9 geni responsabili delle malattie Nbia, ma nel 30% dei casi l’alterazione che le causa rimane sconosciuta, impedendo così di avere una diagnosi. È per questo che l’Istituto Neurologico Besta ha deciso di avviare un progetto in collaborazione con l’Istituto di Genetica Umana di Monaco di Baviera, basato sul sequenziamento della parte codificante del Dna (Esoma) di pazienti con Nbia ancora senza una diagnosi genetica.

I risultati, pubblicati sull'American Journal of Human Genetics, hanno permesso di identificare un nuovo gene, denominato Coasy, responsabile della produzione di una proteina chiamata coenzima A, che nei pazienti con Nbia risulta alterata. Si tratta di un passo in avanti importante perché rafforza la convinzione che il coenzima A giochi un ruolo nell’insorgere di queste patologie: anche Pank2 infatti, il gene che causa il tipo più comune di sindromi Nbia, è coinvolto nella produzione di questa proteina. Il prossimo passo, spiegano i ricercatori, sarà indagare il legame tra la sintesi alterata del coenzima A e l'accumulo di ferro in regioni specifiche del cervello.

Nel secondo studio, apparso su Brain, i ricercatori del Besta hanno dimostrato invece la possibilità di un approccio terapeutico sperimentale per le forme di Nbia causate dall'alterazione del gene Pank2. Utilizzando la pantetina, una sostanza coinvolta nella sintesi del coenzima A e gia approvata dall'Fda come integratore alimentare, sono infatti riusciti a contrastare significativamente i sintomi clinici della malattia, ottenendo il recupero della normale attività motoria e una sostanziale riduzione della neurodegenerazione su topi colpiti dalla versione animale dell'Nbia.

Nonostante l'importanza della loro scoperta, i ricercatori ricordano però che è ancora presto per pensare ad una possibile applicazione clinica. “Si tratta di importanti passi in avanti nella conoscenza di queste gravi malattie e nell’elaborazione di una cura”, commenta Valeria Tiranti, ricercatrice dell’Istituto Neurologico Besta che ha coordinato entrambi gli studi. “E’ importante tuttavia precisare che si tratta ancora di esperimenti di laboratorio, e che per arrivare a un’applicazione nella pratica clinica saranno necessari alcuni anni”.

09/11/13

Cynara cardunculus, ovvero sua maestà il carciofo

Finalmente siamo vicini alla stagione dei carciofi. Ne sono ghiotta, mi piacciono in tutti i modi. Potrei mangiarne fino a scoppiare. Ma conosco molte persone che non amano il carciofo per quel lieve (non sempre) retrogusto amaro, perchè ci vuole del tempo per pulirlo, perchè dicono ne va sprecato molto. Attenzione, ignorate che il carciofo è come uno scrigno magico pieno di sorprese. Esso viene coltivato sia a scopo alimentare che per le sue proprietà benefiche care alla medicina naturale. L'Italia è il paese europeo in cui i carciofi vengono maggiormente coltivati e Sicilia, Sardegna e Puglia ne detengono il primato.
"Cynara cardunculus", questo il nome datogli dai nostri cari antenati latini, ricordate il Cynar? Ebbene tiriamo fuori dallo scrigno le sue innumerevoli facoltà.
I carciofi sono costituiti principalmente da acqua e fibre vegetali, utili per stimolare il buon funzionamento dell'intestino. Essi rappresentano una fonte importante di preziosi sali minerali, tra i quali troviamo sodio, potassio, fosforo e calcio. I carciofi contengono inoltre vitamina C, e vitamine del gruppo B, con particolare riferimento alla vitamina B1 ed alla vitamina B3. Contengono inoltre vitamina K, ritenuta utile nella prevenzione dell'osteoporosi. Essi rappresentano una fonte di ferro e di rame, elementi impiegati dal nostro organismo nella produzione delle cellule del sangue. Sono inoltre una fonte di betacarotene e luteina, preziosa per proteggere la vista.
Carciofi
Tra i componenti che rendono interessanti i carciofi dal punto di vista curativo vi sono i flavonoidi, tra i quali spicca la rutina, derivati dell'acido caffeico e metaboliti secondari che permettono l'attività farmacologica degli estratti di carciofo. Tra di essi troviamo la cinarina, connsiderata utile in caso di disturbi del fegato. I derivati dell'acido caffeico garantiscono effetti antiossidanti ed epatoprotettivi.
Cinarina è il nome di un composto presente nei carciofi, in grado di renderli un alimento che può contribuire all'inibizione dell'ossidazione del colesterolo LDL e la biosintesi del colesterolo stesso. Possiede inoltre spiccate proprietà depurative e contribuisce all'eliminazione delle tossine da parte dell'organismo.
Gli effetti positivi delle foglie di carciofo sul fegato e sulla riduzione del colesterolo sono stati studiati dal punto di vista scientifico, con buoni risultati. Oltre ad alleggerire il lavoro del fegato, i carciofi risultano benefici per i reni e per la cistifellea, che si troveranno a dover affrontare un minor carico di tossine.
La medicina naturale e la fitoterapia utilizzano il carciofo soprattutto in caso di disturbi della cistifellea a e del fegato, oltre che in caso di sindrome del colon irritabile. I suoi estratti possono risultare utili in caso di nausea, vomito ed intossicazioni alimentari, per via delle proprietà depurative tipiche del carciofo. Le foglie di carciofo vengono impiegate per ricavare estratti fitoterapici utili nel trattamento di indigestione e dispepsia, oltre che per stimolare la produzione della bile. Gli estratti di foglie di carciofo permettono di mantenere un equilibrio dei nutrienti essenziali al nostro organismo, oltre a migliorare la salute di unghie e capelli, rendendoli più forti e splendenti.
Per quanto riguarda gli utilizzi culinari del carciofo, essi portano immediatamente alle ricette tipiche della cucina regionale italiana. In Liguria i carciofi sono tra gli ingredienti impiegati per la preparazione della torta pasqualina. I carciofi alla romana sono una preparazione tipica di questo ortaggio, che precede che esso venga stufato con prezzemolo, olio extravergine d'oliva, aglio e mentuccia.
I carciofi possono essere utilizzati crudi per la preparazione di insalate, dopo essere stati affettati a lamelle. Essi possono inoltre rappresentare un ottimo ingrediente per la preparazione di salse per il condimento della pasta, dopo essere stati stufati e frullati. Tra i condimenti ideali per i carciofi, oltre all'olio extravergine d'oliva, troviamo il succo di limone, utile per evitare che i carciofi anneriscano dopo essere stati tagliati. Essi possono essere inoltre preparati al forno e gratinati utilizzando pane secco casereccio grattugiato e pinoli.
Non perdete altro tempo correte a fare una scorpacciata di carciofi!

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