Il-Trafiletto
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03/05/14

Le piante | L'attitudine di crescere verso la luce.

Piante e luce (immagine dal web)
Le piante, la loro naturale attitudine di crescere volgendosi verso la luce: come fanno?
Le cellule delle piante hanno in se una proteina conosciuta fototropina, che risiede  prevalentemente all'estremità della crescita del germoglio.

La proteina in questione passa allo stadio attivo quando assorbe le lunghezze d'onda blu della luce. Tale processo innesca una cascata di interazioni tra varie altre protei (ne dentro delle cellule che modificano per finire, l'allineamento delle proteine che a loro volta forniscono la struttura alla cellula, chiamate microtubuli. Il risultato di tale processo è: le cellule che stanno dalla parte non illuminata del germoglio si allungano, invece quelle nella parte illuminata restano piccole e squadrate.

Mentre la parte al buio della pianta si allunga, l'intero germoglio si piega verso la luce!
Recentemente a seguito di alcune ricerche eseguite alla Carnegie Institution dell'Università di Standford e all'Università di Wageningen nei Paesi Bassi hanno scoperto che la ridisposizione dei microtubuli può avvenire in maniera eccezionalmente rapida, soltanto pochi minuti dall'esposizione alla luce blu, le cellule della pianta iniziano a creare nuovi microtubuli. (science)

26/04/14

Quante ansie per quei percentili

Il falso problema del ritmo di crescita  Le diete vegetariane e vegane ben bilanciate sono adatte a tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusi gravidanza e allattamento. Esse soddisfano le esigenze nutrizionali di neonati, bambini e adolescenti e garantiscono una crescita normale». 

Questa decisa dichiarazione dell'Ada (supportata da una ricerca pubblicata su 'American Journal Clinical Nutrition") fa giustizia del fatto che i ritmi di crescita dei bambini allattati al seno e svezzati non precocemente sembrano in molti casi più lenti di quelli dei piccoli alimentati con latte adattato e svezzati precocemente, magari con largo impiego di liofilizzati e omogeneizzati di carne. Tra l'altro, le curve di riferimento per valutare la crescita sono state costruite in un periodo storico nel quale l'allattamento al seno era pressoché residuale e un'alimentazione iperproteica fin dalla più tenera età era valutata positivamente. Oggi sappiamo chiaramente che ritmi di crescita più «umani», quali quelli che sono generalmente garantiti da un allattamento al seno prolungato e da uno svezzamento latto-ovo-vegetariano, sono alla base di un stato di salute ottimale e prevengono lo sviluppo di molte malattie degenerative

IL PROGRAMMA NUTRIZIONALE PER IL PRIMO ANNO DI VITA 
A poco a poco, scopre aromi e sapori nuovi Lo svezzamento dovrebbe svolgersi all'interno di alcune linee guida: 
Inziare al tempo giusto (non prima dei 6-8 mesi).  
Introdurre con gradualità un nuovo alimento per volta, per lasciare al bambino il tempo di conoscere nuovi gusti e nuove consistenze, e per capire se esiste un'eventuale intolleranza o allergia.  
Essere disponibili, con elasticità, a fare qualche passo indietro per adattarsi ai tempi del bambino.  
Almeno per i primi sei mesi di vita l'alimento esclusivo e sufficiente per il bambino è il latte materno. 
A partire dai 6-8 mesi si può introdurre con gradualità la frutta fresca ben matura (meglio la mela cruda), inizialmente sotto forma di succo centrifugato e successivamente grattugiata o schiacciata.
Dopo 1-2 settimane può essere proposto lo yogurt naturale, eventualmente integrato con un cucchiaino di miele vergine integrale o, meglio, con frutta opportunamente schiacciata o finemente tritata.
Il passo successivo, intorno agli 8-9 mesi, è costituito dai primi passati di verdure con farine di cereali. Inizialmente è preferibile il riso, privo di glutine.  
Gli odori (salvia, rosmarino, timo, aglio...) vanno usati regolarmente, in modesta quantità, per il potere aromatizzante e le proprietà digestive e antisettiche. Le pappe vanno sempre integrate con olio extravergine d'oliva crudo.  
Tutte le verdure vanno bene. Attenzione, però, alla patata (può incrementare i fastidiosi fenomeni fermentativi intestinali), agli spinaci e alle bietole (troppo ricchi di nitrati, tossici per i globuli rossi). Nelle settimane successive è possibile proporre ricotta e, con più moderazione, altri formaggi freschi, accompagnando questi alimenti proteici con purè di verdure cotte a vapore (zucca e spinaci, patate e carote, patate e zucchine, zucca e sedano rapa...). Le creme di verdure vanno condite con olio e, volendo, aromatizzate con prezzemolo tritato.
lntorno all'anno di età è il tempo dei legumi e poi dell'uovo. I legumi vanno integrati con cautela nelle minestre perché possono incrementare notevolmente le coliche gassose. Il segreto è quello di impiegarli in piccole quantità e ben cotti, preferendo quelli freschi, surgelati o decorticati. Fin dall'inizio dello svezzamento è possibile proporre, a integrazione dei pasti e con l'aiuto di una centrifuga, succhi freschi di vari ortaggi. Il vegetale più utile e più gradito è sicuramente la carota. Di volta in volta il succo di carota potrà essere arricchito con piccole quantità di finocchi, spinaci, sedano, pomodori, lattuga.

18/03/14

Le galassie spente | Quale mistero si cela dietro la loro scomparsa.

Le galassie spente | Quale mistero si cela dietro la loro scomparsa. Il tempo trascorre inesorabile nel suo interminabile continum, e nulla può esimersi dal terminare, nemmeno le galassie! Anche loro sono destinate a spengnersi.

Giunge per l'appunto una fase del loro evolversi in cui termina il processo di formazione di nuove stelle, e diventano di fatto inattive. Fin qui pare filare tutto nel rigore della migliore logica scientifica, se nonchè un aspetto di tale fenomeno lascia da che venne alla luce, perplessità e più di un dubbio gli astronomi!
Infatti le galassie cosi dette spente che possono essere osservate nel loro ormai remoto passato sembrano molto più piccole delle galassie spente dell’universo attuale.

Ma allora la domanda nasce spontanea: come possono continuare a crescere se la formazione stellare ha avuto fine? La risposta in realtà è più semplice di quanto non si creda, infatti giunge proprio da un team internazionale di astrofisici, ed è stata scoperta grazie alle prestazioni del telescopio spaziale Hubble di Esa e Nasa.
Lo studio che è stato pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal, pone enfasi sul fatto che fino ad oggi si considerava che le grandi galassie spente a noi vicine, quindi anche più attuali, fossero il risultato ultimo della crescita di quelle più piccole, osservabili nell'universo del passato.
Galassie spente

Ma dal momento che si tratta di galassie nelle quali non si sta più avendo formazioni di nuove stelle, la loro crescita era attribuita a processi di collisione e fusione con altre galassie spente più piccole, con una massa fra le cinque e le dieci volte inferiore. Tali processi di fusione comporterebbero altresi la presenza d’una considerevole quantità di queste piccole galassie, per dar modo alla moltitudine di galassie inattive di "pasteggiare", una presenza di cui però non si ha alcun riscontro.

“L'apparente lievitare delle galassie inattive è stato per molti anni uno fra i più grandi quesiti irrisolti dell’evoluzione galattica”, dice Marcella Carollo, dell’Eth di Zurigo, prima autrice dell'articolo. Ora per la prima volta, grazie alle osservazioni realizzate nel corso della survey COSMOS con il telescopio spaziale Hubble, gli astronomi hanno avuto a disposizione un'enorme raccolta d'immagini, che gli hanno permesso di identificare e contare le galassie inattive lungo ben otto miliardi di anni di storia cosmica. Integrando i dati forniti da Cosmos con osservazioni realizzate utilizzando i due telescopi Canada-France-Hawaii e Subaru (entrambi alle Hawaii), sono infatti riusciti a sbirciare indietro nel tempo fino a quando l'universo aveva meno della metà della sua età attuale. La porzione di cielo studiata si estende su un’area pari a quasi nove volte quella della Luna piena.

Le galassie inattive risalenti a quell’epoca sono piccole e compatte, e sorprendentemente sembrano rimanere tali. Invece di lievitare e crescere attraverso fusioni nel corso del tempo, queste piccole galassie mantengono per lo più le dimensioni che avevano quando la formazione stellare è terminata. Ma allora perché sembra che con il passare del tempo diventino sempre più grandi? “Abbiamo scoperto che molte delle galassie più grandi, in realtà, si sono spente tardi, in epoche successive, andando poi a raggiungere le sorelle inattive più piccole e dando così l’impressione – erronea – d’una crescita delle singole galassie nel corso del tempo”, spiega Simon Lilly, anch’egli dell’ETH di Zurigo.
“La risposta all’enigma offerta dal nostro studio è sorprendentemente semplice e ovvia. Ed è ogni volta una grande soddisfazione riuscire a cogliere la semplicità in mezzo all’apparente complessità della natura", conclude Carollo. (galileonet)

05/03/14

Sondaggio elettorale, PD al 34.5%, FI al 20%, il M5S cala al 17.5%. Centrosinistra in vantaggio.

L’insediamento di Matteo Renzi alla Presidenza del Consiglio aveva fatto registrare una crescita di consensi in favore del Partito Democratico. Alle intenzioni di voto degli elettori registrate l’altro ieri, il PD si conferma ancora il primo partito italiano assestandosi al 34,5%. Anche le altre forze di sinistra non fanno registrare scostamenti dalla settimana precedente mentre le agitazioni all’interno del Movimento 5 Stelle, terminate con l’espulsione dei 4 senatori 'dissidenti', fanno perdere un punto percentuale al M5S, facendolo scendere al 17,5%. Tutte le polemiche sorte sui nuovi sottosegretari, ed in particolar modo il “Caso Gentile”, non creano problemi al PD ma hanno esiti negativi sul Nuovo Centro Destra (-0,5) mentre sembra avvantaggiarsene Forza Italia che sale al 20%. I primi passi da Ministro dell’Istruzione da parte di Stefania Giannini sono valutati positivamente dall’elettore e probabilmente contribuiscono alla risalita (+0,5) di Scelta Civica a cui assistiamo questa settimana.Il sondaggio qui presentato è stato eseguito il 3 MARZO 2014, per ANSA con metodologia C.A.T.I. (Computer Aided Telephone Interviews), su un campione di 500 casi rappresentativo della popolazione italiana maschi e femmine dai 18 anni in su, segmentato per sesso, età, Grandi Ripartizioni Geografiche e Ampiezza Centri proporzionalmente all’universo della popolazione italiana.

28/02/14

La Rossa di Sicilia. Un pieno di salute.

E' risaputo che le arance contengono Vitamina C e sono fortemente consigliate per rafforzare il sistema immunitario e prevenire raffreddore e influenza. Pochi sanno, però, che c'è un tipo di arancia in particolare, che contiene un alto tasso di Vitamina C, circa il 40% rispetto le altre. Si tratta della Rossa di Sicilia IGP. 
La Rossa, infatti, contiene nella polpa dei pigmenti chiamati antociani. Questi, oltre a conferirle un colore rosso intenso appunto, sono ricchi di flavonoidi, acido ascorbico e antiossidanti. 
I Flavonoidi sono composti chimici di origine naturale con proprietà antiossidanti, garantiscono il funzionamento ottimale del fegato, permettono di prevenire malattie cardiovascolari, infiammatorie e, addirittura, alcune forme di tumore. Hanno la capacità di bloccare i danni causati dai radicali liberi ma anche reumatismi, cefalee, le forme cronico-degenerative e l'invecchiamento dell'organismo.
L'acido Ascorbico è anch'esso un composto organico di origine naturale, meglio conosciuto come vitamina C, utile per i vasi sanguigni, denti e ossa.
Le arance rosse IGP, inoltre, presentano un contenuto maggiore di minerali quali calcio, selenio, magnesio, potassio, ferro ed una elevata concentrazione di acqua, circa l'87%. E ancora vitamine B1 e B2. Grazie a questo cocktail benefico e alle proprietà nutrizionali, sono consigliate nelle diete delle donne in gravidanza o in menopausa, per la prevenzione di malattie respiratorie, per la crescita e la sviluppo sano dei bambini.
Coltivata nell'area compresa tra Siracusa, Catania ed Enna, la qualità dell'arancia rossa di Sicilia deriva dalla stretta connessione tra fattori climatici, ambiente e proprietà del terreno. Coltivata altrove, cioè, non avrebbe le stesse caratteristiche che l'hanno resa la migliore e la più apprezzata in tutto il mondo. 
Tre le varietà in commercio: Moro, Tarocco e Sanguinello. E...diffidate dalle imitazioni.

25/02/14

Siete al primo allattamento? Ecco le risposte ai vostri dubbi

State allattando per la prima volta la vostra creatura? Avete paura di sbagliare e perdere il latte? Avete dubbi o domande da fare? Ecco le risposte alle tipiche domande che si pongono le neo mamme.


@ E se non ho il latte? Le mamme che davvero non possono allattare sono pochissime. Prima di dichiararsi sconfitte è importante accertarsi di avere ricevuto tutte le informazioni e l'aiuto necessario: anche un allattamento partito con difficoltà può procedere con successo.

@ Il bambino crescerà abbastanza? Crescerà secondo parametri fisiologici, il che è più importante, e sarà protetto contro i rischi dell'obesità perché l'allattamento favorisce la crescita della massa muscolare rispetto al tessuto adiposo.

@ Il mio latte può essere troppo pesante, o provocare allergie? Il latte matemo è più digeribile rispetto ai latti sostitutivi, e non può provocare allergie. In rari casi si possono manifestare allergie ad alimenti ingeriti dalla mamma (latticini, soia o noccioline).

@Mi devo separare da mio figlio per qualche giorno. Come faccio a non perdere il latte? Utilizzando un tiralatte o, meglio, la spremitura manuale in modo da non fermare la lattazione.

@ Dovrò mangiare per due? Assolutamente no. L'organismo femminile è fatto per garantire l'allattamento anche in caso di cattiva alimentazione. Può essere sufficiente aumentare l'apporto calorico di circa 300 calorie (una bella fetta di pane). Se si segue una dieta vegan è opportuno utilizzare un integratore di vitamina B12.

@ Se il bambino piange posso dargli il succhiotto o l'acqua zuccherata? Succhiando da una tettarella o tenendo in bocca un ciuccio, il bambino impara un movimento completamente diverso da quello che gli serve per succhiare dal seno della mamma, rischiando così di avere problemi durante la poppata. Di solito i bambini allattati al seno non sentono per niente l'esigenza del ciuccio.

@ ln ospedale girano campioni di latte in polvere e ciucci di tutti i tipi, rifiutandoli mi sembra di fare l'originale. E' l'ospedale a essere in torto: la legge non permette alle aziende di reclamizzare i propri prodotti nei reparti matemità. In questi casi si può chiedere aiuto alla direzione sanitaria dell'ospedale.

@ Dedicare tanto tempo all'allattamento mi danneggerà sul lavoro? Il tempo dedicato al bambino nei primi mesi di vita sarà recuperato: i bambini allattati al seno si ammalano meno degli altri, e questo consentirà, nel tempo, di recuperare giomi di lavoro.

@ Le mie condizioni di salute non mi permettono proprio di allattare, cosa posso fare? Se è possibile ricorrere a una banca del latte matemo - ce ne sono in molte strutture ospedaliere - per garantire comunque al bambino latte umano. Oppure fare ricorso a latti artificiali - meglio se di origine vegetale - avendo cura di scegliere la formula più simile al latte umano.

14/02/14

Smartphone | Il 2014 sarà l'anno del sorpasso! "L'intelligence" avrà la meglio sul "basic".

Smartphone: il 2014 sarà l'anno del sorpasso"L'intelligence" avrà la meglio sul "basic". Già ampiamente previsto il sorpasso è giunto al termine: le vendite di telefonini intelligenti hanno superato per la prima volta in assoluto il record dell'anno scorso, quelle dei cellulari cosi detti "basici". Lo ha reso noto nel suo consueto reso conto di fine anno Gartner in base al quale, gli smartphone, nel quarto trimestre del 2013 e l'intero anno solare, hanno influito rispettivamente per il 57,6% e per il 53,6% sulla richiesta totale di cellulari in crescita del 3,5% a 1,8 miliardi di unità.

Il balzo in avanti degli smartphone device è stato su base annuale del 42,3% per un totale di poco meno di 968 milioni di apparecchi finiti sul mercato e del 36% riguardo gli ultimi tre mesi dell'anno. Sono numeri che affermano, qualora ve ne fosse ancora bisogno, la popolarità degli smartphone e che fanno da preludio al traguardo che si acconge a tagliare, alla conclusione del 2014, la piattaforma operativa più diffusa fra i device intelligenti, ovvero sia Android in procinto di oltrepassare la fatidica soglia del miliardo di unità spedite. Il software mobile di Google ha concluso l'anno, accaparrandosi il 78,4% del venduto, una quota (in crescita di 12 punti percentuali rispetto al 2012) cinque volte superiore a quella acquisita da Apple (in discesa dal 19,1% al 15,6%) con il suo iOs. Per quel che riguarda invece Windows Phone, al momento recita il ruolo di terza forza con una quota di mercato del 3,2%, mentre BlackBerry è precipitata all'1,9%.
Smartphone 2014: l'anno del sorpasso

Il boom (previsto) di Asia e America Latina 
Quali mercati hanno contributo a trainare più di altri il successo degli smartphone? Il rapporto di Gartner non lascia alcun dubbio: America Latina (in crescita del 96%), Medio Oriente e Africa, Asia Pacifico ed Europa orientale hanno registrato indici di crescita particolarmente importanti e mediamente sopra il 50%. A livello di singoli Paesi i picchi di incremento più elevati nel quarto trimestre 2013 li hanno fatti segnare India e Cina, dove le vendite sono aumentate rispettivamente del 167% e dell'86,3%.
Di contro ma anche questa tendenza era risaputa ed abbondantemente prevista i mercati maturi arrancano lentamente a causa della saturazione degli stessi e per via di cicli di sostituzione dei vecchi apparecchi che si sono allungati, anche in relazione alla mancanza di vere e proprie innovazioni nei modelli di fascia alta lanciati negli ultimi dodici mesi.

I vendor: le nuove sfide per Samsung ed Apple 
La frenata di domanda degli smartphone top di gamma sta condizionando anche i risultati di chi e parliamo ovviamente di Samsung di questo settore è oggi dominatore incontrastato
Il chaebol coreano ha visto ridursi infatti dell'1,6% (rispetto al dato 2012) la propria market share nel quarto trimestre anche se può a ragion veduta consolarsi con una fetta di venduto su base annua pari al 31%. Più difficile, secondo gli analisti di Gartner, sarà per il produttore asiatico il compito di confermare la propria leadership a livello tecnologico nei modelli top di gamma (dove è già scattato il count down per il lancio del Galaxy S5) e di costruire un'offerta a valore (dal punto di vista delle funzionalità e dell'interfaccia) per i telefonini intelligenti di fascia media.

Quanto ad Apple, le ottime performance dell'iPhone 5S e la persistente forte domanda per i vecchi modelli 4S nei mercati emergenti hanno aiutato la casa della Mela a segnare un nuovo record di smartphone spediti sul mercato: 50,2 milioni, nel quarto trimestre 2013. A Cupertino, per contro, devono registrare una flessione nei telefonini intelligenti in termini di share globale, bilanciata però (e questo è un dato interessante) dall'aumento della quota esibita complessivamente nei cellulari, quota salita dal 7,5% all'8,3%. Gli accordi siglati con Ntt DoCoMo in Giappone e China Mobile nell'autunno scorso dovrebbero inoltre fornire ad Apple ulteriori buone notizie.

A contendersi il terzo gradino del podio concorrono (nell'ordine) Huawei, Lenovo e Lg
Le due aziende cinesi rappresentano il nuovo che avanza nell'industria mobile e i dati dell'ultimo quarter lo dimostrano. Lenovo in particolare, potrà giocarsi nei prossimi mesi il jolly Motorola per ampliare la propria presenza nel mercato americano, più generale su quello internazionale.

Prezzi in discesa e fatturati in frenata
La sfera di cristallo di Gartner per il 2014, infine, vede un numero crescente di vendor impegnati a riallineare i rispettivi cataloghi per concentrarsi sul segmento degli smartphone a basso costo, al cospetto di un previsto rallentamento delle vendite degli apparecchi intelligenti di fascia alta. Due tendenze, quelle appena citate che avranno come effetto diretto la diminuzione del prezzo medio di vendita e il conseguente rallentamento della crescita dei ricavi per ogni singolo produttore.

06/02/14

Cancro | Previsioni da paura ma la speranza cresce.

Cancro: previsioni da far paura per il futuro, ma la speranza cresce! Purtroppo i numeri sono spietati riguardo le vittime di cancro. Sontanto nell'anno 2012 sono state 8,2 milioni le morti a causa del cancro, ma il la bestia fa paura anche per ciò che concerne il futuro: le stime prevedono la bellezza di 22 milioni di casi per i prossimi 20 anni e un'ulteriore impennata nelle morti che si attesterà intorno ai 13 milioni l'anno.

A divulgare questi tragici numeri riguardanti la piaga dei tumori è l'International Agency for Research on Cancer (IARC), dell'Organizzazione mondiale della sanità che in occasione della Giornata mondiale contro il cancro, che ricorre il 4 febbraio, ha presentato il World Cancer Report 2014.

Se i più diagnosticati restano i tumori ai polmoni, al seno e all'intestino, non di meno desta preoccupazione anche il glioblastoma, il più aggressivo dei tumori cerebrali e per il quale oggi uno studio dei ricercatori della McGill University di Montreal di cui è primo autore Alessandro Perin, neurochirurgo dell’Istituto Neurologico Besta di Milano, lancia nuove speranze terapeutiche.

Nuove terapie contro il cancro
La scoperta, cui hanno collaborato anche l'Ospedale di Treviso, l’Istituto di genetica e biofisica “Adriano Buzzati Traverso” di Napoli e l’Hotchkiss Brain Institute dell’Università di Calgary (Canada), è stata pubblicata dalla rivista Nature Communications.
Gli scienziati hanno individuato due particolari proteine che avviano la crescita del glioblastoma.

Si tratta di due fattori di trascrizione, chiamati rispettivamente FOXG1 e Groucho/TLE, che potrebbero divenire in futuro anche bersagli di nuove terapie antitumorali che mirino a “disattivarle”, fermando così lo sviluppo di questo tumore cerebrale. La novità più rilevante introdotta da questo studio è proprio legata a questa loro negativa caratteristica: bloccando i meccanismi di proliferazione della BTICs, i ricercatori intendono contrastare la formazione delle recidive del tumore, una forma di questa patologia ancora più aggressiva.

“FOXG1 e Groucho/TLE, come dei veri e propri interruttori", spiega Alessandro Perin, "'accendono e spengono' l’espressione e quindi l’azione di numerosi geni: per questo aver scoperto il ruolo di questi due fattori di trascrizione apre diverse possibilità terapeutiche. Tuttavia è importante sottolineare che, sebbene sia un passo importante, non è ancora una cura e che quindi andranno ancora sviluppati ulteriori studi prima di un eventuale applicazione in pratica clinica”.

09/01/14

Un bel risparmio per il Tesoro con il mini-spread: sono 1,5 milioni all’anno!

Un bel risparmio davvero per il Tesoro l’introduzione del mini-spread!
Sono la bellezza di 1,5 milioni € l’anno il frutto derivante dalla discesa dello spread BTp-Bund sotto quota 200 punti base è un bel segnale, non soltanto perché è un evidente sintomo di calma, di un certo ritorno alla normalità sui mercati e di fiducia nei confronti dell’Italia, ma anche perché visto tale risultato in prospettiva può consentire al Tesoro italiano un risparmio davvero importante e significativo in ottica della gestione del debito pubblico.

Se il livello dei tassi di questi giorni dovesse essere confermato per tutto il 2014, lo Stato Italiano potrebbe arrivare a risparmiare una cifra fino a 1,5 miliardi di euro l'anno sulle emissioni a medio-lungo termine da effettuare nei prossimi 12 mesi rispetto a quanto speso nel 2013.

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Mini spread
Attenzione al tasso, non allo spread.
La relazione fra il famigerato spread e le spese del Tesoro non è immediata come spesso ci si vuol fare credere. Non fosse altro perché si parla di un differenziale, che può scendere tanto per un abbassamento dei tassi di interesse praticati sul debito italiano (che è poi ciò che importa ai fini delle casse dello Stato), quanto per una crescita dei rendimenti tedeschi (che invece è per noi ininfluente).

Sulla riduzione della forbice alla quale abbiamo assistito di recente ha in effetti influito in parte il rialzo del Bund (ieri il decennale tedesco valeva l'1,89% rispetto all'1,30% al quale era scivolato in primavera), ma anche per fortuna il calo dei tassi dei bond sovrani di casa nostra: il BTp decennale è sceso sotto al 4%, ma i rendimenti sono in genere tornati sui livelli pre-crisi lungo tutta la curva.

Così, ad esempio, un BTp a 2 anni rende oggi attorno all'1% rispetto all'1,57% medio registrato nel 2013; un titolo del Tesoro a 5 anni è sceso al 2,43% dal 3,06%, uno a 15 anni al 4,26% dal 4,59% e uno a 30 anni al 4,74% dal 5,02 per cento. Allo Stato in sé non importa però tanto l'effetto positivo sullo stock di debito esistente, quello infatti è stato già collocato presso gli investitori, quanto l'impatto sulle emissioni programmate per il 2014: è su quei titoli che si potrà risparmiare, collocandoli presso il pubblico a un prezzo più elevato, offrendo loro un rendimento più basso e quindi riducendo le spese sugli interessi da corrispondere nel 2014 e soprattutto negli anni successivi fino alla scadenza dei titoli.

Non illudiamoci: è soltanto una goccia nel mare del debito.
Per questo, volendo effettuare una stima dei risparmi, è essenziale capire quanto il Ministero delle Finanze si avvia a collocare a medio-lungo termine dopo i 245 miliardi del 2013. Le previsioni degli analisti sull'ammontare lordo complessivo di BTp, CTz e CcT variano fra i 240 e i 260 miliardi: una cifra che, se non si vuol tener conto delle differenti scadenze dei titoli, può essere moltiplicata idealmente per il rendimento dei BTp a 7 anni, visto che è quello che più si avvicina alla durata media del debito residuo italiano (era di 6,43 anni a fine dicembre, ma il Tesoro ha dichiarato di volerla di nuovo aumentare).

Quest'ultimo valeva ieri il 2,97% rispetto al 3,54% medio registrato nel 2013, una differenza che proietterebbe appunto i «risparmi» del Tesoro fino a 1,5 miliardi. Si tratta in effetti di una goccia nel mare magno del debito pubblico italiano che sfiora i 2.000 miliardi di euro (di cui 1.723 miliardi in titoli di Stato) e anche rispetto ai quasi 90 miliardi di interessi (oltre il 5% del Pil) che il Tesoro deve sborsare ogni anno: abbattere questo muro richiederà anni, se non decenni, ma è pur sempre qualcosa.

19/11/13

Depositi bancari in crescita! Meno debiti più risparmio.

Meno debiti più risparmio! Questo il liet motiv per gli italiani. Tutto cio' scaturisce in base ai dati resi noti oggi dall'Abi: a ottobre, pare che si sia rafforzata la crescita dei depositi bancari che dopo una flessione riscontrata nel mese di settembre ha avuto un'impennata a causa degli accantonamenti degli italiani, facendo salire del 4,64% in confronto all'anno scorso con un aumento dei depositi bancari pari a circa 5,5 miliardi di euro. In definitiva complessivamente gli italiani hanno nei loro conti correnti 1207,22 miliardi di euro, vicino al massimo storico del marzo scorso.
 In base ai dati forniti dall'Abi, continua la costante caduta della raccolta obbligazionaria con un calo del 9,7% (-10,1% a settembre 2013), con un aumento in valore assoluto su base mensile di 3,2 miliardi di euro. Complessivamente Il totale raccolta tra depositi e bond è cresciuta di quasi 9 miliardi su base mensile, manifestando una variazione annua pari a -0,1% (da -1,1% di fine settembre 2013). Nel consueto rapporto mensile si riscontra un assestamento stabile della dinamica dei prestiti bancari.

I prestiti concessi dalle banche italiane ai risparmiatori sono stati pari a 1.857 miliardi in ottobre, con un calo del 3,8% su base annua, dopo il -3,9% di settembre. Frenano soprattutto i prestiti a breve termine (-5,1% dal -3,7% di settembre).

Depositi bancari in crescita
Flette del 3,5% ad ottobre su base annua invece la dinamica dei finanziamenti a famiglie e imprese (società non finanziarie) in Italia.
Per quanto riguarda i rendimenti, la remunerazione media della raccolta bancaria è in lieve flessione, mentre quella delle obbligazioni è in marginale aumento.

«Le statistiche armonizzate del Sistema europeo di banche centrali - si legge nell'Abi monthly outlook - rilevano come il tasso medio della raccolta bancaria da clientela (che comprende il rendimento dei depositi, delle obbligazioni e dei pronti contro termine in euro applicati al comparto delle famiglie e società non finanziarie) si sia collocato ad ottobre 2013 a 1,91% contro il 1,92% a settembre 2013».

Per quanto riguarda il tasso sui depositi in euro applicato alle famiglie e società non finanziarie, si registra una lieve flessione al 1% dall'1,02% a settembre 2013. Nell'ultimo mese il tasso delle operazioni pronti contro termine è salito dal 2,03% al 2,20%, mentre il rendimento delle obbligazioni bancarie è passato dal 3,43% al 3,45%.
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