Il-Trafiletto
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14/05/14

Turchia | Un corto circuito provoca un’esplosione in miniera. Oltre 200 morti ma il numero è destinato a salire.

Una vera e propria strage. Più di 200 morti e ne mancano all’appello ancora oltre 300. E’ successo nella tarda serata di ieri in Turchia in una miniera di carbone a Soma, nella provincia di Manisa, nell’ovest della Turchia, una miniera a circa duemila metri di profondità dove vi lavoravano circa 800 minatori. Non sono ancora note le cause che hanno provocato l’esplosione, anche se con tutta probabilità sembra sia dovuto ad un corto circuito di un generatore elettrico difettoso. Non si hanno più speranze per i minatori che lavoravano in fondo alla miniera visto che, dai racconti fatti dai lavoratori tratti in salvo, il fuoco divampa ancora nelle gallerie e non si è stati ancora in grado di domarlo, inoltre una intensa cappa di fumo non aiuta certo le operazioni di soccorso. Molti sono i minatori arrivati da tutta la Turchia per aiutare i soccorritori nelle operazioni di scavo per cercare di mettere in salvo quanti più compagni di lavoro possibile, anche col passare del tempo le speranze si affievoliscono. Davanti all’ingresso della miniera sono ci sono in trepida attesa i familiari dei minatori intrappolati. Per loro sono momenti di angosciosa attesa. Il bilancio delle vittime è incerto e in crescita. Intanto sono giunte nella notte decine di ambulanze e carri funebri partiti dalla vicina città di Smirne e perfino da Istambul. Intanto si sviluppano le polemiche sulla sicurezza della miniera. Secondo il Ministero del Lavoro, l’ultima revisione dell’impianto risale al 17 marzo scorso e sembra sia stato trovato tutto a norma di legge, mentre altre voci avevano messo in guardia le Istituzioni riguardo la miniera in questione. Il premier turco Tayyp Recep Erdogan una sua visita all’estero ed ha proclamato tre giorni di lutto nazionale a partire da oggi. (immagine presa dal web)

23/01/14

Eroismo | Salva sei persone prima di morire nell’incendio. Aveva 8 anni.

Un bambino di 8 anni è morto in un incendio a Penfield, nello Stato di New York. È morto tra le fiamme per soccorrere i parenti colpiti nel sonno dall’incendio della loro “casa mobile”. Si tratta di abitazioni simili a dei camper, molto comuni negli Stati Uniti fra le zone più povere. Forse un cortocircuito, forse il riscaldamento, hanno causato la disgrazia, accaduta in una cittadina dello stato di New York, Penfield, alle prime luci dell’alba.
 Il bimbo era ospite di parenti. Nel sonno nessuno si è accorto delle fiamme tranne Tyler, questo il nome del bambino, che ha cercato di svegliare tutti immediatamente. Il ragazzino, aveva avuto il permesso dai genitori di trascorrere la notte di domenica a casa del nonno, perché lunedì era vacanza a scuola: “Era il suo migliore amico” racconta la mamma. Tyler quindi era andato nella casa mobile del nonno, dove vivevano anche i suoi cuginetti e gli zii. L’incendio è scoppiato alle quattro e 45 del mattino. Con tanto sangue freddo ha aiutato a mettere in salvo prima due bambini, di quattro e sei anni, poi gli altri. In casa c’erano anche uno zio e il nonno disabile, rimasti intrappolati. Senza pensare al pericolo Tyler è corso di nuovo dentro, nonostante una zia cercasse di trattenerlo, gettandosi tra le fiamme. Purtroppo il fuoco e il fumo stavolta hanno avuto la meglio, nonno e nipote sono entrambi morti. Il corpo del piccolo è stato trovato proprio accanto a quello del vecchio, mano nella mano. Dai primi rilievi effettuati dai vigili del fuoco sembra che l’incendio sia stato causato da un guasto elettrico e la casa fosse sprovvista di un dispositivo di rilevazione del fumo. In uno spazio così piccolo un allarme avrebbe svegliato tutti in tempo. Tyler faceva la quarta elementare. Il preside della sua scuola, Edward Stuntzman, ha ricordato che il bambino era “sempre sorridente e di buon umore, sempre pronto ad aiutare gli altri, sempre generoso”. Stuntzman ha aggiunto: “Non mi sorprende sapere che ha perso la vita in un atto di coraggio e generosità”.
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