Il-Trafiletto
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25/10/14

Per beneficenza le aziende inglesi lasceranno arrestare i loro manager e doneranno fondi

L'Inghilterra è un paese dalle curiose iniziative come quella che stiamo per descrivere. Per raccogliere fondi per un'iniziativa benefica, pensa che ti ripensa, la polizia di Merseyside ha trovato un'idea decisamente originale.  Le aziende inglesi potranno fare una donazione a favore di un’organizzazione che supporta i giovani disagiati, e in cambio gli agenti arresteranno un loro manager, trattenendolo in prigione per un minimo di quattro ore, o anche di più a seconda dei fondi donati.

Un carcere
immagine presa dal web

Ovviamente  il tono dell’iniziativa è chiaramente scherzoso, e si basa sul fatto che in ogni azienda i dipendenti sognano in qualche modo di “vendicarsi” di qualche manager, per i motivi più disparati: la polizia di Merseyside conta sul fatto che questo incentiverà i dipendenti a raccogliere fondi da donare. “Speriamo che questa iniziativa catturi l’immaginazione delle imprese di Merseyside, che potranno proporre manager da mettere in prigione”, spiega l’ispettore Paul Court, che coordina l’iniziativa battezzata “Locked up for good”, nome che gioca sul doppio senso di “for good” che significa sia “a fin di bene” che “per sempre”.

24/10/14

Fino al 2018 nemmeno 1 € per la carriera dei docenti | Le attività aggiuntive finanziate con il blocco del contratto

Nemmeno 1 € per dare il via alla riforma dell'aumento di carriera degli insegnanti. Si utilizzeranno le stesse risorse di adesso!



Meriti senza "oneri per lo Stato". Nemmeno 1 € oltre il dovuto per le remunerazioni degli insegnanti, ma con una distribuzione ripartita. L'idea del Governo è quella che si può leggere su quanto viene riportato nelle linee guida della riforma della scuola.

Si tratta di un sistema che, come si è detto più volte, darà merito soltanto al 66% degli insegnanti in base all'accaparramento di crediti. Viene da chiedersi da dove verranno prelevate le risorse a questo punto. Presto detto, le risorse che saranno utilizzate per gli scatti di competenza (legati all'impegno e alla qualità del lavoro dell'insegnamento) saranno fondamentalmente le stesse che appaiono fruibili per gli scatti di anzianità, però distribuite soltanto ai "migliori". In tal modo, non ci saranno "oneri aggiuntivi per lo Stato".

A tutto ciò si va ad inserire anche il fatto che le remunerazioni per le attività supplementari dei docenti che dovranno avere luogo attraverso il MOF (acronimo del fondo Miglioramento Offerta Formativa). Anche qui la stessa imperitura domanda: da dove verranno i fondi? Il via al nuovo sistema non avverrà prima del 2018, con il conto alla rovescia che partirà dal 1 gennaio 2015. Una tempistica mica nata casualmente, dal momento che si lega al 1o dei trienni di avvio della valutazione delle scuole e soprattutto ad un periodo di blocco contrattuale che permetterà di recuperare risorse che, leggiamo nel testo, "nel frattempo sarebbero state altrimenti destinate alla progressione di carriera secondo il modello attuale.
Zero € per la carriera dei docenti

" Un blocco del contratto, quindi, previsto già da tempo e che si potrà introdurre a giusta ragione tra quelle voci tagliate della scuola che faranno da traino all'avvio della riforma.

25/03/14

Sardegna | Oltre quattro mesi dall'alluvione "Cleopatra" e il Governo boccia ancora gli aiuti all'isola.

Sono ormai passati poco più di quattro mesi dall'alluvione "Cleopatra" che ha colpito la Sardegna e alla Camera sono stati nuovamente bocciati due emendamenti - uno del Pd e l'altro del Movimento 5 stelle - che riproponevano le misure già contenute nel Salva Roma ritirato dall'esecutivo Renzi. Ancora una volta passano in secondo piano gli interessi della Sardegna e del recupero dopo i danni dell'alluvione che ha messo in ginocchio la meravigliosa isola meta delle vacanze estive di molti italiani e stranieri. Il più rapido a commentare è il deputato di Sel (Sinistra ecologia libertà) Stefano Quaranta, che scrive su Facebook: "scene di vita parlamentare: una deputata del Pd presenta un emendamento per dare fondi agli alluvionati della Sardegna, tutti gli altri gruppi si dichiarano favorevoli. Il governo sostiene che non ci sia la copertura e il Pd vota contro. Riassunto: il Pd presenta un emendamento e tutti sono a favore tranne il Pd. E alla Sardegna i soldi non vanno". Un paradosso sottolineato da un po' tutti i deputati sardi, specie quelli dell'opposizione come Michele Piras, anch'egli di Sel, che in un durissimo intervento in aula cita Giorgio Gaber con un "io non mi sento italiano", un atto di accusa verso lo Stato in generale che secondo Piras, nella vicenda dell'alluvione "discrimina" l'isola che da oltre quattro mesi attende interventi strutturali mentre il Governo Renzi, come già quello guidato da Letta, parla di "fondi strutturali" da trovare per le calamità, fondi che però nonostante il passare del tempo non sembrano venire fuori. Anche gli interventi dei deputati sardi del principale partito di governo, quello democratico, sono fortemente critici. Romina Mura dice: "non possiamo andare oltre, la misura per i sardi è colma. Quanto accaduto oggi alla Camera rappresenta un vulnus che il Governo deve sanare, non oltre la settimana prossima, in Senato". Anche il deputato Emanuele Cani ricorda che "sono passati oltre quattro mesi dalla data del disastro e nulla di concreto è stato fatto, non c'è più tempo per aspettare. Oggi avremmo potuto risolvere definitivamente il problema, ma così non è stato. Per quanto mi riguarda - spiega l'esponente del Pd - ho votato convintamente, in dissenso dal mio gruppo, a favore degli emendamenti". Per Caterina Pes, la bocciatura dell'emendamento "è stato un grave errore da parte della Camera, ma prendiamo atto dell'impegno del Governo a garantire un intervento a favore della Sardegna nei prossimi giorni".

16/03/14

Un oceano d'acqua | Sotto il mantello...terrestre si cela un diamante unico e raro: la ringwoodite!

Un oceano d'acqua: sotto il mantello...terrestre si cela un diamante unico e raro: la ringwoodite! Pare che da una recente ricerca sia scaturito che nel mantello terrestre ci sia una quantità d’acqua paragonabile a quella di un oceano!

Non si riferisce ovviamente ad acqua allo stato liquido trattenuta in uno strato e nemmeno nelle porosità delle rocce, come accade per esempio con il petrolio o i gas a quote molto meno profonde, ma bensi del gruppo ossidrilico (-OH) facente parte della struttura cristallina di un particolare minerale: la ringwoodite.
La ringwoodite è una particolare forma di olivina, il minerale di cui è formata la parte superiore del mantello, che fino ad ora è stato rinvenuto soltanto in alcune meteoriti oppure creato in laboratorio sottoponendo l’olivina ad altissime pressioni, quelle in particolar modo che si riescono a trovare nel sottosuolo a profondità di circa 410 km. A tali pressioni l’olivina subisce un cambiamento di fase, trasformandosi per l'appunto in ringwoodite. Con una peculiarità: nella sua composizione chimica appare evidente una significativa quantità d’acqua (fino al 2,5% in peso) sotto forma di ossidrile.
Mantello terrestre

Zona di transizione
Lo ha scoperto un gruppo internazionale di ricerca guidato da Graham Pearson, dell’Università dell’Alberta (Canada) e di cui fa parte Fabrizio Nestola del dipartimento di geoscienze dell’Università di Padova. Lo studio è stato pubblicato il 13 marzo su Nature e conferma un’ipotesi contestata ma che negli ultimi tempi ha preso corpo tra i geologi: l’esistenza di grandi volumi di acqua intrappolati tra 410 e 660 km di profondità nella zona di transizione tra il mantello superiore e inferiore della Terra. «Nella zona di transizione ci potrebbe essere tanta acqua quanto quella contenuta in tutti gli oceani in superficie e forse anche di più», azzarda una stima Paerson.

Area «umida»
Questa scoperta è fondamentale perché nella zona di transizione avvengono importanti fenomeni geologici che hanno ripercussioni sul movimento delle placche e sulla formazione di magmi profondi. Sarebbe quindi la conferma di un’ampia fascia, o almeno di alcune aree umide all’interno della zona di transizione, in contrapposizione a due aree molto più secche del mantello superiore e inferiore. Subduzione Ma come ci è arrivata tutta quest’acqua a simili profondità? Con la subduzione delle placche oceaniche sotto quelle continentali (come la placca del Pacifico che subduce al largo del Giappone e che ha provocato il grande terremoto più tsunami dell’11 marzo 2011).
Le rocce sedimentarie dei fondi oceanici contengono grandi quantità di acqua che vengono in questo modo trasportate in milioni di anni a centinaia di chilometri di profondità.
Ringwoodite

Scoperta casuale in un diamante 
La scoperta della ringwoodite è stata del tutto casuale. Il gruppo di Pearson nel 2008 stava compiendo ricerche nel Mato Grosso (Brasile) su altri minerali quando è stato avvicinato da un cercatore dilettante di diamanti che aveva trovato una piccolissima gemma (3 millimetri) marroncina e sgraziata nella sabbia di un fiume presso Juina. La pietra non era un granché e venne venduta per 20 dollari.
Una volta tornati in laboratorio, la pietra venne affidata a un giovane laureando per un’analisi ma si accorse che conteneva un’inclusione microscopica, invisibile a occhio nudo, di un minerale che non riusciva a identificare. Da qui è partita una sofisticatissima ricerca basata sui sistemi più avanzati come spettroscopia Raman a infrarossi ed a diffrazione di raggi X nei laboratori di analisi più accreditati prima che fosse ufficialmente confermata come ringwoodite.

20/11/13

L'Italia invecchia senza alcuna strategia e fondi!

L'Italia va verso un'invecchiamento costante e progressivo senza fondi ed una strategia nazionale. Questo è quanto viene fuori dalle statistiche: l'Italia invecchia e le storie quotidiane i drammi della non autosufficienza poroliferano. E per i più deboli della popolazione cadere nella long term care appare essere sempre più un destino drammatico senza fine. Chiaramente con le dovute ed inevitabili eccezioni geografiche il cui gap ormai pare sempre più incolmabile: al meridione gli over 65 aventi necessità di cure continue e costanti sono senza rete di protezione, nel centro Italia le cose vanno soltanto poco meglio, mentre al nord si hanno più garanzie.

Ma nel computo generale il nostro livello assistenziale appare essere sempre meno che sufficente che in Europa dal welfare più garantito. Addirittura con peggioramento sensibile rispetto a soli dieci anni fa, prima che si abbattesse la scure dei tagli lineari. A essere non autosufficiente, insomma, è l'Italia verso i suoi anziani non autosufficenti. A confermarci questa amara realtà, con tanto di numeri alla mano e di analisi sul campo regione per regione,è il quarto rapporto del «Network non autosufficienza» (Nna) presentato questa mattina a Bologna, dove appunto si svolge la due giorni sulla non autosufficienza in Italia. Sul tavolo le proposte per rientrare da questo autentico deficit sociale a cominciare dall'utilizzo di 1,8 miliardi dai risparmi che si potranno (forse) ottenere dalla stretta sulle cure ospedaliere. Il fai-da-te dell'Italia che dimentica gli anziani Non che gli interventi e i modelli regionali manchino, anzi.

Così come la capacità che i sindaci mettono in campo, quando possono, se possono e se ne sono capaci. Sono ben 38 secondo il rapporto – curato dal network Nna e promosso dall'Irccs Inrca, ora pubblicato da Maggioli editore – i modelli di Rsa (residenze sanitarie per anziani). L'assistenza a casa conta ben 5 modelli diversi, con rete variabili e risorse che, manco a dirlo, sono inesorabilmente ridotte al lumicino. Grandi escursione di cure, di modelli, di risultati. E di impegni finanziari che impazzano: la regione che meno ha, e che è anche meno attrezzata, meno offre ai suoi anziani. Lo spezzatino delle fragilità, un federalismo malsano delle cure che si ripete in tutti i contesti della vita sociale.
L'Italia che invecchia
E lo Stato taglia i fondi Una situazione ancora più drammatica vista la miopia dello Stato nel finanziare quella che è considerata da tutti la bomba sociale per tutto l'Occidente. E per l'Italia, che invecchia di più, a livelli ormai insopportabili.

Ormai da anni, col governo del Cavaliere, è stato pressoché cancellato il Fondo per la non autosufficienza. Poi è tornato, in qualche modo, ma come intervento spot da poche centinaia di milioni. Briciole, se si considera che il pianeta della non autosufficienza in Italia conta 5 milioni di persone contando anche familiari e operatori.

Già, le famiglie: perché poi sono loro, in assenza dello Stato, a fare da vera cintura di protezione. Quando l'anziano non è solo. I numeri parlano da sé: la spesa totale in Italia per l'assistenza continuativa agli anziani non autosufficenti vale 1,85 punti di pil. Ma attenzione: ben 0,79 punti vale l'indennità di accompagnamento erogata dal'Inps e 0,85 le prestazioni sanitarie. Poi per gli altri servizi 0,21 punti di pil. Peccato che a far fronte anche finanziariamente alle necessità, siano poi gli entri locali e le regioni. Con proprie risorse. E qui la variabilità è estrema: dall'Umbria dove nel 2009 si spendevano circa 4.400 euro l'anno per ogni anziano non autosufficienza, al Molise che metteva sul piatto solo 2.300 euro. Quasi la metà. L'Italia delle cure per chi può.
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