Il-Trafiletto
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11/11/14

Dramma familiare: agente carcerario spara alla moglie per poi farla finita

Ancora un dramma familiare. Un agente carcerario ha ucciso la moglie sparandole un colpo di pistola! La fa finita sparandosi con la stessa arma. 


I corpi senza vita sono stati trovati all'interno di un appartamento di via Machiavelli, a Cisterna provincia di Latina.

L'allarme al 113 è giunto intorno alle 16.30 e immediatamente sono giunti sulla scena gli agenti del commissariato di Polizia a cui capo c'è il vice questore Walter Dian. Senza alcun esito i soccorsi prestati dal personale del 118. Si tratta di Antonino Pierpaolo Grasso, dell'età di 38 anni, nativo della provincia di Messina, e Tiziana Zaccari, di età 36 anni.

A dare l'allarme è stato il vicinato a seguito i colpi di pistola uditi, provenienti dal luogo del delitto-suicidio. L’omicida-suicida ha da prima inveito contro la moglie,Tiziana Zaccari, sparandogli un colpo di pistola ed uccidendola, per poi rivolgere la stessa arma contro se stesso e togliersi la vita. La tragedia consumata lascia sgomenti familiari e vicinato, i due bambini della coppia, rispettivamente di 6 e 7 anni restano privi di genitori. Si tratta dell'ennesima tragedia familiare che trova come suo culmine una violenta lite perpetratasi nell'appartamento di via Machiavelli, un quartiere residenziale di Cisterna in provincia di Latina.

Antonino Pierpaolo Grasso e la moglie Tiziana Zaccari
Antonino Pierpaolo Grasso e la moglie Tiziana Zaccari
I vicini di casa dopo avere dato l'allarme, hanno raccontato agli agenti giunti sul posto che al momento della tragedia pare fossero presenti pure i bambini. L’inchiesta è affidata al pm Gregorio Capasso, e pare che secondo le prime ricostruzioni degli investigatori il rapporto tra i due era caratterizzato negli ultimi tempi da frequenti litigi.

Il gesto estremo potrebbe essere, nato esattamente al culmine dell’ennesima lite. La polizia momentaneamente sta provvedendo a raccogliere altre testimonianze al fine di ricostruire i fatti e venire a capo di cosa sia accaduto esattamente dentro l’appartamento.

10/09/14

Malaysia Airlines MH17 non vogliono dire cosa sia successo veramente

Il rapporto in volo della Malaysia Airlines MH17 dice tutto, eppure non dice nulla circa la causa della caduta dell'aereo, l’olio aggiunto ad Amsterdam e i criminali presenti a bordo. 


La relazione ufficiale dice che MH17 è stato abbattuto da "oggetti di alta energia", non previsti e non usa mai la parola missile

Come può essere, perchè nascondere o insabbiare anche l’evidenza? 

Si difende la compagnia e lo stato intero dicendo che per ora si ha tra le mani solo una relazione preliminare e non si vogliono attribuire colpe immediate; ma i pubblici ministeri e i giudici si stanno occupando di questa tragedia e vogliono arrivare al più presto a dire al mondo chi ha causato questa atrocità. 
Questa indagine è solo all’inizio ed è tutta da scoprire, mettendo in luce che cosa è successo veramente, chi l’ha voluto e fare in modo che non accada mai più. 

Questa relazione sul MH17, sembra voler prendere il tempo di eliminare le prove schiaccianti che tutti stanno conoscendo attraverso i social e internet e poi difendersi sul fatto che pian piano passa il tempo e tuto si deteriora e scompare. 

Una cosa è certa, questa volta vi diamo tutto il tempo che volete, ma sappiate bene che già tutto il mondo conosce la verità. 
Vi aspettiamo.
La compagnia Malaysia Airlines

26/08/14

Tremate, tremate, le streghe son tornate

Terminato il periodo vacanziero e tornati tutti o quasi al lavoro, riprendiamo in mano libri un po' più corposi e più significativi. Questa settimana ci occuperemo di una famosissima tragedia, archetipo della brama di potere e dei pericoli ad essa legata, della sua maledizione e dei “e se” che un'autrice ha sfruttato per scrivere un suo libro.

Prendete dunque posto e mettetevi comodi perché il Macbeth di William Shakespeare sta per cominciare. 

Macbeth
Macbeth
Per scrivere il suo Macbeth, Shakespeare si ispirò alle vicende del re Macbeth di Scozia. Tutti conoscono la trama del Macbeth, ma per chi non la conoscesse faccio qualche passo indietro e ve la racconto.

Macbeth e Banquo, generali del re Duncan, incontrano per caso durante il tragitto di ritorno a casa, tre streghe nella brughiera scozzese. Queste tre donne preannunciano a Macbeth che diventerà prima conte di Cawdor e poi re di Scozia. Terminata la profezia le tre donne scompaiono e due generali proseguono il loro cammino verso casa. Durante il viaggio apprendono che il re ha destituito il conte di Cawdor perché artefice di una rivolta contro re Duncan. Al suo posto il re porrà l'uomo che più valorosamente ha combattuto per salvaguardare il re, ovvero Macbeth. Dopo aver dato il titolo a Macbeth, il re gli annuncia che si recherà al suo castello per fargli una breve visita. Stupito dalla rapidità con cui la profezia delle tre streghe si sta avverando, Macbeth scrive alla moglie per raccontarle gli ultimi avvenimenti e per informarla della venuta del re. Lady Macbeth giura che lo aiuterà a diventare re con qualunque mezzo, senza fermarmi davanti a nulla. Macbeth ritorna al proprio castello, presto raggiunto da re Duncan. I coniugi Macbeth discutono del piano di uccidere il re, ma Macbeth è indeciso. Ci penserà Lady Machbeth, risoluta, ad agire e a convincere il marito.

William Shakespeare
William Shakespeare
“PRIMA STREGA: Salve Macbeth, tu Signore di Glamis!
SECONDA STREGA: Salve, Macbeth, salve, Sire di Cawdor!
TERZA STREGA: Salve a Macbeth, che un giorno sarà re!”

Il Macbeth è una delle tragedie più brevi scritte da Shakespeare, che ha subìto, nel corso del tempo, svariati rimaneggiamenti, tanto che c'è chi fantastica su cosa Shakespeare stesso, o altri, abbiano tagliato dalla tragedia iniziale, ma questo lo vedremo venerdì.

All'inizio di questo post vi ho detto che questa tragedia è maledetta, in realtà non lo è davvero, nonostante questo la fama del dramma shakespeariano è quella di dramma maledetto. Negli ambienti di teatro, particolarmente superstiziosi, il Macbeth non viene mai chiamato con il suo nome bensì Il Dramma scozzese o La tragedia scozzese. Qualunque cosa pur di non nominare il malefico nome di Macbeth.

Le streghe
Le streghe
Altro elemento che aiutò la tragedia ad assumere questa fama sinistra fu la scena iniziale, dove le streghe preannunciano il futuro regale di Macbeth. Nella storia la stregoneria, le streghe e il male sono sempre stati temi delicati, nei periodi in cui il Macbeth venne scritto e nei successivi anni questi temi divennero ancora più scottanti, anche perché qualcuno arrivò a pensare che per descrivere così bene un incantesimo, Shakespeare dovesse non solo essersi ben documentato, ma debba aver assistito a tali riti, e che quindi riproporlo in scena avrebbe attirato chissà quale sventura.



“Intorno, intorno,
sorelle maghe, mano nella mano
tre a me, tre a te, poi tre,
nove fra tutte, per mare e radura,
andiamo. Zitte! E' fatta la fattura.”
(Le streghe)

Che dire poi di Lady Macbeth? Emblema della tragedia, la cui determinazione a far salire al trono il proprio marito non conosce limiti? Una donna pronta a tutto per raggiungere il suo obiettivo, persino più decisa del marito, desideroso del potere ma reticente a compiere l'omicidio.

"Venite spiriti che presiedete i pensieri di morte; cancellate il mio sesso, stivatemi di crudeltà dalla corona ai piedi! Ispessite il mio sangue, sbarrate ogni accesso al rimorso: che nessuna ipocrita istanza di umanità scuota il mio disegno mortale o ne' disturbi l'effetto."
(Lady Machbeth)
Lady Macbeth
Lady Macbeth

E' Lady Macbeth a spingere il marito ad uccidere il re Duncan, ed è lei a prendere in mano la situazione quando il marito rimane scosso da quell'omicidio. Nonostante questo però, nonostante nel dramma conosciamo la sua crudeltà e la sua risolutezza, Shakespeare non analizza il suo personaggio, non se ne sofferma abbastanza a lungo da riuscire a definirla del tutto, rendendo così il personaggio di Lady Macbeth enigmatico e sfuggente.

“L'oceano intero di Nettuno potrà lavare il sangue delle mie mani, o saranno esse a mutare il verde degli oceani in una somma immensa macchia scarlatta?”
(Macbeth)

Parlare della narrazione, dello stile o dei personaggi per la trasposizione scritta di un opera teatrale sarebbe sbagliato, perché il Macbeth, come tutte le opere di Shakespeare è nata per il teatro non per essere letta su un libro, quindi parlarne sarebbe una speculazione del tutto inutile.

Resta il fatto che il Macbeth è una delle tragedia più famose e più significative del teatro, simbolo degli abissi in cui può condurre la sete di potere e la condanna di coloro che si macchiano di sangue per appropriarsi di questo potere.

(Le immagini presenti in questo post sono state prese da internet. Le informazioni riguardanti il dramma sono state prese dalla Wikipedia mentre le citazioni sono state prese direttamente dal libro)

27/05/14

Quando si dice “Vendere l'anima al diavolo”

Faust: Ah, Faust,
ora hai solo un'ora di vita,
poi sarai dannato per sempre.
Fermatevi sfere del cielo che eternamente ruotate,
che il tempo finisca e mezzanotte non venga mai.
(Atto V, Scena II)


La tragica storia del Dottor Faust è narrata in diversi libri, e anche chi non ne ha mai letto uno, conosce per fama la vita di questo erudito che vendetta la propria anima al diavolo in cambio di una conoscenza sconfinata.

Scena del Dottor Faust
Scena del Dottor Faust
Dei molti libri scritti riguardanti il Dottor Faust, i più famosi sono quelli scritti da Marlowe e da Goethe. Oggi vi parlerò de Il dottor Faust di Christopher Marlowe, mentre venerdì vedremo il Faust di Goethe.

Dato che la trama la sappiamo tutti, passiamo direttamente ai retroscena e alle caratteristiche della tragedia di Marlowe.

Una delle possibili origini del mito del dottor Faust sembrerebbe basarsi sulla figura del Dottor Johann Greg Faust che deve la sua “reputazione” ad un episodio che avvenne quando si trovava in prigione. Pare infatti che il cambio del vino il dottor Faust si fosse offerto di mostrare al cappellano come eliminare i peli dal viso senza l'uso del rasoio. Il cappellano gli procurò il vino, così il dottor Faust consegnò al cappellano un unguento a base di arsenico, che si rimosse i peli dal viso, ma anche il resto della carne. Tipo simpatico no?

L'altra ipotesi è che il Dottor Faust prenda origine dalla figura di John Dee, noto per i suoi studi alchemici.

Il Dottor Faust
Il Dottor Faust
Il Dottor Faust di Marlowe pare però essere interamente basato sulla traduzione del 1592 di un certo P.F. con l'aggiunta dell'Act and Monuments di John Foxe, relativo agli scambi tra Papa Adriano ed un papa rivale.

A prescindere dalle reali origini del Dottor Faust, la figura del sapiente talmente bramoso di conoscenza da accettare di vendere la propria anima in cambio del sapere e dei servigi di Mefistofele, resta una figura tragica e immortale.

Il tema preponderante di tutta l'opera è il peccato a cui Faust cede, spingendosi sempre più in basso, sempre più a fondo per quella sua brama incolmabile di sapere. Gli anni in compagnia di Mefistofele trascorrono fin troppo veloci per Faust, che nonostante l'intervento degli angeli per redimerlo, si inorgoglisce e persevera ancora di più nella sua condotta. Solo all'ultimo si renderà conto dei gravi errori che ha commesso, ritrovandosi ad attendere il fatidico momento della morte pieno di paura e colmo di rimorsi per le sue azioni, tuttavia il suo rimorso non è un reale pentimento. Se Faust infatti si pentisse potrebbe salvarsi, ma teme troppo il castigo che lo attenderebbe per farlo e così Mefistofele ottiene ciò per cui aveva stretto quel patto: l'anima di Faust.


Faust: Maledetti i genitori che mi fecero!
No, Faust, maledici te stesso, maledici Lucifero
che ti ha privato del cielo.
(Atto V, Scena II)


Christopher Marlowe
Christopher Marlowe
Trattandosi Il Dottor Faust di un'opera teatrale, esaminare il tipo di scrittura sarebbe inutile e sbagliato, per quanto trascritta in un libro, questa tragedia è stata studiata per il teatro, per essere rappresentata dagli attori su un palcoscenico, non per essere letta.

Tuttavia qualcosa possiamo dire, ad esempio che l'opera è stata scritta in versi sciolti, prevalentemente usati nelle scene principali, e in prosa, per le scene che scivolano nella comicità. Come in molte opere elisabettiane poi, tra gli attori che compongono la tragedia del Faust, vi è la presenza di un coro non interagisce con i personaggi, ma fornisce un'introduzione e una conclusione al dramma e svolgendo il compito di presentare i fatti.

Si potrebbe dire ancora molto sull'opera di Marlowe, ma vi togliere tutto il divertimento e il piacere di andarvi a leggere questa tragedia e informarmi personalmente sull'intera opera. Io vi ho messo la pulce nell'orecchio, ora tocca a voi.




Coro: Spezzato è il ramo che poteva crescere dritto
e bruciata la corona di Apollo
che crebbe in questo sapiente.
Faust se n'è andato. Meditate la sua caduta.
La sua tragedia possa esortare i saggi
a una sacra paura delle cose illegali,
le cose profonde che attirano spiriti arditi
a esperire ciò che il cielo ha proibito.
L'ora conclude il giorno, l'autore conclude l'opera.
(Atto V, Scena II)


(Le immagini presenti sono state prese da internet, le citazioni presenti nell'articolo sono state prese dal libro stesso, mentre le informazioni generali del libro sono state prese dalla Wikipedia)

11/02/14

Palermo | Si muore per un ascesso dentario non curato per motivi economici

Sembra impossibile, ma al giorno d’oggi succede anche di questo. Non siamo in Uganda, Tanzania o qualsiasi altro paese arretrato, bensì nella civile Italia: Palermo. Una ragazza di 18 anni, Gaetana Priolo, è morta nell’ospedale siciliano per le conseguenze di un ascesso dentario non curato per motivi economici. L'infezione, trascurata per i suddetti motivi, ha raggiunto le vie respiratorie causandole un fatale shock settico polmonare. All'inizio era un semplice mal di denti. Sembrava il classico dolore da sopportare senza farne troppo un dramma. La giovane ragazza abitava in via Azolino Hazon, nel quartiere palermitano Brancaccio insieme alla sua famiglia, le cui condizioni economiche sono disagiate ma tutto sommato dignitose, seconda di quattro figli, tre femmine e un maschio, con genitori separati. La famiglia non naviga nell’oro, la madre la mandava avanti col suo lavoro di donna delle pulizie, il padre era andato via alcuni anni fa. “È stata sempre presente, attenta, una donna con gli attributi”, dice Mariangela D'Aleo, responsabile delle attività del Centro Padre Nostro, la struttura creato da don Pino Puglisi, il parroco ucciso dalla mafia nel '93, per aiutare le famiglie del quartiere in difficoltà. Tutto è cominciato con un dolore che è diventato via via insopportabile al punto di far perdere i sensi alla ragazza, la quale viene trasportata al Buccheri La Ferla e visitata al pronto soccorso per sospetto ascesso dentario. Trascorsa qualche ora e con il dolore che sembrava fosse diminuito, la giovane 18enne viene dimessa per essere inviata per competenza presso l'Odontoiatria del Policlinico di Palermo, dove purtroppo la ragazza non è mai andata. Qualche giorno dopo le sue condizioni si sono aggravate ed è stata ricoverata al Civico nel reparto di Rianimazione, dove le è stata diagnosticata una fascite, un'infezione grave che partendo dalla bocca si era già diffusa fino ai polmoni. Nonostante le cure dei medici del reparto le condizioni della ragazza si aggravano ulteriormente fino al decesso avvenuto la settimana scorsa. La tragedia di questa famiglia mette in risalto la fotografia di un’Italia che per motivi economici rinuncia alle cure mediche. La denuncia arriva da Codacons: “La crisi economica ha colpito la Sicilia in modo più drammatico rispetto al resto dell’Italia. La popolazione o rinuncia alle cure mediche per mancanza di possibilità economiche, oppure si rivolge alla sanità pubblica dove le liste di attesa sono talmente lunghe al punto di spingerla lo stesso alla rinuncia. O in un modo o nell’altro, il risultato purtroppo non cambia.

22/12/13

La tragedia di Linate continua a fare vittime | Morta suicida Paola Rota

Paola Rota, 32 anni, dopo la morte dei genitori e del fratellino aveva portato avanti il ristorante di famiglia. Dodici anni fa era proprio lei che stavano andando a trovare i suoi genitori e un fratellino di 6 anni.quando perdevano la vita sul volo Sk686, a Linate. Volevano fare una sorpresa a Paola, ventenne, studentessa grazie a una borsa di studio a Copenaghen.
I loro nomi finirono nell’elenco delle 118 vittime della strage nell’aeroporto milanese, la più grande tragedia dell’aeronautica civile in Italia.
Una tragedia che continua ad allungare la sua ombra anche a 12 anni di distanza. E contro una famiglia in particolare, quella dei Rota, stimati ristoratori bergamaschi. La famiglia di Paola Rota composta da Giovanni, 49 anni, morto insieme a mamma Clara, 44 anni e al fratellino, Michele, 6 anni, l’8 ottobre del 2001, un altro fratello Matteo morto suicida a trent'anni, un anno fa.
aeroporto di linate la tragedia del volo Sk686
Nel 2001 stava svolgendo il servizio civile ed era stato lui ad accompagnare i familiari a Linate. Aveva vissuto quasi in diretta la scioccante morte dei suoi. Così come il dolore aveva stroncato quasi subito nonno Alfonso, padre di Clara. Il 7 ottobre del 2001, era andato a salutare la figlia in partenza e tornando a casa era rimasto ferito in un incidente stradale. Non sembrava nulla di grave, ma il giorno dopo, il macigno che si era abbattuto sulla sua famiglia lo aveva travolto e il 21 dello stesso mese era morto. Paola era diventata la roccia della famiglia. Sembrava una donna forte. Nel 2001, rimasta sola con i due fratelli, Matteo e Clemens (ora 22enne) era riuscita a portare avanti l’attività di famiglia. All’ albergo-ristorante gestito dal padre, un complesso inserito in un ampio parco alla periferia di Ubiale Clanezzo nella bassa Valle Brembana, aveva aggiunto un centro benessere. Nel 2005 si era laureata in Relazioni pubbliche allo Iulm di Milano, discutendo una tesi incentrata proprio sulla tragedia di Linate. Era anche diventata mamma, di Filippo 5 anni e mezzo, e Olivia, nata tre mesi fa. Ieri il suo compagno non riusciva e mettersi in contatto con lei ed è andato a cercarla a casa, in via Marconi e Ubiale Clanezzo. Prima di togliersi la vita, impiccandosi, aveva accompagnato come tutte le mattine Filippo allo scuolabus e aveva scambiato qualche chiacchiera con le altre mamme. La camera ardente è stata allestita lontano dalla casa della famiglia di Clanezzo, per evitare traumi al figlio maggiore. Il feretro della trentaduenne è stato infatti composto nella villa in cui viveva il fratello Matteo, dove sorge anche il ristorante della famiglia, “Belvedi”: i Rota erano infatti proprietari, dagli Anni Ottanta, anche del castello di Clanezzo, proprio da loro trasformato in ristorante. I funerali saranno celebrati lunedì pomeriggio, nella chiesa di Almenno San Bartolomeo. La stessa dove un anno fa venne dato l’ultimo saluto anche a Matteo.

05/12/13

A Prato sgominata una banda italo-francese | Certificati falsi ai cinesi

La guardia di Finanza di Prato ha sgominato un'organizzazione criminale italo-francese. L'operazione, in corso fin dalle prime luci dell'alba, ha portato all'arresto di undici persone, fra le quali, anche un dipendente infedele dell’Ufficio anagrafe di Prato che in cambio di tangenti realizzava materialmente e rilasciava i falsi certificati di residenza. L'operazione, che vede  impiegati 500 finanzieri oltre a diversi agenti di polizia municipale pratese, ha portato alla luce un intricato sistema di corruzione, falso e associazione a delinquere.

Per il funzionario dell'anagrafe, il reato contastato è pesante: falso ideologico.
“E’ un’operazione - ha sottolineato il comandante provinciale della Gdf di Prato Gino Reolon, nel presentare a SkyTg24 i primi risultati dell’operazione- che vuole anche essere una risposta decisa e forte delle Istituzioni alla tragedia dei giorni scorsi”.

17/11/13

Motivi passionali all'origine di una tragedia familiare: marito strangola la moglie e si impicca

 Ancora a far cronaca l'uccisione di una donna da parte del marito, che a sua volta si è suicidato. La macabra scoperta è stata fatta dalla figlia della coppia. Tutto si è svolto fra le 14 e le 16 di ieri pomeriggio. Forse un raptus di follia all'origine della tragedia.
Forse la gelosia, il movente dell'omicidio di una donna di Castelfidardo, Stefania Malavolta, 44 anni, uccisa ieri pomeriggio dal marito Diego Allori, 62 anni, che poi si è suicidato. La tragedia è avvenuta nell'abitazione di servizio dove la coppia viveva con la figlia 24enne, annessa alla ditta Rico, una florida azienda di prodotti elettronici che occupa 140 dipendenti, sulla strada Adriatica, per la quale i coniugi lavoravano come custodi e impiegati. Nessuna tensione, nessun precedente di violenza domestica per chiarire quello che appare come un vero e proprio raptus di follia. Allori viene descritto come molto riservato, tutto casa e lavoro, e non certo un uomo aggressivo.
Carabbinieri sul luogo della tragedia
 Tutto sarebbe cominciato in cucina, dove Allori ha afferrato un coltello e ha cominciato a colpire la moglie. Stefania Malavolta ha tentato di difendersi, è fuggita per il corridoio e ha tentato di trovare riparo in bagno, dove il marito l'ha raggiunta e l'ha strangolata con il tubo della doccia. La causa della morte sarebbe il soffocamento, perché a quanto pare nessuna delle coltellate avrebbe raggiunto organi vitali. Quando Allori è tornato in sé, realizzando di aver compiuto l'irreparabile, è scenso nell'atrio della ditta e si è impiccato alla ringhiera di una scala. Le indagini, coordinate dal pm di Ancona, Bilotta, sono condotte dai carabinieri di Osimo, che hanno già sentito la madre e la sorella della donna e i titolari della Rico. Nessuno sa spiegarsi il perché dell'omicidio, che però - escluse cause di natura economica o altro - sarebbe di natura passionale, forse scaturito dalla gelosia del 62enne nei confronti della moglie. Le autopsie dei due coniugi saranno effettuate lunedì e martedì.

02/11/13

Lasciato solo ad affrontare la disabilità psichica, funzionario di banca uccide la sorella e si butta dal sesto piano

A Palermo si è consumato una tragedia familiare. Un uomo lasciato solo con una sorella disabile psichica, ha preferito finire la sofferenza uccidendo la sorella legandole le mani alla sedia e soffocandola con un sacchetto di plastica, e lanciandosi dal sesto piano.

Sarebbe stata lei, Giuseppina Puccio, 62 anni a chiedere al fratello Francesco, 58 anni di porre fine ai suoi stenti. I due abitavano da soli. Gli investigatori hanno trovato nell’appartamento una lettera nella quale Giuseppina avrebbe scritto di avere implorato il fratello di eliminarla perché non ce la faceva più a convivere con i suoi malanni: un disagio psichico che, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe fatto capolino con i sintomi di una depressione dopo la laurea per poi aggravarsi dopo la morte della madre. Puccio era funzionario dell’Unicredit a Palermo e assisteva la sorella da molti anni.
L’omicidio-suicidio ha provocato sgomento tra i vicini delle due vittime. Sono in tanti ad essere ancora increduli. «Mi hanno telefonato dicendo che c’era un uomo nel giardino che si era lanciato dal bancone - racconta Emanuele Li Causi che abita nella casa accanto a dove è avvenuta la tragedia - Sono rimasto basito. Non avevamo sentito nulla dal mio appartamento. Mi sono affacciato e ho visto il cadavere per terra di un uomo, i vigili del fuoco e la polizia. Ancora non riesco a credere che lì a terra ci fosse Francesco».
«La sorella non usciva quasi mai. Erano ossessionati dalla possibilità di subire un furto - aggiunge Angelo Giammanco anche lui vicino di casa - Quando erano in casa non li sentivamo. Appena uscivano accendevano la televisione ad alto volume. Ci chiedevano ogni tanto di fare della spesa. Sapevamo che la signora stava male. Una malattia che si è aggravata dopo la morte della madre. Ma davvero non pensavamo che potesse succedere tutto questo». «Si tratta di drammi - afferma Santa Raspanti, psichiatria - che avvengono sempre più di frequente in un contesto in cui la famiglia diventa un nucleo ristretto all’interno di città. Aspetti che non consentono, sia per i ritmi più frenetici che per la mancanza di luoghi di aggregazione, a elementi più fragili di riuscire a diluire l’angoscia della solitudine e del malessere, individuando così come unica via d’uscita la negazione della vita».
E un altro dramma della sofferenza si è consumato oggi a Torino dove un padre 73enne ha accoltellato il figlio tetraplegico di 31 anni. A chiamare i Carabinieri è stata la madre. Il ragazzo è in condizioni critiche all’ospedale Le Molinette e il padre ha confessato ai carabinieri di essere disperato. Non ce la faceva più a vedere il figlio in quelle condizioni.
 
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