Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta braccialetto. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta braccialetto. Mostra tutti i post

11/04/14

La tecnologia in aiuto delle malattie gravi come l’emofilia con una chiavetta USB.

La tecnologia arriva in aiuto delle malattie più rare e più gravi come l’emofilia. E’ una malattia ereditaria umana comportante una grave insufficienza nella coagulazione del sangue e che colpisce quasi esclusivamente i maschi. In occasione della X Giornata mondiale dedicata a questa malattia, la Federazione delle associazioni emofilici ha presentato uno strumento che potrebbe risultare decisivo in situazioni di emergenza per questi pazienti. Si tratta di un braccialetto nel quale è incorporata una chiavetta Usb all’interno della quale potrà essere caricata tutta la storia clinica del paziente. In caso di incidente e o di malore della persona, il sistema, che è stata battezzato “Safety Medical Database” (Sameda) potrà consentire ai soccorritori di accedere via computer o smartphone a tutte le informazioni importanti per l’effettuazione dei soccorsi. Si tratta di dati letteralmente vitali per pazienti che, come nel caso degli emofiliaci, presentano gravi difficoltà di coagulazione del sangue, esponendoli a rischi emorragici più gravi rispetto al resto delle persone. Il progetto del Safety medical database è stato adottato in Formula 1 dalla scuderia Toro Rosso che ha consegnato un pendaglio Usb a tutti i propri meccanici. In questo modo, in caso di incidente, i medici potranno apprendere in pochi attimi il profilo sanitario della persona, a partire dal gruppo sanguigno, fondamentale per le eventuali trasfusioni di sangue. Testimonial dell’iniziativa è l’ex pilota di Formula 1 Ivan Capelli. "I tanti sportivi che convivono con l’alta velocità - dichiara Capelli - evitano di pensare al pericolo: lo ignorano. Nel mio percorso da pilota automobilistico, non immune da incidenti, mi sono reso conto di quanto fosse importante poter fruire delle proprie informazioni mediche, migliorando l'intervento dei soccorritori nell'urgenza o nell'emergenza”. Il braccialetto sarà presto a disposizione di alcuni centri che si occupano di emofilia che lo consegneranno ai loro pazienti. Si partirà con quelli più giovani che sono più a loro agio nell’interazione con la tecnologia. Elemento importante del progetto Sameda è la componente software che gestisce i dati caricati sul modulo Usb. Questo infatti consentirà l’inserimento di dati clinici sia da parte dei professionisti del settore sanitario sia da parte dei pazienti, garantendo la gestione dei dati secondo più livelli di privacy.

26/02/14

Montecchio (RE) | agenzia pompe funebri per errore scambia due salme.

Succede anche questo. Ospedale di Montecchio, provincia di Reggio Emilia. La bara era quella giusta, e anche gli abiti, gli stessi che la figlia del defunto aveva scelto assieme alla famiglia e che aveva poi consegnato all’impresa di onoranze funebri affinché li facesse indossare al padre, morto poche ore prima. Ma quando si è recata nella camera mortuaria per l’ultimo saluto e ha guardato in volto la salma ha capito subito che c’era qualcosa che non andava: che il signore adagiato nella cassa non era suo padre. l’ increscioso “incidente” si è registrato lunedì sera nelle camere ardenti dell’ospedale Franchini di Montecchio, dove le salme di due anziani signori sono state scambiate. Il papà di Rossana Barani, Medardo, 86 anni, dopo un periodo di ricovero di quindici giorni, è deceduto lunedì scorso intorno a mezzogiorno. “Così ho consegnato all’impresa i vestiti e poi siamo tornati alla sera, verso le 19, quando finalmente sarebbe stato possibile vederlo – racconta Rossana - Ma quando sono entrata nella stanza, mi sono subito accorta che quello non era mio padre. Più lo guardavo, più mi convincevo che non era lui.” Momenti di sgomento e costernazione tra i parenti del defunto. “Sono allora andata nell’altra stanza e ho guardato l’altro defunto – continua Rossana Barani - ed ho visto che quello era veramente mio padre. Solo, nella bara e con i vestiti di un altro.” Probabilmente quelli dell’altro defunto al quale erano stati messi gli abiti del padre. Le onoranze non hanno potuto far altro che scusarsi e adoperarsi per rivestire le salme con i propri abiti. Ieri a San Polo si è svolto regolarmente il funerale dell’altro anziano. Oggi alle 10 toccherà a Barani. Ma resta da capire come sia stato possibile l’errore. La direzione Ausl fa sapere che «ai pazienti, al momento del ricovero, viene messo al polso il braccialetto di identificazione, che non viene mai rimosso dal personale ospedaliero durante il ricovero, viene tolto dal personale delle imprese di pompe funebri nella fase di preparazione della salma. L’errore che si è verificato non è pertanto responsabilità del personale sanitario dell’Ospedale».
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.