Il-Trafiletto
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14/05/14

Turchia | Un corto circuito provoca un’esplosione in miniera. Oltre 200 morti ma il numero è destinato a salire.

Una vera e propria strage. Più di 200 morti e ne mancano all’appello ancora oltre 300. E’ successo nella tarda serata di ieri in Turchia in una miniera di carbone a Soma, nella provincia di Manisa, nell’ovest della Turchia, una miniera a circa duemila metri di profondità dove vi lavoravano circa 800 minatori. Non sono ancora note le cause che hanno provocato l’esplosione, anche se con tutta probabilità sembra sia dovuto ad un corto circuito di un generatore elettrico difettoso. Non si hanno più speranze per i minatori che lavoravano in fondo alla miniera visto che, dai racconti fatti dai lavoratori tratti in salvo, il fuoco divampa ancora nelle gallerie e non si è stati ancora in grado di domarlo, inoltre una intensa cappa di fumo non aiuta certo le operazioni di soccorso. Molti sono i minatori arrivati da tutta la Turchia per aiutare i soccorritori nelle operazioni di scavo per cercare di mettere in salvo quanti più compagni di lavoro possibile, anche col passare del tempo le speranze si affievoliscono. Davanti all’ingresso della miniera sono ci sono in trepida attesa i familiari dei minatori intrappolati. Per loro sono momenti di angosciosa attesa. Il bilancio delle vittime è incerto e in crescita. Intanto sono giunte nella notte decine di ambulanze e carri funebri partiti dalla vicina città di Smirne e perfino da Istambul. Intanto si sviluppano le polemiche sulla sicurezza della miniera. Secondo il Ministero del Lavoro, l’ultima revisione dell’impianto risale al 17 marzo scorso e sembra sia stato trovato tutto a norma di legge, mentre altre voci avevano messo in guardia le Istituzioni riguardo la miniera in questione. Il premier turco Tayyp Recep Erdogan una sua visita all’estero ed ha proclamato tre giorni di lutto nazionale a partire da oggi. (immagine presa dal web)

05/03/14

Sondaggio elettorale, PD al 34.5%, FI al 20%, il M5S cala al 17.5%. Centrosinistra in vantaggio.

L’insediamento di Matteo Renzi alla Presidenza del Consiglio aveva fatto registrare una crescita di consensi in favore del Partito Democratico. Alle intenzioni di voto degli elettori registrate l’altro ieri, il PD si conferma ancora il primo partito italiano assestandosi al 34,5%. Anche le altre forze di sinistra non fanno registrare scostamenti dalla settimana precedente mentre le agitazioni all’interno del Movimento 5 Stelle, terminate con l’espulsione dei 4 senatori 'dissidenti', fanno perdere un punto percentuale al M5S, facendolo scendere al 17,5%. Tutte le polemiche sorte sui nuovi sottosegretari, ed in particolar modo il “Caso Gentile”, non creano problemi al PD ma hanno esiti negativi sul Nuovo Centro Destra (-0,5) mentre sembra avvantaggiarsene Forza Italia che sale al 20%. I primi passi da Ministro dell’Istruzione da parte di Stefania Giannini sono valutati positivamente dall’elettore e probabilmente contribuiscono alla risalita (+0,5) di Scelta Civica a cui assistiamo questa settimana.Il sondaggio qui presentato è stato eseguito il 3 MARZO 2014, per ANSA con metodologia C.A.T.I. (Computer Aided Telephone Interviews), su un campione di 500 casi rappresentativo della popolazione italiana maschi e femmine dai 18 anni in su, segmentato per sesso, età, Grandi Ripartizioni Geografiche e Ampiezza Centri proporzionalmente all’universo della popolazione italiana.

09/02/14

Anche quest’anno polemiche sul Festival di Sanremo. Uno spot sotto accusa.

Anche quest’anno il Festival della canzone italiana di Sanremo non è esente dalle polemiche più disparate. Questa volta oltre a quelle di routine il Festival è accompagnato da una denuncia all’Agcom che parte direttamente dalla sede leccese dello “Sportello dei diritti”. Sotto accusa è il primo spot pubblicitario della manifestazione canora. I due presentatori del programma Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, sulle note della canzone “Se mi lasci non vale” iniziano un tira e molla nel quale la comica inscena il suo allontanamento dal fianco del presentatore, mentre Fazio la tira per un braccio nel tentativo di farla ritornare sui suoi passi. Fin qui nulla di strambo se non fosse per il finale dove, a furia di andare avanti con il tira e molla l’attrice esce di scena lasciando in mano al presentatore un braccio artificiale. La scenetta non ha divertito affatto i portatori di handicap e in particolare coloro che sono costretti a vivere con delle protesi. Lo spot si è quindi guadagnato l'etichetta di politicamente scorretto, oltre che di messa in scena dal cattivo gusto e dalla scarsa sensibilità nei confronti di chi vive con un handicap fisico. Il primo ad appoggiare la loro causa è stato Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei diritti” di Lecce che si è unito al coro di telespettatori disturbati e allibiti dall’epilogo dello spot. “Ancora una volta, siamo costretti a denunciare il cattivo gusto cui ci abitua quello che dovrebbe essere il servizio pubblico, che è tanto più squalificante se si pensa che riguarda una tra gli appuntamenti televisivi più attesi ogni anno” si legge in una nota dell’associazione che tutela cittadini e consumatori. E’ stata immediatamente richiesta la rimozione dello spot incriminato dalla scaletta dei programmi della RAI. Non va certo meglio in rete dove anche il popolo del web ha bocciato severamente la scenetta della coppia Fazio-Littizzetto: “Mancanza di tatto”, “Vergognoso”, “Cosa c’entra con la musica?”, “Che spettacolo penoso”. Ed infatti a pochi giorni di distanza sembrerebbe che la pubblicità in questione sia sparita dai teleschermi, sostituita da un altro spot questa volta in apparenza più “politically correct.

01/11/13

La Cancellieri chiarisce l'interessamento a favore della detenuta eccellente Giulia Ligresti

 Il caso nasce dal suo interessamento a favore della detenuta eccellente Giulia Ligresti, sul quale ha dovuto dare spiegazioni ai magistrati competenti.
Ministro Cancellieri

“Mai interferito, pronta a chiarire” il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri prova a spegnere il fuoco delle polemiche.
L’imprenditrice, coinvolta nell’indagine sul caso Fonsai ma in sofferenza in custodia cautelare, è stata scarcerata infatti dopo che la guardasigilli, in seguito a contatti con la famiglia Ligresti, ha segnalato il suo caso all’amministrazione penitenziaria. E’ stato il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, a precisare per primo che “sarebbe arbitraria e del tutto destituita di fondamento ogni illazione che ricolleghi la concessione degli arresti domiciliari a circostanze esterne di qualunque natura”. “Non c’è stata, quindi, né poteva esserci, alcuna interferenza con le decisioni degli Organi giudiziari”, ha affermato dal canto suo il ministro.”Avuta conoscenza, per via diretta, delle condizioni psicofisiche della ragazza - ha spiegato - era mio dovere trasferire questa notizia agli organi competenti” per evitare “eventuali gesti autolesivi. Mi sono comportata, peraltro, nello stesso modo quando sono pervenute al mio Ufficio segnalazioni, da chiunque inoltrate, che manifestassero preoccupazioni circa le condizioni sullo stato psicofisico di persone in stato di detenzione”. Eppure non si amavano tanto. Intercettata, Giulia Ligresti dice:
 «Sono giornatacce, veramente, un incubo.... Ho degli sconforti, credimi. Ieri hanno fatto ’sta cosa alla Procura di Torino. Poi il commissario arriva in Fondiaria a sparare contro di noi. E Peluso... Gli hanno dato una buona uscita di cinque milioni, ti rendi conto? Cinque milioni, è stato un anno, ha distrutto tutto». 
Giulia Ligresti
Questa è la voce di Giulia Maria Ligresti. La mattina del 19 ottobre 2012 si sta sfogando al telefono con un’amica. Sono già tempi molto difficili, la bufera giudiziaria si sta addensando nel cielo di Fonsai. Ma ancora nessuno ne conosce l’esatta portata. Giulia Ligresti parla della liquidazione concessa a Piergiorgio Peluso, il figlio del ministro Annamaria Cancellieri. È arrivato da Unicredit nel 2011 con il ruolo di direttore generale. Stanno parlando della sua liquidazione dopo un anno di lavoro. L’amica è solidale con Giulia Ligresti:
«Gli danno una liquidazione, invece che chiedergli i danni!».
«Sì, invece di chiedergli i danni! Mi hanno detto che in consiglio nessuno ha fiatato. Sì, sì.. Approvato all’unanimità. Che se fosse stato il nome di qualcun altro... A mio padre di 85 anni avrebbero contestano quella cifra. Questo qui ha 45 anni, è un idiota. Perché veramente è venuto a distruggere una compagnia. Perché lo ha fatto proprio su mandato la distruzione... 5 milioni, è andato in Telecom, e l’Italia non scrive niente».
«Cavolo, potessero scrivere qualcosa», dice l’amica.
E Giulia Ligresti: «Al contrario c’è un articolo su sua mamma, sai che è il ministro Cancellieri, pieno di lodi, figurati... Secondo me quella è un’area intoccabile proprio. Pazzesco.... L’Italia è un paese distrutto, è veramente una mafia. I giornali che scrivono tutti uguali, poi appena uno alza la testa... ». 

Fa uno strano effetto rileggere queste parole, alla luce di quanto è emerso successivamente nelle indagini. E cioè che la famiglia Ligresti si è rivolta proprio al ministro Cancellieri per chiedere aiuto. A luglio Giulia Maria è in carcere. Non mangia, soffre di anoressia. I suoi avvocati chiedono senza successo gli arresti domiciliari. È in quel momento che Gabriella Fragni, la compagna di Salvatore Ligresti, intercettata, dice: «La persona che potrebbe fare qualcosa per Giulia è il ministro Cancellieri». Chiedono aiuto al ministro. E il ministro Cancellieri, accolta la richiesta, si spende personalmente. Come ha spiegato lei stessa in un verbale datato 22 agosto 2013. Quando è stata sentita in qualità di testimone, dal procuratore aggiunto di Torino, Vittorio Nessi:
«Ligresti mi ha rappresentato la preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia Maria, la quale, come peraltro riportato in articoli di stampa, soffre di anoressia e rifiuta il cibo. In relazione a tale argomento ho sensibilizzato i due vice capi del Dap, Francesco Cascini e Luigi Pagano, perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati. Si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso, in considerazione del rischio connesso con la detenzione».
Per tutta la giornata si sono moltiplicate le prese di posizione dell’opposizione in Parlamento: Sel, M5S e Lega, hanno chiesto alla guardasigilli di chiarire in Parlamento la vicenda. Per il Carroccio è “una vicenda torbida”. E per gli stellati se non può chiarire deve dimettersi. Ma anche dalla maggioranza non sono mancate le prese di distanza: Secondo Danilo Leva, responsabile giustizia del Pd, “è opportuno” che il ministro “chiarisca il senso delle parole da lei proferite nel corso di una telefonata con Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti”. Secondo l’esponente democratico bisogna “fugare ogni dubbio che possano esistere detenuti di serie A e di serie B”. A sostenere pubblicamente la posizione della guardasigilli è intervenuto a fine giornata il vicepremier Angelino Alfano, parlando di vicenda “strumentalizzata ad arte”. Ma al riparo dell’anonimato, a Montecitorio qualche parlamentare del Pdl faceva notare che “a Berlusconi per molto meno hanno appioppato la concussione”. A questo punto solo un passaggio in Parlamento potrà chiarire se la vicenda, come si pensa negli ambienti più vicini al ministro, è da considerare definitivamente chiusa.


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