Il-Trafiletto
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23/09/17

Vittime furto picchiano piccole ladre in strada

Fonte - Il Giornale - Le hanno viste rubare e le hanno picchiate, prese a schiaffoni nel bel mezzo di piazza San Marco. 


A Venezia due ladre 12enni sono state punite alle mercerie dell'orologio, dietro la famosa piazza cittadina.


Erano le una del pomeriggio di ieri quando due ladre vestite da turiste si sono avventate su una coppia di turisti (lui italiano, lei cinese) che passeggiavano per la piazza insieme alla suocera e al figlio piccolo in carrozzina.
Le due minorenni avevano un fazzoletto in testa e hanno cercato di alleggerire la borsetta della signora che aveva sulle spalle uno zaino.
A salvare i malcapitati è stato un commerciante che dal suo negozio ha assistito alla scena e ha bloccato le due ladre 12enni.
Sono bastate le grida dell'uomo a mettere in fuga le due piccole borseggiatrici, che si sono rifugiate in una delle calle vicino alla piazza.
Le vittime designate del loro furto, però, non si sono accontentate di essere scampate allo scippo.
La coppia di trentenni con la signora si sono diretti verso le borseggiatrice e le hanno picchiate mentre la folla insultava le due ladre.

Dopo mezz'ora però le ho rincontrate in campo San Zulian:
si erano cambiate d'abito e stavano di nuovo cercando di derubare i passanti, ha detto al Gazzettino il commerciante-eroe che ha sventato il furto. 
Leggi articolo originale

04/09/14

Freehold ricorda le vittime della guerra

Sessantanove anni fa finiva la guerra ed ecco un altro monumento, messo a Freehold, che vuole ricordare tutte le vittime ingiuste della seconda guerra mondiale. 


Tante sono state le vittime a Freehold, piccola cittadina di due chilometri quadrati e in questa lastra alta 7 piedi ci sono incisi, i 1.385 nomi di uomini e donne che tra il 1941-1945 sono partiti per la guerra e non sono più tornati e questo monumento è stato fatto per non dimenticare questi tristi momenti della storia ed essere un monito per le nuove generazioni, che la guerra porta solo vittime e terrore.

Mentre sull'altro lato si vede la famosa immagine fotografica dei marines che alzano la bandiera degli Stati Uniti sull'isola di Iwo Jima, ponendo fine a questa dolorosa guerra.
Una dedica formale è poi prevista per un'altra data significativa, il 1 settembre del giorno nel 1939, quando la Germania nazista ha dato il via alla guerra in Europa invadendo la Polonia.

Una volta completati i monumeti verrà fatta una pavimentazione in mattoni e saranno messe varie panchine, il progetto è costato circa 100.000 dollari.
Monumento in ricordo delle vittime della guerra

22/06/14

"Fuori controllo" | Ebola, è allarme per il mondo intero

"Fuori controllo". Queste due terribili parole proclamate dall'organizzazione "Medici senza frontiere", stanno mettendo in allarme il mondo intero. Ebola, il virus estremamente aggressivo per l'uomo e che causa una febbre emorragica, si sta diffondendo in Africa Occidentale e sta mietendo vittime, 337 fino a questo momento su circa 500 casi registrati da marzo, secondo l'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità. Bart Janssens, direttore dell'organizzazione Medici senza frontiere, ha riferito a Bruxelles che l'epidemia si sta diffondendo in Guinea, Sierra Leone e in Liberia, dove ha fatto la comparsa nella capitale Monrovia, causando 7 decessi, e che l'organizzazione è al limite delle proprie capacità e non riesce a far fronte all'emergenza. Ha quindi mandato un messaggio ai Governi interessati affinchè si adoperino per inviare più personale sanitario nonchè esperti per istruire le popolazione su come svitare di diffondere la malattia. "E' un'epidemia senza precedenti, e si teme un peggioramento della situazione" afferma il dottor Robert Garry, infettivologo dell'Università di Tulane, in Sierra Leone, una delle nazioni tra le più colpite dal mortale virus. Ebola, la malattia della quale non esiste alcun vaccino o cura, venne scoperto per la prima volta nel 1976 nella Repubblica Democratica del Congo, e si diffuse ben presto nell'Africa Centrale, si trasmette per contatto di fluidi corporei e i sintomi sono vomito, diarrea, dolori addominali, fino ad arrivare all'emorragia interna e morte. (immagine presa dal web)

28/05/14

28 maggio 1974-28 maggio 2014: La strage di Brescia compie 40 anni.

28 maggio 1974, martedì, ore 10.12: esattamente quarant'anni fa una bomba esplodeva a Brescia sotto i portici di Piazza della Loggia durante una manifestazione indetta dai sindacati e dai comitati antifascisti. I morti furono otto, i feriti oltre novanta. La bomba fu nascosta in un cestino di rifiuti e fu fatta esplodere elettronicamente con un congegno a distanza. Questo terribile attentato fu rivendicato da Ordine Nero, un’organizzazione di estrema destra nata dalle ceneri di Ordine Nuovo. Sono stati quarant'anni di inchieste e processi senza mai però giungere ai veri colpevoli, lasciando la città lombarda nell’amaro ricordo di una strage impunita. Molte sono le iniziative fissate per domani nell’intento di ricordare il vile attentato ma soprattutto le otto vittime innocenti che rispondono ai nomi di Giulietta Banzi Bazoli,34 anni, insegnante; Livia Bottardi Milani,32 anni, insegnante; Euplo Natali,69 anni, pensionato; Luigi Pinto, 25 anni, insegnante; Bartolomeo Talenti,56 anni, operaio; Alberto trebeschi,37 anni, insegnante; Clementina Calzari Trebeschi,31 anni, insegnante; Vittorio Zambarda, 60 anni, operaio. Alle 8.30 si svolgerà un corteo con la deposizione di corone di fiori alla stele dei caduti; alle 10.12 il minuto di silenzio, mentre rintoccheranno le campane: otto rintocchi, in omaggio alle vittime“; dalle 11.30 l’auditorium San Barnaba ospiterà il convegno sulle “città ferite“; alle 21 il concerto in memoria delle vittime di Piazza Loggia, alla chiesa di San Francesco, con gli artisti del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e di Bergamo.“ Inoltre verrà emesso un francobollo per ricordare l'attentato, sarà autoadesivo e avrà un valore di 70 centesimi. La vignetta mostra la colonna sbrecciata posta in Piazza della Loggia, a ricordo di quel 28 maggio 1974. Sull'immagine compare in evidenza la cifra "40", gli anni trascorsi.

14/05/14

Turchia | Un corto circuito provoca un’esplosione in miniera. Oltre 200 morti ma il numero è destinato a salire.

Una vera e propria strage. Più di 200 morti e ne mancano all’appello ancora oltre 300. E’ successo nella tarda serata di ieri in Turchia in una miniera di carbone a Soma, nella provincia di Manisa, nell’ovest della Turchia, una miniera a circa duemila metri di profondità dove vi lavoravano circa 800 minatori. Non sono ancora note le cause che hanno provocato l’esplosione, anche se con tutta probabilità sembra sia dovuto ad un corto circuito di un generatore elettrico difettoso. Non si hanno più speranze per i minatori che lavoravano in fondo alla miniera visto che, dai racconti fatti dai lavoratori tratti in salvo, il fuoco divampa ancora nelle gallerie e non si è stati ancora in grado di domarlo, inoltre una intensa cappa di fumo non aiuta certo le operazioni di soccorso. Molti sono i minatori arrivati da tutta la Turchia per aiutare i soccorritori nelle operazioni di scavo per cercare di mettere in salvo quanti più compagni di lavoro possibile, anche col passare del tempo le speranze si affievoliscono. Davanti all’ingresso della miniera sono ci sono in trepida attesa i familiari dei minatori intrappolati. Per loro sono momenti di angosciosa attesa. Il bilancio delle vittime è incerto e in crescita. Intanto sono giunte nella notte decine di ambulanze e carri funebri partiti dalla vicina città di Smirne e perfino da Istambul. Intanto si sviluppano le polemiche sulla sicurezza della miniera. Secondo il Ministero del Lavoro, l’ultima revisione dell’impianto risale al 17 marzo scorso e sembra sia stato trovato tutto a norma di legge, mentre altre voci avevano messo in guardia le Istituzioni riguardo la miniera in questione. Il premier turco Tayyp Recep Erdogan una sua visita all’estero ed ha proclamato tre giorni di lutto nazionale a partire da oggi. (immagine presa dal web)

08/05/14

Arriva l’estate | Le zanzare: gli esseri viventi più assassini e pericolosamente fastidiosi.

Quanti di noi riuscirebbero a rispondere in maniera esatta alla seguente domanda: Quale essere vivente è responsabile del maggior numero di vittime umane? Sicuramente le risposte sarebbero le più disparate: serpenti, leoni, e via di seguito, difficilmente si arriverebbe a nominare il vero responsabile: la zanzara. Questo fastidiosissimo e spesso pericolosissimo animaletto conta più di 2500 diversi tipi di specie, ed è diffusa in tutto il pianeta ad eccezione dell’Antartide, e trasmette malattie spesso mortali, causando più di un milione di vittime ogni anno in particolare tra i bambini africani. Una delle zanzare più pericolose appartiene alla famiglia delle Anopheles, responsabile di molte epidemie di malaria, specialmente nel continente africano. Ma non solo la malaria, altre malattie causate dalla puntura di zanzara sono la febbre gialla, la dengue o febbre rompiossa, e alcune encefaliti che possono essere molto gravi, anche ad esito infausto se contratte da soggetti a rischio come bambini, anziani, cardiopatici o pazienti defedati. La causa di tutto ciò sta nel fatto che una zanzara si infetta nel momento che punge un uomo o un animale malato e poi può trasmettere la malattia contratta quando punge un altro soggetto. Anche la Zanzara tigre, molto diffusa nella nostra Italia, è trasmettitrice di numerose malattie a carattere virale , fortunatamente per noi non letali, come la Dengue, Chikungunya e West Nile Virus. Ma nonostante la pericolosità di questo minuscolo quanto pericoloso animale i social Network danno poco risalto a questo problema, preferendo la pubblicizzazione di documentari riguardanti altri animali come gli squali, i serpenti e i leoni, sicuramente più affascinanti, ma difficili da incontrare, specialmente nelle sere d’estate, nel nostro giardino mentre siamo in compagnia di amici, di un buon bicchiere di birra, e …..delle immancabili zanzare.

12/02/14

Devastato da un'esplosione un cinema porno a Peshawar, almeno 11 morti

Presi di mira i cinema porno in Pakistan, devastati da attentati. A Peshawar undici persone sono rimaste uccise e almeno altre 17 ferite in un attentato contro un cinema porno a Peshawar, nel nord-ovest del Pakistan. Secondo quanto riferito dalla polizia, nell'attacco sono stati utilizzati tre ordigni esplosi poco dopo l'inizio dello spettacolo pomeridiano, mentre in sala c'erano una sessantina di persone. Il bilancio delle vittime e' stato confermato da fonti ospedaliere. Il cinema Shama, attivo da oltre 30 anni, e' stato attaccato dagli islamisti altre due volte in precedenza ma mai con esplosivi. Testimoni oculari hanno riferito di corpi devastati nella hall.
cinema porno pakistano
Finora nessuno ha rivendicato l'attentato e il gruppo Tehreek-e-Taliban Pakistan (Ttp) ha preso le distanze, negando ogni responsabilita'. E' il secondo attentato contro un cinema a Peshawar nelle ultime due settimane: lo scorso 2 febbraio due granate vennero lanciate nell'auditorium del cinema Picture House, uccidendo 4 persone e ferendone 31. Gli attacchi arrivano mentre sono ripresi i negoziati tra il governo pakistano e il Ttp con l'intento di mettere fine alle violenze che negli ultimi sette anni hanno provocato la morte di quasi 7mila persone. Al termine di un incontro a Islamabad, il capo negoziatore dei talebani pakistani, Maulana Sami-ul-Haq, ha fatto sapere che le due parti hanno proposto un cessate il fuoco per "rendere l'atmosfera per i colloqui piu' favorevole". Da parte sua, il capo negoziatore governativo, Irfan Siddiqui, ha espresso la speranza di raggiungere nei prossimi giorni "momenti positivi" nei negoziati.                                                                                                      fonte (AGI)

09/02/14

Comunicazione "vehicle-to-vehicle" | Negli USA è legge!

Comunicazione "vehicle-to-vehicle"! Car to car negli USA è legge ormai. Arriva un segnale forte alla case automobilistiche ad adeguarsi alle nuove tecnologie.

Ciò che è stato reso ufficialmente pubblico dal segretario ai Trasporti dell'amministrazione Obama, Antonhy Fox, è una specie di "out out" nei confronti dell'industria automobilistica americana a far si che i nuovi veicoli compresi i camion, messi in commercio dalle fabbriche Ford, General Motors e via dicendo, debbano essere equipaggiati con un sistema di comunicazione "car to car", capace di segnalare l'avvicinarsi di un mezzo anche quando questo non è visibile al conducente in modo tale da prevenire o quanto meno diminuire le probabilità di incidenti sulle strade.
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Car to Car

Lo scopo del governo di Washington è in effetti quello di rendere obbligatorio l'utilizzo delle nuove tecnologie di sicurezza con un'indonea normativa. Lo stesso Antonhy Fox ha dato annuncio pubblicamente come entro la fine del mandato dell'amministrazione in carica a inizio 2017, dovrebbe essere completata una proposta di legge a tal proposito. Intanto, nel 2012, il Dipartimento dei trasporti ha dato il via libera ad uno studio su un campione di 3.000 veicoli per dare dimostrazione come la presenza a bordo di sistemi capaci di far parlare fra loro i veicoli, possa contribuire ad evitare collisioni nel 70-80% dei casi di potenziali incidenti che coinvolgono automobilisti sobri.

I produttori di auto, dal canto loro, stanno lavorando da anni allo sviluppo di soluzioni anti collisione basate sulla comunicazione "vehicle-to-vehicle", soluzioni pensate per interoperare anche con le avanzate tecnologie di guida autonoma in fase di sperimentazione, a cominciare dalla sterzata e dalla frenata automatica. Sotto il profilo prettamente tecnico, le componenti hardware e software per i sistemi "car to car" sono praticamente pronti per la distribuzione di massa; case automobilistiche e regolatori si trovano semmai davanti altri ostacoli da superare per arrivare a realizzare una rete grande a sufficienza di veicoli compatibili con i sistemi di cui sopra.

Nodi ancora scoperti della questione, in tal senso, sono sostanzialmente la sicurezza e la privacy, attributi che – come ha ribadito in queste ore l'Alliance of Automobile Manufacturers - vanno tutelati entrambi agli occhi dei consumatori (timorosi del fatto che i dati personali relativi a posizione e velocità di crociera siano condivisi pubblicamente) e all'interno di un quadro giuridico adeguato. Una rassicurazione in merito è già arrivata dallo stesso Fox, secondo cui le informazioni scambiate tra i veicoli non dovrebbero includere dati identificativi del singolo utente. Resta il fatto che le case auomobilistiche vogliono tassativamente evitare rischi (denunce e richieste di risarcimento danni) legati alle lesioni di cui potrebbero essere vittima i passeggeri a bordo di auto dotate di sistemi di comunicazione.

Non di meno, infine, potrebbe scatenarsi una lotta per l'accesso allo spettro di banda di frequenza necessaria per far funzionare i sistemi "vehicle to vehicle", lotta che coinvolgerebbe la Federal Communications Commission e probabilmente anche il Congresso. La tecnologia prevista dal piano studiato dal Dipartimento dei trasporti utilizza reti radio a corto raggio, in grado di inviare segnali fino a 300 metri per comunicare la posizione di un veicolo, la sua velocità e la sua direzione.
L'accelerata data dal segretario dei trasporti non arriva in buona sostanza come il classico fulmine a ciel sereno.

L'uso della tecnologia per supportare e coadiuvare le capacità di guida del conducente è ormai un must dell'industria a quattro ruote, e la corsa alla nuova frontiera della guida automatica ne è una conferma. In passato gli enti regolatori federali si sono concentrati su attributi di prevenzione propri dell'auto come gli airbag. Oggi guardano decisamente oltre. E questo anche perché il numero di decessi dovuti ad incidenti stradali negli Usa ha superato quota 33.500 nel 2012, mille in più del 2011 e in aumento dopo che negli ultimi sette anni il numero delle vittime è stato in flessione.

02/01/14

Il mistero del fantasma del Wem Town Hall tra mito e leggenda!

In quanti siete che avete sentito parlare almeno una volta nella vostra vita del mistero del fantasma del Wem Town Hall? Bhè tenete presente che si tratta di una storia che si è divulgata in maniera globale e che ha le sue origini in Inghilterra! Calma, vi starete chiedendo di che cosa sto parlando, bene allora facciamo soltanto un salto indietro…nel tempo! Spostiamoci a circa 19 anni fa, esattamente il giorno 19 novembre 1995, quando un devastante incendio ha quasi raso al suolo un conosciuto edificio chiamato, appunto, Wem Town Hall, situato a Shopshire, in Inghilterra.

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Fantasma di Wem Town Hall
Questo mistero è fra quelli che hanno maggiormente coinvolto l’opinione pubblica nel corso di questi ultimi 20 anni, in quanto che quel giorno di novembre, i vigili del fuoco furono provati duramente, e non affatto facile spegnere quell’incendio. Gli occorsero tantissime ore per avere la meglio sulle fiamme. Oggi, il Wem Town Hall è un centro che ospita diverse attività culturali, quali mostre d’arte, concerti e eventi artistici del genere. Tale incendio, nonostante fosse di grande entità, non provocò alcuna vittima.

Nonostante tutto, un fotografo dilettante riuscì più volte ad avvicinarsi all’edificio in fiamme e a scattare diverse foto, scatenando più volte l’ira dei pompieri. Il suo nome era Tony O’Rahilly, ed alcune foto da lui scattate in quell’occasione fecero il giro del mondo. In base a quanto dichiarato dall’uomo, in alcune delle sue foto era visibile chiaramente la sagoma di una bambina, o meglio del fantasma di una bambina, che se ne stava in piedi vicino all’ingresso dell’hotel. La storia iniziò a fare scalpore, dato che in quel momento effettivamente non erano presenti bambini, e dunque ci si iniziò a chiedere come fosse possibile una cosa del genere.

Si iniziò a diffondere la voce che si trattasse del fantasma di Jane Churn, una bambina che nel 1677 appiccò incendi nella stessa zona e che rase al suolo tantissime abitazioni. Dopodiché, però, fu tutto smentito, poiché la ASSAP si espresse dicendo che la ragazza fantasma fu generata dal fumo proveniente da un tizzone ardente ai piedi della ringhiera, mentre Vernon Harrison, ex presidente della Royal Photographic Society, constatò che si trattava di una figura prodotta dal fumo e dalle luci…sarà vero?

25/12/13

“Dirk” imperversa nel nord della Francia e nel Regno Unito: sono diverse le vittime!

Dirk
Tempesta "Dirk"
Dirk, la tempesta che ha imperversato particolarmente il nord della Francia e il Regno Unito, ha causato moltissimi disagi, ma anche diverse vittime! Nel nord della Francia per l’appunto, un ragazzino di 12 anni ha perso la vita per il crollo di un muro nel Calvados, nei pressi della bassa Normandia, e altre due persone sono rimaste uccise per il crollo di un albero, sempre in Normandia, come fanno sapere i media locali.

Prevalentemente interessate dal maltempo sono oggi le regioni occidentali della Francia, dove si appurano forti disagi al trasporto ferroviario e interruzioni nell’energia elettrica: sono circa 240 mila le abitazioni rimaste nel paese senza corrente elettrica. Bretagna e Normandia le regioni più colpite, con venti che ieri hanno raggiunto i 130 km orari. Erdf, la società francese che gestisce la rete e la distribuzione elettrica, sta cercando di rimediare alfine di ripristinare il servizio.

Nel Regno Unito sono stati cancellati migliaia di voli all'aeroporto di Heathrow a Londra. Venti violenti hanno imperversato anche nell'Irlanda, dove 5.000 linee telefoniche sono fuori servizio. I collegamenti marittimi sulla Manica sono interrotti. Il servizio meteorologico non prevede miglioramenti per la giornata di oggi: la tempesta Dirk dovrebbe spostarsi verso nord-est.

22/12/13

La tragedia di Linate continua a fare vittime | Morta suicida Paola Rota

Paola Rota, 32 anni, dopo la morte dei genitori e del fratellino aveva portato avanti il ristorante di famiglia. Dodici anni fa era proprio lei che stavano andando a trovare i suoi genitori e un fratellino di 6 anni.quando perdevano la vita sul volo Sk686, a Linate. Volevano fare una sorpresa a Paola, ventenne, studentessa grazie a una borsa di studio a Copenaghen.
I loro nomi finirono nell’elenco delle 118 vittime della strage nell’aeroporto milanese, la più grande tragedia dell’aeronautica civile in Italia.
Una tragedia che continua ad allungare la sua ombra anche a 12 anni di distanza. E contro una famiglia in particolare, quella dei Rota, stimati ristoratori bergamaschi. La famiglia di Paola Rota composta da Giovanni, 49 anni, morto insieme a mamma Clara, 44 anni e al fratellino, Michele, 6 anni, l’8 ottobre del 2001, un altro fratello Matteo morto suicida a trent'anni, un anno fa.
aeroporto di linate la tragedia del volo Sk686
Nel 2001 stava svolgendo il servizio civile ed era stato lui ad accompagnare i familiari a Linate. Aveva vissuto quasi in diretta la scioccante morte dei suoi. Così come il dolore aveva stroncato quasi subito nonno Alfonso, padre di Clara. Il 7 ottobre del 2001, era andato a salutare la figlia in partenza e tornando a casa era rimasto ferito in un incidente stradale. Non sembrava nulla di grave, ma il giorno dopo, il macigno che si era abbattuto sulla sua famiglia lo aveva travolto e il 21 dello stesso mese era morto. Paola era diventata la roccia della famiglia. Sembrava una donna forte. Nel 2001, rimasta sola con i due fratelli, Matteo e Clemens (ora 22enne) era riuscita a portare avanti l’attività di famiglia. All’ albergo-ristorante gestito dal padre, un complesso inserito in un ampio parco alla periferia di Ubiale Clanezzo nella bassa Valle Brembana, aveva aggiunto un centro benessere. Nel 2005 si era laureata in Relazioni pubbliche allo Iulm di Milano, discutendo una tesi incentrata proprio sulla tragedia di Linate. Era anche diventata mamma, di Filippo 5 anni e mezzo, e Olivia, nata tre mesi fa. Ieri il suo compagno non riusciva e mettersi in contatto con lei ed è andato a cercarla a casa, in via Marconi e Ubiale Clanezzo. Prima di togliersi la vita, impiccandosi, aveva accompagnato come tutte le mattine Filippo allo scuolabus e aveva scambiato qualche chiacchiera con le altre mamme. La camera ardente è stata allestita lontano dalla casa della famiglia di Clanezzo, per evitare traumi al figlio maggiore. Il feretro della trentaduenne è stato infatti composto nella villa in cui viveva il fratello Matteo, dove sorge anche il ristorante della famiglia, “Belvedi”: i Rota erano infatti proprietari, dagli Anni Ottanta, anche del castello di Clanezzo, proprio da loro trasformato in ristorante. I funerali saranno celebrati lunedì pomeriggio, nella chiesa di Almenno San Bartolomeo. La stessa dove un anno fa venne dato l’ultimo saluto anche a Matteo.

25/11/13

Prima che sia troppo tardi

Illustrazione: Adriana Di Meglio
Oggi è la giornata contro la violenza sulle donne, contro il "femminicidio" che parola orribile.
Mi sembra un po' contorto, in realtà si tratterebbe di manifestare lo sdegno verso gli omicidi di persone di sesso femminile ad opera di "uomini" che millantano sentimenti di affetto nei confronti delle loro vittime.
Facciamo che questi "signori" possano avere una sonora certezza della della pena: omicidio = carcere a vita
Non è il nome del reato che fa la differenza, le donne sono esseri umani: ucciderle è omicidio, il vincolo sentimentale è un'aggravante
Facciamo che lo stalking e certe lesioni "sospette" siano reati procedibili d'ufficio e che lo Stato offra adeguate garanzie, anche economiche, alle vittime di abusi e di violenze.
Prima che sia troppo tardi.
Dateci più residenze protette, copertura economica e sicurezza di poter ricominciare una vita lontane dagli orchi.
Lavoro e dignità alle donne.
Oggi è la giornata contro gli sfigati che se la prendono con le donne.

19/11/13

"Cleopatra" mette in ginocchio la Sardegna! 18 le vittime di cui 4 bambini!

"Almeno" 18 vittime, 2.700 sfollati, 600 interventi e 430 unità di Vigili del Fuoco al lavoro. Questo non e' il bilancio di una guerra in atto, ma bensi il teagico bollettino di quanto il ciclone «Cleopatra», ha causato devastando l'intera Sardegna tra oggi e ieri notte. I numeri che testimoniano la tragicita' sono stati accertati dal ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, attraverso un'informativa d'urgenza alla Camera. Purtroppo pare che tra le vittime ci siano anche quattro bambini!
Colpita con ancora piu' violenza la parte settentrionale dell'isola. Miracolosamente invece e' stato trovato ancora in vita uno dei due dispersi nell'alluvione: l'uomo, un allevatore di Torpè, è stato intercettato e identificato dalla Protezione Civile ma si è letteralmente opposto, rifiutandosi di lasciare il suo podere.

Purtroppo manca invece all'appello una persona di Onanì, sempre nel Nuorese. Il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli ha annunciato che una «nuova perturbazione» si starebbe agitando dalla parte ovest dell'isola: «Vedremo gli effetti alle 17 - ha detto Gabrielli -ma non immaginiamo che possa avere la stessa intensità di quella di ieri».

Ciclone "Cleopatra"
Il Papa ha immediatamente fatto sentirenla sua vicinanza esprimendo tutta la sua solidarietà alla popolazione sarda. Il pontefice, in un tweet dal suo account, si è detto «profondamente commosso dall'immane tragedia che ha colpito la Sardegna» e ha chiesto a tutti «di pregare per le vittime, specialmente per i bambini». Il premier Letta, volato a Olbia dopo il Consiglio dei Ministri, ha dichiarato di essere sull'isola per «incoraggiare il lavoro delle forze dell'ordine e delle organizzazioni di concorso». «E' stato un evento straordinario, voglio esprimere alla comunità tutta la vicinanza dello Stato» ha ribadito il premier.
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