Il-Trafiletto
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01/10/14

Guarda come ti connetto i nonni

I pilastri portanti della nostra società familiare sono i nonni. Splendidi e amorevoli nonni che accompagnano i nipoti alla crescita aiutando i loro genitori. Disposti a fare l'impossibile pur di allargare e mantenere i loro affetti, anche se spesso vengono lasciati soli con i rimpianti di non essere più giovani da poter raggiungere i loro figli e vederli almeno un'ultima volta. Ma un nipote speciale ha fatto qualcosa per tutti i nonni che hanno i loro affetti lontani: "Li ha connessi". 


Avete capito benissimo, insegna ai nonni come connettersi alla rete e chiamare via video-chat i loro figli e nipoti irraggiungibili per loro. Marco Diotallevi 33enne è un nipote che alla domanda della nonna: "Ma come funziona questo aggeggio?" - e ancora - "Puoi chiamare gratis in Brasile?"- "MA VERAMENTE e puoi parlare con le persone e vederle? non si è limitato a spiegare alla nonna Lilla che poteva parlare con suo figlio che vive in Canada, ma ha ccreato "Ti connetto i nonni" per aiutare tutti i parenti lontani e per raccontare le storie che si nascondono dietro una chiacchiera online.

"Ti connetto i nonni" è la prima webserie di Plural, agenzia di comunicazione fondata da Diotallevi nel 2012. "Mia nonna ha 90 anni, mio zio si è trasferito all'estero e per i due non è facile incontrarsi. Nasce tutto da qui. L'idea - racconta - mi è venuta durante una cena di famiglia, l'ultima volta che mio zio è tornato dal Canada. Ho pensato che non era giusto che aspettassero altri mesi prima di rivedersi, con internet potevano farlo anche il giorno dopo! Volevo aiutare loro due, poi ho pensato che in tanti potevano avere il mio stesso desiderio e così è partito il progetto. Gli anziani sono stati dimenticati dalla tecnologia, eppure sono quelli che ne hanno più bisogno".

Per la maggioranza dei nonni, internet rimane un tabu, ma anche se solo il 3,5% degli over 75 naviga, non è detto che questa cifra non possa salire con l'aiuto dei nipoti e di questa webserie. I giovani non percepiscono il bisogno che i nonni hanno di comunicare con le persone care e che non saper navigare non vuol dire per loro non averne bisogno. Diotallevi ha infatti ricevuto in una sola mattinata una infinità di e-mail: "Appena abbiamo pubblicato il promo della serie sono stato subissato di richieste d'aiuto. Molte vengono dai nipoti che vogliono dare una mano, tantissime dai parenti che vivono fuori".

Le storie più interessanti saranno scelte per costruire le puntate della webserie, l'obiettivo di "Ti connetto i nonni" è di raccontare il dialogo tra generazioni così distanti e di realizzare dei veri e propri tutorial per mostrare agli anziani come ottenere un aiuto pratico dalla rete. Per quanto riguarda nonna Lilla, dopo la sua prima volta online "è contenta - racconta Diotallevi - ma si tiene ancora a distanza.  E' chiaro che per i nonni rimane un mezzo per avvicinarli ai propri affetti e per il resto è troppo caos.

21/09/14

Giornata Mondiale dell'Alzheimer: dieci punti fermi

Oggi 21 settembre è la Giornata Mondiale dell’Alzheimer, la più  temuta forma di demenza neurodegenerativa, che affligge circa 26 milioni di persone in tutto il mondo e quasi 500mila in Italia. Questa malattia è dovuta all’accumulo tra i neuroni di una proteina, la beta-amiloide, che forma delle placche e causa la distruzione delle cellule nervose, con conseguente perdita progressiva di memoria, disfunzioni sensoriali, difficoltà nel linguaggio, confusione, irritabilità e aggressività.


Ecco dieci punti da ricordare bene che riguardano questa grave malattia:

 1. Un membro della mia famiglia ha l’Alzheimer, quindi lo avrò di certo anche io. Sebbene la storia familiare,cioè la predisposizione genetica, abbia un ruolo nell’insorgenza della malattia, solo il 5% di casi ha cause genetiche. La verità, dunque, è che chi ha un parente con disturbo ha solo una probabilità leggermente superiore di svilupparlo.

 2. La sindrome di Alzheimer è una malattia degli anziani. Certo, l’età è il più grande fattore di rischio. Ma questo non vuol dire che tutti sviluppino la malattia in età avanzata. Alcune persone si sono ammalate tra quaranta e cinquant’anni: “Quello che è importante comprendere”, racconta l’Alzheimer SocietyCanada, “non è parte normale dell’invecchiamento”.

 3. Esiste una cura per l’Alzheimer? Purtroppo no: al momento non esiste alcuna cura. Tuttavia, alcuni pazienti possono gestire i sintomi e migliorare la qualità di vita con farmaci che stabilizzano temporaneamente la memoria e le abilità cognitive (la Food and Drug Administration statunitense ne ha approvati quattro). La buona notizia è che la ricerca sta facendo grandi passi in avanti – alcune molecole, attualmente in fase di test clinici, si sono mostrate in grado di agire direttamente contro il processo neurodegenerativo della malattia.

4. Diminuzione o perdita di memoria non vuol dire avere l’Alzheimer. Sebbene molte persone abbiano problemi di memoria, questo non vuol necessariamente dire che abbiano l’Alzheimer. Nel momento in cui i deficit di memoria inficiano la vita quotidiana e sono abbinati a problemi cognitivi o di comunicazione, la cosa migliore da fare è rivolgersi a un neurologo per scoprire le cause dei sintomi.

5. La malattia si può prevenire? No, dal momento che non se ne conoscono esattamente le cause. Si suppone, comunque, che uno stile di vita che mantiene corpo e mente in forma possa aiutare a diminuire il rischio di sviluppare la malattia. Si tratta dei soliti suggerimenti: condurre un’alimentazione ricca di pesce, frutta e verdura; mantenere in allenamento il cervello; ridurre lo stress; tenere sotto controllo la pressione sanguigna, la glicemia e il colesterolo; mantenersi socialmente attivi.

6. Vitamine e integratori possono ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer? No. O meglio, non lo si sa con certezza. Sono stati effettuati diversi studi per capire se vitamine, integratori e farmaci per la memoria possano prevenire la malattia. I risultati ottenuti finora sono piuttosto nebulosi e non hanno risposto alla domanda.

 7. Il vaccino per l’influenza può provocare l’Alzheimer? Fortunatamente, si tratta di una bufala messa in circolazione da un medico statunitense poi radiato dall’ordine. In realtà, diversi studi  hanno collegato il vaccino per l’influenza e altre vaccinazioni a un rischio ridotto di contrarre la malattia e a un miglior stato di salute generale.

8. Bere da lattine con alluminio o cucinare in pentole che contengono alluminio può provocare l’Alzheimer? Il collegamento tra alluminio e Alzheimer è stato ipotizzato per la prima volta negli anni sessanta. Da allora, però, diversi studi hanno smentito ogni correlazione o, per lo meno, non hanno trovato alcuna prova definita che la dimostri.

9. I colpi alla testa provocano l’Alzheimer? Sebbene alcuni studi abbiano mostrato che la malattia sia leggermente più comune tra persone che hanno subito un forte trauma cerebrale (accompagnato da perdita di conoscenza), è necessaria una ricerca più approfondita per tracciare una correlazione diretta e capire cosa succeda esattamente al cervello dopo tali traumi.

10.  “L’Alzheimer”, spiega Alz.org, un’associazione statunitense, “non lascia sopravvissuti. Distrugge le cellule cerebrali e causa cambiamenti nella memoria, comportamenti confusi e perdita di funzioni corporee. Si porta via lentamente e dolorosamente l’identità di una persona, la capacità di connettersi con gli altri, di pensare, di mangiare, di parlare, di camminare”. È come se il corpo dimenticasse cosa bisogna fare per sopravvivere.

13/09/14

Chi vedrò nello specchio fra 40 anni?

Quanti di noi ultra-sessantenni ha avuto la sensazione di abitare un corpo di un anziano estraneo? Non ci si pensa a vent'anni e nemmeno ai quaranta, e così che ci si trova con un estraneo che gira dentro casa e dorme con il tuo partner e mangia alla tua tavola. Dovremmo imparare a conoscere quel volto invecchiato mentre si è in conflitto con tutto il corpo che cambia.

Allora, come spesso accade, la tecnologia ci viene in aiuto fornendoci una applicazione che ci da la possibilità di guardarci vis à vis con chi vedremo allo specchio fra quarant'anni. E' una nuova tendenza su Twitter che arriva dalla Francia: con l'hashtag #TousSilver, "tutti grigi", il sito Silverco.fr ha chiesto agli utenti del web di provare a darsi una risposta alla domanda: "Come sarò tra quarant'anni?.

esempio preso dal web
Per farlo si può utilizzare una delle applicazioni per smartphone che invecchiano il volto partendo da una qualsiasi fotografia. L'obiettivo del sito è sensibilizzare giovani e meno giovani sui temi legati alla terza età, e comunque ricordare loro che se sono fortunati invecchieranno anche loro.

04/09/14

Tre cose che forse non sapevate

Quanto costa caricare la batteria di uno smartphone per un anno?
Assumiamo che il telefono consumi 3,5 W e che lo si debba tenere in carica due ore al giorno: corrispondono a 730 ore di carica all'anno a 0,0035 kW, per un totale di 2,55 kWh. Se paghiamo 0,18 euro al kWh, spendiamo circa 0,46 euro all'anno. Ma anche quando è carico, un telefono collegato alla presa consuma circa 2,5 W; se lo teniamo connesso inutilmente per sei ore a notte, spendiamo 0,96 euro in più.

Quanti sono gli esseri umani vissuti in tutti i tempi?
Il Population Research Bureau statunitense stima circa 107 miliardi, ma partendo da numerosi presupposti. In primo luogo, come definiamo chi furono i primi esseri umani? Poi, fino a circa 2000 anni fa non c'erano registrazioni della popolazione neanche lontanamente affidabili. Anche le stime sulla popolazione dell'Impero Romano, relativamente ben documentate, possono variare notevolmente. Le epidemie nell'Impero Bizantino del VI secolo e nell'Europa del XIV secolo ebbero un effetto enorme sulla popolazione mondiale, ma ci possono essere state altre catastrofi antiche la cui documentazione non è giunta fino a noi.

Perché qualcuno si sente male se legge su un veicolo in movimento? 
La chinetosi, o "mal d'auto", è provocata in generale dal fatto che l'orecchio interno e gli occhi sono in disaccordo sulla percezione del movimento. Quando leggiamo in macchina, la visuale è fissa mentre l'orecchio interno rileva curve e accelerazioni. Questo conflitto tra i sensi scatena la nausea, forse perché il cervello pensa che abbiamo mangiato qualcosa di tossico che induce allucinazioni. Circa un terzo degli esseri umani è particolarmente predisposto alla chinetosi: i gruppi più a rischio sono i bambini tra i 2 e i 12 anni, gli anziani, chi soffre di emicrania e le donne incinte.(science)


27/08/14

Non aprite quella porta

I casi di truffa ai danno dei soggetti non più giovani sono purtroppo ampi e in continuo aumento. Alcuni brevi e semplici consigli al fine di prevenire eventuali raggiri e truffe

Gli imbrogli che malintenzionati sono soliti porre in essere entrando, con scuse sempre più fantasiose, all'interno delle abitazioni, sono purtroppo sempre più frequenti. Vengono posti in essere approfittando proprio della vulnerabilità delle persone anziane in quanto spesso più deboli e sole. Come tutelarsi? Innanzitutto è importante verificare sempre con attenzione l'identità degli sconosciuti che intendono accedere alla vostra abitazione; in particolare, controllate attentamente dallo spioncino della porta chi intende entrare in casa e, in caso di dubbio, non aprire quella porta! Nel caso in cui si presentino alla vostra abitazione individui in divisa chiedete sempre le loro generalità e invitate tali persone a mostrare il tesserino ufficiale dell' ente di cui si fa eventualmente portavoce o emissario (es. forze di polizia o enti erogatori di servizi pubblici); in ogni caso, contattate, prima di aprire la porta, telefonicamente il predetto ente in modo da verificare l'attendibilità di quanto asserito dal presunto operatore.

Ricordatevi inoltre che prima di fare i controlli a casa gli Enti affiggono degli avvisi nel palazzo o nella via; pertanto dubitate delle visite a sorpresa di soggetti (anche se in uniforme) che vogliono controllare il contatore del gas, della luce ecc.. Diffidate sempre e comunque di gente sconosciuta che si presenta per nome e per conto di persone di vostra conoscenza. Se vi trovate in tale situazione cercate, eventualmente, di contattare telefonicamente la persona a cui si riferisce lo sconosciuto, al fine di avere una conferma di quanto asserito. Ultimamente sono altresì venute alla ribalta della cronaca molteplici truffe, nonché episodi di estorsione, celate dietro l'attività di presunti maghi, santoni, chiromanti, veggenti e astrologi che si presentano a casa del malcapitato millantando la necessità di eliminare il "malocchio" e/o "fatture".

Quando ci si imbatte in queste persone è opportuno: non comunicare mai i propri dati personali e rifiutarsi di consegnare denaro per prestazioni di qualsivoglia natura avvisando immediatamente le Forze dell'Ordine. Diffidate anche di persone che, spesso presentandosi ben vestite e abbastanza curate, promettano facili guadagni mediante investimenti o altre procedure che comportano la corresponsione di denaro. In tali circostanze, qualora interessati, è indispensabile consultare il proprio legale di fiducia prima di firmare qualsiasi atto oppure sentire il consiglio di parenti e amici. Anche in questo caso è opportuno non fornire dati personali e in particolar modo non concedere eventuali appuntamenti con tali persone. In ultimo, consiglio di contattare sempre le Forze dell'Ordine, nel caso in cui per strada si noti un anziano avvicinato da persone con atteggiamenti sospetti o quando si noti nell'atteggiamento dell'anziano timore, sorpresa o smarrimento; non è una perdita di tempo e non è un disturbo per le stesse Forze di Polizia anche perchè domani la stessa attenzione potrebbe essere data da uno sconosciuto a un nostro familiare.

06/06/14

Salerno | Offerte e donazioni fruttano a Monsignor Scarano una ricchezza di 6 milioni di euro.

Ricco. Molto ricco. La Procura salernitana ha quantificato il patrimonio in possesso di Monsignor Nunzio Scarano: sei milioni e mezzo di euro, secondo quanto scrive il Mattino. Il sostituto procuratore Elena Guarino ha stabilito che il considerevole patrimonio finanziario accumulato dal prelato è alquanto eccessivo e spropositato se paragonato al suo reddito ecclesiastico. Il monsignore è stato rinviato a giudizio dallo stesso procuratore insieme ad altre cinquanta persone e dovrà comparire il prossimo 16 giugno davanti al gup Renata Sessa presso il tribunale di Salerno per l'udienza preliminare del processo per riciclaggio e falso in atto pubblico. Monsignor Scarano venne arrestato nei mesi scorsi ( una prima volta fu arrestato nel giugno dello scorso anno) dalla guardia di Finanza e gli era stato notificato un ordinanza di custodia cautelare dove venne definito dal gip “persona inquietante”, frequentatore della vita mondana e perciò confinato agli arresti domiciliari. Sono state scoperte finte donazioni a favore di anziani e case di riposo, in realtà passate attraverso i suoi conti correnti e utilizzate per beni personali ed estinzioni di mutui. E’ risultato anche l’acquisto di un appartamento lussuoso a Salerno e quadri di valore, che a tutto servono tranne che al bene e a sollievo degli anziani nella case di cura.

09/05/14

Ragazzi brasiliani imparano l'inglese videochiamando anziani americani

Ragazzi brasiliani imparano l'inglese tramite videochiamate con degli anziani

L'idea è incredibilmente semplice (infatti non capisco come mai non si faccia da tempo e dovunque). 
Ci sono ragazzi in Brasile che vogliono imparare l'inglese e dall'altra parte ci sono anziani statunitensi che abitano nelle case di riposo che non hanno nessuno con cui parlare e passare il tempo.
E se unissimo queste due cose? Geniale!

La Scuola di Lingue CNA, con l'aiuto della agenzia pubblicitaria FCB Brasil, ha iniziato questo progetto con i ragazzi brasiliani e gli anziani nordamericani. Permettendo cosi ai giovani di imparare una nuova lingua e ai vecchietti di avere una buona compagnia.
Ciò ha infatti permesso di creare delle nuove amicizie.
Videochiamata tra giovani e anziani (presa dal web)

Il progetto è iniziato con la scuola CNA a Libertad, Brasile e nell comunità di ritiro Windsor Park a Chicago, Stati Uniti.
Queste conversazioni vengono registrate e poi caricate privatamente su un canale Youtube per permettere agli insegnanti di vedere come lo studente impara la nuova lingua.

Speriamo di veder presto progetti come questo anche in paesi come il nostro.
Intanto vi lascio il link del video (preso da youtube) qua sotto. (FayerWayer)


    

02/03/14

Un sistema immunitario efficiente per restare giovani

Un sistema immunitario efficiente è anche là miglior premessa per restare giovani a lungo: lo affermano tutti i più noti immunologhi. Proprio dallo studio dei «grandi vecchi»  arrivano informazioni che consentiranno di creare una medicina preventiva efficace, «in grado di individuare, soprattutto tra gli anziani, i soggetti a rischio di malattie degenerative, e intervenire in tempo». Per capire come, dobbiamo tenere conto che il nostro sistema immunitario non è statico, ma si rimodella nel corso della vita di un individuo. 


«Nell'800 non si viveva più di 40-50 anni, e l'organismo non faceva in tempo a invecchiare, mentre oggi i progressi della medicina e il miglioramento delle condizioni di vita hanno cambiato radicalmente le cose». Ma il nostro sistema immunitario è continuamente bombardato da aggressioni esterne, cui reagisce accumulando memoria, «proprio come l'hard disk di un computer che finisce con il saturarsi proprio quando avremmo bisogno di nuovo spazio». Per ritardare il processo di invecchiamento del sistema immunitario dunque sarebbe sufficiente diminuire la carica antigenica, ossia le aggressioni esterne. Ma le cose non sono così semplici: «in mancanza di nemici reali da combattere il sistema immunitario può rivolgersi contro altri avversari. Si spiega così, tra l'altro, la crescente diffusione delle allergie nei paesi occidentali dove il sistema sanitario limita la diffusione delle infezioni». Qualcosa però si può fare. «Gli studi più recenti identificano il pericolo nell'infiammazione con cui l'organismo reagisce alle aggressioni esterne». Uno strumento indispensabile per rimanere in buona salute, che in molti casi finisce per trasformarsi in un cavallo di Troia. Il risultato è un fenomeno che gli immunologi hanno ribattezzato inflamm-aging, termine che può essere tradotto come «infiammazione cronica associata all'età»: «Si è scoperto recentemente che l'infiammazione cronica è strettamente legata alla cosiddetta comorbilità dell'anziano, e si ipotizza che proprio questo sia il denominatore comune di malattie molto diverse tra loro, come aterosclerosi e malattie cardiovascolari o patologie degenerative cerebrali». Oggi sappiamo anche che questi processi hanno una base genetica: esistono individui predisposti a produrre citochine pro-infiammatorie, sostanze che intervengono nell'infiammazione, mentre altri hanno una tendenza a produrre meno citochine «cattive» e più citochine anti-infiammatorie. È proprio tra questi ultimi che si trovano più spesso i centenari, oggetto privilegiato di studio di chi cerca di scoprire il segreto della longevità. «l'obiettivo è quello di identificare cluster, ossia associazioni di diversi marcatori genetici che contraddistinguono gli individui più longevi. Identificare i marcatori che consentono di prevedere, in anziani apparentemente sani, lo sviluppo di patologie invalidanti, ossia di fare una vera medicina preventiva, personalizzata sulle esigenze dei pazienti, sarà l'obbiettivo futuro dei ricercatori». E se gli studi confermeranno il ruolo dell'infiammazione nelle patologie degenerative dell'anziano, «sarà possibile curare i soggetti a rischio senza distribuire indiscriminatamente farmaci costosi e non privi di effetti collaterali.» Si tratta di studi complessi, che richiedono di seguire una persona per tutta la vita. E poi non ci sono - ancora - test adeguati a valutare ultraottantenni. Però si può già affermare che una personalità «negativa» è un fattore di rischio per diverse malattie.



26/02/14

Montecchio (RE) | agenzia pompe funebri per errore scambia due salme.

Succede anche questo. Ospedale di Montecchio, provincia di Reggio Emilia. La bara era quella giusta, e anche gli abiti, gli stessi che la figlia del defunto aveva scelto assieme alla famiglia e che aveva poi consegnato all’impresa di onoranze funebri affinché li facesse indossare al padre, morto poche ore prima. Ma quando si è recata nella camera mortuaria per l’ultimo saluto e ha guardato in volto la salma ha capito subito che c’era qualcosa che non andava: che il signore adagiato nella cassa non era suo padre. l’ increscioso “incidente” si è registrato lunedì sera nelle camere ardenti dell’ospedale Franchini di Montecchio, dove le salme di due anziani signori sono state scambiate. Il papà di Rossana Barani, Medardo, 86 anni, dopo un periodo di ricovero di quindici giorni, è deceduto lunedì scorso intorno a mezzogiorno. “Così ho consegnato all’impresa i vestiti e poi siamo tornati alla sera, verso le 19, quando finalmente sarebbe stato possibile vederlo – racconta Rossana - Ma quando sono entrata nella stanza, mi sono subito accorta che quello non era mio padre. Più lo guardavo, più mi convincevo che non era lui.” Momenti di sgomento e costernazione tra i parenti del defunto. “Sono allora andata nell’altra stanza e ho guardato l’altro defunto – continua Rossana Barani - ed ho visto che quello era veramente mio padre. Solo, nella bara e con i vestiti di un altro.” Probabilmente quelli dell’altro defunto al quale erano stati messi gli abiti del padre. Le onoranze non hanno potuto far altro che scusarsi e adoperarsi per rivestire le salme con i propri abiti. Ieri a San Polo si è svolto regolarmente il funerale dell’altro anziano. Oggi alle 10 toccherà a Barani. Ma resta da capire come sia stato possibile l’errore. La direzione Ausl fa sapere che «ai pazienti, al momento del ricovero, viene messo al polso il braccialetto di identificazione, che non viene mai rimosso dal personale ospedaliero durante il ricovero, viene tolto dal personale delle imprese di pompe funebri nella fase di preparazione della salma. L’errore che si è verificato non è pertanto responsabilità del personale sanitario dell’Ospedale».

11/01/14

Perché non si reclamizza anche l’esenzione del canone TV?

Questo è il periodo in cui le reti TV nazionali ci subissano di pubblicità per quanto riguarda il rinnovo del canone RAI per l’anno in corso, ma nemmeno una parola spesa per chi è esentato dal pagamento di questa tassa. Per una norma introdotta a fine dicembre 2007, non sono tenuti a pagare gli anziani oltre i 75 anni con un reddito minimo. Purtroppo la moltitudine degli italiani non conosce questa norma. L’ha scoperta per caso un cittadino di Rovigo. «L’ho letto sul Televideo - spiega - e così mi sono informato. Io ho una madre e altre due zie ultraottantenni che hanno sempre ricevuto il bollettino e hanno pagato il canone in questi anni» ». Il rodigino, così, si prepara a far valere i diritti delle anziane parenti. «Andrò dagli impiegati della RAI che sono presenti in città a chiedere il rimborso per gli anni passati e comunque a informarmi ancor meglio» Il rodigino inoltre lamenta come la RAI faccia nulla per far sapere che esiste questa opportunità: «Un anziano non guarda il Televideo e non naviga in internet. Quando fanno gli spot sul fatto che si debba pagare il canone, dovrebbero anche dire che esiste questa esenzione e di informarsi in materia». La norma in questione introdotta circa sette anni fa prevede che a non dover pagare il canone ( o meglio “l’imposta sul possesso del televisore”) siano le persone oltre i 75 anni con un reddito familiare che non superi i 516,46 euro al mese, che con la tredicesima somma un tetto annuo di 6.713,98 euro.

20/11/13

Fatti alloggiare in un seminterrato fatiscente| Chiuse 18 strutture per disabili e anziani

La task force, costituita dal nucleo dei NAS, istituita dal ministro Lorenzin ha segnalato 102 persone all'autorità giudiziaria e 174 a quella sanitaria, oltre ad aver accertato 174 violazioni penali e 251 amministrative. Denunciate 286 persone. Al termine di un maxicontrollo in tutta Italia per verificare le autorizzazioni ed il rispetto dei requisiti igienico-sanitari. In alcuni casi i militari hanno rinvenuto farmaci e cibi scaduti.
Anziano

Tre anziani ospitati in una Comunità di alloggio per anziani a Roma erano stati alloggiati in un seminterrato fatiscente, privo di abitabilità ed in pessime condizioni di manutenzione. la struttura è stata chiusa dai carabinieri del Nas durante la maxioperazione condotta in 1.000 strutture per disabili ed anziani in tutta Italia. I tre anziani, in esubero rispetto alla capacità ricettiva della struttura, erano stipati in un seminterrato con pareti invase dall'umidità e con l'intonaco cadente. I carabinieri hanno trovato anche una donna allettata in evidente stato di disidratazione. Per questo è stato avvertito il 118 che ha disposto il ricovero ospedaliero dell'anziana. Nell'ambito dell'ispezione, in un frigo-congelatore a pozzetto, sono stati rinvenuti e sequestrati alimenti congelati (petti di pollo e spezzatino di vitella) privi di ogni documentazione nonché in cattivo stato di conservazione ed insudiciati perché privi di involucro protettivo. Il titolare della struttura è stato denunciato.

L'Italia invecchia senza alcuna strategia e fondi!

L'Italia va verso un'invecchiamento costante e progressivo senza fondi ed una strategia nazionale. Questo è quanto viene fuori dalle statistiche: l'Italia invecchia e le storie quotidiane i drammi della non autosufficienza poroliferano. E per i più deboli della popolazione cadere nella long term care appare essere sempre più un destino drammatico senza fine. Chiaramente con le dovute ed inevitabili eccezioni geografiche il cui gap ormai pare sempre più incolmabile: al meridione gli over 65 aventi necessità di cure continue e costanti sono senza rete di protezione, nel centro Italia le cose vanno soltanto poco meglio, mentre al nord si hanno più garanzie.

Ma nel computo generale il nostro livello assistenziale appare essere sempre meno che sufficente che in Europa dal welfare più garantito. Addirittura con peggioramento sensibile rispetto a soli dieci anni fa, prima che si abbattesse la scure dei tagli lineari. A essere non autosufficiente, insomma, è l'Italia verso i suoi anziani non autosufficenti. A confermarci questa amara realtà, con tanto di numeri alla mano e di analisi sul campo regione per regione,è il quarto rapporto del «Network non autosufficienza» (Nna) presentato questa mattina a Bologna, dove appunto si svolge la due giorni sulla non autosufficienza in Italia. Sul tavolo le proposte per rientrare da questo autentico deficit sociale a cominciare dall'utilizzo di 1,8 miliardi dai risparmi che si potranno (forse) ottenere dalla stretta sulle cure ospedaliere. Il fai-da-te dell'Italia che dimentica gli anziani Non che gli interventi e i modelli regionali manchino, anzi.

Così come la capacità che i sindaci mettono in campo, quando possono, se possono e se ne sono capaci. Sono ben 38 secondo il rapporto – curato dal network Nna e promosso dall'Irccs Inrca, ora pubblicato da Maggioli editore – i modelli di Rsa (residenze sanitarie per anziani). L'assistenza a casa conta ben 5 modelli diversi, con rete variabili e risorse che, manco a dirlo, sono inesorabilmente ridotte al lumicino. Grandi escursione di cure, di modelli, di risultati. E di impegni finanziari che impazzano: la regione che meno ha, e che è anche meno attrezzata, meno offre ai suoi anziani. Lo spezzatino delle fragilità, un federalismo malsano delle cure che si ripete in tutti i contesti della vita sociale.
L'Italia che invecchia
E lo Stato taglia i fondi Una situazione ancora più drammatica vista la miopia dello Stato nel finanziare quella che è considerata da tutti la bomba sociale per tutto l'Occidente. E per l'Italia, che invecchia di più, a livelli ormai insopportabili.

Ormai da anni, col governo del Cavaliere, è stato pressoché cancellato il Fondo per la non autosufficienza. Poi è tornato, in qualche modo, ma come intervento spot da poche centinaia di milioni. Briciole, se si considera che il pianeta della non autosufficienza in Italia conta 5 milioni di persone contando anche familiari e operatori.

Già, le famiglie: perché poi sono loro, in assenza dello Stato, a fare da vera cintura di protezione. Quando l'anziano non è solo. I numeri parlano da sé: la spesa totale in Italia per l'assistenza continuativa agli anziani non autosufficenti vale 1,85 punti di pil. Ma attenzione: ben 0,79 punti vale l'indennità di accompagnamento erogata dal'Inps e 0,85 le prestazioni sanitarie. Poi per gli altri servizi 0,21 punti di pil. Peccato che a far fronte anche finanziariamente alle necessità, siano poi gli entri locali e le regioni. Con proprie risorse. E qui la variabilità è estrema: dall'Umbria dove nel 2009 si spendevano circa 4.400 euro l'anno per ogni anziano non autosufficienza, al Molise che metteva sul piatto solo 2.300 euro. Quasi la metà. L'Italia delle cure per chi può.
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