Il-Trafiletto
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28/07/14

Dentro la scienza | Quale logica nella climatologia?

C'è qualche logica nella climatologia? Se c'è, non si vede. Cominciamo dai fondamenti della scienza del clima: d'estate fa più caldo che in inverno (perlomeno in teoria).

La spiegazione pare ovvia: la Terra, in quel periodo dell'anno, è più vicina al Sole. Invece no: il momento in cui il nostro Pianeta si trova alla massima distanza dalla sua stella madre è proprio l'inizio di luglio. Certo, la distanza dal Sole ha un impatto sul calore percepito, ma inferiore rispetto all'effetto dell'inclinazione dell'asse terrestre. In estate, dunque, quando il nostro emisfero è angolato in direzione del Sole, i raggi, colpiscono più verticalmente il suolo, facendo aumentare l'intensità termica per metro quadro. Non lo sapevate?

Non siete i soli: alcuni anni fa, ricercatori dell'Università di Harvard hanno scoperto che appena un neolaureato su 10 sapeva spiegare perché in estate fa più caldo. I climatologi lo sanno di certo, ma poi cadono in altre trappole, tipiche della loro materia di specializzazione. Pensiamo all'attuale controversia relativa alla banchisa dell'Antartide: se il nostro Pianeta si sta surriscaldando, sarebbe logico aspettarsi una riduzione dello strato di ghiaccio marino. Invece, fin dal 1985, il ghiaccio galleggiante che circonda il "Grande Continente Bianco" è andato aumentando, del 2 per cento circa al decennio! Non moltissimo, ma abbastanza da fare dei climatologi lo zimbello di chi vede con scetticismo il riscaldamento globale.
Quale logica nella climatologia?

Gli scienziati non si sono fatti intimorire e hanno studiato a lungo il fenomeno: grazie a una simulazione al computer (arma di elezione nel campo della climatologia), un'equipe del Royal Netherlands Meteorological Institute ritiene di aver spiegato il paradosso del mare più caldo che produce più ghiaccio. Funzionerebbe così: l'acqua marina, tiepida, scioglie lo strato ghiacciato sovrastante, creando al di sotto di esso un cuscinetto d'acqua fredda.

Questo strato, meno salato, e dunque meno denso, galleggia sull'oceano, più caldo, espandendosi e congelandosi nei mesi invernali, e andando così a integrare la banchisa. Troppo complicato? Niente paura: esistono altre spiegazioni. Eccone una della British Antarctic Survey: il riscaldamento globale ha modificato la ventilazione naturale in Antartide e il ghiaccio viene soffiato dalla costa verso il mare aperto. Aumenta così la quantità d'acqua esposta ai venti ghiacciati e, di conseguenza, la banchisa si estende. Tutte e due le teorie potrebbero essere giuste, almeno in parte. Ma potrebbero anche essere entrambe sbagliate.

Quel che è certo è che questa combinazione di osservazioni paradossali e spiegazioni contorte comunica un'impressione di scarsa credibilità. Non dobbiamo prendere troppo con i climatologi: devono misurarsi con problemi terribilmente complessi, sotto gli occhi di un'attentissima opinione pubblica. Non mettiamoli ulteriormente sotto pressione, per evitare che arrivino a conclusioni affrettate che si rivelerebbero sicuramente sbagliate. Il momento è particolarmente delicato, visto l'attuale dibattito sul gas da argille, o shalegas. Perfino alcuni ambientalisti hanno ipotizzato che, benché si tratti comunque di un combustibile fossile, fonte di C02 e dun responsabile del riscaldamento globale, passare dal carbone allo shale potrebbe essere una mossa intelligente, visto che il gas da argille libera quantità di anidride carbonica per unità di energia notevolmente inferiori. In tema di "combustibili puliti", però, ecco spuntare un altro paradosso.

È vero che lo shale gas rilascia meno C02 del carbone, ma non produce neppure zolfo né altre emissioni nebulizzate che, ormai è noto, riflettore la luce solare respingendola in direzione dello Spazio, compensando co parte dell'effetto riscaldante della combustione del carbone. Se si tiene conto di questo, la superiorità del gas da argille non è più così ovvia. Urge però trovare una risposta certa, e in tempi brevi. Proprio in questa fase, i governi mondiali stanno decidendo le politich seguire in materia di shale gas, e se arrivassero a conclusioni affrettate basandosi su "evidenti" ragionamenti scientifici, tutti noi potremmo farne le spese.(science)

09/07/14

Alghe | Verdi e viscide | Perfette per il consumo alimentare

L'aumento dei prezzi del greggio ha determinato un boom della ricerca nel settore della coltivazione delle alghe come fonte di biocarburante. In futuro, però, potremmo sfruttarle in quanto prodotti non soltanto combustibili ma anche commestibili. 

Nella torrida, semidesertica regione di Karratha, nell'Australia Occidentale, c'è già uno specchio d'acqua stagnante di sei acri, circondato da altri 38 laghetti più piccoli, all'interno dei quali ferve l'attività biologica. Secondo Aurora Algae, la società USA proprietaria del sito, è cosi che si presenteranno le coltivazioni agricole del futuro. Aurora Algae svolge un'attività pionieristica nel campo della produzione di alghe e sostiene che, benché verdi e melmose, potrebbero contribuire a risolvere la crisi alimentare globale del futuro.
Aurora Algae

Dal punto di vista nutrizionale, le alghe presentano numerosi vantaggi. L'acqua dolce e i terreni agricoli già scarseggiano e la domanda mondiale di acqua è prevista in aumento del 55 per cento entro la metà del secolo, secondo dati OCSE. Questi organismi hanno un elevato contenuto proteico, crescono tutto l'anno e possono essere raccolti con frequenza quotidiana; inoltre, consumano la famigerata anidride carbonica tanto dannosa per il clima. Si trovano già in commercio, benché si tratti ancora di un settore di nicchia, sotto forma di pasta alimentare (verde!) e di barrette energetiche. Paul Brunato, responsabile degli affari societari di Aurora, ammette che "il grande pubblico forse non è ancora pronto ad accettare l'idea di alghe intere come derrata alimentare", e aggiunge che le prime applicazioni commerciali potrebbero prevedere la miscelazione di alghe ridotte in polvere con altri prodotti, tra cui mangimi animali, per integrarne i principi nutritivi tra i quali proteine, acidi grassi essenziali Omega-3 e carboidrati. Nei suoi sei stagni sperimentali, Aurora Algae produce già 30 tonnellate di alghe essiccate per acro, con un contenuto proteico 40 volte superiore ma un fabbisogno idrico pari a soltanto l'I per cento rispetto alla soia.

La società prevede di iniziare la produzione commerciale entro il 2015, grazie a un impianto nel Nuovo Galles del Sud contenente 50 laghetti da cinque acri. Le alghe crescono rapidamente, ma organizzarne lo sfruttamento commerciale non è facile. Assorbono una quantità di luce molto superiore rispetto a quella che riescono a convertire in energia chimica, e di conseguenza, gli strati più superficiali impediscono alle radiazioni luminose di raggiungere le alghe situate più in profondità. Aurora Algae ha effettuato una selezione delle varietà meno soggette ad assorbire la luce, per poterle coltivare sotto forma di dense fioriture in bacini poco profondi. L'azienda sta ora valutando la maniera migliore per commercializzare il prodotto. "Stiamo pensando a una gamma che comprenda un preparato in polvere altamente proteico da miscelare con altri cibi e bevande, snack altrettanto ricchi di proteine, e anche una farina di alghe per preparazioni da forno", dice Brunato.(science)

VALORI NUTRITIVI
Per 115 grammi delle varietà di Nannochloropsis algae coltivate in esclusiva da Aurora Algae

  • PROTEINE: 48,3g
  • GRASSI: 11,5g
  • CARBOIDRATI: 41,4g


22/06/14

Le stranezze del clima | Che cosa sta cambiando e perchè

Le stranezze del clima
Climate Central Zanichelli, 184 pp., prezzo 12,90€
I cambiamenti subiti dal clima del nostro Pianeta, sopratutto in tempi recenti, sono un argomento che spesso dà origine a discussioni sin troppo accese, contraddittorie e non immuni da interessi di parte e fattori estranei alla pura analisi scientifica.

In questo agile volumetto, Climate Central, fondazione indipendente che ha lo scopo di divulgare al grande pubblico i risultati della ricerca inerente proprio alle modifiche del clima terrestre, riassume gli studi compiuti nel'arco di due decenni. Il testo è stato sottoposto al controllo di scienziati di chiara fama e può cosi essere l'occasione per fare chiarezza su una materia tanto importante quanto controversa.

Dal riscaldamento globale alle sue caratteristiche, dalle conseguenze che il cambiamento del clima avrà alle strategie per affrontare il futuro che ci aspetta, dalle modifiche subite dagli ecosistemi fino alle vere responsabilità dell'uomo, dagli effetti sulle piante a quelli sulla fauna, il libro diventa cosi una lucida riflessione indispensabile per affrontare con consapevolezza problemi che non è più possibile ignorare.(science)


31/01/14

Era glaciale, diluvio universale e siccità: lo studio della NASA

L'America sempre più fredda, L'Europa sempre più bagnata, ma la terra sempre più calda. Lo rivela  la NASA, pubblicando un video sul cambiamento climatico. (VIDEO)


Un video ( che troverete in fondo pagina) pubblicato dalla NASA, dimostra quanto il nostro pianeta stia diventando sempre più bollente. Secondo le analisi del Goddard Institute for Space Studies (GISS), la temperatura media nel 2013 è stata di 58,3 gradi Fahrenheit (14,6 Celsius), ovvero 1,1 gradi F (0,6 C) più alta di quella registrata nel 1950. I dati rivelano inoltre una temperatura media globale cresciuta di circa 1,4 gradi Fahrenheit (pari a 0,8 Celsius) dal 1880. Nel video, quindici secondi per raccontare 63 anni di dati climatici (1950-2013), le diverse colorazioni della Terra rivelano la temperatura dell'aria. E le immagini mostrano come oggi il nostro pianeta sia sempre più ricoperto da tonalità rosse-arancioni. Secondo il climatologo del GISS Gavin Schmidt, "le tendenze a lungo termine delle temperature di superficie sono insolite e il 2013 aggiunge prove all'ipotesi che il cambiamento climatico sia in corso".

Il calore della terra
Poi avverte: "Mentre un anno o una stagione possono essere influenzati da eventi meteorologici casuali, questi dati mostrano la necessità di continuare il monitoraggio a lungo termine". L'aumento delle emissioni di gas serra è il diretto responsabile dell'aumento delle temperature. Secondo gli scienziati NASA, il 2013 (assieme a 2009 e 2006) è stato il settimo anno più caldo dal 1880, proseguendo una tendenza a lungo termine di aumento di gradi globale. Inoltre, a eccezione del 1998, i 10 anni più caldi, quelli da record in 134 anni, si sono verificati tutti a partire dal 2000, con le punte massime registrate nel 2010 e nel 2005.

30/10/13

Salvatore Barbera il ragazzo che dirige le nostre petizioni.

Nel 2011 fu bandito da Roma per due anni per aver dimostrato contro il nucleare. Salvatore Barbera responsabile, in quell'anno, della campagna Clima e Energia ricorse al TAR vincendo il ricorso. Manifestava per l'azione pacifica  di Greenpeace contro al nucleare:
"Opporsi ai rischi che il nucleare inevitabilmente pone alla nostra sicurezza, così come denunciare l’impatto che i cambiamenti climatici stanno avendo in termini di vite umane e di costi per la società, è un atto dovuto di responsabilità civile, che non può in nessun modo essere accostata ad attività criminali"

Salvatore Barbera
Eccola qui la storia di Salvatore Barbera, 34 anni, da Pistoia, per oltre 17 anni militante con incarichi di responsabilità in Greenpeace. Da luglio dell’anno scorso Barbera è invece il direttore delle campagne di Change.org in Italia, la piattaforma di petizioni on line che conta 45 milioni di utenti in tutto il mondo. Laurea in fisica nucleare, esperto di nuove tecnologie applicate alle mobilitazioni sociali, dopo un viaggio in India il giovanissimo Salvatore aderisce a Greenpeace International, lavorando ad Amsterdam e a Istanbul. Rientrato in Italia diviene responsabile della campagna nucleare del gruppo ambientalista. Nel 2011, come portavoce di una manifestazione di protesta non autorizzata di fronte a palazzo Chigi, viene “bandito” da Roma per due anni. «Si trattò - ricorda Barbera – di un’ingiunzione del questore, uno strumento risalente agli anni Trenta. Facemmo ricorso al Tar e vincemmo».
Un anno dopo arriva la telefonata da Change.org, la società fondata nel 2007 da Ben Rattray l’uomo che Time Magazine ha incluso tra le 100 persone più influenti al mondo. «Vuoi lavorare per noi?». «È stato un po’ come lasciare la famiglia – racconta – ma poi mi sono reso conto che gli ideali erano gli stessi: l’obiettivo è favorire un cambiamento sociale che viene dal basso. In fondo a Change.org facciamo proprio questo: attraverso il web diamo alle persone comuni gli strumenti per incidere sui decisori e cambiare le cose».

La piattaforma, che in Italia ha raggiunto 1,7 milioni di utenti, funziona così: chi ha una petizione da lanciare va sul sito e compila quattro form. Diciamo a chi si vuole indirizzare la richiesta, cosa vogliamo che faccia, perché è importante. Poi si carica una foto o un video. Quattro clic, e la rete si scatena: quelli che condividono la campagna, firmano. Nel Belpaese, al ritmo di una quarantina al giorno, finora ne sono state lanciate circa 10mila. Una trentina quelle che hanno ottenuto vittoria. Qualche esempio? L’oscuramento del sito che offendeva la memoria del sito di Falcone e Impastato. La concessione della cittadinanza italiana ai tre senegalesi feriti durante la sparatoria del mercato di Firenze. La trasmissione su Sky del film di Bill Emmott “Girlfriend in a coma” la cui anteprima era stata annullata al MAXXI di Roma. Cose così, insomma. E altre che volano più basso. «Ma per noi sono tutte importanti – spiega Barbera –anche se ci riserviamo il diritto di non pubblicare tutto». La campagna più curiosa? «Direi quella lanciata da un ex generale dell’Aeronautica Militare contro l’acquisto degli F35 da parte dello Stato: “Non sono pacifista – ci ha detto – ma l’attuale flotta è più che sufficiente per le attuali esigenze”». Quella, invece, che lo ha più colpito? «Direi – risponde ancora Salvatore – la storia di tre ragazzi sordi, fondatori di una radio per udenti e non udenti, che chiedono al Parlamento, come avviene in 44 paesi del mondo, il riconoscimento ufficiale della Lis, la lingua dei segni. Hanno già raggiunto quota 69mila firme».

Tutto giusto, tutto interessante. Ma come fa a mantenersi questa “impresa sociale” come si autodefinisce Change.org visto che le petizioni sono gratuite? Lo staff italiano con sede a Roma, oltre Barbera, comprende anche altri tre professionisti di cyber attivismo: Sergio Cecchini, Elisa Finocchiaro e Angela Gennaro. «La nostra struttura – spiega Barbera – si regge sulle petizioni sponsorizzate da organizzazioni come Amnesty o Medici Senza Frontiere che vogliono promuovere le loro campagne presso un pubblico selezionato: un metodo simile ai video sponsorizzati su You Tube, ai link su Google o ai Tweet sponsorizzati su Twitter. I visitatori del sito vedono comunque che si tratta di campagne sponsorizzate».

Se poi chiedete a Barbera qual è il rischio di questa rampa di lancio per scagliare il cambiamento, lui risponde secco: «Può diventare uno “sfogatoio”, qualcosa di sterile. Ma è un rischio che vale la pena correre per liberare le forze e le intuizioni delle persone comuni». Facendo concorrenza ai giornali? «Tutt’altro, noi puntiamo al fatto che le nostre storie arrivino sui media che poi le possono sviluppare, approfondire. E magari farle “vincere”».

23/10/13

Dimmi che fisico hai e ti dirò che tempo fa!

Dimmi che fisico hai e ti dirò che tempo fa! Proprio cosi, chiunque soffra di sinusite sa bene a cosa mi riferisco. Nel momento in cui ci sono certi picchi di umidità, il dolore che si accampa nella parte superiore del viso aumenta esponenzialmente fino a raggiungere livelli insoportabili. La leggende metropolitana che connette i doloretti, i più classici, sono quelli alle ginocchia e alle articolazioni più in generale, quando avviene un cambiamento del clima, trova adesso un fondamento scientifico come riporta il Wall Street Journal. Infatti se le condizioni atmosferiche possano davvero aumentare il dolore fisico (ma vale anche per quello psicologico, dal momento che il numero di persone metereopatiche è in continua ascesa) è un interrogativo che in medicina ci si pone da molto tempo. Sin dai tempi di Ippocrate e addirittura nella millenaria medicina cinese nella quale i reumatismi (Fngshi bing) si traducono in "malattia del vento umido".
Meteopatia

In epoca recente i ricercatori hanno ottenuto risultati controversi e hanno liquidato il tema concludendo che si tratta di un collegamento molto soggettivo. «I pazienti con fibromialgia sembrano essere i più sensibili al tempo» dice Susan Goodman, reumatologa all'Hospital for Special Surgery che però aggiunge: «se alcune persone sembrano essere estremamente sensibili al clima, altre nelle stesse condizioni non lo sono per niente per ragioni che non sono ancora chiare».
Il più noto studio risale agli anni '90 ad opera dello psicologo Amos Tversky, il quale dopo aver analizzato una ventina di pazienti con artrite reumatoide non ha trovato alcuna connessione. Altri studi hanno poi collegato i cambiamenti di temperatura, umidità o pressione atmosferica anche ad altre malattie, come il mal di testa, il mal di denti, le nevralgie del trigemino, la gotta. Tutti noi del resto abbiamo in famiglia un nonno, una nonna o una zia che come un barometro ci avverte che il tempo sta cambiando perché la vecchia cicatrice o le ginocchia "si fanno sentire".
Il nesso dunque c'è, anche se gli scienziati non comprendono tutti i meccanismi coinvolti nel dolore da maltempo. La spiegazione più plausibile è che quando sta per arrivare un temporale la pressione atmosferica si abbassa alterando anche quella interna alle articolazioni. Che si sa sono circondate da sacche di liquido e gas. A sostenere questa tesi è Robert Jamison, anestesista e psichiatra alla Harvard Medical School. «Immaginate un palloncino che si trova tra l'aria esterna e quella interna. Se quella esterna diminuisce, il palloncino si espande, lo stesso accade nelle nostre articolazioni che espandendosi premono sui nervi e i tessuti circostanti».
In fin dei conti è risaputo che gli ambulatori di ortopedici, neurologi, ma anche di chiropratici e fisioterapisti si riempiono proprio quando piove perché il clima, al di là delle previsioni del tempo, ha un'incidenza diretta sulla nostra salute. E il legame tra temporali e dolore è così stretto che negli Stati Uniti i canali meteo hanno anche un "indice dell'Artrite". E ci sono pazienti che sostengono che le loro articolazioni «sono meglio e più precise dei meteorologi». Bill Balderaz, presidente di una società di digital-marketing di Columbus, in Ohio, ricorda che l'anno scorso in una giornata di pieno sole ha iniziato a sentire un fortissmo dolore a causa della sua artrite. A metà pomeriggio un uragano non previsto ha sconvolto l'Ohio e gli Stati limitrofi con venti che soffiavano a 80 miglia all'ora.
Anche il freddo e non solo l'umidità, sembra aumentare certe patologie, come il rischio di ictus e gli attacchi di cuore. Il rischio d'infarto aumenta del 7% ogni 10 gradi di calo della temperatura, secondo uno studio condotto in Belgio su quasi 16.000 pazienti. In questo caso la causa sarebbe dovuta a uno ispessimento del sangue e alla costrizione dei vasi sanguigni.
E per chi pensa che la soluzione sia quella di andare a vivere in climi caldi e asciutti… gli esperti sottolineano che il beneficio, purtroppo, è soltanto temporaneo: se si vive in un luogo a tempo pieno, il corpo si acclimata e si ridiventa sensibile ai cambi di clima, anche minimi.
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