Il-Trafiletto
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10/04/14

Un progetto contro la contraffazione | Attualità

Quella della contraffazione è una piaga purulenta che uccide l'economia. Infetta tutti i settori producendo prodotti di scarsa qualità, con materie prime di basso livello, sfruttando lavoratori pagati poco, spesso clandestini, le cui condizioni di lavoro sono inimmaginabili, contribuendo a inquinare, avvelenare, e a mettere in pericolo la salute di tutti. Proprio per questo motivo la lotta alla contraffazione ha un alleato in più, Adiconsum, che  ha creato uno sportello "Io sono originale", attivo dal 1° aprile e operativo dall’8 aprile. Lo sportello è gestito da Adiconsum Lazio, Roma Capitale e Rieti. L’attivazione di questo sportello contro la contraffazione fa parte dell’iniziativa “Io sono originale” finanziata dalla Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione - Ufficio Italiano Brevetti e Marchi - del Ministero dello Sviluppo Economico.
Il logo dello sportello
E' necessario tutelare la professionalità di chi produce e combattere la criminalità e i pericoli che ne derivano, e non solo, è necessario tutelare il consumatore.
La finalità dello sportello “Io sono originale” è fornire informazioni e consulenza in materia di contraffazione e di tutela della proprietà industriale ai consumatori.
Lo sportello messo a disposizione da Adiconsum si trova presso la sede dell’Adiconsum Lazio-Roma in via Baldo degli Ubaldi 378 e osserva i seguenti orari: Martedì: 9.00 – 13,00 e Giovedì: 14,00-18,00 · per contattarlo chiama lo: 06 45674300 o lo 06 44170249
 · oppure invia una mail a: contraffazione@adiconsum.it
Altre attività previste dal progetto sono:
 · una campagna di comunicazione nazionale
 · un osservatorio sul fenomeno della contraffazione
 · produzione di una newsletter bimensile
 · 14 vademecum
 · un sito web
 · un concorso a premi
 · due app
 · 14 video

25/03/14

Windows XP | Attenzione ai prelievi con il bancomat: gli hacher stanno aspettandoci. Meglio andare allo sportello.

8 aprile 2014, data fatidica per l'informatica. Infatti a partire da questo giorno Microsoft smetterà di fornire i supporti per l'aggiornamento e la protezione di Windows XP, il sistema operativo nato nel 2001 e più diffuso al mondo. Secondo il Financial Times tutti coloro che ancora utilizzano il sistema Windows XP, tra cui il 95% dei bancomat e circa il 40% dei pc, rischiano di subire gli attacchi degli hacker e dei virus. Secondo i dati del gruppo di ricerca Netmarketshare, circa il 40% dei personal computer usano ancora Windows XP. Ma oltre ai PC, Windows XP è ancora il sistema operativo più utilizzato per il funzionamento dei bancomat e di alcuni dispostivi Pos. Inoltre, anche molti dispositivi medici girano con Windows XP. Questo sistema operativo non mette al riparo chi preleva alle casse elettroniche con un bancomat. Sembra che solo un terzo dei dispositivi riuscirà ad essere aggiornato, e quindi messo in sicurezza, prima dell'8 aprile. Timothy Rains, direttore dell'area Trustworthy Computing di Microsoft, lancia un allarme dicendo che c'è il 100% delle possibilità che gli hacker riescano ad individuare i punti deboli di Windows XP partendo dagli aggiornamenti dei sistemi operativi più recenti. La maggioranza delle aziende sta ancora oggi rimandando il costoso, nonché complesso, sistema di aggiornamento, anche perché in alcuni casi non basterà installare Windows 8.1, poiché gran parte dei vecchi computer con Windows XP non hanno i requisiti di sistema necessari per l'installazione dell'ultima versione del sistema operativo di Microsoft. Inoltre, molti sistemi informatici sono compatibili solo con Windows XP. L'unica soluzione al problema l'ha proposta la stessa Microsoft prolungando fino a luglio 2015 il supporto del suo sistema Antivirus Security Essentials per le banche. Insomma dall'8 aprile fate molta attenzione al bancomat. Nell'attesa che vengano aggiornati i sistemi andate a prelevare il contante direttamente allo sportello.

09/02/14

Anche quest’anno polemiche sul Festival di Sanremo. Uno spot sotto accusa.

Anche quest’anno il Festival della canzone italiana di Sanremo non è esente dalle polemiche più disparate. Questa volta oltre a quelle di routine il Festival è accompagnato da una denuncia all’Agcom che parte direttamente dalla sede leccese dello “Sportello dei diritti”. Sotto accusa è il primo spot pubblicitario della manifestazione canora. I due presentatori del programma Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, sulle note della canzone “Se mi lasci non vale” iniziano un tira e molla nel quale la comica inscena il suo allontanamento dal fianco del presentatore, mentre Fazio la tira per un braccio nel tentativo di farla ritornare sui suoi passi. Fin qui nulla di strambo se non fosse per il finale dove, a furia di andare avanti con il tira e molla l’attrice esce di scena lasciando in mano al presentatore un braccio artificiale. La scenetta non ha divertito affatto i portatori di handicap e in particolare coloro che sono costretti a vivere con delle protesi. Lo spot si è quindi guadagnato l'etichetta di politicamente scorretto, oltre che di messa in scena dal cattivo gusto e dalla scarsa sensibilità nei confronti di chi vive con un handicap fisico. Il primo ad appoggiare la loro causa è stato Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei diritti” di Lecce che si è unito al coro di telespettatori disturbati e allibiti dall’epilogo dello spot. “Ancora una volta, siamo costretti a denunciare il cattivo gusto cui ci abitua quello che dovrebbe essere il servizio pubblico, che è tanto più squalificante se si pensa che riguarda una tra gli appuntamenti televisivi più attesi ogni anno” si legge in una nota dell’associazione che tutela cittadini e consumatori. E’ stata immediatamente richiesta la rimozione dello spot incriminato dalla scaletta dei programmi della RAI. Non va certo meglio in rete dove anche il popolo del web ha bocciato severamente la scenetta della coppia Fazio-Littizzetto: “Mancanza di tatto”, “Vergognoso”, “Cosa c’entra con la musica?”, “Che spettacolo penoso”. Ed infatti a pochi giorni di distanza sembrerebbe che la pubblicità in questione sia sparita dai teleschermi, sostituita da un altro spot questa volta in apparenza più “politically correct.
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