La
prima eruzione vulcanica non si
scorda mai...o forse si? Quando sarebbe stata realizzata la prima
immagine di
un’eruzione vulcanica fatta
dall’essere umano?
In effetti la
data esatta non è stata finora individuata, ed uno
studio effettuato presso
l’Università della
California di Los Angeles e pubblicato su
Plos One, conferma che il
murale rinvenuto nel
sito archeologico di
Çatalhöyük in
Turchia, sia risalente a circa
7000 anni a.C, e raffigura
l’eruzione del
vulcano Hasan Dagi: possiamo dunque aggiudicargli il
primato dovutogli.
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Vulcano Hasan Dagi |
Facendo uso di
tecniche di
radiodatazione di
rocce prelevate sul cono, i
ricercatori hanno infatti dato dimostrazione che
l’età di questi
sedimenti rocciosi è in tutta tranquillità, paragonabile alle stime
archeologiche del
murale neolitico, suggerendo che i
residenti dell'antico insediamento sarebbero stati testimoni
dell’eruzione vulcanica e dunque l’avrebbero immortalata dandone rappresentazione nei loro
dipinti.
Il
murale di Çatalhöyük risalente al
Neolitico è considerata la più antica “mappa” esistente. Fu ritrovato tra le rovine di una casa negli anni Sessanta e oggi è conservato presso il
Museo delle
Civiltà Anatoliche di
Ankara.
Il significato di questo
dipinto è stato al lungo un acceso argomento di dibattito. Secondo le ipotesi più accreditate, si tratterebbe della rappresentazione di un leopardo.
Un’ipotesi alternativa che, però, finora non aveva ricevuto supporto scientifico era quella secondo cui l’immagine rappresentava
l’eruzione del vulcano Hasan Dagi situato a 130 km di distanza, con sullo sfondo la vista di un villaggio.
Per risolvere il problema, i ricercatori coordinati da
Axel Schmitt hanno esaminato la composizione degli strati di detriti presenti sulla cima e sulle pendici del
vulcano stesso per determinare se e quando ci fosse stata
un’eruzione.
I
campioni di roccia prelevati hanno rivelato la presenza di
polveri di pomice generate durante
l’esplosione vulcanica. Da questi campioni, hanno estratto dei cristalli di zirconio che sono stati datati usando una
tecnica radiometrica, chiamata (
U-Th)/
He zircon geochronology (datazione basata su
uranio-torio-elio).
“La
datazione basata sullo zirconio è una tecnica recente – spiega Schmitt – molto utile per materiale non organico per cui non si può usare il 14C”. Essenzialmente questa
metodologia si basa sul fatto che lo zirconio è un elemento durevole e abbondante in natura che contiene uranio, il cui decadimento radioattivo può essere usato per misurare l’età di vari materiali.
In questo modo, gli scienziati hanno stabilito che i campioni di roccia di
origine vulcanica prelevati in
Turchia avevano circa 8970 anni, con un margine di errore di 640 anni, collocando
l’eruzione dell’Hasan Dagi intorno al 6900 a.C. Questa data coincide con la datazione archeologica basata sul 14C del città di
Çatalhöyük dove si trovava il dipinto, rendendo più plausibile l’ipotesi che esso ritragga l’esplosione vulcanica.
Secondo l’autore, questi dati forniscono la prima
radiodatazione di un evento geologico di tipo vulcanico e supportano la
teoria che gli abitanti di
Çatalhöyük durante il
Neolitico avrebbero assistito all’esplosione
dell’Hasan Dagi e l’avrebbero riprodotta nelle loro opere di pittura. “Inoltre – conclude Schmitt - la presenza continua di cristalli di zirconio nell’area, associata a evidenze di
eruzioni precedenti, nel
tardo Pleistocene (circa 29,000 anni fa), suggeriscono che
l’Hasan Dagi potrebbe essere un vulcano ancora attivo e potenzialmente pericoloso”.