Il-Trafiletto
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28/05/14

28 maggio 1974-28 maggio 2014: La strage di Brescia compie 40 anni.

28 maggio 1974, martedì, ore 10.12: esattamente quarant'anni fa una bomba esplodeva a Brescia sotto i portici di Piazza della Loggia durante una manifestazione indetta dai sindacati e dai comitati antifascisti. I morti furono otto, i feriti oltre novanta. La bomba fu nascosta in un cestino di rifiuti e fu fatta esplodere elettronicamente con un congegno a distanza. Questo terribile attentato fu rivendicato da Ordine Nero, un’organizzazione di estrema destra nata dalle ceneri di Ordine Nuovo. Sono stati quarant'anni di inchieste e processi senza mai però giungere ai veri colpevoli, lasciando la città lombarda nell’amaro ricordo di una strage impunita. Molte sono le iniziative fissate per domani nell’intento di ricordare il vile attentato ma soprattutto le otto vittime innocenti che rispondono ai nomi di Giulietta Banzi Bazoli,34 anni, insegnante; Livia Bottardi Milani,32 anni, insegnante; Euplo Natali,69 anni, pensionato; Luigi Pinto, 25 anni, insegnante; Bartolomeo Talenti,56 anni, operaio; Alberto trebeschi,37 anni, insegnante; Clementina Calzari Trebeschi,31 anni, insegnante; Vittorio Zambarda, 60 anni, operaio. Alle 8.30 si svolgerà un corteo con la deposizione di corone di fiori alla stele dei caduti; alle 10.12 il minuto di silenzio, mentre rintoccheranno le campane: otto rintocchi, in omaggio alle vittime“; dalle 11.30 l’auditorium San Barnaba ospiterà il convegno sulle “città ferite“; alle 21 il concerto in memoria delle vittime di Piazza Loggia, alla chiesa di San Francesco, con gli artisti del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e di Bergamo.“ Inoltre verrà emesso un francobollo per ricordare l'attentato, sarà autoadesivo e avrà un valore di 70 centesimi. La vignetta mostra la colonna sbrecciata posta in Piazza della Loggia, a ricordo di quel 28 maggio 1974. Sull'immagine compare in evidenza la cifra "40", gli anni trascorsi.

18/12/13

Perchè si dice "tenere uno sulla corda"?

Questo lo abbiamo sentito dire tante e tante volte, e lo diciamo spesso anche noi, intendendo ovviamente lasciare qualcuno con il fiato sospeso. Ma perchè? vediamolo insieme
Tenere uno sulla corda
Tenere uno sulla corda, non dare un risposta definitiva, tenere qualcuno in ansia. Quando i processi si svolgevano con metodi ben diversi da quelli attuali, per estorcere una confessione si ricorreva a crudeli sistemi di tortura, tra cui quello della corda.
 All'imputato venivano imprigionati i polsi dietro la schiena con una corda. L'imputato veniva poi sollevato verso il soffitto mediante un a carrucola, in una posizione dolorosissima, fino a quando non ammetteva di aver commesso il reato per il quale era stato incriminato. Il più delle volte, l'intenso dolore induceva il malcapitato a confessare colpe non commesse, e le sue ammissioni lo portavano direttamente sul patibolo. Per indicare situazioni del genere, si dice anche: stare sulle spine, stare sui carboni ardenti.
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