Il-Trafiletto
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11/09/14

Un impatto a 42.000 km/h

Meteor Crater, il primo
cratere meteoritico accertato

Sono all'incirca 60 i km ad est di Flagstaff, Arizona, dove è situato il celebre Meteor Crater, ovvero sia il primo cratere meteoritico terrestre fino ad ora di cui ci si è accertati.


All'incirca 50.000 anni fa, esattamente durante il Pleistocene, periodo in cui nell'altopiano del Colorado non c'era la temperatura calda e l'umidità attuale.

Il diametro è di 1.200 metri, possiede una circonferenza dal bordo rialzato che tocca punte di 45 metri e una profondità di 170 metri (idealmente si potrebbe costruire un palazzo di 60 piani) si trova a circa 1.740 metri sopra il livello del mare. Inizialmente si pensava che la velocità di impatto fosse di 70.000 km/h, ma la stima esatta è di circa 42.000 km/h; si pensi che la separazione del primo stadio dell'Apollo 11, avvenne a 10.000 km/h.

Ricco di nichel e ferro il meteorite che impattò con la Terra, possedeva un diametro di 30-50 metri e, al momento dello schianto emanò una forza d'urto di quasi 10 megaton. Dai calcoli effettuati si pensa che vennero mosse più o meno 300 milioni di tonnellate di sedimenti. L'urto che ne scaturì ha dato vita ad una stratigrafia inversa generando una presentazione invertita degli strati  rispetto al normale: dal bordo del cratere verso l'esterno troviamo uno strato di arenaria formatasi 265 milioni di anni fa, uno strato calcareo formatosi 255 milioni di anni fa, uno di dolomite di 250 milioni di anni fa e uno di mudstone formatosi 245 milioni di anni fa.


13/07/14

Dalla padella alla brace | Conseguenze impreviste

Dopo l'attacco dell'11 settembre 2001,
molti 
cittadini americani decisero di spostarsi in macchina 
È un segno di buon senso evitare nuovi rischi presunti. Il guaio è che, così facendo, rischiamo di esporci a rischi ancora più gravi. 

Dopo l'attacco dell'11 settembre 2001, molti cittadini americani decisero, per esempio, di spostarsi in macchina invece di prendere l'aereo, e corsero, inconsapevoli, molti più rischi di morire o di ferirsi.

Un'analisi di Gerd Gigerenzer, professore del Max Planck Institute di Berlino, ha dimostrato a riguardo che, dopo l'attacco alle Torri Gemelle, il livello del traffico sulle strade americane era aumentato di oltre il 5 per cento, e non sarebbe rientrato nella norma prima di un anno. Lo studioso stima che tale abitudine abbia causato 1500 morti in più sulle strade. "Essere informati sui fatti forse non cambierà le abitudini di ognuno di noi.

Tuttavia, conoscerli ci permette di capire le nostre reazioni emotive e di controllarle meglio", spiega. Alcuni fatti avrebbero potuto evitare un caso ancora peggiore di conseguenze indesiderate. Riguardavano l'insetticida DDT. Negli anni Sessanta, gli ambientalisti sostenevano che questa sostanza danneggiava l'ecosistema e causava il cancro nell'uomo. Ma già all'epoca furono sollevati diversi dubbi sulla gravità dei rischi. Eppure il DDT fu vietato. La conseguenza più grave fu un rapido e rinnovato aumento dei morti a causa di malattie portate dalle zanzare, che grazie a questo disinfestante erano diminuite. Nel 2006, quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità fece marcia indietro, la scelta politica maldestra aveva già causato la morte di svariati milioni di persone.(science)




30/06/14

Filmata l'attività cerebrale

Attività cerebrale
del pesce zebra
Potrebbe sembrare un'immagine dall'alto delle luci di una città: invece la foto qui a sinistra mostra il cervello di un pesce zebra allo stadio larvale, con l'attività elettrica dei singoli neuroni bene in evidenza.

Il fermo.immagine è stato ricavato dalle primissime riprese di un cervello completo di vertebrato al lavoro, che mostra in dettaglio che cosa accade a livello neuronale. Realizzato da Philipp J. Keller dell'Howard Hughes Medical Institute, in Virginia, insieme al collega Misha Arens, il video consente di visualizzare le modalità di interazione di diverse aree cerebrali. E' stato possibile riprenderle grazie a pesci zebra geneticamente ingegnerizzati, le cui cellule cerebrali sintetizzano una proteina che diventa fluorescente durante la trasmissione di segnali neuronali.

Il filmato mostra 80% dei 100mila neuroni del pesce: fino a oggi, era stato possibile visualizzare solo poche migliaia di neuroni per volta. Il video è disponibile all'indirizzo http://bit.Iy/ZhFMhp. (science)






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