Voyager 1 solo
17.000...anni per
uscire dal
nostro sistema solare! La
sonda che fu lanciata ben 36 anni orsono dalla
NASA, sta per accingersi ad oltrepassare l'
eliopausa, ovvero la zona in cui il
flusso di particelle emesso dal Sole è così "annacquato" da non riuscire a superare la resistenza della
rarefattissima "atmosfera" interstellare, e pone fine alla sua espansione. Badate bene che comunque sia siamo ancora ben all'interno dei
confini del sistema solare, ovvero di quella regione in cui la
gravità del Sole agisce sulle
forze gravitazionali della galassia e delle altre
stelle, che si possono allocare ai confini della
nube di Oort, a 1,1
anni luce da noi. Le ultime discussioni riguardo la possibilità che la
sonda Voyager 1 abbia potuto già “
lasciare il sistema solare” non hanno tenuto conto di alcuni dettagli critici. Il limite della
radiazione delle particelle emesse dal Sole non è il
confine fisico del contenuto del
sistema solare, ma è il punto di passaggio in quella
atmosfera di materia rarefattissima e
campi magnetici che popola lo
spazio tra le
stelle della
nostra galassia. Questo argomento ultimamente è tornato d'attualità, in quanto che dopo 36 anni di viaggio pare che la
sonda Voyager 1 stia attraversando una zona che è stata descritta come una “
autostrada magnetica”, nella quale le linee del
campo magnetico del Sole si connettono a quelle che predominano lo
spazio interstellare della nostra
galassia. Tutto ciò sta a spiegare che
Voyager 1 si sta accingendo ad oltrepassare l'
eliopausa, la
zona di transizione nella quale l'incredibile
flusso di radiazione particellare (come
elettroni e
protoni) emessa dal nostro
Sole è ormai così diluito da non riuscire a farsi spazio nella debole
radiazione interstellare. Questo è il punto di ingresso nel mezzo interstellare, in un certo senso nell'
atmosfera della Via Lattea.
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Voyager 1 |
Ma tutto ciò ha indotto ad alcuni commenti fuorvianti sulla “
fine del nostro sistema solare”. Il 20 Marzo, la
NASA ha quindi rilasciato una dichiarazione alfine di chiarire la confusione su dove sia il
Voyager: "Il
team di Voyager è a conoscenza di rapporti secondo cui il la sonda
Voyager 1 della NASA avrebbe lasciato il
sistema solare", ha detto Edward Stone, del California Institute of Technology di Pasadena, in California, e membro del progetto
Voyager. "Il
team scientifico del Voyager è concorde nell'affermare che
Voyager 1 non ha ancora
lasciato il sistema solare o raggiunto lo
spazio interstellare. Nel dicembre 2012, il team scientifico del
Voyager ha riferito che
Voyager 1 si trova all'interno di una nuova regione, '
l'autostrada magnetica', in cui sono radicalmente cambiate le
particelle energetiche. L'indicatore critico definitivo del raggiungimento dello
spazio interstellare è un cambiamento nella direzione del
campo magnetico e questo cambiamento di direzione non è stato ancora osservato."
Nonostante tutto, anche la dichiarazione della
NASA non spiega sufficentemente la sottile differenza tra “
lasciare il sistema solare” e “
raggiungere lo spazio interstellare”, una differenza che vale per il nostro
sistema solare come per qualsiasi altro. Come ogni
stella normale, il
Sole crea ciò che è in effetti una
bolla di propri effluvi, e lo fa esercitando una
pressione opposta all'
ambiente interstellare, ma più ci si allontana, più questa
pressione si indebolisce. Il punto esatto in cui la
pressione solare diventa pari alla
pressione circostante è influenzata da molti fattori. Ad esempio, dai
campi magnetici che interagiscono con la
materia elettricamente carica, ma anche, e molto, da dove ci troviamo nella
galassia e dalla densità locale dell'
atmosfera interstellare, che è in continuo cambiamento lungo la nostra
orbita galattica, che percorriamo in circa 230 milioni di anni. Il problema è che, come per l'eliopausa, questo confine potrebbe non essere sempre alla stessa distanza dal
Sole. Ancora una volta, il nostro movimento intorno alla
galassia e l'azione di altre
stelle e corpi celesti di paesaggio creano un lento cambiamento del
paesaggio gravitazionale. Nonostante tutto, una stima approssimativa sta ad indicare che si tratta di circa un
anno luce di distanza.
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Nube di Oort |
Non a caso questo è il limite ipotizzato esterno della
nube di Oort, una enorme struttura formata da migliaia di miliardi di detriti ghiacciati scagliati verso l'esterno quando si formarono i nostri
pianeti circa 4,5 miliardi di anni fa.
La nube di Oort è la probabile
origine delle comete a lunghissimo periodo, oggetti che per completare le orbite che li portano verso l'interno del sistema solare possono impiegare da centinaia a milioni di anni. Ad esempio, per vedere di nuovo la
cometa West, che è stata osservata l'ultima volta nel 1976 e sta tornando verso il punto più lontano della sua orbita a circa 1,1 anni luce di distanza, bisognerà attendere circa 6 milioni di anni.
Tutto ciò vuol dire che, per quanto il vecchio caro
Voyager potrebbe aver iniziato ad assaporare un po' di
fresca brezza galattica, è ancora parecchio lontano dall'oltrepassare quel folto gruppo di “scogli” che ci separano dallo
spazio interstellare veramente aperto.