Il-Trafiletto
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28/03/14

Perchè si dice "avere una bella faccia tosta"?

Faccia tosta

A volte penso che certi modi di dire  ci appartengono da sempre e li usiamo così, senza pensare troppo alle loro origini, che talvolta si perdono nella notte dei tempi e di cui non si riesce facilmente a trovare il bandolo della matassa. In questo caso possiamo fare solo delle logiche deduzioni.
Probabilmente il modo di dire deriva dal fatto che una faccia tosta (talvolta si dice una faccia di bronzo)  rimane sempre inespressiva, qualunque cosa gli accada intorno.  Prova ne sono le statue, la cui espressione rimane immutata nel tempo, ed è forse da qui che si origina questo modo di dire.
Avere una bella faccia tosta, con questa espressione ci riferiamo a delle persone che non conoscono vergogna o timidezza, che non hanno paura di fare brutte figure, che hanno una bella faccia di bronzo, che sono sfrontate.

07/03/14

Roma | I giovani che usano alcol e droghe hanno i testicoli più piccoli. Lo dicono gli andrologi.

Si è svolta a Roma nei giorni 4 e 5 marzo una conferenza che ha riunito gli esperti delle tre più importanti società del mondo scientifico che si occupano di Andrologia e che aveva come obiettivo, fra gli altri, quello di mettere in comune le  “Best Practice”. Dalla conferenza, patrocinata da Società Italiana di Andrologia (Sia), Società Italiana di Sessuologia Medica (Siams) e Società Italiana di Urologia (Siu), sono emerse interessanti informazioni su di un mondo, quello dell’Andrologia, che ancora risente della diffidenza e vergogna con le quali spesso l'uomo guarda a questo specialista. ''Ci sono voluti anni”, ha spiegato Vincenzo Mirone, presidente della Sia, “ma ormai le persone sono coscienti della rilevanza di questa figura”, e questo è un successo legato anche alla campagna “Amico andrologo”, condotta nelle scuole di tutta Italia su diecimila studenti maschi, dei quali oltre 4 mila si sono presentati per una visita specialistica. Un altro fattore importante che è emerso riguarda il fatto che, secondo Mirone, “grazie all'intervento di tutti gli specialisti delle diverse aree, come l'endocrinologia, siamo riusciti a creare un modello esportabile all'estero” il che è un ulteriore successo per la nostra specialistica, soprattutto perché è una delle rare volte che un modello organizzativo italiano ha questo successo. Un fatto importante che è emerso in conferenza è che nelle oltre 4.000 visite effettuate è stata riscontrata, nel 14% dei ragazzi, una diminuzione del volume dei testicoli che, dai primi dati sembra essere dovuta all’uso delle droghe ed al consumo di alcool tra i giovani. L’attenzione si è fermata sul fenomeno del “binge drinking”, la nuova moda che porta i ragazzi ad assumere grandi quantità di alcool in poco tempo. Il binge drinking, secondo una definizione, è l'assunzione rapida di un numero di bicchieri di bevande alcoliche, in genere oltre 5. Lo scopo è semplicemente quello di cadere in preda all’ebbrezza alcolica in un intervallo di tempo più o meno breve, nonché nella perdita di controllo. In uno studio pubblicato nel mese di marzo sulla rivista Clinical & Experimental Research, e condotto da ricercatori del Boston Medical Center della Boston University, sono stati analizzati i dati relativi a 446 adulti, fra uomini e donne che avevano episodi di binge drinking, e che a causa di ciò avevano un rischio mortalità significativamente più elevato rispetto ai bevitori moderati regolari. Il fenomeno oramai coinvolge molti ragazzi ed è seguito, ovviamente con molta attenzione, dai vari specialisti. Un ulteriore dato che è emerso nella campagna “amico andrologo” è il desiderio di informazioni sul sesso, a dispetto dei luoghi comuni sulla sovrabbondanza di notizie che i ragazzi avrebbero sul tema. Gli specialisti che hanno partecipato a questa campagna sono stati, a loro dire, letteralmente bombardati da richieste su argomenti che variavano dalla pura e semplice informazione sessuale fino alla contraccezione, per giungere a domande sui sentimenti che si provano per le ragazze. Insomma ancora una volta si è appurata la totale inadeguatezza del nostro sistema scolastico che non è in grado o non vuole dare, per le enormi pressioni contrarie, una seria informazione sessuale ai ragazzi ed alle ragazze, come accade invece secondo Isidori della Società italiana di andrologia medica, nelle scuole degli altri paesi.

11/02/14

Miracolo o falsità? L'1 % delle donne che partoriscono si dichiara vergine! Già...è il caso di dire: "dicono tutte cosi!"

Miracolo o falsità? L'1 % delle donne che partoriscono si dichiara vergine! Già...è il caso di dire: "dicono tutte cosi!" 

La percentuale delle donne incinte che afferma di non aver mai avuto un rapporto intimo, reputandosi immacolate, è del 1%. Si tratta di un miracolo oppure di una mezogna? In base ad una ricerca effettuata dalla University of North Carolina e pubblicata sul British Medical Journal, l’1 % delle donne che partoriscono, dichiara la propria verginità. Dopo aver analizzato attentamente i dati ottenuti dalle interviste effettuate a  7.870 donne, gli autori affermano che circa l’1%  di esse giura di essere rimasta incinta senza avere avuto rapporti intimi.

La maggior parte delle donne incinte che dichiarano di essere vergini sono ragazze giovani, adolescenti, che non hanno mai avuto nessun colloquio con la propria famiglia sulla procreazione e la contraccezione e donne che hanno firmato contratti di castità. L’articolo, intitolato“Like a virgin (mother)”, non vuole essere ironico ma mira a far riflettere sul fatto che quando si tratta di approfondire temi sensibili e delicati, la raccolta di dati per la ricerca include un numero maggiore di errori e bugie che possono pilotare le indagini in maniera errata.

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Gravidanza
Miracolate o bugiarde?  È esperienza molto comune fra medici che, soprattutto nella fase di conoscenza del paziente, si ritrovano ad ascoltare vere e proprie falsità. Secondo gli specialisti si tratta di bugie emotive, non lucide, che vengono dette per vergogna e per la paura di essere giudicati. Le donne fanno di tutto per guadagnare la stima dei medici e di tutte le persone che le circondano. Tutto dipende anche dal modo di essere delle persone, dall’importanza che attribuiscono alla cultura, alle credenze e alla tradizione.

06/01/14

Perchè si dice "situazione kafkiana"?

Non si usa molto questo modo di dire, raro sentir qualcuno che ne fa uso. In ogni caso è di formazione recente, e deriva ovviamente dal modo di scrivere di Franz Kafka.  "Kafkiano" è dunque un neologismo.
Situazione kafkiana, indica una situazione paradossale, e in genere angosciante, che viene accettata come status quo, implicando l'impossibilità di qualunque reazione tanto sul piano pratico che su quello psicologico.  Uno degli esempi più paradigmatici di situazione "kafkiana" è forse proprio quella del Processo di Kafka, in cui l'impotenza (l'impossibilità della reazione) viene messa in relazione, tra l'altro, col tema della burocrazia giudiziaria. In quest'opera, il protagonista "Josef K." riceve inaspettatamente la notizia di essere in arresto.
Kafka

Un giorno, trovandosi negli uffici della banca dove lavora, apre una porta di un ripostiglio e vi trova i custodi che si erano presentati in casa sua, puniti da un aguzzino, perché Josef K. si era lamentato del loro comportamento. L'effetto kafkiano del lettore si scatena però non in questa sorpresa irreale, ma nel constatare il comportamento del protagonista: egli non reagisce al fatto di trovare dei poliziotti là dove mai avrebbe pensato ma si preoccupa che i poliziotti non facciano troppo rumore quando sono frustati. La paura di Josef K. è che i colleghi o i suoi sottoposti si presentino a vedere cosa succede e scoprano così che egli è sotto processo. La vergogna per l'indagine, a cui non ci si può opporre (Josef K. non sa neppure di preciso quale sia l'imputazione) viene così amplificata dal predominare paradossale del senso del pudore del protagonista. La scena mette bene in risalto il funzionamento dell'assurdo kafkiano. Cioè creare un contrasto che sembra irragionevole ma che in realtà rivela un aspetto profondo, sconvolgendo e spiazzando il lettore.
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