Il-Trafiletto
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07/09/14

Nausea e vomito da chemioterapia | Gestione dei sintomi anticipatori

A dispetto degli importanti passi avanti fatti nel settore oncologico da 20 anni a questa parte, purtroppo il vomito, e in particolare la nausea, continuano ad essere i due effetti più avversi e frequenti, causati dal trattamento chemioterapico.


La nausea e il vomito assumono un aspetto di grande rilevanza riguardo la qualità di vita dei pazienti che sono soggetti a chemioterapia. Un trattamento antiemetico non adeguato può influire in maniera importante nei pazienti e nel loro modo di fronteggiare la terapia propinatagli nelle sedute a venire, facendo aumentare il rischio di mancata compliance e inducendo i pazienti a troncare i trattamenti potenzialmente utili a loro salvavita.

In base alle linee guida della Multinational Association of Supportive Care in Cancer e della Società Europea per l'oncologia medica, la nausea e il vomito anticipatori compaiono in una proporzione di pazienti che può raggiungere il 20% entro il quarto ciclo di trattamento. Studi più recenti registrano un tasso di nausea e vomito anticipatorio più basso rispetto a quello osservato negli studi più datati, in quanto l'efficacia della profilassi antiemetica è migliorata negli anni. A oggi il tasso di nausea anticipatoria è intorno al 10% e quello di vomito anticipatorio intorno al 2%, e comunque tende ad aumentare con l'aumentare del numero di cicli effettuati: una volta instaurati sono difficili da trattare e possono persistere per un anno. L'insorgenza di nausea e vomito indotti dai farmaci antitumorali può essere influenzata da molti fattori dipendenti da caratteristiche soggettive del paziente e dal tratta-mento scelto per la cura del tumore.
Linea guida
riguardo i cibi da evitare
e quelli da assumere

Il rischio di avere nausea e vomito è più alto nelle donne e in particolare in quelle che in gravi-danza hanno sofferto di nausea e vomito. L'ansia può facilitare la comparsa di nausea e vomito e peggiorarne i sintomi già esistenti. Nei soggetti già sottoposti a tratta-menti chemioterapici e che hanno sofferto di nausea e vomito, il rischio di avere i sintomi è più alto. Infine la storia di cinetosi e di scarso o nullo consumo di alcol si asso-ciano più spesso alla comparsa di nausea e vomito da chemioterapia. Sembra che i sintomi anticipatori siano più frequenti nei soggetti di età superiore ai 50 anni e in quelli ansiosi. Inoltre la sudorazione do-po il primo trattamento chemioterapico è un evento che può far presagire lo sviluppo di nausea e vomito anticipatori. La scelta del tipo di trattamento, nella maggior parte dei casi, non è influenzata da nessuno dei fattori di rischio correlati alle caratteristiche soggettive del paziente.

E comunque importante conoscere i pazienti e i potenziali fattori che potrebbero influire sulla nausea e il vomito da chemioterapia. Le principali categorie di farmaci utilizzati nel trattamento di nausea e vo¬mito da chemioterapia sono: - gli antagonisti della dopamina che bloccano gli impulsi al centro del vomito, ma possono causare sedazione e reazioni extrapiramidali; - gli antagonisti della serotonina (5-HT3), ben tollerati dai pazienti; - i corticosteroidi utilizzati nella gestione di nausea e vomito acuti; - gli antagonisti dei recettori della neurochinina-1 (NK-1), in genere associati al desametasone, usati per la gestione dell'emesi acuta e tardiva indotta da chemioterapie ad alto rischio emetogeno.

I sintomi anticipatori sono difficilmente controllabili con metodi farmacologici. Le linee guida più recenti considerano come approccio migliore la terapia utilizzata per il trattamento dei sintomi acuti e ritardati. Le terapie comportamentali, e in particolare gli esercizi per favorire il rilassamento muscolare, possono essere consigliati per il trattamento della nausea e del vomito anticipatori. Le benzodiazepine sono l'unico farmaco in grado di controllare i sintomi anticipatori, ma l'efficacia tende a ridursi progressivamente man mano che si prosegue il trattamento chemioterapico. Per prevenire la nausea si ricorda di:
- consumare cibi facilmente digeribili specialmente in prossimità dei trattamenti;
- fare pasti piccoli e frequenti (5-6 volte in sostituzione dei 3 pasti principali):
- consumare i pasti possibilmente alla stessa ora, mangiare lenta-mente masticando con cura e prendendosi il tempo necessario per consumare il pasto;
- mangiare il pasto più abbondante quando è presente meno nausea;
- evitare dolci, spezie e grassi o cibi fritti;
- evitare di bere abbondantemente durante il pasto, ma bere lenta-mente sorseggiando liquidi durante la giornata;
- preferire le verdure cotte alle crude;
- farsi aiutare da amici e parenti a cucinare per evitare gli odori della cucina;
- mangiare cibi secchi come grissini, fette biscottate o toast, prima dei pasti;
- non sforzarsi di mangiare quando si ha nausea e di contro se si ha fame non aspettare che aumenti troppo perché potrebbe aumentare il senso di nausea;
- evitare di coricarsi per almeno due ore dopo aver mangiato;
- adottare l'abitudine di camminare dopo pranzo, per evitare reflussi, nausea e vomito;
- praticare con regolarità esercizi di respirazione, il rilassamento può prevenire la nausea. In caso di nausea si raccomanda di:
- fare profondi respiri e rilassarsi;
- masticare pezzettini di ghiaccio, fino al momento in cui la nausea non è regredita;
sorseggiare piccole quantità di cola sgasata;
- man mano che la nausea migliora assumere in modo graduale altri liquidi e cibi, iniziando con piccole quantità di liquidi a temperatura ambiente per poi passare a cibi liquidi, ma più consistenti (per esempio succo di frutta), per poi tornare gradualmente a una dieta normale;
- preferire le posate in plastica a quelle di metallo;
- ricordarsi di avvisare tempestiva-mente il medico o l'infermiere (più precoce è l'intervento, maggiore sarà l'effetto di controllo sulla nausea).(l'infermiere)


04/08/14

Quarta parte | Rumori | I più fastidiosi

Rumori: i più fastidiosi
Il dottor Harry Witchel si infila i "tappi nelle orecchie" e condivide con noi l'elenco dei suoni più irritanti secondo la scienza...

FISCHIO DI RITORNO DEL MICROFONO
Non vi fa rizzare i peli della schiena, o anche solo desiderare di tapparvi le orecchie con le dita, sentire il fischio acuto del feedback di un microfono? Tra i rumori riprodotti in laboratorio quest'ultimo è il più forte e penetrante, e negli esperimenti all'Università di Salford si è classificato al secondo posto tra i più terribili.

RUMORE DEL VOMITO
Sentire qualcuno che ha i conati di vomito vi nausea? In uno studio su Internet che ha preso in considerazione 385mila risposte rispetto a 34 rumori sgradevoli, quello del vomito si è classificato come il peggiore. Questo rumore è molto sgradevole a causa delle associazioni mentali: evoca in noi l'immagine repellente legata alle emissioni corporee, in tutto il loro "splendore" antigienico. È curioso il fatto che le proprietà acustiche del vomito non siano particolarmente negative: non sono né acute né ruvide. Ma le sensazioni associate al disgusto sono riconosciute molto bene dai mammiferi, un'abilità necessaria per evitare cibi velenosi.(science)


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29/07/14

Bulimia | Quell'irrefrenabile desiderio di mangiare...

La bulimia è un disturbo alimentare caratterizzato da un irrefrenabile bisogno di mangiare. La parola bulimia deriva dal greco boùlimos,che sta a significare fame da bue.Può essere causata sia da fattori organici, sia da quelli psicologici. La bulimia organica è dovuta a varie patologie, delle quali è un sintomo, come ad esempio l'ulcera duodenale, ulcera gastrica, diabete mellito, ipertiroidismo o la sindrome ipoglicemica. Se invece è di natura psicologica allora si può parlare di bulimia nervosa, le cui cause possono essere: trascuratezza da parte dei familiari, sentirsi protagonista negativo nell'ambiente in cui si vive, essere oggetto di derisione per il proprio carattere o per la forma fisica. L’età di insorgenza della patologia è senza dubbio quella adolescenziale; la malattia colpisce prevalentemente i soggetti di sesso femminile. Una volta essersi "abbuffato" nel mangiare, chi soffre di bulimia, prova un senso di vergogna e di colpa, e a questo punto si sviluppa secondo due modalità: con una compensazione dell'abbuffata, autoinducendosi il vomito o assumendo lassativi o diuretici,oppure senza compensazione, vale a dire praticare digiuno completo nei giorni a seguire o gettandosi anima e corpo in un'attività fisica senza controllo. Purtroppo i soggetti bulimici vanno incontro a seri problemi di salute, quali i traumi gastroenterici, squilibri ormonali che nelle donne si manifestano con l'amenorrea, ciè mancanza del ciclo mestruale, carenze di sodio e potassio con conseguenze di carattere cardiologico. Le cure per la bulimia consistono nel trattamento antidepressivo o nell'assunzione di farmaci che riducono l'appetito.(immagine presa dal web)

17/02/14

Diagnosticare la celiachia | Adesso si può fare con un esame del sangue!

Diagnosticare la celiachia. Adesso si può fare con un esame del sangue! Una sorta di rivoluzione per quel che riguarda la diagnosi di questa patologia che da adesso potrà essere effettuata attraverso un nuovo test per nulla invasivo, ed in grado di dare i risultati in 24 ore!

Si tratta di un semplice esame del sangue: l'innovativo test, ideato e sperimentato con successo dai ricercatori australiani del Walter and Eliza Hall Institute of Medical Research di Parkville (Australia), è capace di effettuare la diagnosi dell'intolleranza al glutine in maniera molto più veloce e meno sopratutto meno invasiva rispetto agli attuali esami ad oggi in uso. I ricercatori sono arrivati a questi risultati, pubblicati sulla rivista Clinical & Experimental Immunology, grazie al lavoro svolto in collaborazione con i ricercatori della società di biotecnologia “ImmusanT” di Boston (Usa).
Celiachia

Alla ricerca hanno fatto parte anche 48 persone che sono state sottoposte a un normale prelievo di sangue: "Questo test – spiega Jason Tye-Din, uno degli autori della ricerca - misura il rilascio di citochine, ovvero la risposta delle cellule T del sistema immunitario al glutine. Una risposta positiva è altamente predittiva della malattia celiaca. Con questo test siamo stati in grado di rilevare la risposta delle cellule T nella maggior parte dei partecipanti allo studio affetti da malattia celiaca e soprattutto, il test è risultato negativo in tutti i pazienti che pensavano di essere affetti dall'intolleranza al glutine, ma in realtà erano sani".

Attualmente per ottenere una diagnosi definitiva di celiachia è necessario sottoporsi a una biopsia intestinale che viene utilizzata per valutare lo stato di salute della mucosa e dei villi intestinali. Un altro test utile è l'esposizione prolungata al glutine per osservare le conseguenze sull'organismo. Tye-Din spiega però che la biopsia è un esame piuttosto fastidioso e che molte persone sensibili al glutine ma che non hanno ancora avuto una diagnosi definitiva trovano angosciante reintrodurre il glutine nell'alimentazione:
"Un test affidabile per la celiachia impone loro di consumare di nuovo il glutine, cosa spesso sgradevole e difficoltosa. Molte persone hanno infatti paura di sperimentare gli spiacevoli sintomi legati a questa malattia (diarrea, vomito, gonfiore addominale, spossatezza, perdita di peso, anemia) e finiscono per fermarsi prematuramente o evitare del tutto questi test".

Il nuovo esame sarebbe, oltre che poco invasivo, anche rapido: sarebbe infatti in grado di dare un responso preciso dopo 24 ore dal prelievo di sangue. "I nostri risultati, inoltre, hanno messo in evidenza che questo innovativo esame del sangue è preciso dopo soli tre giorni di consumo di glutine, e non dopo le diverse settimane o mesi generalmente necessari per ottenere una diagnosi attraverso la biopsia intestinale. Un test che semplifichi la diagnosi - conclude Tye-Din - è probabile che in futuro possa migliorare significativamente l’individuazione della malattia".

09/11/13

Cynara cardunculus, ovvero sua maestà il carciofo

Finalmente siamo vicini alla stagione dei carciofi. Ne sono ghiotta, mi piacciono in tutti i modi. Potrei mangiarne fino a scoppiare. Ma conosco molte persone che non amano il carciofo per quel lieve (non sempre) retrogusto amaro, perchè ci vuole del tempo per pulirlo, perchè dicono ne va sprecato molto. Attenzione, ignorate che il carciofo è come uno scrigno magico pieno di sorprese. Esso viene coltivato sia a scopo alimentare che per le sue proprietà benefiche care alla medicina naturale. L'Italia è il paese europeo in cui i carciofi vengono maggiormente coltivati e Sicilia, Sardegna e Puglia ne detengono il primato.
"Cynara cardunculus", questo il nome datogli dai nostri cari antenati latini, ricordate il Cynar? Ebbene tiriamo fuori dallo scrigno le sue innumerevoli facoltà.
I carciofi sono costituiti principalmente da acqua e fibre vegetali, utili per stimolare il buon funzionamento dell'intestino. Essi rappresentano una fonte importante di preziosi sali minerali, tra i quali troviamo sodio, potassio, fosforo e calcio. I carciofi contengono inoltre vitamina C, e vitamine del gruppo B, con particolare riferimento alla vitamina B1 ed alla vitamina B3. Contengono inoltre vitamina K, ritenuta utile nella prevenzione dell'osteoporosi. Essi rappresentano una fonte di ferro e di rame, elementi impiegati dal nostro organismo nella produzione delle cellule del sangue. Sono inoltre una fonte di betacarotene e luteina, preziosa per proteggere la vista.
Carciofi
Tra i componenti che rendono interessanti i carciofi dal punto di vista curativo vi sono i flavonoidi, tra i quali spicca la rutina, derivati dell'acido caffeico e metaboliti secondari che permettono l'attività farmacologica degli estratti di carciofo. Tra di essi troviamo la cinarina, connsiderata utile in caso di disturbi del fegato. I derivati dell'acido caffeico garantiscono effetti antiossidanti ed epatoprotettivi.
Cinarina è il nome di un composto presente nei carciofi, in grado di renderli un alimento che può contribuire all'inibizione dell'ossidazione del colesterolo LDL e la biosintesi del colesterolo stesso. Possiede inoltre spiccate proprietà depurative e contribuisce all'eliminazione delle tossine da parte dell'organismo.
Gli effetti positivi delle foglie di carciofo sul fegato e sulla riduzione del colesterolo sono stati studiati dal punto di vista scientifico, con buoni risultati. Oltre ad alleggerire il lavoro del fegato, i carciofi risultano benefici per i reni e per la cistifellea, che si troveranno a dover affrontare un minor carico di tossine.
La medicina naturale e la fitoterapia utilizzano il carciofo soprattutto in caso di disturbi della cistifellea a e del fegato, oltre che in caso di sindrome del colon irritabile. I suoi estratti possono risultare utili in caso di nausea, vomito ed intossicazioni alimentari, per via delle proprietà depurative tipiche del carciofo. Le foglie di carciofo vengono impiegate per ricavare estratti fitoterapici utili nel trattamento di indigestione e dispepsia, oltre che per stimolare la produzione della bile. Gli estratti di foglie di carciofo permettono di mantenere un equilibrio dei nutrienti essenziali al nostro organismo, oltre a migliorare la salute di unghie e capelli, rendendoli più forti e splendenti.
Per quanto riguarda gli utilizzi culinari del carciofo, essi portano immediatamente alle ricette tipiche della cucina regionale italiana. In Liguria i carciofi sono tra gli ingredienti impiegati per la preparazione della torta pasqualina. I carciofi alla romana sono una preparazione tipica di questo ortaggio, che precede che esso venga stufato con prezzemolo, olio extravergine d'oliva, aglio e mentuccia.
I carciofi possono essere utilizzati crudi per la preparazione di insalate, dopo essere stati affettati a lamelle. Essi possono inoltre rappresentare un ottimo ingrediente per la preparazione di salse per il condimento della pasta, dopo essere stati stufati e frullati. Tra i condimenti ideali per i carciofi, oltre all'olio extravergine d'oliva, troviamo il succo di limone, utile per evitare che i carciofi anneriscano dopo essere stati tagliati. Essi possono essere inoltre preparati al forno e gratinati utilizzando pane secco casereccio grattugiato e pinoli.
Non perdete altro tempo correte a fare una scorpacciata di carciofi!

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