Il-Trafiletto
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24/03/17

Richiesta mutui cresce mese di febbraio 2017

Richiesta mutui in notevole crescita quella che si è registrata durante il mese di febbraio 2017 di circa 7,3% comprese le richieste di ristrutturazioni delle abitazioni. 


Tornano a salire gli importi richiesti dai mutuatari e quelli erogati loro dalle banche. E' quanto emerge dall'Osservatorio congiunto Facile.it - Mutui.it relativo ai mutui italiani nel periodo febbraio 2016 - febbraio 2017.

Nello scorso mese la richiesta media di mutui in Italia, si legge nell'analisi condotta su un campione di oltre 13.000 pratiche, e' stata pari a 134.900 euro, vale a dire il 7,35% in piu' rispetto ai valori registrati dodici mesi prima.
L'incremento, pero', sembra in qualche modo aver rallentato col passare del tempo visto che se si ferma l'analisi ai sei mesi l'aumento e' pari al 5,34% e, nei tre mesi scorsi, al 4,21%.

All'aumento degli importi richiesti corrisponde anche quello nelle somme erogate dalle banche, anche se in questo senso la crescita e' inferiore e, di conseguenza, si crea un certo scollamento fra quanto gli aspiranti mutuatari vorrebbero ricevere e quanto effettivamente ottengono;
a febbraio 2017 l'erogato medio e' stato pari a 121.039 euro, equivalente al 6,22% in piu' rispetto ad un anno fa. 
Considerando ancora una volta i valori in ottica semestrale e trimestrale vediamo come, nei sei mesi, la crescita ci sia effettivamente stata, sia pure in maniera piu' contenuta (+1,85%), mentre nell'ultimo trimestre le banche sembrano aver scelto una linea di maggior cautela e gli importi erogati si siano ridotti, da dicembre 2016, del 2,13%.

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06/06/14

Salerno | Offerte e donazioni fruttano a Monsignor Scarano una ricchezza di 6 milioni di euro.

Ricco. Molto ricco. La Procura salernitana ha quantificato il patrimonio in possesso di Monsignor Nunzio Scarano: sei milioni e mezzo di euro, secondo quanto scrive il Mattino. Il sostituto procuratore Elena Guarino ha stabilito che il considerevole patrimonio finanziario accumulato dal prelato è alquanto eccessivo e spropositato se paragonato al suo reddito ecclesiastico. Il monsignore è stato rinviato a giudizio dallo stesso procuratore insieme ad altre cinquanta persone e dovrà comparire il prossimo 16 giugno davanti al gup Renata Sessa presso il tribunale di Salerno per l'udienza preliminare del processo per riciclaggio e falso in atto pubblico. Monsignor Scarano venne arrestato nei mesi scorsi ( una prima volta fu arrestato nel giugno dello scorso anno) dalla guardia di Finanza e gli era stato notificato un ordinanza di custodia cautelare dove venne definito dal gip “persona inquietante”, frequentatore della vita mondana e perciò confinato agli arresti domiciliari. Sono state scoperte finte donazioni a favore di anziani e case di riposo, in realtà passate attraverso i suoi conti correnti e utilizzate per beni personali ed estinzioni di mutui. E’ risultato anche l’acquisto di un appartamento lussuoso a Salerno e quadri di valore, che a tutto servono tranne che al bene e a sollievo degli anziani nella case di cura.

12/02/14

Mario Bortoletto, imprenditore veneto, spiega come non farsi fregare dalle banche,

Un imprenditore è riuscito a farsi risarcire dalle 8 grandi banche italiane, mentre piccoli imprenditori si suicidano per poche migliaia di euro. Costretti a sacrifici, torchiati da tasse, piegati dai debiti mentre le banche li derubano facendogli pagare tassi di interessi da usura, applicando l'anatocismo, reato punibile penalmente.

(Un mio consiglio, guardate il video e ascoltatelo bene fino alla fine...e svegliamoci)
Banche usuraie. L'imprenditore che le ha battute spiega come sconfiggerle Ci sono modi, illeciti, con cui le banche alzano i tassi d'interesse chiesti agli imprenditori, arrivando a chiedere tassi usurai. Mario Bortoletto, in causa con 8 banche, si è già fatto dare 450 mila euro da due banche con cui era in causa. A Presa Diretta, intervistato da Riccardo Iacona, l'imprenditore spiega quali sono i meccanismi e come non farsi fregare.
La "bibbia " dei correntisti

La prima banca contro cui ha vinto in tribunale gli chiedeva 39mila euro. Alla fine è stata la banca a dargli i soldi: 90mila euro. Mario Bortoletto, imprenditore veneto, spiega come non farsi fregare dalle banche, che a volte applicano tassi ai limiti dell'usura. "Mi hanno fatto pagare degli interessi pazzeschi, ed è per questo che mi sono arrabbiato - dice l'imprenditore intervistato ieri da Roberto Iacona, nel corso di Presa Diretta -. Ho fatto causa a 8 banche nazionali. La prima l'ho già vinta con sentenza del tribunale. Qual'è la banca non glielo posso dire, ho l'obbligo della segretezza. Loro non vogliono che si sappia, perché la logica qual è? Per 2 che si svegliano ce ne sono 100mila che dormono. Quei 100mila pagano per i due che si svegliano". E per cercare di svegliare i suoi colleghi c'è il blog Delitto d'usura. 

IL MECCANISMO
Ma come funziona il meccanismo? Lo spiega Bortoletto: “La banca ti da un fido e ti chiede figurativamente il 12%. Poi la banca ti fa pagare la commissione di massimo scoperto, mediamente l'1,5% al trimestre. In un anno diventa il 6%. Poi ti chiedono la capitalizzazione degli interessi. Ma ti calcolano gli interessi sugli interessi, è questo si chiama anatocismo. La legge vieta che tu possa conteggiare interessi sugli interessi. Questo aggiunge un altro 3, 4 o 5%". Ma cos'è l'anatocismo? Lo spiega sempre l'imprenditore: "è usura: è superamento del tasso soglia". Poi c'è il gioco delle valute, "più tardi loro ti danno l'accredito, più ti fanno stare in rosso e tu paghi gli interessi". Altro giochetto non consentito dalla legge è l'aumento unilaterale dei tassi, che in tribunale viene annullato dai giudici. "Devono essere sottoscritti dal cliente. Tutti noi imprenditori abbiamo un tesoretto che non abbiamo più noi, ma hanno le banche. Le banche devono restituire il maltolto".

 L'IMPRENDITORE SUICIDA
Ad aggravare ancor di più la situazione il fatto che, per debiti o tasse che non si riescono a pagare, ci sono imprenditori che si uccidono. Oppure che si mettono in mano agli usurai veri. Che pretendono i soldi indietro con la pistola e le botte. Schiavon, un altro piccolo imprenditore del veneto, con l'azienda a 50 m da quello di Bortolotto si è suicidato, proprio a causa dell'impossibilità di pagare. Ora, con ogni probabilità, le banche gli daranno indietro 670 mila euro. "La Cassa Depositi e prestiti dovrebbe fare come in Germania: fare mutui a 40 anni, con tassi decenti. Così farebbe concorrenza alle banche"

PER UN CONSIGLIO GRATUITO SULL'USURA BANCARIA CHIAMA IL DELITTO DI USURA al 342/0504778

06/12/13

Dopo la maxi multa le banche rischiano la class action.

Dopo la maxi-multa da 1,71 miliardi di euro complessivi che si è abbattuta sulle banche, adesso le stesse rischiano di trovare dietro l’angolo anche il provvedimento di class action nei loro confronti: così la Commissione Europea ha sanzionato nei confronti di 6 grandi istituti di credito internazionali per aver manipolato, tramite la costituzione di due cartelli, i tassi interbancari Euribor e Tibor in yen utilizzati in mutui immobiliari e derivati. A fare da cassa di risonanza alla multa comminata a questi istituti di credito, potrebbe giungere una seconda batosta, nel caso in cui le autorità europee dovessero decidere di rimborsare gli eventuali danni ai clienti di prodotti finanziari, come i prestiti o i mutui ancorati all'Euribor. Ma non finisce qui: non è detto che ci sia finanche la possibilità di ulteriori cause civili e class action direttamente dai cittadini interessati.
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Commissione Europea
«È ancora troppo presto per capire se saranno previsti dei risarcimenti per i consumatori», commenta Vincenzo Somma, direttore della divisione finanziaria di Altroconsumo. Secondo Somma, la strada delle class action è lunga e costosa: «Meglio sperare che siano le stesse autorità europee a intervenire, chiedendo alle banche di restituire il maltolto, ovvero gli interessi i cui tassi sono stati manipolati, senza necessità di intentare cause collettive da parte degli utenti danneggiati».

Viene da chiedersi quanto sia probabile una simile eventualità. Somma si dice fiducioso: « Se dovessi guardare al sistema giuridico italiano sì, sarebbe difficile. Ma ripongo le speranze nell'Europa, che è spesso contraddistinta da dinamiche di grande pragmatismo quando si tratta di intervenire su questioni del genere».

Il responsabile di Altroconsumo ritiene che la decisione della Commissione, e lo scandalo che ne consegue, minino ulteriormente la fiducia degli utenti nel settore finanziario. «I consumatori sono sfiduciati già dal 2008. Movimenti come Occupy Wall Street fanno di tutta l'erba un fascio, ma poi arrivano sentenze come questa che forse danno loro ragione. La multa potrebbe, certo, restituire fiducia almeno nelle istituzioni di vigilanza; ma potrebbe anche essere un boomerang se alla fine dei conti gli utenti danneggiati non ricevessero alcun rimborso».

Più critico il parere di Antonio Tanza, avvocato e vicepresidente di Adusbef, che ritiene l'ultima sentenza soltanto la punta dell'iceberg: «È già da due anni che lavoro su casi simili. Mi aspetto che a gennaio o febbraio vengano emessele prime sentenze civili in Italia su questo tema». Secondo Tanza, il punto è che i tassi «non dipendono da criteri oggettivi ma vengono fissati su un parametro soggettivo, basato sul parere del funzionario addetto e fissato ex ante da un panel di banche, in piena violazione della normativa antitrust che vieta le intese tra imprese».

D'altro canto, a settembre lo stesso commissario ai servizi finanziari, Michel Barnier aveva affermato che «questa situazione non può andare avanti», perché con con lo scandalo Libor e Euribor «le banche hanno mentito sui tassi applicati e l'indice stesso è stato falsato, e l'impatto di questa manipolazione ha cifre enormi, perché Il volume di mercato cui si applicano questi indici sistemici è di mille trilioni».

Nel citare Barnier, Tanza non ha dubbi: l'illegalità di fondo darebbe il diritto a tutti i cittadini e alle imprese che abbiano sottoscritto finanziamenti o leasing legati ai tassi incriminati di fare causa alle banche, anche a quelle che non rientrano nella cerchia dei 6 istituti multati. «Qualsiasi contratto – afferma – appare irrimediabilmente nullo per violazione della normativa antitrust. Alla banca va restituita la sola componente capitale del debito, al netto di ogni spesa o competenza, secondo il piano di ammortamento originario. E nessun interesse è dovuto», conclude Tanza.



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