Il-Trafiletto
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27/10/14

Visibili nelle chat Rooms di Facebook in mobilità

Di recente il social network Facebook ha lanciato una nuova applicazione per apparati mobili (momentaneamente soltanto per Apple iOS) che consente di dare luogo a delle chat rooms dentro le quali gli utenti che più o meno si conoscono tra di loro, avranno modo di discutere degli argomenti più vari. 


L'applicazione, trae orogine dal funzionamento di IRC (acronimo di Internet Relay Chat), un protocollo di messaggistica istantanea ormai in disuso "dalla maggior parte", si chiama Rooms ed è stata realizzata da Josh Miller, cofondatore del servizio Branch che circa 1 anno fa venne acquistato da Facebook.

Miller, dopo essere entrato nel team di Facebook, ha provveduto di illustrare a Mark Zuckerberg la sua idea riguardo un'applicazione in grado di consentire l'allestimento di luoghi virtuali. Zuckerberg dal canto suo pare che non sia rimasto molto entusiasta dell'idea, ma ciò nonostante pare si sia lasciato convincere da Miller quanto meno a provare: "non c'è nulla del genere per i dispositivi mobili", avrebbe affermato.

Rooms, dunque può essere già scaricata ed installata al momento soltanto dagli utenti di iOS Apple, è funziona in maniera del tutto indipendente rispetto a Facebook. L'accesso al social network non funzionerà tramite le stesse credenziali, su Rooms, la rete di amicizie e conoscenze che si è creata su Facebook, non potrà assolutamente essere trasportata.

Fa obbligo precisare sin da subito che l'app in questione non è affatto vero che darebbe garanzia di una qualche forma di anonimato: vero è, che Rooms consente di dare vita a chat rooms facendo presente semplicemente un nickname di propria scelta, si insomma un soprannome, ma l'attività dell'applicazione è in ogni caso sotto controllo, anche per motivi di sicurezza. Facebook dal canto suo continuerà a mantenere file di log ed a rispondere, come sempre, alle richieste delle autorità nel caso in cui ve ne fosse necessità. Miller ha esplicitamente paragonato la sua app Rooms a ciò che oggi è Reddit sul web. Reddit è un sito web di "social news" che permette agli utenti di scambiarsi contenuti sotto forma di link ipertestuali, con la possibilità di esprimere giudizi ed inviare commenti.
Rooms la nuova app di Facebook per iOS

Rooms vuole essere qualcosa del genere, indirizzata altresì ai possessori di apparati mobili che avranno modo di condividere non soltanto link ma pure testi, immagini, video e qualunque altro genere di contenuto. Puntando con il sensore della fotocamera un codice QR, inoltre, sarà possibile entrare subito in una specifica chat room.


05/10/14

L'ultima frontiera dei social network: Le app sulla salute

E' risaputo che gli italiani hanno come passione oltre al calcio, la telefonia e tutte le nuove tecnologie annesse. Con l'avvento dei device connessi in rete il 90% degli utenti hanno sostituito il telefonino con lo smartphone, scaricandosi tutte le app. che gli store online mettono a disposizione.

Fra le ultime applicazioni che hanno trovato un largo consenso, sono quelle dedicate al mercato della salute, ovvero le pratiche mediche e i servizi che passano da smartphone e tablet, che ormai hanno raggiunto quest’anno un valore mondiale di ben 6,7 miliardi di dollari. La stima proviene dalla società di ricerca Visiongain e arriva in un momento in cui i big della tecnologia, da Apple a Google fino a Facebook, stanno puntando e investendo nel settore.  
Queste applicazioni comprendono la raccolta di dati clinici e informazioni sanitarie a medici e ricercatori, monitorando funzioni vitali e assistenza diretta tramite la telemedicina. "La disponibilità di smartphone low cost, spiegano i ricercatori, ha consentito un largo accesso agli store online, dove ora si contano quasi un milione di app dedicate a salute e fitness. Le app spaziano da quelle gratuite per la dieta e l’attività fisica, a quelle a pagamento per l’imaging biomedico e il controllo delle funzioni vitali, ad uso anche professionale". "Poter diagnosticare, monitorare e comunicare con i pazienti in remoto promette ampi risparmi per gli operatori sanitari e le istituzioni" sottolineano gli analisti. Al contempo si crea un’opportunità di business per le aziende tecnologiche. Secondo un recente studio, i finanziamenti per le start up nel settore della salute digitale raggiungeranno i 3,5 miliardi di dollari nel 2014 e i 6,5 miliardi nel 2017.

Molti colossi dell’hi-tech stanno puntando sul settore, in primis Apple e Google ma anche Facebook, che stando le ultime indiscrezioni starebbe pensando di creare comunità online di supporto per permettere a malati della stessa malattia di creare gruppi stando in contatto tra loro. Ma non solo. Secondo la Reuters, Facebook starebbe pensando anche a un’applicazione con sistemi di prevenzione per migliorare la salute degli utenti.

Applicazioni salute per smartphone
Sembra che contatti tra la società di Zuckerberg e colossi della medicina, abbiano collabortato insieme per il settore. Già nel 2012 sulle pagine di Facebook venne introdotta la possibilità di indicare l’opzione “donatore di organi”. A consigliare Zuckerberg verso questo settore a parte la natura monetaria, dato l’enorme potenziale di questo mercato, la ricerca dell’American Journal of Transplantation, che dimostra come gli utenti affetti da malattie genetiche o rare usino spesso i social network per reperire informazioni, determinante sono stati i consigli della moglie Priscilla Chan, laureata in medicina, che lo ha incoraggiato a sondare questo settore.

14/08/14

Facebook fino in fondo

Mark Zuckerberg vuole impadronirsi dei nostri smartphone: dobbiamo lasciarlo fare? Sam Kieldsen fa amicizia con Facebook Home. 

Che cos'è? 
Facebook Home è un insieme di app che essenzialmente prendono il controllo del vostro smartphone o tablet, sostituendo le schermate di partenza e di blocco dello schermo e facendo da trampolino verso tutto quello che ha da offrire il social network. Lo schermo di partenza diventa una lenta rassegna degli aggiornamenti dei vostri amici di Facebook, a cui si può istantaneamente dare un "mi piace" con un colpetto doppio, o commentare rapidamente. I messaggi via Facebook e gli sms sono messi insieme, ed è possibile rispondere senza neppure chiudere l'app aperta in quel momento.

Con quali apparecchi funziona?
Nel momento in cui scriviamo è disponibile solo per pochi telefoni Android (HTC One X, HTC One X+, Samsung Galaxy S III, Samsung Galaxy S4 e Samsung Galaxy Note II), ma con i futuri aggiornamenti passerà anche ad altri dispositivi Android. Il nuovo telefono HTC First avrà Home precaricato.
Facebook Home

Come mai non c'è per l'iPhone?
La natura chiusa dell'iOS della Apple previene il livello di controllo che Facebook Home esercita sui telefoni, facendo di Android, che è open source, l'unica scelta per Mark Zuckerberg & co.

E la mia privacy?
Ecco il problema principale. Invitando Facebook a prendere il controllo del nostro telefonino, sarà al corrente di quello che facciamo. Saprà esattamente quali app apriamo e quando, ma non - afferma Facebook - che cosa ci facciamo: saprà quindi che apriamo il navigatore ma non che itinerario cerchiamo. Ovviamente Facebook potrà raccogliere questi dati e personalizzare le inserzioni pubblicitarie in base alla nostra attività, il che potrebbe bastare a dissuaderci.

Me lo devo installare?
A meno che non passiate la maggior parte del tempo che usate lo smartphone a consultare Facebook, Home non vi cambierà la vita. Disabilita i "widget" della schermata iniziale e raduna tutte le app e i servizi non di Facebook in una cartella nascosta dietro Facebook, costringendoci a uno sforzo in più per raggiungerli. Anche la futura aggiunta delle pubblicità può preoccupare, perchè supponiamo che non saranno molti a volerla vedere proprio nella schermata di apertura.(science)


07/07/14

Social network | Non perdere tutte le inibizioni

Fornire informazione personali aiuta a incrementare i contatti, ma, naturalmente, ci sono dei limiti. È necessario essere consapevoli di ciò che gli esperti chiamano "effetto disinibente della rete". 

Molte persone, infatti, tendono ad aprirsi un po' troppo su Internet: raccontano, o ammettono, verità che non confesserebbe mai in un dialogo di persona. Il motivo è che, in rete, ci sentiamo tutti più invisibili e anonimi rispetto alla vita quotidiana, e questo vale anche per i siti di networking. È per questo che, talvolta, postiamo foto che ci ritraggono quando abbiamo esagerato con l'alcool o arriviamo a pubblicare il nostro numero telefonico di casa.
Non perdiamo tutte le inibizioni
sui social network

Una ricerca condotta recentemente dall'Università del Western Ontario ha esaminato le informazioni rese pubbliche da un campione di 400 utenti di Facebook. Ne è emerso che l'88 per cento aveva rivelato la data del proprio compleanno, il 63 per cento la propria situazione sentimentale e il 55 per cento il proprio orientamento sessuale. Percentuali inferiori avevano fornito dati sul proprio impiego (33 %), numero di cellulare (5 %) e indirizzo privato (4 %). I soggetti più propensi a rendere note informazioni su di sé erano i giovani e i single.

Queste cifre mostrano che l'effetto disinibente della rete è molto potente: ma raccontare troppo può causare problemi che vanno dal furto di identità a difficoltà sul lavoro o nella vita di relazione. Va benissimo non nascondere la propria personalità e rivelare chi siamo e quali sono i nostri interessi, senza dimenticare, però, che Internet protegge l'anonimato molto meno di quanto sembri. Le prime impressioni l'abbiamo detto, sono quasi indelebili: meglio ricordarsene prima di postare quelle foto scattate l'ultimo dell'anno alle 3 del mattino.(science)






Completiamo il profilo | Per poterci fidare di più su Facebook

Completare il profilo
su Facebook
Spesso non riusciamo a fidarci delle persone che incontriamo in rete perché non sappiamo con chi abbiamo a che fare. 

Questo è particolarmente vero per i social network, dove tendiamo a seguire chi già conosciamo e giudichiamo degno di fiducia. Ecco perché è importante fornire indicatori sociali, e una delle vie più brevi per conquistare la fiducia su Facebook è completare il proprio profilo.

Uno studio condotto dalla Michigan State University, che ha preso in considerazione i profili utenti su questa piattaforma, ha scoperto che riempire un numero elevato dei campi disponibili (città di origine, genere, film preferiti ecc.) consente di attirare più amici. Perché, però, un profilo più sostanzioso ispira fiducia? Dopotutto, potremmo scriverci qualsiasi cosa. Il motivo è che le bugie inserite nei profili dei social network vengono presto smascherate: se, per esempio, millantiamo di essere dei maghi del kayak, chi ci conosce non tarderà a rivelare che, in realtà, non sappiamo neppure nuotare. Tutti, dunque, contiamo sul fatto che amici e familiari tendono a tutelare la verità e così, possiamo fidarci anche delle presentazioni di perfetti sconosciuti. Lo stesso effetto è stato evidenziato anche da un'altra ricerca, relativa a Twitter. Chi completa il proprio profilo utente, inserendovi informazioni quali la localizzazione geografica e il sito Internet e fornendo una descrizione ben articolati in genere attira più follower. Gli altri utenti tendono infatti a rispondere positivamente a queste mini-rivelazioni, proprio come il raccontare un fatto personale mentre conversiamo con qualcuno fa sentire un po' più vicini.(science)

Social network | Facebook | Non mostrarti superficiale

La tentazione di usare i social network come arene dove sfidare la concorrenza a colpi di followero di amicizie è forte. 

Ma è davvero realistico, o interessante, vantare migliaia di amici su Facebook? Questa domanda è stata posta nell'ambito di una ricerca condotta da Stephanie Tom Tong della Michigan State University: sono stati preparati cinque finti profili di Facebook quasi identici, che si distinguevano soltanto per il numero di amici, compreso tra 102 e 902. È stato poi chiesto ai partecipanti di valutare i profili, ed è emerso che quello con 302 amicizie è stato giudicato il più socialmente attraente.
Superficialità
nei Social network

Un numero esagerato di contatti, dunque, viene percepito come uno dei tanti artifici per alterare la realtà e farci apparire diversi da come veramente siamo. Ma non è proprio questo, fingere di essere qualcun altro, che facciamo tutti online? Una ricerca che mette in discussione questo assunto ha coinvolto 236 studenti tedeschi, i cui profili sui social network sono stati messi a confronto con i punteggi da essi realmente ottenuti in test della personalità. Sono state dunque testate le loro personalità reali e ideali: in altre parole, chi erano effettivamente i partecipanti e chi avrebbero voluto essere. Ebbene, dal confronto con i profili dei social network è emerso che i ragazzi tendevano a presentare più frequentemente la loro immagine reale e non un'immagine idealizzata.

Morale della favola: anche se, in rete, è facile fingere di essere chiunque, la maggioranza delle persone si mostra come realmente è, e chi visita i profili si aspetta di trovarvi dati reali.(science)

17/05/14

Tablet | Perchè comprarlo?

Tablet
(immagine dal web)
Perchè comprare un tablet? La risposta è semplice, come è semplice il fatto che: sono belli!
In realtà è tutto vero, i tablet sono dispositivi ideati per piacere a prima vista, ma le loro qualità vanno ben oltre il puro aspetto estetico.

E' più giusto dire, oltretutto, che si inizia ad apprezzare l'utilità di un tablet nel momento in cui lo si possiede e si comincia ad usare.
Il tablet è uno strumento versatile, reso tale da una quantità virtualmente infinita di app, giochi, musica, video, social network, e chi più ne ha più ne metta, non ci sono limiti a quello che un tablet può fare se dotato della giusta applicazione.

Rispetto agli smartphone, con i quali condividono più di una caratteristica i tablet godono del vantaggio di un display più ampio che facilità l'uso delle app più complesse e chiaramente, si adattano assai meglio alla visione di foto e video. Anche la navigazione in Rete è più comoda. Per contro, le dimensioni maggiori li rendono più ingombranti rispetto ad uno smartphone. Telefonare con un tablet, infine, è in qualche modo possibile grazie ad alcune app, ma certo poco pratico.

Non dimentichiamoci però che i programmi VoIp consentono di effettuare chat, videochiamate sia con gli smartphone, sia con i tablet. Parliamo quindi di dispositivi capaci di regalare soddisfazione a tutti i livelli. (computer idea)

13/05/14

Fuoco dal cielo | 10 cose che abbiamo appreso da Celjabinsk | Prima cosa tracciare la traiettoria..

Traiettoria meteorite (immagine dal web)
Qualche anno fa un asteroide si scagliò sopra la Russia, con un energia più forte di una bomba atomica. Ciò che ne consegui' ci racconta 10 cose. Tracciare la traiettoria.

Iniziamo dunque dalla prima cosa che riguarda la traiettoria del meteorite.
E' stato il primo grande impatto dell'era dei social network, ed è subito finito in testa a Twitter!
Nel giro di poche ore erano stati caricati su YouTube i filmati girati con gli smartphone che hanno provveduto a fornire agli scienziati un patrimonio di dati su cui lavorare.

"Abbiamo visionato almeno 200 video", spiega Jirl Borovicka dell'Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca, che li ha usati per ricostruire la traiettoria del meteorite recandosi nei luoghi esatti in cui erano stati ripresi. (science)

08/05/14

Arriva l’estate | Le zanzare: gli esseri viventi più assassini e pericolosamente fastidiosi.

Quanti di noi riuscirebbero a rispondere in maniera esatta alla seguente domanda: Quale essere vivente è responsabile del maggior numero di vittime umane? Sicuramente le risposte sarebbero le più disparate: serpenti, leoni, e via di seguito, difficilmente si arriverebbe a nominare il vero responsabile: la zanzara. Questo fastidiosissimo e spesso pericolosissimo animaletto conta più di 2500 diversi tipi di specie, ed è diffusa in tutto il pianeta ad eccezione dell’Antartide, e trasmette malattie spesso mortali, causando più di un milione di vittime ogni anno in particolare tra i bambini africani. Una delle zanzare più pericolose appartiene alla famiglia delle Anopheles, responsabile di molte epidemie di malaria, specialmente nel continente africano. Ma non solo la malaria, altre malattie causate dalla puntura di zanzara sono la febbre gialla, la dengue o febbre rompiossa, e alcune encefaliti che possono essere molto gravi, anche ad esito infausto se contratte da soggetti a rischio come bambini, anziani, cardiopatici o pazienti defedati. La causa di tutto ciò sta nel fatto che una zanzara si infetta nel momento che punge un uomo o un animale malato e poi può trasmettere la malattia contratta quando punge un altro soggetto. Anche la Zanzara tigre, molto diffusa nella nostra Italia, è trasmettitrice di numerose malattie a carattere virale , fortunatamente per noi non letali, come la Dengue, Chikungunya e West Nile Virus. Ma nonostante la pericolosità di questo minuscolo quanto pericoloso animale i social Network danno poco risalto a questo problema, preferendo la pubblicizzazione di documentari riguardanti altri animali come gli squali, i serpenti e i leoni, sicuramente più affascinanti, ma difficili da incontrare, specialmente nelle sere d’estate, nel nostro giardino mentre siamo in compagnia di amici, di un buon bicchiere di birra, e …..delle immancabili zanzare.

22/04/14

Tristi o felici | Vediamo cosa ci dice twitter.

Mi sento triste oppure felice? Vi è mai capitato di chiedervi come vi sentite e per risposta ad un certo punto giunge un: NON SAPREI!

Bene, magari non saranno attendibili come ci si aspetterebbe ma Twitter a provato ad analizzare questo aspetto dal punto di vista sociologico in questo modo. Esistono svariati modi per potere fare uso dei dati analizzati di Twitter, ed uno di questi riguarda l’aspetto sociologico in quanto che, analizzando i dati e i tweet ricevuti è possibile comprendere quali siano gli attimi in cui la gente sia più felici o più tristi.

Possiamo dunque affermare che Twitter non è soltanto svago e divertimento, ma adesso assume un carattere particolare che ci mette in luce il nostro spaccato della vita quotidiana: vediamo come.
Mettiamo che siamo ad inizio settimana di lunedì, ecco che Twitter potrebbe farci notare che oggi è il giorno dei postumi della ubriacatura oppure quello dove si è per lo più in ritardo al lavoro. Questo è quanto si evince, se seguiamo le analisi dei dati venuti alla luce dai tweet di Twitter.

Ma la domanda vera e propria è: come fa il social network a entrare in possesso di queste informazioni?
Dati analizzati di Twitter
Nulla di più semplice: Twitter (vi ricordo che ultimamente il social network ha visto un calo nei nuovi iscritti) va in cerca di determinate parole chiave (key word) come per esempio “sentirsi felici”, “sentirsi triste”, “postumi della sbronza” o ancora “ritardo al lavoro”. Messi insieme come i pezzi di un puzzle, questi dati hanno permesso al social network di mettere in luce lo stato d'animo di si sentono gli utenti realmente, ma quel che più ha importanza è soprattutto quando.

Alcuni dei risultati ottenuti sono alquanto prevedibili. 
Gli utenti twittano di più le parole “ritardo al lavoro” nei giorni feriali estivi, mentre la parola “triste” compare prevalentemente nell'ultimo mese dell'anno, con ogni probabilità dovuto al fatto che il clima è più brutto (ricordatevi che questa analisi è stata fatta analizzando i tweet in lingua inglese) oppure anche al fattore che si è lontani dalla famiglia durante le vacanze natalizie.
Altri dati bizzarri svelano che i martedì dell'ultimo mese dell'anno, pare che siano giorni in cui gli utenti di Twitter si sentono “felici”, ma nel caso del 2013 molto probabilmente era dovuto al fatto che era la Vigilia di Natale e del Capodanno, quindi o non lavoravano o pregustavano il Natale e i veglioni del primo dell’anno.(blogosfere.it)

19/04/14

Social network | Impossibile sfuggire | Adesso ci rintracciano con Nearby Friend!

Social network: impossibilie sfuggire, adesso ci rintracciano con Nearby Friend! Ormai appare sempre più impossibile rimanere nascosti, qualunque cosa facciamo, siamo sempre più rintracciabili: tutta colpa dei social network.

Facebook recentemente ha realizzato una funzione che sarà in grado di rintracciare se uno dei nostri amici si trova nei pressi della zona in cui stiamo. La funzione in questione sarà implementata prossimamente negli States con un update nelle applicazioni mobili per i sistemi operativi di iOS e Android. 'Nearby Friend', questo il nome della funzione, che ad onor del vero sarà «opzionale»: infatti gli utenti potranno decidere se abilitarla o meno.
Nearby Friend di Facebook

La novità, afferma il product manager Andrea Vaccari, fornirà agli utenti di sapere quando i propri amici si trovano nei dintorni in modo da incontrarli. Facebook pare tutto sommato intenzionato ad aiutare i suoi iscritti a rimanere in contatto nel «mondo reale» oltre che in quello <<virtuale>>.

'Nearby Friend', fa sapere la compagnia, è discrezionale e se attivata terrà traccia della posizione semprè, anche quando non si sta navigando sul social. Ogni utente potrà decidere a chi far arrivare le notifiche, anche per un periodo di tempo limitato. L'opzione potrà essere disattivata in qualsiasi momento.

Nonostante queste precauzioni, negli Usa alcune associazioni hanno già sollevato preoccupazioni per le conseguenza che si potrebbero riversare sulla privacy da parte della nuova funzione che amplifica le potenzialità della registrazione in luoghi e località già possibile su Facebook. Jeffrey Chester, direttore esecutivo del Center for Digital Democracy, riporta il Wall Street Journal, ha fatto richiesta alla Federal Trade Commission di rivedere il prodotto. Nel mentre un portavoce di Facebook a difesa del progetto ha spiegato che gli iscritti riceveranno dei promemoria periodici sulle impostazioni di 'Nearby Friends'.

08/03/14

Attacchi alieni alla Terra | Epidemie chimiche insettoidi e viaggiatori del tempo hanno le ore contate: sta per arrivare Pheme!

Attacchi alieni alla Terra! Epidemie chimiche insettoidi e viaggiatori del tempo hanno le ore contate: sta per arrivare Pheme!

Sono soltanto alcune delle più sbalorditive bufale che sono circolate negli ultimi anni, esponenzialmente amplificate, a causa della smisurata potenza dei social network. Si tratta di falsità acclarate, puntualmente smentite in pubblico più volte, che nonostante tutto continuano a trovare un certo credito nella fazione più complottista dei cibernauti.

Ma qualcosa, speriamo, potrebbe presto cambiare.
In soccorso della verità sta arrivando Pheme, un software intelligente messo a punto dai ricercatori della University of Sheffield, che analizza i contenuti pubblicati sui social network e ne stabilisce il grado di attendibilità e veridicità. Il sistema, dicono gli autori, è in grado di catalogare le notizie in quattro categorie: economia, salute, disinformazione involontaria e disinformazione interessata.
Pheme

Il primo passo per saggiarne l'affidabilità è la verifica della fonte, cioè se il contenuto è stato pubblicato da un profilo “umano”, attivo sui social network, o da un sistema automatico. A questo punto, Pheme cerca notizie simili su altri profili (che a loro volta sono sottoposti alla stessa verifica) e incrocia automaticamente le informazioni con tecniche di text mining e analisi semantica. Alla fine del processo, compare a schermo la fatidica schermata vero/falso.  

Pheme è attualmente ancora in fase di sviluppo: le prime “indagini” riguarderanno le notizie relative all'informazione medica. Più specificamente, gli scienziati dell'Institute of Psychiatry del King's College London analizzeranno, servendosi del software, le discussioni online sul tema delle droghe ricreazionali, studiando modi e velocità di diffusione di notizie ed esperienze false.

24/02/14

Il più amato dagli italiani | Google per avere notizie i social network per informarsi!

Il più amato dagli italiani: Google per avere notizie, mentre i social network per informarsi! Ecco come hanno cambiato le proprie preferenze gli italiani: la maggior parte preferisce Google il motore di ricerca per eccellenza per avere le notizie di proprio interesse, mentre i social network per rimanere informati su tutto e...tutti!

Dunque il sito preferito dagli italiani è Google. Per entrare in possesso di qualunque genere di notizie gli italiani che navigano su internet si rivolgono più a un motore di ricerca come Google che ai siti dei quotidiani online, altresi il social network sale in classifica degli indirizzi più visitati per avere informazioni, classificandosi al quinto posto.
Google il più amato dagli italiani

Tutto ciò emerge dall'indagine conoscitiva sul settore dei servizi internet e sulla pubblicità on line presentata ultimamente dall'Autorità per le comunicazioni. In particolare Google rappresenta in Italia il sito più utilizzato per informarsi (21,5% degli utenti web), invece Facebook si piazza al quinto posto con il 7,1%. Al secondo posto figura il sito di Repubblica al 17,3%, a ruota seguono quello del Corriere della Sera con il 9,5% degli utenti e l'Ansa con l'8,9%.

Per quanto riguarda le varie forme di informazione in rete, l'indagine di mercato svolta da SWG per conto dell'Autorità ha evidenziato che: l'informazione tradizionale (quotidiani online soprattutto) riveste un ruolo prioritario con una penetrazione del 28% della popolazione; la penetrazione degli aggregatori è ben al di sopra del 10% (maggiore per i blog e più marginale per le nuove testate online); una rilevante percentuale di utenti utilizza il search anche per informarsi sull'attualità nazionale e/o locale (in Italia pari al 12,4% della popolazione e al 21,6% degli utenti che navigano).

21/02/14

"C'e' rabbia sociale" la giustificazione della Littizzetto

Litizzetto prova a dare una scusante agli insulti che arrivano dai social network, giustificando i giudizi negativi come "rabbia sociale". Ma gli ascolti sono in calo 



Sanremo, 21 feb. - "C'e' rabbia sociale, c'e' acredine che viene fuori, e viene fuori anche nei social network, che a volte diventano dei collettori di insulti.". Lo ha detto Luciana Littizzetto in conferenza stampa, cercando anche di dare un spiegazione ai giudizi e alle valutazioni che vengono fatti sul Festival di Sanremo o sulle persone che vi sono impegnate, e rispondendo anche alla domanda sul fatto che in questa edizione della rassegna lei appaia quasi un po' 'contratta', quasi diversa dalla Littizzetto del Festival 2013.

"I social si sono trasformati in qualcosa che serve a far arrivare cose da casa e che prima non avevamo, non sapevamo - ha aggiunto la Littizzetto -. Io comunque mi diverto, ho un ruolo diverso da quello di Fabio che costruisce, io faccio piu' in fretta a distruggere. Il mio ruolo e' meno faticoso e meno pericoloso". E comunque "il misurarti in cose che non sono le tue di solito, e' anche un esperimento, un gioco". Ha poi raccontato che ieri sera non era a conoscenza della variazione in scaletta e dunque non sapeva che il flash mob musicale in platea e in galleria sarebbe stato anticipato, e cosi' quando ha sentito uno urlare mentre era seduto nelle prime file ha pensato che fosse davvero un disturbatore ed e' subito scesa "per difendere Fabio". E il conduttore ha confermato dicendo "l'ho vista aggressiva e le ho detto di spostarsi". Poi, dietro le quinte, capito quanto accaduto, lei ha detto a Fabio e al resto del gruppo di lavoro "siete una banda di deficienti..." per non averla avvertita per tempo.                                                       fonte (AGI)

23/11/13

Facebook mobile alla pari del...fisso!

Accedere a Facebook in mobilita' da tablet e smartphone per sia diventato sempre piu' facile come se fossimo da postazione pc fisso! Esattamente un'anno fa erano 10 milioni gli utenti italiani che accedevano al proprio account Facebook tramite dispositivi mobili come smartphone o tablet, più o meno una volta al mese.
 Ad oggi quello stesso numero di persone si ritrova connesso in mobilità tutti i giorni.

L'obbiettivo del social network in campo mobile era uno dei punti deboli ai tempi dell'Ipo, ora l'ultima trimestrale ha fornito segnali confortanti al riguardo proprio su questo fronte. «Per vedere i risultati c'è voluto tempo – risponde Luca Colombo, responsabile di Facebook in Italia – la nostra strategia su mobile è partita 18-24 mesi fa, mentre un anno fa abbiamo inserito i post pubblicitari nel newsfeed.

 In questo modo anche su smartphone e tablet facciamo ricavi: nell'ultima trimestrale questo segmento ha rappresentato il 49% del totale dovuto all'advertising» (I dati: ricavi pubblicitari complessivi per 1,8 miliardi di dollari, in crescita del 66%, mentre dai servizi a pagamento - giochi in primis - sono arrivati altri 218 milioni di dollari).

Il team di Facebook basato in Italia vanta una quindicina di persone circa e, in coordinamento con l'headquarter di Dublino, ha una manzione prevalentemente commerciale. Delle innovazioni sulla piattaforma si occupano invece direttamente da Menlo Park, in California, in prima persona da Mark Zuckerberg e soci. I dipendenti di Facebook nel mondo sono circa seimila.

Facebook Mobile
Colombo ha risposto a qualche domanda sul modello di business del social network e altro a margine del convegno "Fare business con Facebook" all'università Bocconi di Milano. In base a cosa vengono pagati gli inserzionisti?

Non c'è un'unica risposta. Si può pagare in base al numero di visualizzazioni, oppure in base ai click verso il post sponsorizzato o ancora in base a un'azione dell'utente, come ad esempio lo scaricamento di un'applicazione o la richiesta di un coupon. L'esposizione è regolata da un meccanismo d'asta.

La parte più importante è a monte, ovvero la definizione del target: quale tipo di utente si vuole raggiungere? Su desktop, mobile o entrambi? Facebook agli inserzionisti può offrire informazioni molto dettagliate sugli utenti. Il primo vantaggio di Facebook è l'enorme comunità di iscritti: solo via smartphone e tablet in Italia 10 milioni tutti i giorni, 16 milioni una volta al mese.

Contando anche gli utenti desktop si arriva all'85% dell'utenti online italiani certificati da Audiweb (oltre 28 milioni connessi almeno una volta al mese). Il secondo vantaggio è la possibilità di essere molto chirurgici sul target.

Quali dati vengono forniti agli inserzionisti?

Quello che viene dichiarato spontaneamente dall'iscritto. Se il target sono i maschi tra i 18 e i 24 anni, basta accedere a quando scritto nelle informazioni personali. Se in più si vuole che siano appassionati di calcio, verranno analizzate le interazioni che siano indicative di questo interesse. Potrebbe essere un like a una pagina di una squadra di calcio, un check-in allo stadio e così via? Il like sì, non sono sicuro sul check-in. 
Viene analizzato anche altro, per macrointeressi.

 L'uso dei big data è dunque parte del modello di business.
Il newsfeed viene regolato con un algoritmo che porta nella home dell'utente le informazioni più rilevanti per lui. Per farlo, analizza i big data. Lo stesso si può dire quando la targetizzazione avviene con un aggregazione di dati estratti dalla piattaforma. In temini pubblicitari, i giornali, specie online, sono vostri concorrenti. Né più né meno di quanto la televisione e la radio sono concorrenti dei giornali online.

Quali sono i settori che fanno più pubblicità su Facebook?

 Il largo consumo: cibo, bevande, cura della persona, auto, telco, lusso, finanza e così via. Inchieste, perquisizioni della Guardia di Finanza e una proposta di legge: il rapporto tra fisco e giganti del web è all'ordine del giorno. La stessa Facebook nel 2012 ha dichiarato al fisco italiano solo 132mila euro. Siamo convinti di rispettare le normative locali in quanto a pagamento delle tasse. Siamo in costante dialogo con le autorità e sempre disponibili a dar loro ogni informazione necessaria.

Le pmi fanno pubblicità su Facebook?

Ci interessano molto, è un'area di forte sviluppo. I dati globali dicono che a fine maggio avevamo un milione di advertiser che hanno speso in maniera attiva negli ultimi 28 giorni. Numericamente le piccole e medie imprese crescono. Diamo la possibilità di investire su Facebook con un tool self service pagando con carta di credito. Questa modalità sta crescendo molto, anche in Italia. Quali prospettive vede per il mercato della pubblicità online nei prossimi mesi? Per quel che riguarda la nostra attività osservo sempre più consapevolezza nei confronti dello strumento e un approccio meno modaiolo e più orientato a obiettivi di business.

10/11/13

Essere o non essere quale dilemma sui social network e negli apparati mobili Smx!

Essere o non essere quale dilemma sui social network e negli apparati mobili Smx!
Il dilemma che nasce e come un tarlo rode lentamente il marketing sui social network e sui terminali mobili Smx: da un lato la consapevolezza che in tutto questo universo emergente c'è un'enorme e sempre più in crescita, potenziale e dall'altra parte l'evidente impotenza dinanzi a tale fenomeno, da parte delle aziende nel non riuscire ancora a sfruttarlo. Questo conflitto di aspettative è venuto fuori dall'Smx, acronimo di Search and social media marketing expo, durante i giorni 7-8 novembre svoltosi a Milano: la prima edizione italiana nel noto format americano e curata da Business International (Fiera Milano Media).
«Durante gli oltre 30 incontri dell'Smx Milano, con 50 relatori, si sono viste le grandi potenzialità per il marketing, in buona parte inespresse, dei social media e dei dispositivi mobili.
Ormai tutti o quasi sono su questi strumenti ma noi non abbiamo ancora imparato la formula ideale per contattare queste persone in modo efficace e senza disturbare», si esprime cosi Sean Carlos, chairman dell'evento, nonnchè docente della Digital Analytics Association e Teaching Fellow presso l'Università Bocconi.
Smx Milano 2013

E per "noi", Carlos intende non solo le comuni aziende che vogliono pubblicizzare ai propri prodotti, ma anche gli stessi esperti del marketing, i quali sono ancora alla ricerca dei modi più efficaci per il marketing sui nuovi media. È un terreno nuovo, tutto da esplorare. «Prendiamo i social network. Facebook, in particolare: ha 17 milioni di utenti attivi in Italia, è inevitabile pensare che le aziende debbano essere presenti anche qui, dice Carlos. Tuttavia, la situazione è molto diversa rispetto al search marketing. Sui motori di ricerca, sei abbastanza sicuro di ciò che all'utente interessa perché lo vedi dalla sua ricerca. Qui ti inserisci con il tuo link sponsorizzato. Su Facebook invece ritorna il vecchio problema della comunicazione pubblicitaria: come evitare di essere percepiti come intrusi; come generare interesse. Sono le domande che in tutto il mondo ci stiamo ponendo, in un contesto che è per altro in forte cambiamento».

Non ci sono solo i social infatti a cambiare tutto, ma ci si mettono anche i dispositivi mobili, dove le persone si stanno spostando a volte anche a scapito del tempo passato sul pc. «La confusione è grande sotto il cielo. Smartphone e tablet sono entrambi dispositivi mobili ma c'è una grande differenza, dal punto di vista dell'utilizzo e quindi delle strategia di marketing. Lo smartphone è usato spesso in strada, magari davanti a un negozio, di fretta. Il tablet, secondo studi molto ricorrenti negli Usa, invece è utilizzato prevalentemente sul divano di casa. Ma anche quanto a smartphone c'è una bella differenza tra gli schermi da 3 pollici e quelli da 5 o 6. La dimensione del display incide sull'efficacia del messaggio pubblicitario e la strategia marketing può essere di conseguenza più o meno efficace». Tanti dubbi e domande, ma ci sono alcune risposte per guidare le aziende in questo caos del marketing sui nuovi media?

«Non ci sono risposte preconfezionate- molti dipende dai tuoi obiettivi di comunicazione, ma ci possono essere casi di successo anche in questa situazione complicata. È bene guardare a quello che succede negli Stati Uniti, che da un punto di vista italiano sono come il futuro visto da una sfera di cristallo, per quanto riguarda il marketing dei nuovi media», dice Carlos.
Per esempio, all'Smx Milano è emerso il caso della campagna social del consolato americano. «Tema certo non sexy. Eppure ha funzionato: hanno messo in costume i dipendenti, fatto uno spettacolo il 4 luglio (giorno dell'indipendenza americana), pubblicato il video su Youtube. Sono riusciti così a dare un volto umano a un'entità che potrebbe essere vista altrimenti come anonima e grigia».

Ecco quindi che emerge un concetto: «bisogna ricordare che cosa è un social network. Non è altro che persone. Immaginiamo di andare a una festa, ci sono persone che parlano. Noi vogliamo raccontare loro di noi, ma dobbiamo presentarci, rispettare le loro aspettative e le regole del gioco, la sensibilità della discussione che è già in corso. Dobbiamo anche imparare a essere più convincenti, presentare qualcosa che venga apprezzato».
«Sui dispositivi mobili bisogna fare invece i conti con le dimensioni dello schermo, quindi scegliere le informazioni pubblicitarie con molta cura e solo le più rilevanti. Dobbiamo anche considerare il contesto geografico, che è molto particolare su smartphone. Se cerco una metropolitana su smartphone a Roma ho aspettative diverse rispetto alla stessa ricerca fatta a casa o a Milano».

Certo è che «le strategie delle aziende sono indietro rispetto alle abitudini delle persone, le quali hanno già familiarità con social media e cellulari. Siamo in un'era di grande complessità. Smx ha confermato però che c'è grande fame di conoscenza, per capire come muoversi in questo nuovo contesto. Le persone erano presenti dalla mattina alla sera, all'evento, senza mari scemare». Tra gli altri, all'Smx di Milano hanno partecipato alcuni dei massimi esperti di marketing a livello internazionale come Justin Cutroni, Analytics Advocate presso Google, Bruce Hazan, Head of Solutions Engineering di Facebook, Danny Sullivan, Founding Editor di Search Engine Land, Jim Sterne, indicato tra le 50 persone più influenti al mondo nel Marketing Digitale, Shawn McClondon, responsabile delle delle strategie di social media per alcuni dei principali brand negli Stati Uniti e nel mondo.
Tanti esperti a cercare di dare risposte in un settore dove la sola certezza è che tutto è cambiato e sta continuando a cambiare, con una velocità superiore alle capacità strategiche delle aziende.
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