In Europa il consumo di alcolici è tra le principali cause di morte nelle nuove generazioni. Ma sponsor e pubblicità fanno credere il contrario. L'alcol uccide più della droga.
Un milione e mezzo di alcolisti ne abusano ogni giorno, tre milioni e mezzo ne consumano troppe volte in un mese. Cinque milioni di italiani sono prigionieri della bottiglia, fra questi si trovano soprattutto i giovani che per scappare alla pressione o alla noia della vita quotidiana, sono vittime spesso di «polidipendenze », alcol e pasticche, alcol ed eroina o cocaina. Negli StatiUniti i giovani, sballottati tra il permissivismo liberale e il puritanesimo bacchettene, si attaccano al «six pack», la confezione di sei lattine, la dose normale per la sera.il consumo è rigorosamente «unisex». Non c'è avvenimento sportivo o concerto rock che non sia avvolto dalla spuma della birra che associa l'emozione del gioco o delle vibrazioni musicali al bicchiere.immagine pres dal web |
EDUCAZIONE. È necessaria una maggiore sensibilizzazione sugli effetti dell'alcol. Occorre elaborare dei programmi di promozione della salute, con una particolare enfasi sul problema dell'alcol, nelle classi delle scuole medie inferiori e superiori, nei posti di lavoro, presso le organizzazioni e le associazioni giovanili. Questi programmi dovrebbero coinvolgere anche i genitori, gli insegnanti così come i responsabili dei giovani che hanno il compito di formare e orientare le giovani generazioni nelle scelte e nelle attitudini utili nella vita, per aiutarli a fronteggiare meglio le pressioni sociali e a gestire nel modo migliore i rischi. Ma ogni educazione non sarà mai a senso unico, infatti per essere efficace bisogna coinvolgere i giovani stessi nell'elaborazione delle politiche per la salute, sviluppando in questo modo il loro senso di responsabilità.
ALTERNATIVE. Occorre inoltre costruire nuovi ambienti sociali che favoriscano le alternative al consumo di alcol. Anche in questo caso ha un ruolo determinante la famiglia per promuovere un nuovo stile di vita, per sviluppare delle soluzioni che tenderanno a non ricorrere più alle bevande alcoliche per superare una crisi affettiva, un conflitto sul lavoro, la crisi adolescenziale, ecc.
"Il vino fa buon sangue" è la verità? Non esiste un consenso scientifico sulla relazione tra riduzione del rischio di insorgenza dell'ischemia cardiaca e consumo moderato di vino. Non è scientificamente provato che bere un bicchiere di vino rosso ai pasti possa prevenire le malattie cardiache. La sostanza che combatte i radicali liberi e svolge un'azione antiossidante è il resveratrolo che appartiene a un ampio gruppo di composti chimici contenuti nel vino e nelle bevande alcoliche che derivano propriamente dall'uva, ma questa sostanza appattiene alla grande famiglia dei flavonoidi (noti anche come polifenoli) che riducono l'adesività delle piastrine, rendono più fluido il sangue ed evitano, così, la formazione di trombi, ma queste stesse sostanze si possono trovare anche nella frutta e nella verdura. Perché allora non preferire queste ultime?