Il-Trafiletto
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12/10/14

Nuovo accessorio per motociclette: le ruote si trasformano in display personalizzato

Tutti gli appassionati delle due ruote saranno entusiasti nell'apprendere che ora potranno dare un tocco di originalità in più alle loro beniamine. Se alcuni amano disegnare i serbatoi con immagini particolari, mettere dei manubri strani, potenziare il motore, c'è stata un'azienda di Bangkok che ha pensato alle ruote.

L’azienda hi-tech ha realizzato un accessorio che permette di trasformare la ruota anteriore in un monitor LED. Ovviamente, l’immagine rimane ferma, rispetto all’osservatore, mentre la ruota gira normalmente. In pratica, un computer misura la velocità della ruota e accende i LED di conseguenza, facendo sì che la posizione dell’immagine sia sempre corretta.

Ecco i display
immagine presa dal web
A dare la percezione di uno schermo “intero” e non di un insieme di raggi è la persistenza della visione, che è lo stesso fenomeno su cui si basano da sempre cinema e televisione. Se in futuro questa invenzione si presta ad essere usata in customizzazioni delle moto, per fornire una sorta di “avatar” personale per ogni motociclista, ora il mercato è quello della pubblicità, specialmente nei moto-taxi che sono diffusi in Asia.

Attualmente la tecnologia consente di riprodurre immagini statiche o filmati di una durata massima di 30 secondi, ma i produttori spiegano che si aspettano di mettere a punto una nuova versione che consenta di eliminare queste limitazioni.

14/08/14

Facebook fino in fondo

Mark Zuckerberg vuole impadronirsi dei nostri smartphone: dobbiamo lasciarlo fare? Sam Kieldsen fa amicizia con Facebook Home. 

Che cos'è? 
Facebook Home è un insieme di app che essenzialmente prendono il controllo del vostro smartphone o tablet, sostituendo le schermate di partenza e di blocco dello schermo e facendo da trampolino verso tutto quello che ha da offrire il social network. Lo schermo di partenza diventa una lenta rassegna degli aggiornamenti dei vostri amici di Facebook, a cui si può istantaneamente dare un "mi piace" con un colpetto doppio, o commentare rapidamente. I messaggi via Facebook e gli sms sono messi insieme, ed è possibile rispondere senza neppure chiudere l'app aperta in quel momento.

Con quali apparecchi funziona?
Nel momento in cui scriviamo è disponibile solo per pochi telefoni Android (HTC One X, HTC One X+, Samsung Galaxy S III, Samsung Galaxy S4 e Samsung Galaxy Note II), ma con i futuri aggiornamenti passerà anche ad altri dispositivi Android. Il nuovo telefono HTC First avrà Home precaricato.
Facebook Home

Come mai non c'è per l'iPhone?
La natura chiusa dell'iOS della Apple previene il livello di controllo che Facebook Home esercita sui telefoni, facendo di Android, che è open source, l'unica scelta per Mark Zuckerberg & co.

E la mia privacy?
Ecco il problema principale. Invitando Facebook a prendere il controllo del nostro telefonino, sarà al corrente di quello che facciamo. Saprà esattamente quali app apriamo e quando, ma non - afferma Facebook - che cosa ci facciamo: saprà quindi che apriamo il navigatore ma non che itinerario cerchiamo. Ovviamente Facebook potrà raccogliere questi dati e personalizzare le inserzioni pubblicitarie in base alla nostra attività, il che potrebbe bastare a dissuaderci.

Me lo devo installare?
A meno che non passiate la maggior parte del tempo che usate lo smartphone a consultare Facebook, Home non vi cambierà la vita. Disabilita i "widget" della schermata iniziale e raduna tutte le app e i servizi non di Facebook in una cartella nascosta dietro Facebook, costringendoci a uno sforzo in più per raggiungerli. Anche la futura aggiunta delle pubblicità può preoccupare, perchè supponiamo che non saranno molti a volerla vedere proprio nella schermata di apertura.(science)


30/04/14

Togliamo la "bottiglia" ai giovani

In Europa il consumo di alcolici è tra le principali cause di morte nelle nuove generazioni. Ma sponsor e pubblicità fanno credere il contrario. L'alcol uccide più della droga. 

Un milione e mezzo di alcolisti ne abusano ogni giorno, tre milioni e mezzo ne consumano troppe volte in un mese. Cinque milioni di italiani sono prigionieri della bottiglia, fra questi si trovano soprattutto i giovani che per scappare alla pressione o alla noia della vita quotidiana, sono vittime spesso di «polidipendenze », alcol e pasticche, alcol ed eroina o cocaina. Negli StatiUniti i giovani, sballottati tra il permissivismo liberale e il puritanesimo bacchettene, si attaccano al «six pack», la confezione di sei lattine, la dose normale per la sera.il consumo è rigorosamente «unisex». Non c'è avvenimento sportivo o concerto rock che non sia avvolto dalla spuma della birra che associa l'emozione del gioco o delle vibrazioni musicali al bicchiere.
immagine pres dal web
 L'alcol, e non la cocaina, non il crak, non l'eroina, non le armi, i coltelli, le malattie, è la prima causa di morte per la gioventù americana fra i 15 e i 24 anni... Eppure viene ancora glorificato ed esaltato dalle pubblicità più belle e attraenti. Anche le ultime programmazioni pubblicitarie che annunciano i mondiali, sono sponsorizzate da marchi di bevande alcoliche. Un controsenso visto che poi si devono prendere misure preventive per non fare entrare bottiglie e alcol negli stadi. Occorre rafforzare le misure per proteggere i giovani dalla promozione e dalla sponsorizzazione delle bevande alcoliche. Tutelare le fasce più deboli della società per impedire che diventino il facile target per produttori e commercianti preoccupati solo di aumentare gli introiti. L'offerta del prodotto dovrebbe passare attraverso una regolamentazione d'accesso, un'età minima per il consumo e la cornmercializzazione. il prezzo stesso delle bevande alcoliche ha un'incidenza sul consumo dei minori. Protezione e sostegno dovrebbero essere forniti agli adolescenti i cui genitori o altri membri della famiglia siano alcoldipendenti o abbiano problemi con l'alcol
EDUCAZIONE. È necessaria una maggiore sensibilizzazione sugli effetti dell'alcol. Occorre elaborare dei programmi di promozione della salute, con una particolare enfasi sul problema dell'alcol, nelle classi delle scuole medie inferiori e superiori, nei posti di lavoro, presso le organizzazioni e le associazioni giovanili. Questi programmi dovrebbero coinvolgere anche i genitori, gli insegnanti così come i responsabili dei giovani che hanno il compito di formare e orientare le giovani generazioni nelle scelte e nelle attitudini utili nella vita, per aiutarli a fronteggiare meglio le pressioni sociali e a gestire nel modo migliore i rischi. Ma ogni educazione non sarà mai a senso unico, infatti per essere efficace bisogna coinvolgere i giovani stessi nell'elaborazione delle politiche per la salute, sviluppando in questo modo il loro senso di responsabilità.
ALTERNATIVE. Occorre inoltre costruire nuovi ambienti sociali che favoriscano le alternative al consumo di alcol. Anche in questo caso ha un ruolo determinante la famiglia per promuovere un nuovo stile di vita, per sviluppare delle soluzioni che tenderanno a non ricorrere più alle bevande alcoliche per superare una crisi affettiva, un conflitto sul lavoro, la crisi adolescenziale, ecc.

 "Il vino fa buon sangue" è la verità? Non esiste un consenso scientifico sulla relazione tra riduzione del rischio di insorgenza dell'ischemia cardiaca e consumo moderato di vino. Non è scientificamente provato che bere un bicchiere di vino rosso ai pasti possa prevenire le malattie cardiache. La sostanza che combatte i radicali liberi e svolge un'azione antiossidante è il resveratrolo che appartiene a un ampio gruppo di composti chimici contenuti nel vino e nelle bevande alcoliche che derivano propriamente dall'uva, ma questa sostanza appattiene alla grande famiglia dei flavonoidi (noti anche come polifenoli) che riducono l'adesività delle piastrine, rendono più fluido il sangue ed evitano, così, la formazione di trombi, ma queste stesse sostanze si possono trovare anche nella frutta e nella verdura. Perché allora non preferire queste ultime?

15/03/14

Vip: scoppia la "selfie-mania" i like indispensabili per pubblicizzarsi

"Selfie-mania", ossia autoscatti postati sui solcial-network (twitter, facebook o Instagram), è da tempo una pratica che ragazzi e ragazze usano per identificarsi sui social. Probabilmente è piaciuta a qualche vip, che ha usato un autoscatto per pubblicizzare la propria immagine.
Idea piaciuta ai pubblicitari che ora ne hanno fatto un fenomeno mediatico tanto da sfruttarlo per campagne pubblicitarie. Ultima arrivata e' Lily Allen che per promuovere il suo nuovo album, 'Sheezus', ha usato un autoscatto in cui appare con una smorfia che la fa sembrare gonfia, quasi deforme.
Lily Allen
Un modo originale per pubblicizzare il suo disco che ha riscosso il clamore sperato: ha ricevuto oltre 22mila 'I like' in poche ore. La moda del selfie ha coinvolto anche Papa Francesco, che ha accettato di farsi immortalare in un selfie di un gruppo di fedeli. Celebri selfie-maniaci sono Lady Gaga, Madonna, Rihanna, Justin Bieber, Belen e Miley Cyrus, tanto per dirne alcuni. Ma gli adepti dell'autoscatto col telefonino crescono di ora in ora. E le performance non passano mai inosservate, soprattutto se sono mirate a pubblicizzare un disco o un prodotto. Celebri i selfie di Lady Gaga al tempo di 'Monster' o quelli di Miley Cyrus legati al tour 'Wrecking Ball'.                                                                                                      fonte(AGI)

17/01/14

Google con Nest Lab l’avremo in casa| Queste le ragioni dell’acquisizione!

Google con la collaborazione di Nest Lab presto l’avremo in casa! Le ragioni dell’acquisizione sono una maggiore attenzione all’hardware . Per potere comprendere a fondo dove sta andando la tecnologia, sarà sufficiente osservare i movimenti e le strategie di Google.
 Certamente non vi annoierete, questo è garantito. La scorsa settimana, durante il Ces di Las Vegas, la notizia più importante è stata l'accordo tra l'azienda di Mountain View, Audi, Honda, Nvidia, General Motors e Hyundai per condurre Android sulle auto e sviluppare il futuro connesso delle quattro ruote. Intorno la meta del mese di gennaio invece Google ha annunciato l'acquisizione per 3,2 miliardi di dollari di Nest Lab, azienda attiva nella domotica, fondata da Tony Fadell e Matt Rogers, già facenti parte attiva del team che sviluppò iPhone e iPod per Apple qualche tempo fa. Nest Lab è sorta nel 2010 e si occupa di sviluppare oggetti per la casa intelligente capaci di regolare la temperatura e rilevare il fumo. Hanno venduto parecchio negli Usa, perché sono semplici da usare, in grado di regolarsi sulle abitudini degli utenti e di gestire alcune funzioni autonomamente.

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Termostato intelligente Google-Nest
Il business principale di Google lo sappiamo bene che è la pubblicità online ma l'azienda si sta sempre più spostando sull'hardware: basta pensare all'acquisizione di Motorola Mobility da 13 miliardi di dollari, lo sviluppo dei Google Glass che saranno sul mercato entro quest'anno, Chromecast, per la tv via internet, i pc Chromebook che stanno vendendo bene negli Stati Uniti e le recenti acquisizioni nella robotica. Nest continuerà come business autonomo mantenendo il brand, sul modello di Motorola. Va bene tutto, ma in realtà a cosa serve a Google?

 L'analista Danny Sullivan ha detto al New York Times: «A Google piace sapere tutto quello che può su di noi, quindi suppongo che i device che monitorano cosa succede nella nostre case saranno un eccellente strumento per dare informazioni». Lo scenario a questo punto sarebbe: Google sa che cosa cerchiamo online, che cosa guardiamo in tv, che abitudini abbiamo in casa. Al quotidiano americano, un anno fa il fondatore Tony Facell aveva detto: «Ogni volta che accendi la tv, è un'informazione che sei in casa. Quando le porte del frigorifero sono aperte, è un altro sensore, un'altra informazione». Il suo termostato intelligente può tracciare ed elaborare queste informazioni e in futuro i sensori saranno in grado di interagire tra di loro.


Hardware, software, sensori e algoritmi possono programmarsi in maniera autonoma oppure da remoto con lo smartphone. Si può immaginare che Google potrà così aggiornarci sulla temperatura di casa, un'intrusione o altro direttamente su Google Now. È evidente che la privacy è il terreno scivolosissimo su cui Google dovrà muovere questi passi.

Su questo il Fadell, intervistato da The Verge, ha detto che è prematuro parlare di quale sarà il livello di integrazione tra Google e Nest che le policy della privacy non cambieranno e che non verranno condivisi con Google i dati dei consumatori, anche se non ha voluto pronunciare la parola «mai». C'è tuttavia un'altra spiegazione dietro i 3,2 miliardi di dollari di Google.  
Mountain View ha interesse nel mondo dell'energia da qualche tempo e ha investito oltre 300 milioni di dollari su aziende attive nel solare che offrono ai consumatori la possibilità di mettere pannelli fotovoltaici sui tetti delle loro case riducendo i consumi energetici. Perché questo percorso sia virtuoso occorrono però le famose smart grid, la cui prima caratteristica è essere in grado di dare informazioni molto puntuali su consumi e orari. Gli Stati Uniti su questa tecnologia sono in ritardo. Il termostato intelligente di Nest-Google potrebbe essere una risposta.



02/01/14

"Inno alla bellezza" di Impastato, slogan della 'Glassing' | Il fratello: "offende il concetto di bellezza che Peppino voleva esprimere"

Un attore cammina fra le mura di un edificio recitando le parole di Peppino Impastato, il militante antimafia ucciso da Cosa Nostra il 9 maggio 1978, in un video-spot di 31 secondi. Alla fine viene rivelato il nome di Impastato e una voce lancia lo slogan della 'Glassing'.
"Quel video è offensivo - dice Giovanni Impastato, fratello di Peppino - "Lui non può essere utilizzato per una pubblicità come testimonial che invita ad acquistare qualcosa. Era contro il consumismo"  - Diventa un caso lo spot della "Glassing", che ha scelto le parole di Peppino Impastato sulla bellezza per pubblicizzare una nuova linea di occhiali. Giovanni Impastato, il fratello del militante antimafia assassinato da Cosa nostra il 9 maggio 1978: "Peppino non può essere utilizzato per una pubblicità, come testimonial che invita ad acquistare qualcosa.

Peppino Impastato
Lui era contro il consumismo, l'avrei detto chiaramente agli autori di questa iniziativa se mi avessero contattato". La famiglia Impastato ha già dato mandato all'avvocato Vincenzo Gervasi di chiedere il ritiro dello spot. "Siamo pronti a tutte le azioni - insiste Giovani Impastato - quella pubblicità offende il concetto di bellezza che Peppino voleva esprimere quando faceva le sue battaglie contro la speculazione edilizia che stava distruggendo il suo paese, Cinisi". Dice Giovanni Impastato: "La bellezza a cui pensava Peppino era fatta di spontaneità e non di marketing. Era impegno civile e non mercificazione. Per questo la famiglia Impastato ha deciso di donare la casa di Peppino alla società civile, quella casa è oggi patrimonio di tutti. Peppino è di tutti, nessuno può appropriarsi del suo nome". Una replica arriva dal direttore creativo dell'agenzia "Special team", che ha realizzato lo spot per la "Glassing": "Non era nostra intenzione offendere la famiglia Impastato - dice Pasquale Diaferia - con la nostra iniziativa abbiamo voluto rilanciare le idee e le parole di Peppino Impastato, che troppo spesso vengono dimenticate nella nostra società". Il direttore di "Special team" rivendica "un'azione dal grande valore civile": "La pubblicità - dice - può anche essere uno strumento per far riflettere".

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