Il-Trafiletto
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20/06/14

MORBO DI CROHN E INTOLLERANZE ALIMENTARI

Il male scompare con la dieta ad eliminazione Si inserisce in una dieta controllata un cibo alla volta e poi si annotano gli eventuali effetti. Nel caso di questa patologia, spesso i risultati sono positivi.

In una ricerca svolta su 24 donne e 9 uomini tra i 16 e i 63 anni di età affetti da morbo di Crohn, 20 pazienti hanno seguito un regime dietetico totalmente controllato dalla famiglia, 2 pazienti sono stati sottoposti a una dieta essenziale, 11 a una dieta a eliminazione degli alimenti. Alla fine del periodo sperimentale è risultato che 29 persone avevano manifestato intolleranze alimentari. Agendo solo sulla dieta, individuando di volta in volta il cibo responsabile dell'intolleranza, 21 di questi pazienti, nell' arco di 15mesi, hanno potuto eliminare i sintomi della malattia di Crohn.
immagine presa dal web

I cibi che provocavano intolleranza erano il grano per il 69 per cento dei soggetti intolleranti, i prodotti caseari (48 per cento), il lievito (31 per cento), il mais (24 per cento), le patate (17 per cento), l'acqua di rubinetto (17 per cento), le banane (14 per cento), i pomodori (14 per cento), il vino (14 per cento) e le uova il 14 per cento.
Di solito, la persona non sempre può individuare quale dei cibi che ha consumato provoca un disturbo, a causa del tempo di reazione non sempre immediato. È importante quindi che venga controllata la dieta segnando gli alimenti consumati e qualsiasi reazione che si è potuto verificare.
IL PARERE DELL'ESPERTO
La dieta a eliminazione è piuttosto scomoda da seguire, ma i risultati sono sorprendenti per un gran numero di problemi di salute (stanchezza, emicrania, eczema, ipertensione, mialgia e qualche volta depressione). Sicuramente non è una panacea, ma la dieta a eliminazione dovrebbe essere il primo approccio nella pratica clinica, tuttavia credo che la maggior parte dei medici preferisca ricorrere a una soluzione veloce a causa dei tempi o semplicemente per una mancanza di informazione su come completare la dieta. Le persone che vogliono provare questo metodo devono essere molto disciplinati e pazienti, ma troveranno che i risultati sono molto soddisfacenti e senza gli effetti collaterali delle cure a lungo termine.

12/05/14

Il cardo ha del fegato

Il cardo mariano è una robusta pianta erbacea, simile a quella del carciofo, originaria dei paesi del bacino mediterraneo, e oggi in realtà prevalentemente coltivata a scopo farmaceutico e cosmetico.      

A differenza del carciofo, la parte oggi utilizzata è rappresentata dai frutti, impropriamente chiamati "semi". Le foglie tuttavia esercitano azione tonica, di stimolazione gastrica e diuretica, per cui possono essere associate ai semi nelle preparazioni. I frutti del cardo mariano contengono una particolare sostanza che prende il nome di silimarina. Essa stimola la rigenerazione delle cellule del fegato danneggiate da sostanze tossiche come, alcol etilico e tetracloruro di carbonio. La silimarina stimola la sintesi delle proteine nelle cellule epatiche ed esercita anche un'importante azione antinfiammatoria sul mesenchima (tessuto fibroso di sostegno) del fegato. Il cardo mariano è indicato in caso di una degenerazione grassa del fegato causata sia dall'alcol sia da altre sostanze tossiche; di un'infiammazione del fegato causata dall'assunsione di farmaci; da intossicazioni causate da sostanze particolarmente tossiche per il fegato; di epatite virale acuta, epatite cronica, epatite alcolica (infiammazione del fegato da consumo di bevande alcoliche). La silimarina è in grado di stimolare la rigenerazione delle cellule epatiche, mentre risulta inefficace per le cellule che sono andate incontro a modificazioni irreversibili (necrosi o morte). Le sue proprietà antiossidanti ne hanno suggerito l'uso anche nelle terapie dermatologiche e in campo cosmetologico. In commercio infatti si possono trovare creme contro l'invecchiamento della pelle, per favorire i processi di guarigione e nel trattamento di eritemi, bruciature, dermatiti e psoriasi. I frutti del cardo mariano e, in misura minore le foglie e le radici, contengono anche altre sostanze attive (amine biogene, olio essenziale, albuminoidi e tannino), che potrebbero essere alla base dell'azione regolatrice del sistema neurovegetativo, deputato al controllo del tono dei vasi sanguigni. La pianta perciò si usa con successo in caso di emicrania e nevralgia; esaurimento e astenia (affaticamento); cinetosi (nausea e vomito durante i viaggi; reazioni allergiche come febbre da fieno, orticaria e asma.

PREPARAZIONE E USO
immagine presa dal web
Il cardo mariano va usato con cautela nei soggetti ipertesi dato la presenza di tiramino. 
Infuso: un cucchiaino di frutti triturati in acqua bollente per 70-75 minuti; 3-4 tozze 01 giorno, mezz'ora prima dei pasti e prima di coricarsi o 30 gocce di TM., 3 volte al giorno. Associato ad alburno di tiglio, assicura rapidamente uno normalizzazione dei parametri epatici. In caso di nausea e vomito durante i viaggi: prendere una tazza di tisana prima di partire. Nei disturbi cronici evitare la tintura alcolica e sostituirla con le capsule di estratto secco. Tra le varie specie di cardi ce n'è uno che entra in cucina, la Cynara Cardunculus, popolarissimo in Piemonte dove è protagonista della "bagna cauda". Il cardo si cucina in vari modi: brasato, stufato, impanato a mo' di cotoletta vegetale o nella classica versione piemontese. Risulta sempre delizioso.

15/04/14

Mal di testa | puntuale come un orologio svizzero: viene il lunedì mattina alle 10.

Sul Journal of Medical Internet Research è stata pubblicata una ricerca svolta da alcuni scienziati dell’Univeristà del Michigan su una patologia tra le più comuni al mondo: il mal di testa. I ricercatori, Raccogliendo ed esaminando 21.741 tweet di persone sofferenti di emicrania negli Stati Uniti e in Europa, hanno dimostrato che i risultati di questo studio sul social media sono sostanzialmente sovrapponibili a quelli ottenuti dalla ricerca scientifica tradizionale: il mal di testa arriva puntuale il lunedì mattina intorno alle 10. Poi ricompare la sera verso le 22. Durante il weekend, invece, è più facile che arrivi verso le 12. Infine, a farne le spese sono soprattutto le donne. L'emicrania, dunque, colpisce circa il 12% degli adulti nel mondo: ne soffre circa il 18% delle donne e il 6% negli uomini. La maggior parte, ovvero il 90%, denuncia di avere un dolore serio, il 75% di soffrire talmente da non riuscire a fare quasi nulla, il 30% di avere bisogno addirittura di riposarsi a letto. Inoltre, il mal di testa è soprattutto un problema femminile: il 74% dei tweet è inviato, infatti, da donne che in quel momento ne soffrono. Questa ricerca, dunque, dimostra ancora una volta che Twitter non è soltanto un mezzo per pubblicare notizie o condividere emozioni e punti di vista, ma è utile come termometro della salute dei suoi utenti ed è da tempo usato per misurare la felicità del mondo. Quello che la ricerca americana non dice è che proprio i social media possono essere una delle cause principali delle cefalee: è il cosiddetto mal di testa dei "sempre connessi". Secondo una recente indagine Doxa, un italiano su tre ritiene infatti che il mal di testa sia conseguenza dell’abuso di computer e smartphone. Ma attenzione: questa ricerca è da prendere con le pinze per due motivi: non è scientifica (non indaga il rapporto causa-effetto) e si basa solo sulle opinioni di un campione; e soprattutto è commissionata da una casa farmaceutica che produce farmaci contro... il mal di testa.

19/02/14

Emicrania | L'eccessivo utilizzo dei Google Glass può acutizzarne la patologia !

Emicrania. L'eccessivo utilizzo ne provoca troppa! Dopo avere tessuti lodi ed elogi sui tanti pregi dei Google Glass, iniziano a venire fuori i primi difetti. Gli occhiali smart di Google, se utilizzati frequentemente, possono causare forti emicranie.

Emicrania da Google Glass
Chris Barrett è stato il primo a filmare un arresto con i Google Glass e a tesserne le sue infinite possibilità nel giornalismo partecipativo, fino a che non si è dovuto ricredere arrivando perfino a putare il dito. Il motivo? L'utilizzo costante del dispositivo a realtà aumentata di Google sono la causa delle sue emicranie.

Uno degli sviluppatori che sta testando i Glass prima che arrivino sul mercato ha parlato di questo problema costringendo adesso il colosso del web a mettere a punto la nuova tecnologia in maniera tale da non causare problemi di salute agli utiizzatori.

15/12/13

Misteriosi suoni della terra, un mistero tutto da indagare

La Terra produce suoni misteriosi, la cui origine è un rompicapo per gli scienziati. Sono suoni strani, alcuni di essi vengono percepiti anche da una ristretta cerchia di persone causando loro gravi fastidi. Le ipotesi sono molte e, con le ipotesi, si fanno largo anche le teorie, ma sono difficili da dimostrare. Cerchiamo di capire di cosa si tratta.  Cominciano col parlare del cosiddetto “Slow Down”. Si tratta di un suono registrato il 19 maggio del 1977 nell’Oceano Pacifico equatoriale. A registrarlo fu la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), degli USA. Al suono venne assegnato tale nome in quanto decresce lentamente in frequenza in circa 7 minuti. Venne rilevato attraverso un idrofono, e fu forte abbastanza da poter essere rilevato in una zona molto ampia, circa 2000 km di raggio dal luogo d’origine. A 16 anni di distanza non si è riusciti ancora a capire quale sia la fonte di questo misterioso suono! La stessa agenzia federale, la NOAA, 20 anni dopo, rilevò una frequenza ultrabassa sottomarina, a cui venne assegnato il nome Bloop.
Segnale Wow, radiotelescopio Big Ear

La zona, più o meno, era la stessa dello Slow Down: a largo della costa sudoccidentale del Sudamerica venne registrato questo misterioso suono che, secondo la descrizione, salì rapidamente in frequenza in circa un minuto e fu talmente forte da essere captato da sensori distanti 5000 km dal punto d’origine. Poco tempo fa, nel 2012, il NOAA ha comunicato che potrebbe aver scoperto l’origine del misterioso suono: probabilmente si trattò di un criosisma, ovvero una sorta di terremoto scatenato dalla rottura di un iceberg. I ricercatori registrarono altri rumori prodotti da un criosisma nel mar di Scozia ed in esso riscontrarono lati in comune con il Bloop. Vi ricordate di Hum, il fastidioso brusio che infastidisce diverse parti del mondo da moltissimi anni? Si tratta del suono più misterioso di tutti, data la sua ripetitività, il suo “raggio d’azione”, e il suo perpetuarsi nel tempo. La regione prediletta da Hum è Taos, nel Nuovo Messico. Questo suono viene percepito solo da una piccola parte della popolazione. A quanto pare, questo suono sarebbe talmente fastidioso da causare gravi conseguenze a diverse persone, come per esempio emicrania, ansia, ed altri effetti collaterali. Da moltissimi anni sono in corso diverse indagini per capire da cosa sia provocato questo misterioso ronzio, ma senza alcun minimo risultato positivo. Esistono diverse ipotesi, ma nessuna prova concreta. Di cosa si tratta? Era il 15 agosto del 1977, quando il radiotelescopio Big Ear della Ohio State University stava ascoltando il fruscio dei segnali radio naturali provenienti dallo spazio. Ad un certo punto, l’astronomo Jerry Ehman, mentre sfogliava i tabulati prodotti dal radiotelescopio, segnò con la penna rossa una serie di dati, e ci scrisse accanto la parola “Wow!”. Come mai? Si trattava di un segnale prodotto artificialmente proveniente dallo spazio profondo. Inoltre, tutte le caratteristiche del segnale fecero pensare che non si trattasse di qualcosa di terrestre. Purtroppo non è stato possibile captare nuovamente quel messaggio. Da dove e da chi proveniva? Spazio alle idee.
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