Il-Trafiletto
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08/11/14

Un collare ci salverà il cervello da ictus e infarti | invenzione tutta italiana

Si è tenuto anche quest'anno il prestigioso concorso internazionale Intel Global Challenge, dove ci si arriva dopo ad una scrematura nazionale. Alla finalissima, che si svolge tra l'università di Berkeley e San Francisco, nella categoria Internet of Things Hardware, una start up italiana si è portata a casa il premio.


La modenese Neuron Guard ha convinto una qualificata giuria internazionale presso la Haas School of Business dell’Università di Berkeley, presentando un innovativo per trattare i danni cerebrali acuti. Consiste in un particolare collare che riduce sensibilmente i danni causati nel cervello da ictus, infarti e traumi cranici severi.

 Il collare ipotermico
 «Abbiamo realizzato un prototipo in grado di abbassare la temperatura del cervello per evitare che le cellule celebrali degenerino rapidamente» dice al Corriere.it Enrico Giuliani il medico fondatore dell’azienda premiata. "Il collare sfrutta un principio ben conosciuto, quello dell’ipotermia, che ha già dimostrato di essere efficace in molti casi d’emergenza, specialmente nel trattamento degli infarti". Il dispositivo italiano ha però una proposizione unica e innovativa, quella di poter essere impiegato subito durante l’emergenza dai paramedici, per tutta la durata del trasporto in ospedale e anche nelle prime 72 ore dopo il ricovero. "Il tempo è cruciale. Prima si interviene, più possibilità si hanno di preservare le funzionalità del cervello" spiega il giovane imprenditore modenese. È risaputo infatti che la degenerazione neurologica inizia già dopo 8 minuti dall’evento critico e che il danno è irreversibile.
L'obbiettivo finale è mattere a punto un apparecchio portatile da disporre in aeroporti, stazioni, centri commerciali e tutti i luoghi pubblici in modo da poter avere un intervento rapido e limitare al minimo i danni cerebrali al paziente. Il team modenese si è portato a casa un assegno di 15 mila dollari e numerosi contatti con i principali investitori della Silicon Valley


19/05/14

Vogliamo evitare l'Ictus? Mangiamo più fruttae verdura.

Questa volta lo studio arriva dalla Cina, e precisamente dalla Qingdao University, ed è stato pubblicato sulla rivista specializzata "Stroke". Gli alleati preziosi per la nostra salute sono questa volta frutta e verdura. Mangiare abbondantemente questi due alimenti, secondo lo studio, contribuisce a ridurre il rischio di avere un ictus in media del 20%. I ricercatori hanno combinato i risultati di venti studi diversi effettuati negli ultimi 19 anni e sono giunti al risultato che mangiando 200 grammi di frutta al giorno si ha una diminuzione del rischio di ictus pari al 32%. Un pò meno per la verdura, mangiandone sempre 200 grammi/die il rischio diminuisce dell'11%. Sembra che il merito di ciò sia imputato ai carotenoidi, un genere di antiossidanti presenti in molti tipi di frutta e verdura. In un altro studio è stato notato che pazienti con bassi valori di tre carotenoidi, e precisamente l'alfa-carotene, il beta-carotene e il licopene erano soggetti ad un rischio più elevato di ictus. Mangiando quindi più frutta e verdura abbiamo la capacità, oltre che fornire il nostro organismo di carotenoidi, di controllare la pressione sanguigna, e di migliorare il microcircolo; non solo, ma controlliamo anche il colesterolo, la massa corporea e le infiammazioni, tutti fattori, questi, che aumentano il rischio di ictus.

13/03/14

Conseguenze maggiori per le donne dopo un ictus | Sono molto più gravi i danni di un ictus nelle donne rispetto agli uomini.

Conseguenze maggiori per le donne dopo un ictus | Sono molto più gravi i danni di un ictus nelle donne rispetto agli uomini.

Dopo circa un'anno di tempo trascorso da un attacco di ictus, la qualità della vita delle donne è peggiore rispetto a quella degli uomini. Ormai è stato accertato che l'ictus lascia più danni permanenti di una importanza rilevante nella vita delle donne rispetto a quella degli uomini.

A prova di quanto deto ci sono i risultati di una ricerca eseguita al Wake Forest Baptist Center di Winston-Salem (Stati Uniti): in base ai risultati pubblicati sulla rivista di Neurology la qualità della vita delle donne scampate a questo attacco cerebrovascolare è peggiore rispetto a quella degli uomini sia in termini di capacità motorie, sia per il dolore i fastidi e i problemi di ansia o depressione con cui devono convivere.

Gli autori dello studio, coordinati dalla docente di neurologia Cheryl Bushnell, hanno valutato la qualità della vita di 1.370 pazienti di età compresa tra i 56 e i 77 anni 3 mesi e 1 anno dopo l'ictus o l'attacco ischemico transitorio da cui sono stati colpiti.
“Abbiamo scoperto – ha spiegato l'esperta - che le donne hanno una qualità della vita peggiore rispetto agli uomini fino a 12 mesi dopo un ictus, anche dopo aver tenuto conto di importanti differenze nelle variabili sociodemografiche, nella gravità dell'ictus e nella disabilità”.
Danni maggiori dopo un ictus nelle donne

I problemi sono particolarmente evidenti nelle donne che hanno superato i 75 anni di età, ma come ha precisato Bushell anche se le donne incluse nello studio erano più anziane rispetto agli uomini “l'età ha davvero un effetto molto limitato sulla qualità della vita”. “Dato che sempre più persone sopravvivono all'ictus ha concluso Bushnell i medici e gli altri operatori sanitari dovrebbero fare attenzione i problemi riguardanti la qualità della vita per mettere a punto strategie d'intervento migliori, inclusi strumenti di screening genere-specifici, per migliorare le vite dei pazienti”.

02/03/14

Attacco ischemico transitorio: ai giovani causa disabilità durature

Gli ictus particolarmente precoci, che attaccano le persone al di sotto dei cinquanta anni, portano a una disabilita' di lunga durata.

 Gli under cinquanta che sopravvivono ad un ictus non sono in grado di muoversi autonomamente e hanno bisogno di assistenza per le attivita' quotidiane fino ad almeno dieci anni dopo l'evento patologico, secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Stroke. Circa il dieci per cento degli ictus si verifica tra i diciotto e i cinquanta anni di eta'. "Anche se i pazienti sembrano recuperare relativamente bene la funzionalita' motoria, una serie immensa di danni invisibili correlati alla perdita di indipendenza rimane inalterata", ha spiegato Frank-Erik de Leeuw della Radboud University (Paesi Bassi), autore senior dello studio che ha analizzato le abilita' di un campione di 722 pazienti dopo un ictus avuto prima dei cinquanta anni. Dopo un attacco ischemico transitorio, il 16,8 per cento ha avuto disabilita' funzionale e il 10,8 per cento scarse capacita' di indipendenza; dopo un ictus ischemico, causato da un coagulo di sangue nel cervello, il 36,5 per cento ha avuto disabilita' funzionale e il 14,6 per cento non era in grado di muoversi autonomamente; dopo un ictus emorragico, causato da una emorragia cerebrale, il 49,3 per cento ha sofferto di disabilita' funzionale e il 18,2 ha perso l'indipendenza.                                      fonte(AGI) 

22/12/13

La felicità esiste | Uomo colpito da ictus ha perso la capacità di essere triste

Spesso gli ictus cerebrali hanno conseguenze molto gravi, ma a volte possono cambiare la vita in meglio. E' il caso di Malcon Myatt, che ne ha avuto uno nel 2004. Dopo aver passato ben 5 mesi in ospedale, i medici gli hanno spiegato che l'ictus aveva colpito il lobo frontale del suo cervello. L'uomo ha perso sensibilità nel lato sinistro del corpo ed ha iniziato a riscontrare problemi con la memoria a breve termine. Tuttavia Malcom è felice perché, tra le conseguenze dell'ictus, ha perso la capacità di essere triste. Secondo gli specialisti si sarebbe danneggiata la parte del cervello che controlla le emozioni.  Potrebbe essere il motivo di studiare il perchè di depressioni emotive che spesso portano a conseguenze drastiche. Non più tardi di qualche giorno fa, si è suicidato lo scrittore seneggiatore americano Ned Vizzini: era l'autore di "Datti una mossa"storia di un adolescente problematico, timido che scopre una pillola che lo fa diventare figo. Aveva 32 anni, e combatteva da tutta la vita con la depressione. Aveva avuto un ricovero in una struttura psichiatrica, in seguito ad un tentato suicidio. Fu in seguito a questo ricovero che scrisse il suo famoso libro "Mi ammazzo, per il resto tutto ok". Se scoprissero perchè il signor Malcon Myatt, ha perso la capacità di essere triste e depresso, potremmo salvare ragazzi problematici e di solito geni artistici proprio per la loro sensibilità.
Secondo la dottoressa Clare Walton, della Stroke Association inglese, «quando l’ictus colpisce il cervello c’è un arresto dell’afflusso di sangue. A questo punto le cellule cerebrali muoiono e possono verificarsi dei danni permanenti. Ma ogni evento è diverso e in base alla zona del cervello colpita si determinerà il danno del paziente». Il danno di Mr. Myatt è di quelli che ti cambiano la vita, ma forse in meglio. «Malcolm adesso è molto infantile – dice la moglie Kath – e il suo modo di essere è contagioso. Quando comincia a ridere tutti i presenti fanno lo stesso, tira su il morale ovunque vada. Tutti sentono la sua mancanza quando non è presente». E questo è Mr. Happy, l’uomo che grazie a un danno al cervello regala felicità. "Non sono mai depresso e, comunque, essere triste non sarebbe di nessun aiuto" racconta ai giornalisti. Secondo i medici il suo caso è insolito ma non inspiegabile. Il danno fisico al cervello, infatti, può influire sulla risposta emozionale. Certe persone possono quindi diventare meno emotive. Che sia una fortuna in certi casi?


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