Il-Trafiletto
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06/07/14

Scegli le amicizie con attenzione | Facebook

Scegli le amicizie con attenzione 
Per quanto possa sembrare superficiale, studi sull'attrazione nel mondo reale dimostrano che, in genere, gli individui vengono giudicati meno attraenti se circondati da persone oggettivamente molto belle: il confronto gioca a sfavore dei meno dotati. 

Invece, nel mondo virtuale, pare vero il contrario: sembra dunque trovare conferma il proverbio secondo il quale chi va con lo zoppo, finisce per zoppicare, e viceversa. Una ricerca diretta da Joseph B. Walther della Michigan State University ha valutato gli effetti della prestanza fisica dei nostri contatti sui social network, scoprendo che l'attrattiva di una persona viene amplificata dallo sfoggiare, sulla propria pagina, amici ancora più belli. Questo non significa che dobbiamo bandire i conoscenti meno esteticamente piacevoli: semplicemente, è bene sapere che, su Internet, circondarci di bruttini non ci fa apparire più attraenti, anzi, è vero il contrario.

Non solo l'aspetto fisico, poi, ma anche i commenti pubblicati dai nostri contatti hanno un certo peso: uno studio dell'Università del Missouri mostra che i visitatori sono molto sensibili alle valutazioni della nostra foto e del nostro profilo fatte dagli altri utenti. Se i messaggi lasciati da terzi non confermano quanto dichiarato nella nostra autopresentazione online, i lettori lo rilevano immediatamente. E commenti negativi, anche scherzosi, fanno colare a picco la nostra attrattiva. Eliminare, dunque, eventuali battute sarcastiche. "L'attrattiva di una persona viene amplificata dallo sfoggiare, sulla propria pagina, amici ancora più belli".(science)



23/03/14

Speciale Enjoy | Car sharing a giugno esordio a Roma.

Enjoy sbarca a Roma: il servizio di car sharing sviluppato da Eni, inaugurato a Milano a fine 2013, è pronto al grande salto tra le vie della capitale e fin da oggi l’appuntamento è stato fissato al mese di giugno.

Scommettere su Roma significa accelerare il passo già a distanza di 6 mesi dai primi chilometri macinati sulle strade milanesi: così come fin da subito è stato chiaro che le energie e il brand messi in campo da Eni avrebbero potuto fare la differenza nel mondo del car sharing, ora è del tutto chiaro come il cambiamento è destinato ad affermarsi con tempistiche rapide, facendo dell’auto in condivisione una realtà destinata ad entrare nella quotidianità di un numero sempre crescente di italiani.

Fiat 500: progetto Enjoy car sharing
Che il servizio Enjoy sarebbe arrivato anche a Roma era cosa nota ormai da tempo, poiché la stessa Eni aveva già lasciato intendere come le Fiat 500 rosse del progetto sarebbero giunte tanto nella capitale quanto a Torino entro l’estate. Se relativamente a Torino non v’è al momento ufficializzazione alcuna, per quanto riguarda Roma si tratta invece di un esordio ormai imminente.

Tutto prosegue comunque sulla falsa riga del progetto delineato a suo tempo da Paolo Scaroni, AD Eni, durante il taglio dei nastri milanese: il progetto Enjoy nasce sì a Milano, ma ha una vocazione internazionale: occupare le principali piazze italiane è il primo step, ma con una ambizione che in prospettiva va addirittura oltre i confini nazionali. Così facendo Enjoy diventerà una vera e propria piattaforma composta da città di car sharing collegate da nervature su binario ad alta velocità: il ruolo della partnership di Trenitalia è in tal senso fondamentale.La notizia giunge in concomitanza con i nuovi dati relativi al volume di iscrizioni e noleggi che il servizio sta registrando su Milano: ad oggi Enjoy registra nel capoluogo lombardo ben 55 mila iscritti e oltre 200 mila noleggi, il tutto in 3 mesi effettivi di attività.

La possibilità di iscriversi gratuitamente e online, col riconoscimento immediato della patente e della carta di credito; l’utilizzo di una Fiat 500 rossa, l’automobile a 4 posti compatta, sicura e trendy; un servizio innovativo e semplice che, dopo la registrazione, consente di noleggiare immediatamente un’auto Enjoy; le tariffe più competitive attualmente sul mercato (25 cent/minuto e 10 cent/minuto in sosta): con queste caratteristiche il car sharing di Eni ha conquistato i milanesi e da giugno approderà anche a Roma con una flotta di 600 e Fiat 500.

17/01/14

Google con Nest Lab l’avremo in casa| Queste le ragioni dell’acquisizione!

Google con la collaborazione di Nest Lab presto l’avremo in casa! Le ragioni dell’acquisizione sono una maggiore attenzione all’hardware . Per potere comprendere a fondo dove sta andando la tecnologia, sarà sufficiente osservare i movimenti e le strategie di Google.
 Certamente non vi annoierete, questo è garantito. La scorsa settimana, durante il Ces di Las Vegas, la notizia più importante è stata l'accordo tra l'azienda di Mountain View, Audi, Honda, Nvidia, General Motors e Hyundai per condurre Android sulle auto e sviluppare il futuro connesso delle quattro ruote. Intorno la meta del mese di gennaio invece Google ha annunciato l'acquisizione per 3,2 miliardi di dollari di Nest Lab, azienda attiva nella domotica, fondata da Tony Fadell e Matt Rogers, già facenti parte attiva del team che sviluppò iPhone e iPod per Apple qualche tempo fa. Nest Lab è sorta nel 2010 e si occupa di sviluppare oggetti per la casa intelligente capaci di regolare la temperatura e rilevare il fumo. Hanno venduto parecchio negli Usa, perché sono semplici da usare, in grado di regolarsi sulle abitudini degli utenti e di gestire alcune funzioni autonomamente.

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Termostato intelligente Google-Nest
Il business principale di Google lo sappiamo bene che è la pubblicità online ma l'azienda si sta sempre più spostando sull'hardware: basta pensare all'acquisizione di Motorola Mobility da 13 miliardi di dollari, lo sviluppo dei Google Glass che saranno sul mercato entro quest'anno, Chromecast, per la tv via internet, i pc Chromebook che stanno vendendo bene negli Stati Uniti e le recenti acquisizioni nella robotica. Nest continuerà come business autonomo mantenendo il brand, sul modello di Motorola. Va bene tutto, ma in realtà a cosa serve a Google?

 L'analista Danny Sullivan ha detto al New York Times: «A Google piace sapere tutto quello che può su di noi, quindi suppongo che i device che monitorano cosa succede nella nostre case saranno un eccellente strumento per dare informazioni». Lo scenario a questo punto sarebbe: Google sa che cosa cerchiamo online, che cosa guardiamo in tv, che abitudini abbiamo in casa. Al quotidiano americano, un anno fa il fondatore Tony Facell aveva detto: «Ogni volta che accendi la tv, è un'informazione che sei in casa. Quando le porte del frigorifero sono aperte, è un altro sensore, un'altra informazione». Il suo termostato intelligente può tracciare ed elaborare queste informazioni e in futuro i sensori saranno in grado di interagire tra di loro.


Hardware, software, sensori e algoritmi possono programmarsi in maniera autonoma oppure da remoto con lo smartphone. Si può immaginare che Google potrà così aggiornarci sulla temperatura di casa, un'intrusione o altro direttamente su Google Now. È evidente che la privacy è il terreno scivolosissimo su cui Google dovrà muovere questi passi.

Su questo il Fadell, intervistato da The Verge, ha detto che è prematuro parlare di quale sarà il livello di integrazione tra Google e Nest che le policy della privacy non cambieranno e che non verranno condivisi con Google i dati dei consumatori, anche se non ha voluto pronunciare la parola «mai». C'è tuttavia un'altra spiegazione dietro i 3,2 miliardi di dollari di Google.  
Mountain View ha interesse nel mondo dell'energia da qualche tempo e ha investito oltre 300 milioni di dollari su aziende attive nel solare che offrono ai consumatori la possibilità di mettere pannelli fotovoltaici sui tetti delle loro case riducendo i consumi energetici. Perché questo percorso sia virtuoso occorrono però le famose smart grid, la cui prima caratteristica è essere in grado di dare informazioni molto puntuali su consumi e orari. Gli Stati Uniti su questa tecnologia sono in ritardo. Il termostato intelligente di Nest-Google potrebbe essere una risposta.



08/12/13

Un Natale hi-tech? Cercatelo sul web! Ecco i migliori siti web per i vostri regali.

Volete un Natale hi-tech? La scelta dei regali appare scontata, ma non dove e come acquistarli...o forse si? Comunque sia tablet, telefonini, videogames, fotocamere, PC, consolle, etc etc etc. Sono questi i sei tra i più comuni regali, che si prevede di ricevere o fare per questo Natale, almeno è quanto si evince da una indagine effettuata presso i siti web che fanno ecommerce per quanto concerne il settore della tecnologia e dell'intrattenimento digitale, queste risultano essere le categorie più gettonate e consigliate. La storia si ripete anche in quelli specializzati del settore editoriale, che comunque propongono la vendita di musica, film e videogiochi, facciamo un esempio: IBS , società di ecommerce del gruppo Messaggerie, mette a disposizione una vasta e completa raccolta di questo tipo di prodotti con sconti, senza contare la sempre presente sezione di reader eBook e tablet con brand IBS.

Anche in casa Mondadori, la storia non cambia: l'ex www.Bol.it, propone gli stessi titoli per il mercato digitale e oltretutto i reader di ebook Kobo. Con un concorso è possibile vincere prodotti di elettronica come tablet Apple, iPad e tablet di Samsung. Per concludere, il sito di ecommerce del gruppo Feltrinelli, www.lafeltrinelli.it, fornisce anch'esso dischi, film, videogiochi (con una serie di promozioni e sconti sui prodotti selezionati) e una parte dedicata anche qui ai reader di ebook Kobo. L'offerta di questi siti specializzati è più limitata per quanto riguarda il settore di elettronica rispetto ai grandi attori del mercato online italiano e mondiale. In particolare il colosso Amazon, che in Italia ha guadagnato uno spazio di tutto rispetto e che offre una serie molto ampia di categorie merceologiche (dalle scarpe ai gioielli e agli orologi, oltre ovviamente i libri) che comprende TV, fotocamere, computer fissi e portatili, tablet, telefonia, Hi-Fi e svariate altre categorie sino a una sezione di accessoristica (custodie e gadget) e componentistica (memorie e altre parti tecniche) fra le più complete in assoluto sul mercato.

Ordinare i regali natalizi online
Per raggiungere la quantità di prodotti specifici del settore tecnologico (sia elettronica che informatica) di Amazon è necessario andare sui siti di ecommerce di piccole realtà specializzate oppure rivolgersi all'altro grande aggregatore internazionale presente anche in Italia: eBay , che nella sezione audio, tv ed elettronica, oltre alla telefonia e informatica, ha una raccolta pressoché infinita non solo di prodotti di seconda mano venduti tramite asta, ma anche offerte di prodotti nuovi nel marketplace popolato da negozi e distributori di tutto il mondo.

Su eBay è anche possibile trovare l'accesso ai venditori asiatici di componentistica e di prodotti non brandizzati. I rischi di questo tipo di acquisti sono ovviamente nella serietà del venditore e nella reale qualità dei prodotti acquistati. Come per eBay la parte di marketplace supera quella delle aste, così anche per Amazon cresce continuamente la componente di vendite offerte da negozi di terzi (una sorta di brokeraggio via internet) rispetto ai prodotti del catalogo e dei magazzini dell'azienda di Seattle. Tra i "volti nuovi" del settore della tecnologia in rete fa capolino con una certa insistenza AliExpress della cinese Alibaba.com . Su entrambi i siti è possibile trovare un buon numero di occasioni e di prodotti, con una differenza.

Mentre il classico Alibaba offre prodotti da tutto il mondo, AliExpress si focalizza su offerte speciali e prezzi scontati. Tutta da verificare l'affidabilità dei venditori, ma molti prodotti (per lo più non di marca) sono fortemente scontati. Anche qui, il quantitativo di prodotti è secondo solo alla parte di componentistica elettronica. Molti prodotti sono presentati con una traduzione automatica approssimativa in italiano, e anche la versione inglese è altrettanto lacunosa. La grande distribuzione tradizionale è presente con una serie di negozi digitali specializzati.

MediaWord della tedesca MediaMarkt ha il suo Compra Online che offre sconti, un buon assortimento, prodotti di marca (Samsung, Sony, Apple, Nokia e via dicendo) e complessivamente una buona esperienza di ecommerce, con pagine chiare, schede prodotto complete, una chiara distinzione in categorie. Molto completa soprattutto la parte di elettrodomestici e quella di fotografia, dove è presente un buon assortimento di prodotti.
Anche l'olandese Euronics , nata nel 1950, ha un suo sito di ecommerce che si caratterizza come per il caso di MediaWorld per la presenza di grandi marchi e un assortimento che sostanzialmente rispecchia quello delle insegne della GDO: forse una maggiore vocazione alla scontistica (come il resto della catena). Per aprire una brevissima visuale sui siti dei produttori di informatica, il più quotato sito di ecommerce mononarca rimane l'Apple Store online, che nella sezione "Ricondizionati" ha le offerte di prodotti Apple (Mac, iPad, iPhone e altro) dell'ultima generazione e di quelle precedenti in condizioni perfette, garantiti e venduti con scontistica che oscilla mediamente tra 15% e il 35%.

I prodotti sono pochi e non sono configurabili: si compra quel che viene offerto. Ottima l'esperienza d'acquisto, si può chiedere la consegna in un negozio Apple Store. Mr.Price , attivo da dieci anni, e gli altri portali del gruppo Banzai (tra questi ePrice, SaldiPrivati, ePlaza) offrono 600.000 prodotti di marca per l'informatica, l'audio hi-fi, il video, l'elettronica, videogiochi e altri settori. Con 50 punti di ritiro in 40 città italiane risolvono anche il problema delle spese di spedizione e della logistica (che nel nostro Paese risulta mediamente più difficile che negli Usa e in buona parte dell'Europa) oppure un sistema di consegna anche al piano, serale, presso lo spedizioniere. Invece, limitata ma di discreta qualità l'offerta di Groupon nella sezione shopping hi-tech che ha comunque una buona scontistica. Se si guarda il versante degli aggregatori, siti cioè che consentono di confrontare più offerte presenti sul web (ma non riescono ad aggregare tutte le offerte speciali presenti sui portali specializzati), c'è TrovaPrezzi che domina la categoria.

Alle volte offre fin troppa scelta ed è necessario avere le idee molto chiare su cosa si sta cercando, ma il risultato è comunque di buono se non ottimo livello. In generale, però, bisogna fare attenzione sia per gli aggregatori che per i siti di ecommerce non monomarca alla generazione dei prodotti che vengono offerti: spesso lo sconto deriva dalla commercializzazione di prodotti dell'anno precedente rimasti in magazzino alla grande distribuzione e rimessi in commercio tramite il canale delle vendite online scontate. In ogni caso, per la normativa europea (Direttiva 2002/65/CE) recepita in Italia con Decreto Legislativo n. 190 del 19 agosto 2005 e successive modifiche, il consumatore che effettui un acquisto a distanza di beni o prodotti (ad esempio su sito web) può entro 10 giorni dalla consegna della merce (e non più solo 7) esercitare il diritto di recesso.

Non è necessaria una motivazione da parte del consumatore e questi non incorre in oneri o penali. Il recesso deve essere comunicato al fornitore a mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento oppure, se fatto via fax, deve essere confermato entro 48 ore dall'invio del fax dalla spedizione di una lettera raccomandata. Il contratto di compravendita può stabilire che le spese per la riconsegna della merce gravino sul consumatore, altrimenti sono a carico del venditore. Il venditore deve, infine, restituire il prezzo pagato dal consumatore entro 30 giorni dal ricevimento della dichiarazione di recesso. Ci sono una serie di casi in cui non si applica il diritto di recesso: nell'ambito della tecnologia è rilevante il caso di prodotti audio-video o software sigillati che siano stati aperti dal consumatore.

Abbiamo provato a cercare alcuni prodotti di largo consumo per quanto riguarda la fotografia, i televisori e l'informatica in alcuni dei siti sopra indicati. Abbiamo cercato un telefono Samsung Galaxy S4 versione da 16 GB che ha un prezzo di listino di 699 euro: Amazon lo vende a 466 euro, Mediaworld a 499 euro, ebay a 399 euro, euronics a 399 euro, Mr.Price a 499 euro e, infine, Trovaprezzi "pesca" il prezzo da 479 euro. Poi abbiamo cercato un televisore da 32 pollici, il formato più venduto, proponendo uno dei migliori apparecchi nel rapporto qualità-prezzo: indubbiamente il Philips 32PFL400 LED Smart TV Plus, 200 Hz PMR, con funzioni smart ben realizzate, superiore alla concorrenza in questo segmento. A un prezzo di listino di 469 euro Amazon lo offre a 350 euro, Mediaworld a 319 euro, ebay a 280 euro, Euronics a 339 euro, Mr.Price a 402 euro, mentre Trovaprezzi lo individua a 329 euro.

Abbiamo poi cercato la nuova versione Pro 2 del tablet Surface di Microsoft con memoria da 256 Giga: prezzi di listino 1299 euro. Amazon lo offre a 1401 euro, Mediaworld a 1299, eBay a 1289, Euronics a 1289, Mr.Price a 1288, mentre Trovaprezzi lo trova a 1289. Infine, una fotocamera mirrorless compatta con ottiche intercambiabili. L'ottima Sony NEX-3NL che è considerata il punto di riferimento per la categoria anche se non è un prodotto di quest'anno. Prezzo di listino di 500 euro, che Amazon fa scendere a 295 euro, Mediaworld a 299 euro, ebay a 339 euro, Euronics a 399 euro, Mr.Price a 337 euro, e Trovaprezzi a 295. La nostra piccola rassegna non è stabile perché abbiamo notato anche una rapida oscillazione nell'arco di pochi giorni o poche ore, a seconda della disponibilità dei prezzi, dell'inventario e forse anche del numero di connessioni dallo stesso PC: per questo abbiamo cambiato connessione e usato un browser in modalità anonima, trovando rapidamente prezzi più bassi.

19/10/13

Datagate, Google si mette all'opera per proteggere la privacy da Fbi e Nsa

Datagate, Google si mette all'opera per proteggere la privacy da Fbi e Nsa!
Il colosso americano sta mettendo in essere uno strumento da introdurre come sistema di difesa dei dati personali nel web per impedire agli 007 americani di potere accedervi senza un'autorizzazione del tribunale competente.
Infatti dopo le rivelazioni di Edward Snowden, a pagare le conseguenza maggiori in termini d’immagine non è stata tanto l’amministrazione Usa, quanto le aziende coinvolte nello scandalo Datagate. Colossi dell’informatica come Microsoft e Google, già impelagate quotidianamente con un’opinione pubblica sempre pronta ad accusarle per qualsiasi comportamento poco "chiaro", non avevano certo bisogno anche di quest'altra etichetta di "spioni per conto terzi" che gli è stata immediatamente accollata a seguito della vicenda legata al sistema Prism. Google pare infatti voglia correre ai ripari con una azione a sorpresa che potrebbe farle recuperare credibilità nel settore tanto sensibile come quello della privacy.
In base a quanto riportato da Cnet, i vertici di Mountain View starebbero pensando di introdurre un sistema di protezione crittografico con password per proteggere documenti all'interno del server di Google Drive, il servizio di archiviazione online proprio terminato (tra gli altri) al centro delle polemiche nell’affare Prism. La soluzione pensata da Google, se confermata, potrebbe rappresentare un raffinato escamotage, che fa uso delle peculiarità della legislazione Usa in tema di intercettazioni e accesso ai dati. In base a quanto emerso dai documenti pubblicati nelle scorse settimane, infatti, la "collaborazione" tra le aziende hi-tech e il governo 
Google

Statunitense troverebbe il suo punto in comune nel Patriot Act, la legge emanata dall’amministrazione Bush nel 2001 in chiave anti-terrorismo e che permette alle agenzie federali di chiedere informazioni e dati a qualsiasi azienda senza dover passare da un’aula di tribunale. Trattasi delle national security letters, comunicazioni (segrete) che obbligano le società a dare le informazioni richieste senza l’intervento di un giudice.
Se Google dovesse riuscire ad introdurre un sistema di protezione tramite crittografia, i dati archiviati sui server del colosso americano sarebbero oscurati per chiunque, a meno che non si sia in poassesso della password. Un sistema già utilizzato da numerosi servizi online, in cui il sistema di crittografia usa una chiave che è in possesso solo dell’utente e che impedisce a chiunque, compresa l’azienda che gestisce il servizio, di potere accedere ai dati. Se Google dovesse fare suo un sistema simile, l’accesso alle informazioni per Nsa e Fbi diventerebbe per lo meno complicato. I federali dovrebbero scegliere tra usare dei software per abbattere il blocco crittografico, un processo dispendioso sia in termini di tempo che di denaro, altrimenti avere la password. In tal caso, però, sarebbe necessario intercettare l’utente mentre la usa e, per farlo, la legge Americana prevede che sia necessario un provvedimento specifico del giudice.
Tutta la vicenda, al momento, rimane ancora un'ipotesi. Sia perché Google non ha dato conferma al progetto di adottare la crittografia, sia perché non si conosce l’effettiva efficacia di una manovra del genere. Le modalità con cui i federali accedono alle informazioni conservate dalle società coinvolte nel programma Prism, infatti, non sono ancora chiare. Il governo Usa mantiene il massimo riserbo e le notizie che arrivano dalle aziende coinvolte non chiariscono più di tanto le cose. In un post pubblicato sul suo blog, per esempio, il responsabile degli affari legali di Microsoft Brad Smith ha gestito la questione spiegando che la società vorrebbe rendere pubblici i documenti che descrivono i rapporti con Nsa e Fbi, ma il governo per il momento glielo vieta. Nella sua arringa in difesa delle politiche sulla privacy del servizio di posta Outlook.com, però, Smith da assicurazione che Microsoft "non fornisce ad alcun governo la possibilità di violare il sistema crittografico di trasmissione e tantomeno fornisce le password degli utenti". Peccato che, come spiega lui stesso, la protezione di cui sopra è attiva solo per la trasmissione delle email, mentre i dati sui server Microsoft sono conservati in chiaro!
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