Il-Trafiletto
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25/10/14

Per beneficenza le aziende inglesi lasceranno arrestare i loro manager e doneranno fondi

L'Inghilterra è un paese dalle curiose iniziative come quella che stiamo per descrivere. Per raccogliere fondi per un'iniziativa benefica, pensa che ti ripensa, la polizia di Merseyside ha trovato un'idea decisamente originale.  Le aziende inglesi potranno fare una donazione a favore di un’organizzazione che supporta i giovani disagiati, e in cambio gli agenti arresteranno un loro manager, trattenendolo in prigione per un minimo di quattro ore, o anche di più a seconda dei fondi donati.

Un carcere
immagine presa dal web

Ovviamente  il tono dell’iniziativa è chiaramente scherzoso, e si basa sul fatto che in ogni azienda i dipendenti sognano in qualche modo di “vendicarsi” di qualche manager, per i motivi più disparati: la polizia di Merseyside conta sul fatto che questo incentiverà i dipendenti a raccogliere fondi da donare. “Speriamo che questa iniziativa catturi l’immaginazione delle imprese di Merseyside, che potranno proporre manager da mettere in prigione”, spiega l’ispettore Paul Court, che coordina l’iniziativa battezzata “Locked up for good”, nome che gioca sul doppio senso di “for good” che significa sia “a fin di bene” che “per sempre”.

05/05/14

Apple aumenta il sup "product placement"

Secondo alcune fonti e rumors Apple starebbe offrendo posti lavoro come Buzz Marketing Manager. Questo lavoro consiste nel riuscire a mettere i prodotti della mela in tv e nei cinema. Insomma, farli comparire nelle serie televisive e nei film.
I BMM devono anche negoziare con le celebrità quando ci sono eventi importanti. Cosi vengono fotografati e visti in pubblico con qualche iphone, ipod o ipad.

Azione di marketing come quella adoperata da Samsung agli Oscar facendo quel selfie ha fatto scalpore sui social. Sicuramente per Tim Cook fu un brutto colpo.

Apple però non si demoraliza, infatti sta lavorando molto per mostrare tutti i suoi prodotti tramite i film e le serie tv. Un esempio palese è Awkward (in Italia meglio noto come "Il diario di una Nerd Superstar") dove tutti i personaggi hanno un mac e un iphone e adesso nella quarta stagione vediamo come quasi tutti hanno l'iphone 5c.
Capitan America Winter Soldier (immagine presa dal web)
Un altro esempio, questa volta nelle grandi sale, è l'ultimo film di Capitan America. Quando il protagonista con la Vedova Nera vanno in un AppleStore e vediamo addirittura un Genius.

Le varie aziende cercano, ognuna a modo suo, di farsi la maggior pubblicità possibile. E Cupertino, a quanto pare, punterà molto su quest'ultima strategia. (applesfera)

26/04/14

ITnet | Il public cloud per sviluppatori e startup proposto d Dell.

ITnet: il public cloud per sviluppatori e startup. Al centro della strategia ITnet si collocano Joyent e l’infrastruttura hardware Dell con a disposizione di opportuni software e servizi Intel.

In base alle stime Idc, a partire dal 2013 fino ad arrivare al 2020 la spesa globale per il cloud computing, toccherà il tetto massimo di 241 miliardi di dollari, e il 66% della banda usufruita dai datacenter, sarà già nel 2016, consumata alfine di erogare servizi cloud. Probabilmente diventa ancora più impressionante il fatto che già il 50% dei dati delle aziende, sono fuori dalla portata aziendale. Quelli di IDC sono dati sicuri che si adattano bene allo scopo che anima la strategia cloud di ITnet, appartenente al gruppo Italiaonline, e nello specifico per gli sviluppatori, con l’offerta di un’infrastruttura di servizio messa a disposizione alfine di puntare del tutto sulle soluzioni Dell.

Fabrizio Garrone, Solutions Manager Dell, apre l'argomento, esattamente mettendo in evidenza come il cloud possa dare una accellerata allo sviluppo delle applicazioni, mettendo in condizioni le piccole realtà aziendali di accedere a risorse di computing importanti, senza paralizzare il proprio capitale, in un contesto generale in cui, mentre la spesa IT cala, non diminuiscono invece gli investimenti in risorse cloud. E alle grandi realtà aziendali che parte l'azione di offrire servizi pronti all’uso a realtà più piccole che prediligono demandare del tutto le problematiche cloud.

Dell ha due approcci al cloud, uno innovativo (tipo Cloud in e Box con VRTX), ed uno tradizionale, dove le applicazioni non vengono manipolate ma semplicemente virtualizzate, per poi venire gestite o in public cloud oppure con un approccio misto, una sorta di cloud ibrido, nell'arco di una prospettiva sostanzialmente Iaas. L'argomento però richiede una sorta di prefazione riguardo l’approccio rivoluzionario dell’offerta cloud di Dell, fondamentalmente fondato sull’offerta di piattaforme, e che va proprio a toccare le applicazioni, sviluppate in cloud. Questo tipo di approccio ha un impatto maggiore sull’evoluzione aziendale, ma quando si va a scrivere applicazioni per il cloud, conviene partire già in questa prospettiva.
IT.net

E’ quindi il Paas (in modalità ibrida e come cloud pubblico) l’approccio più rivoluzionario secondo Garrone, la proposta Dell a questo livello si chiama Boomi, mentre per quanto riguarda la proposta di cloud pubblico essa si propone su doppio binario: Dell/Joyent e Dell/Microsoft Azure.
Ma andiamo alla proposta di Joyent ITnet.

E’ proprio Joyent il fulcro della proposta utilizzata da ItaliaOnLine (che gestisce Libero e Virgilio e la concessionaria pubblicitaria online) e, più nello specifico per il nostro tema, da ITnet (al 100 percento di Iol) che si occupa di soluzioni Internet per le aziende e fornisce soluzioni tipiche dei data center, servizi di hosting, soluzioni cloud.

Matteo Giampaolo, direttore marketing ITnet, afferma: “Gestiamo tutta l’attività di Iol, e ci confrontiamo con le richieste delle imprese in cloud con un duplice approccio. Quello Public, con un servizio disponibile online, per i developer – più vicino al mass-market – e soluzioni di Private Cloud che sfruttano Joyent come soluzione di partenza cui stiamo aggiungendo (per il private cloud) altre soluzioni di virtualizzazione, da Vmware a Hyper-V, utilizzando come strato appena sopra la virtualizzazione OpenStack a supporto per il cloud ibrido”. La partnership ITnet con Joyent nasce dal fatto che è la stessa proprietà di Iol ad avere sposato Joyent entrando nel capitale della società con il 30 %.

Secondo Giampaolo “stiamo vivendo un momento di riscoperta dell’importanza dello sviluppo, con uno spostamento su fasce di età molto più giovani, a cui è importante offrire soluzioni per lo sviluppo di applicazioni mobile e di infotainment”. Da qui anche il progetto Starthappy, il progetto partito nel 2013, per cui viene offerto alle Startup, selezionate con i partner, l’infrastruttura di sviluppo e la visibilità dei servizi sviluppati, tra queste anche Sportsquare Game una realtà piemontese che ha sviluppato giochi sugli sport di squadra (calcio e pallavolo), tra le prime a entrare sulla piattaforma e utilizzare le applicazioni di cloud di ITnet. Sportsquare Game conta 80mila utenti registrati, due giochi, 3,9 milioni di partite. Sportsquare Game puntava ad avere leggerezza lato client, scarso utilizzo di banda (client/server), computazione in cloud, per concentrarsi sull’aspetto grafico e puntare a un utilizzo di CSS “spinti”.

E infatti il public cloud di Joyent offre gli strati Iaas e Paas, ITnet ha spinto poi per l’utilizzo di NodeJS, il framework ampiamente utilizzato proprio per lo sviluppo di applicazioni mobile, con computazione però sui server remoti. La piattaforma poi si basa completamente su hardware Dell (preferito da ITnet anche per il private cloud). Giampaolo vede come fattore primario di preferenza di Joyent la velocità con cui un developer può costruire la propria piattaforma, e la velocità con cui si possono reperire risorse nel caso di picchi operativi. Joyent inoltre permette la virtualizzazione del sistema operativo SmartOS e offre supporto ai principali linguaggi di programmazione. Infine, è già supportato anche il db Hadoop.

La soluzione cloud con abbinata Joyent/Dell con i PowerEdge e i processori Intel Xeon è sfruttata dallo stesso portale Iol, che la utilizza per alcune applicazioni, anche mission critical per esempio per i canali tematici e la parte mobile. Anche Intel a sua volta, a parte fornire tutta la parte hardware relativa ai processori e ai server, sta indirizzando la propria offerta cloud per abilitare e facilitare l’attività di sviluppo in cloud. Spiega Andrea Toigo, Enterprise e Technology Specialist per Intel: “Negli ultimi anni sono state acquisite due aziende specializzate proprio nell’ambito dell’API management, la visione di Intel è di semplificare la creazione di API da parte di chi fornisce servizi per abilitare lo sviluppatore alla creazione di app accedendo a queste API specifiche.

Il problema è riuscire a rendere fruibili all’esterno la propria infrastruttura in modo sicuro, ed è questo un ambito specifico per cui Intel si sta spendendo direttamente, in modo specifico Intel si sforza affinché, soprattutto quando si parla di cloud ibrido, si possano trasferire informazioni mantenendone la riservatezza; la divisione Datacenter Software Division, infine, è focalizzata sulla creazione e sulla distribuzione di soluzioni software per il dc e Dell le utilizza. (techweekeurope.it)

20/03/14

Un manager fuori dalla solita cerchia familiare | Peugeot e Citroen scelgono Gallois!

Un manager fuori dalla solita cerchia familiare | Peugeot e Citroen scelgono Gallois!
Si tratta della prima volta nella storia del gruppo automobilistico, che la scelta di un manager ricada al di fuori della cerchia famigliare.

Nel cda sono stati inseriti anche due cinesi.
I vertici Peugeot hanno fatto la loro scelta dunque: si tratta di Louis Gallois, ex numero uno di Eads (oggi Airbus), come nuovo presidente del consiglio di amministrazione.

Peugeot e Citroen
La nomina si introduce nella più estesa riorganizzazione della dirigenza che viene connessa all'aumento di capitale da 3 miliardi di euro dove troveranno modo di partecipare sia il governo francese che l'azienda cinese Dongfeng, alfine di salvare il costruttore automobilistico dalla banca rotta.

Successivamente all'operazione, che verrà resa ufficiale il 26 marzo, lo Stato francese e Dongfeng avranno in mano entrambi il 14% delle azioni della compagnia e verranno rispettivamente rappresentati nel cda dal direttore generale delle Finanze, Bruno Bezard, e dal presidente e dal vice direttore generale, Xu Ping e Liu Weidong. (fonte ilsole24ore)

06/03/14

Opel gioca le sue carte | Connettività per una rinascita certa e duratura.

Opel gioca le sue carte! Connettività per una rinascita certa e duratura.
La risorsa su cui puntare le proprie carte è connettività, vista come atout per riconquistare la fiducia e le preferenze dei clienti, particolarmente fra i giovani, senza ovviamente trascurare i guadagni che potrebbe ricavarne dalla gestione dei dati ottenuti dai vari consumatori.

Questo è quanto affermato da Karl-Thomas Neumann, numero uno dell'azienda automobilistica tedesca durante una conferenza stampa con i giornalisti al Salone di Ginevra.
"Metteremo Onstar, il nostro sistema di connettività in tutte le nostre auto a partire dall'anno prossimo, salvo le versioni più economiche" ha detto il manager."
Il sistema, sviluppato dalla casamadre General Motors negli Usa, ha già 6,5 milioni di utenti fra Stati Uniti, Canada, Messico e Cina. Oltre a fornire informazioni all'automobilista e trasmetterlo alla rete, il sistema permette anche l'azione inversa, ovvero è capace di lanciare allarmi in caso di incidente stradale e fornisce potenzialmente anche informazioni all'azienda, che Opel ha intenzione di monetizzare.

Opel alla riconquista del mercato
L'argomento della privacy.

"Saremo i proprietari di quelle informazioni e potremmo rivenderle" spiega Neumann, secondo il quale "il business è potenzialmente molto grande: pensate che Facebook ha pagato WhatsApp 50 dollari per cliente".
Il manager avverte che "naturalmente siamo consci dei problemi di privacy e agiremo con la massima trasparenza: mostreremo al cliente di quali informazioni disponiamo e gli chiederemo il permesso di utilizzarle".
L'informazione più immediata è naturalmente la localizzazione: "se il proprietario dell'auto acconsente un ristorante accanto al quale passa potrebbe inviargli tramite noi un buono sconto".

I progressi nel business. 

Neumann è da un anno esatto ai vertici di Opel. Da buon maratoneta, sintetizza così i tempo trascorso: "Abbiamo percorso i primi 10 chilometri che non sono i più difficili. Ma adesso siamo consci che possiamo arrivare fino in fondo".
L'obiettivo per il 2014 è di aumentare la quota di mercato in un Europa, previsto in crescita del 2% circa. In primo luogo grazie ai nuovi motori benzina (il 3 cilindri da 1 litro di cilindrata) e diesel (il 1.6), entrambi con emissioni inferiori ai 100 gm/km di CO2, e poi con il rinnovo della gamma (qui a Ginevra sono state presentate due versioni della Adam, la S e la Rocks).
Dopo aver dimezzato le perdite l'anno scorso, l'obiettivo finanziario di Opel è di raggiungere il pareggio entro il 2016, grazie anche ai risparmi derivanti dalla joint venture con Peugeot.

Obiettivo 2° posto in Europa. 

Neumann guarda ancora più avanti: "Siamo il marchio numero tre in Europa (dopo Volkswagen e Renault) e puntiamo a medio termine a salire al secondo posto". Il problema più grosso da risolvere per Opel, soprattutto in Germania, è quello dell'immagine deteriorata dalla crisi del 2009 (quando General Motors aveva messo in vendita l'azienda) e da anni di quota di mercato in flessione. Per risalire la china, oltre ai prodotti, serve uno sforzo di marketing mirato: come le recenti pubblicità con Claudia Schiffer (per sottolineare l'immagine tedesca) e con l'allenatore del Borussia Dortmund Juergen Klopp.

16/02/14

"L'ultima volta che vidi mio figlio" | Parla la mamma di Marco Pantani il nostro "Pirata"!

" L'ultima volta che vidi mio figlio"! Parla la mamma di Marco Pantani il nostro mai dimenticato "Pirata"!
31 gennaio 2004, mamma Tonina era distrutta dal dolore e dalla sofferenza nel vedere suo figlio colpito dall'ignominia che gli era piovuta addosso: rassegnato ed incapace di riprendere in mano la sua vita di montare in sella e dare vita alle sue proverbiali scalate, l'unica quella più importante, dove avrebbe trovato ad attenderlo la salvezza.

«Non c'è stato giorno in questi 10 anni che io non abbia rivissuto quelle ultime ore, non abbia provato a cambiare il finale: se Marco fosse venuto con noi, se non fosse andato in quell'hotel a Riccione». Ma Marco in quell'hotel ci andò, senza che mai nessuno potesse dare un perché. Ci andò da solo, tentò di far perdere le sue tracce, anche (o forse soprattutto) alla sua famiglia. Tonina e Paolo, il papà di Marco, erano appena arrivati in Grecia la sera del 14 febbraio: erano andati a fare una piccola vacanza, su suggerimento della manager del Pirata per smorzare un po' la tensione che negli ultimi mesi era diventata insostenibile.
Marco Pantani il "Pirata"

«L'ultima volta che ho visto mio figlio, ancora vivo, eravamo a Milano a casa della sua manager e lui era arrabbiato. Noi, suo padre ed io, lo scongiuravamo di venire via con noi, di tornare a Cesenatico, ma lui non ne voleva sapere. Poi io, mentre ce ne andavamo via lasciandolo lì, sono svenuta per le scale. Quando ho riaperto gli occhi ero in ospedale, ma Marco non c'era, non so se non fosse voluto venire o non sapesse cosa mi era successo. Comunque non c'era e io da quella sera non l'ho visto mai più». «Ero partita con l'agenda dei numeri di telefono e per tutto il tempo avevo chiamato chiunque potesse conoscere Marco per avere sue notizie.

Ma nessuno lo aveva visto, nessuno sapeva dov'era. Neanche sua sorella. Io chiamavo tutti e intanto in quella camera d'albergo mio figlio moriva». Non c'è pace in questo ricordo punteggiato di sospiri, eppure senza lacrime. «Eravamo appena andati a letto in camper, quando la manager di mio figlio chiamò sul telefono di mio marito e disse, testuali parole: Marco è morto». Ma Marco, la sua mamma ha provato a salvarlo in ore passate a tenerselo stretto al cuore mentre lui piangeva e lei lo consolava.  

Marco Pantani detto il "Pirata" aveva 34 anni, eppure era tornato un bambino spaventato dal buio della vita in cui si sentiva scivolare. «Le notti che ho passato in ginocchio vicino al suo letto non le auguro al peggiore dei miei nemici: vedere un figlio distrutto dal dolore, dalla rabbia. No, nessuno deve vivere quello che abbiamo vissuto noi». «Marco vai in clinica a disintossicarti», la preghiera laica della mamma. Inascoltata come molte delle preghiere pagane e cristiane.
«C'è stato per 5 giorni in clinica e poi me lo sono ritrovato davanti alla porta di casa: diceva che era assediato dai giornalisti anche là e non resisteva». La cocaina, che aveva iniziato ad usare dopo lo scandalo di Madonna di Campiglio, non era un segreto per Tonina.

«Avevo trovato una lettera che stava scrivendo ad Ambrogio Fogar in cui gli diceva che finché aveva corso non si era mai drogato. Correva il 1999. Andai da suo padre e fu lui ad affrontare Marco. Io della droga con lui non riuscivo a parlare: mi bastava guardarlo negli occhi per capire come stava». Male, stava male, sempre peggio: nonostante l'ultimo Giro, quello del 2003 in cui si levò ancora la bandana su per le salite che aveva spianato tante volte a colpi di pedale coi denti digrignati in uno sforzo inumano. Ma non era più lui, non era più Marco che cercava il dolore della salita per renderlo lieve agli occhi del mondo. Era un Pirata sofferente.

Eppure a colpi di nervi arrivò quattordicesimo. La sua agonia era una discesa continua verso un burrone che non poteva scartare: in quell'estate finì il suo rapporto con Christine, la fidanzata che lo aveva accompagnato per 7 anni. Allontanata lei, allontanata la famiglia, allontanato il passato di vittorie e sorrisi che rappresentavano, Marco rimase solo. E morì solo nella sera in cui la solitudine è una colpa: la sera di San Valentino.
«L'ho rivisto steso nella bara, mio figlio, aveva la faccia scorticata, un taglio sulla fronte: ma le mani, quelle con cui avrebbe dovuto spaccare mezza camera d'albergo non avevano un livido. Era bello, Marco, era tornato sereno. Non poteva sapere che anche da morto lo avrebbero infangato. Ma se è vero che da vivo non sono riuscita a proteggerlo ho giurato sulla sua bara che nessuno, mai più, ne avrebbe rovinato la memoria. E per questo non avrò pace fino a quando non mi diranno la verità su come è morto mio figlio: lì a Riccione e prima ancora a Madonna di Campiglio».

24/11/13

Un voto deciderà un tetto alle retribuzioni dei manager svizzeri

Si voterà in Svizzera per tagliare lo stipendio dei manager Svizzera e imporre un tetto ai salari alti. I cittadini sono chiamati per esprimere il proprio parere su una legge di iniziativa popolare che fa tremare le oligarchie economiche e finanziarie: la proposta è quella di limitare le retribuzioni dei dirigenti a un tetto pari a 12 volte il salario del dipendente meno pagato nella stessa azienda o ente. 
Svizzera
Lanciata dal movimento dei giovani socialisti, l’iniziativa ha subito creato un forte dibattito pubblico, innescando una dura reazione da parte di tutti gli ambienti contrari.
 Anche fuori dal Paese. La Confederazione elvetica, infatti, è da sempre considerata uno degli ambienti più «business friendly», tanto che molte multinazionali vi impiantano le loro filiali e i manager la residenza fiscale. «Quando è stato pubblicato il sondaggio che dava i “sì” al 44% - ha detto Filippo Rivola, segretario della gioventù socialista svizzera - è scattata una massiccia campagna di contrasto». Il Comitato del «No» ha parlato invece di «perfetto autogol». «Questa iniziativa - ha detto - mette in pericolo il nostro benessere, è un boomerang sociale che farà aumentare i disoccupati. In Svizzera i salari sono tra i più elevati al mondo, se passasse il sì risulterebbero ridimensionati»
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