Il-Trafiletto
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30/04/14

Togliamo la "bottiglia" ai giovani

In Europa il consumo di alcolici è tra le principali cause di morte nelle nuove generazioni. Ma sponsor e pubblicità fanno credere il contrario. L'alcol uccide più della droga. 

Un milione e mezzo di alcolisti ne abusano ogni giorno, tre milioni e mezzo ne consumano troppe volte in un mese. Cinque milioni di italiani sono prigionieri della bottiglia, fra questi si trovano soprattutto i giovani che per scappare alla pressione o alla noia della vita quotidiana, sono vittime spesso di «polidipendenze », alcol e pasticche, alcol ed eroina o cocaina. Negli StatiUniti i giovani, sballottati tra il permissivismo liberale e il puritanesimo bacchettene, si attaccano al «six pack», la confezione di sei lattine, la dose normale per la sera.il consumo è rigorosamente «unisex». Non c'è avvenimento sportivo o concerto rock che non sia avvolto dalla spuma della birra che associa l'emozione del gioco o delle vibrazioni musicali al bicchiere.
immagine pres dal web
 L'alcol, e non la cocaina, non il crak, non l'eroina, non le armi, i coltelli, le malattie, è la prima causa di morte per la gioventù americana fra i 15 e i 24 anni... Eppure viene ancora glorificato ed esaltato dalle pubblicità più belle e attraenti. Anche le ultime programmazioni pubblicitarie che annunciano i mondiali, sono sponsorizzate da marchi di bevande alcoliche. Un controsenso visto che poi si devono prendere misure preventive per non fare entrare bottiglie e alcol negli stadi. Occorre rafforzare le misure per proteggere i giovani dalla promozione e dalla sponsorizzazione delle bevande alcoliche. Tutelare le fasce più deboli della società per impedire che diventino il facile target per produttori e commercianti preoccupati solo di aumentare gli introiti. L'offerta del prodotto dovrebbe passare attraverso una regolamentazione d'accesso, un'età minima per il consumo e la cornmercializzazione. il prezzo stesso delle bevande alcoliche ha un'incidenza sul consumo dei minori. Protezione e sostegno dovrebbero essere forniti agli adolescenti i cui genitori o altri membri della famiglia siano alcoldipendenti o abbiano problemi con l'alcol
EDUCAZIONE. È necessaria una maggiore sensibilizzazione sugli effetti dell'alcol. Occorre elaborare dei programmi di promozione della salute, con una particolare enfasi sul problema dell'alcol, nelle classi delle scuole medie inferiori e superiori, nei posti di lavoro, presso le organizzazioni e le associazioni giovanili. Questi programmi dovrebbero coinvolgere anche i genitori, gli insegnanti così come i responsabili dei giovani che hanno il compito di formare e orientare le giovani generazioni nelle scelte e nelle attitudini utili nella vita, per aiutarli a fronteggiare meglio le pressioni sociali e a gestire nel modo migliore i rischi. Ma ogni educazione non sarà mai a senso unico, infatti per essere efficace bisogna coinvolgere i giovani stessi nell'elaborazione delle politiche per la salute, sviluppando in questo modo il loro senso di responsabilità.
ALTERNATIVE. Occorre inoltre costruire nuovi ambienti sociali che favoriscano le alternative al consumo di alcol. Anche in questo caso ha un ruolo determinante la famiglia per promuovere un nuovo stile di vita, per sviluppare delle soluzioni che tenderanno a non ricorrere più alle bevande alcoliche per superare una crisi affettiva, un conflitto sul lavoro, la crisi adolescenziale, ecc.

 "Il vino fa buon sangue" è la verità? Non esiste un consenso scientifico sulla relazione tra riduzione del rischio di insorgenza dell'ischemia cardiaca e consumo moderato di vino. Non è scientificamente provato che bere un bicchiere di vino rosso ai pasti possa prevenire le malattie cardiache. La sostanza che combatte i radicali liberi e svolge un'azione antiossidante è il resveratrolo che appartiene a un ampio gruppo di composti chimici contenuti nel vino e nelle bevande alcoliche che derivano propriamente dall'uva, ma questa sostanza appattiene alla grande famiglia dei flavonoidi (noti anche come polifenoli) che riducono l'adesività delle piastrine, rendono più fluido il sangue ed evitano, così, la formazione di trombi, ma queste stesse sostanze si possono trovare anche nella frutta e nella verdura. Perché allora non preferire queste ultime?

12/04/14

Figli dei VIP: sfortunati o maledetti?

Chi ha detto che essere figli di una celebrità sia sinonimo di fortuna? Quasi quasi ci sentiamo davvero baciati dalla buona sorte se siamo nati in una famiglia "normale". Perchè a guardare l'elenco, davvero lungo, dei figli d'arte che hanno fatto una tragica fine, che si sono persi nel tunnel delle dipendenze o che sono morti per tragiche fatalità, non si finisce più. L’ultima vittima in ordine cronologico si chiama Peaches Geldof, figlia del più noto Bob Geldof, al secolo Robert Frederick Zenon Geldof, cantante, attore e attivista irlandese, fondatore del gruppo musicale “Boomtown Rats”. Peaches, modella, conduttrice tv e giornalista, è morta giorni or sono a 25 anni per cause ancora incerte. La lista “maledetta” comprende tanti altri nomi famosi. A cominciare da Scott Newman, figlio del grande attore Paul. Scott forse doveva fare l'attore. Era apparso sul grande schermo in compagnia del padre, ma a 28 anni morì di overdose. Il padre, scosso da questa tragedia, volle aprire un centro antidroga. Un altro grande attore statunitense, Marlon Brando, vide morire la figlia Cheyenne a 25 anni. La sua era stata una vita all'insegna di droghe, fumo, alcol: Cheyenne aveva cominciato da subito, a soli 16 anni, a farne regolarmente (ed eccessivamente) uso. Rimase incinta, ma le fu tolta la custodia del bambino perché affetta da disturbi mentali: la strada verso l'inferno finì in quel momento, con il conseguente suicidio. Due anni fa morì Sage Moonblood Stallone, figlio di Sylvester: un arresto cardiaco a soli 36 anni, nessun eccesso di droga o altre sostanze psicotrope, certificò l'autopsia. Il protagonista della “febbre del sabato sera” John Travolta vide morire a 16 anni il figlio Jett, portato via da un attacco epilettico, mentre Guillaume Depardieu venne sopraffatto da una tragica polmonite fulminante. Ci fu poi la morte di Connor, figlio di Lory Del Santo e Eric Clapton, che a soli 4 anni, precipitò da un grattacielo a New York. Marie Trintignant, figlia del famoso attore francese Louis, fu massacrata di botte dal compagno, mentre Brandon Lee, figlio di Bruce, morì proprio come il padre, colpito da un proiettile di pistola durante le riprese de Il corvo. La maledizione dei vip non ha risparmiato neanche l’Italia. Infatti Alessio Gatti, figlio di Franco Gatti, il “nasone” del Ricchi e Poveri , è stato stroncato a 23 anni da un infarto dovuto, sembra, alla sua prima assunzione di eroina. Terence Hill, al secolo Mario Girotti, ha perso a soli 17 anni il figlio, Ross, nel 1990 a causa di un incidente di moto in Massachussetts. Con lui l'attore aveva girato nel 1983 il film 'Don Camillo' e nel 1987 'Renegade-Un osso troppo duro'.

07/03/14

Roma | I giovani che usano alcol e droghe hanno i testicoli più piccoli. Lo dicono gli andrologi.

Si è svolta a Roma nei giorni 4 e 5 marzo una conferenza che ha riunito gli esperti delle tre più importanti società del mondo scientifico che si occupano di Andrologia e che aveva come obiettivo, fra gli altri, quello di mettere in comune le  “Best Practice”. Dalla conferenza, patrocinata da Società Italiana di Andrologia (Sia), Società Italiana di Sessuologia Medica (Siams) e Società Italiana di Urologia (Siu), sono emerse interessanti informazioni su di un mondo, quello dell’Andrologia, che ancora risente della diffidenza e vergogna con le quali spesso l'uomo guarda a questo specialista. ''Ci sono voluti anni”, ha spiegato Vincenzo Mirone, presidente della Sia, “ma ormai le persone sono coscienti della rilevanza di questa figura”, e questo è un successo legato anche alla campagna “Amico andrologo”, condotta nelle scuole di tutta Italia su diecimila studenti maschi, dei quali oltre 4 mila si sono presentati per una visita specialistica. Un altro fattore importante che è emerso riguarda il fatto che, secondo Mirone, “grazie all'intervento di tutti gli specialisti delle diverse aree, come l'endocrinologia, siamo riusciti a creare un modello esportabile all'estero” il che è un ulteriore successo per la nostra specialistica, soprattutto perché è una delle rare volte che un modello organizzativo italiano ha questo successo. Un fatto importante che è emerso in conferenza è che nelle oltre 4.000 visite effettuate è stata riscontrata, nel 14% dei ragazzi, una diminuzione del volume dei testicoli che, dai primi dati sembra essere dovuta all’uso delle droghe ed al consumo di alcool tra i giovani. L’attenzione si è fermata sul fenomeno del “binge drinking”, la nuova moda che porta i ragazzi ad assumere grandi quantità di alcool in poco tempo. Il binge drinking, secondo una definizione, è l'assunzione rapida di un numero di bicchieri di bevande alcoliche, in genere oltre 5. Lo scopo è semplicemente quello di cadere in preda all’ebbrezza alcolica in un intervallo di tempo più o meno breve, nonché nella perdita di controllo. In uno studio pubblicato nel mese di marzo sulla rivista Clinical & Experimental Research, e condotto da ricercatori del Boston Medical Center della Boston University, sono stati analizzati i dati relativi a 446 adulti, fra uomini e donne che avevano episodi di binge drinking, e che a causa di ciò avevano un rischio mortalità significativamente più elevato rispetto ai bevitori moderati regolari. Il fenomeno oramai coinvolge molti ragazzi ed è seguito, ovviamente con molta attenzione, dai vari specialisti. Un ulteriore dato che è emerso nella campagna “amico andrologo” è il desiderio di informazioni sul sesso, a dispetto dei luoghi comuni sulla sovrabbondanza di notizie che i ragazzi avrebbero sul tema. Gli specialisti che hanno partecipato a questa campagna sono stati, a loro dire, letteralmente bombardati da richieste su argomenti che variavano dalla pura e semplice informazione sessuale fino alla contraccezione, per giungere a domande sui sentimenti che si provano per le ragazze. Insomma ancora una volta si è appurata la totale inadeguatezza del nostro sistema scolastico che non è in grado o non vuole dare, per le enormi pressioni contrarie, una seria informazione sessuale ai ragazzi ed alle ragazze, come accade invece secondo Isidori della Società italiana di andrologia medica, nelle scuole degli altri paesi.
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