Il-Trafiletto
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05/09/14

Un pianeta abitale | Ecco come fare per costruirne uno

Grazie ai nuovi dati sui corpi celesti scoperti nelle più remote zone della Galassia è possibile tracciare un modello di mondo abitabile. 


I pianeti del nostro Sistema Solare formano un gruppetto ben ordinato. Si muovono sullo stesso piano e orbitano attorno al Sole nella medesima direzione. A metà del XVIII secolo il filosofo tedesco Immanuel Kant fu il primo a trarre l'ovvia conclusione: i pianeti si devono essere formati da un disco piatto di materiale che ruotava attorno al Sole neonato. Oggi gli astronomi sanno che questi "dischi protoplanetari" sono comuni. Sono state trovate centinaia di esopianeti - i pianeti in orbita attorno a stelle che non siano il nostro Sole - che ci raccontano la storia delle prime fasi della formazione planetaria. Che cosa ci hanno insegnato sulla nascita di un pianeta? E quanto è facile "costruire" mondi abitabili come la nostra Terra?
 "Hubble sta tuttora elaborando dati che costringono gli scienziati a riconsiderare i parametri relativi alla formazione dei pianeti. 
Pianeta abitabile.
Come costruirne uno

COMPATTARE UNA NUBE
Per costruire un pianeta, bisogna prima creare una stella, ma questo è facile, perché fa quasi tutto la gravità. Prendiamo un'enorme nube di gas molecolare freddo, cosparsa di polvere cosmica: non è importante la composizione precisa. A quel punto lasciamo fare alla natura. La nube collassa sotto la propria stessa gravità, formando così globi più piccoli, un po' come la polvere che si raccoglie sotto il nostro letto. La conservazione del momento angolare (pensiamo ai pattinatori che vanno più veloci se raccolgono le braccia durante una piroetta) e le forze centrifughe (come la pasta spianata che viene fatta ruotare in aria per fare la pizza) trasformano ogni mininube in un disco piatto in rotazione attorno a un sole nascente. Ecco pronto il nostro disco protoplanetario. Detto ciò. Hubble sta tuttora elaborando dati che costringono gli scienziati a riconsiderare i parametri relativi alla formazione dei pianeti. All'inizio dell'anno il telescopio ci ha fatto conoscere un pianeta in orbita a 12 miliardi di chilometri dalla propria stella: il doppio della distanza di Plutone dal Sole.

PROTEGGIAMO I DISCHI DELICATI
I dischi protoplanetari in formazione sono vulnerabili; se vogliamo che generino pianeti, dobbiamo impedire che volino via. Secondo i dati più recenti raccolti dai telescopi spaziali che osservano sulle lunghezze dell'infrarosso, è quello che potrebbe succedere in un vivaio stellare affollato come la nube molecolare di Orione. Le stelle massicce neonate emettono enormi quantità di luce ultravioletta e producono violenti venti stellari. Questi venti possono aprire cavità nella nube ed erodere tutto quello che si para sulla loro strada, compresi i dischi che portano alla formazione dei pianeti attorno alle stelle di massa minore. Dopo tutto, questi dischi non sono poi così sostanziosi: contengono tipicamente appena l'un per cento della massa della rispettiva stella.

ATTENZIONE ALLE STELLE BINARIE
Le stelle binarie sono "sterminatrici" di pianeti. È vero, la NASA ha scoperto di recente i "pianeti Tatooine" con due soli in cielo, come il pianeta su cui viveva Lu Skywalker in Guerre Stellari. Però, sebbene le stelle binarie si; molto comuni nella Via Lattea, li simulazioni al computer suggerii che questi pianeti "circumbinari' siano rari. "Una coppia di stelle ] spezzare i dischi protoplanetari c le sue interferenze gravitazionali spiega Dimitar Sasselov del Cen Harvard-Smithsonian per l'astro: a Cambridge, nel Massachusetts. a Cambridge, nel Massachusetts. In altre parole, due stelle insieme possono essere troppo "appiccicose"; in ambito stellare è meglio un genitore single.(science)


17/06/14

12 MISTERI CELESTI

12 MISTERI CELESTI 
 del Dr. Alexander Gurshstein

L'astronomo Keplero, 200 anni fa, scoperse le leggi del movimento dei pianeti del nostro sistema solare. Ma da quando si è scoperto il radar e le astronavi hanno cominciato a solcare il cielo, queste leggi si sono rivelate inutili. Dodici misteri attendono di essere svelati dagli astronomi e sono i seguenti:

1) Fin dall'inizio delle ricerche astronomiche l'uomo fu attirato dai misteriosi anelli del pianeta Saturno. Molte teorie sono state elaborate per spiegare questi anelli. Ultimamente altre due sensazionali scoperte. Anche Giove ed Urano hanno degli anelli. Perché solo i grandi pianeti hanno attorno questi anelli? Mistero.
2) Un veicolo spaziale sovietico è atterrato su Venere e ha posto in evidenza uno strano fatto: Venere compie una rotazione ogni 243 giorni, ma in direzione opposta a quella della Terra e degli altri pianeti. Le leggi di Keplero non possono spiegare questo fatto. Infatti nessuno ha trovato finora una spiegazione logica per questo mistero.
3) Questo veicolo spaziale ha rivelato inoltre che, mentre Venere compie una rotazione ogni 243 giorni, la sua atmosfera superiore ne compie una ogni 4 giorni. Cioè l'atmosfera superiore di questo caldissimo pianeta ruota 50 volte più velocemente della parte solida. Un mistero difficile da comprendere.
4) Oggi più nessuno crede che gli enormi canali di Marte siano opera di intelligenti Marziani. Tuttavia è stato recentemente scoperto che esiste una sottile atmosfera su questo pianeta, ma la sua temperatura è tanto bassa che non permette l'esistenza di acqua. Si è pensato che siano stati i fiumi di ghiaccio a produrre i canali. Ma per ora i canali restano un mistero.
5) Alcuni astronomi hanno avuto un'idea che dovrebbe turbare i nostri sonni: Marte nel passato aveva un' atmosfera, ma la perse improvvisamente, come testimoniano i giovani canali di Marte. Può capitare anche alla Terra di perdere improvvisamente la sua atmosfera e diventare un pianeta morto?
6) Come tutti sanno, la Luna volge sempre la stessa faccia verso la Terra. Si spiega ciò con la sua vicinanza alla Terra e con gli effetti misteriosi delle maree. Ma guardiamo Mercurio. Si credeva che anche Mercurio ruotasse attorno al Sole mostrando solo una faccia. Ma le ultime osservazioni provano che ciò non è, poiché Mercurio ruota sul suo asse ogni 58 giorni, mentre ruota attorno al Sole. ogni 88 giorni. Un mistero.

7) Mercurio ha altri misteri. Il suo moto attorno al Sole è coordinato con il moto della nostra Terra. Ogni 116 giorni Mercurio e la Terra si avvicinano su di un lato del Sole. Durante questi periodi, Mercurio compie due rotazioni attorno al suo asse ... e così volge sempre la stessa faccia alla Terra! Il mistero è profondo. Mercurio dovrebbe" allinearsi" con il Sole, non con la Terra, poiché il nostro pianeta non può esercitare una forte forza di attrazione per un pianeta così lontano! Cosa fa muovere i pianeti? Mistero.
8) Ritorniamo a Venereo Ogni 584 giorni Venere si avvicina alla Terra. Mi riferisco al suo corpo solido, non alla sua atmosfera. Attualmente Venere volge sempre la stessa faccia alla Terra! Nessun astronomo e nessun fisicomatematico riesce a risolvere questo mistero.
9) Considerando i milioni di rilevamenti e di calcoli operati dall'astronomia scientifica in questi ultimi anni, è sconcertante per la scienza dover affrontare questa situazione: le rivoluzioni dei pianeti non sono" accidentali", ma seguono esatte leggi di natura; le distanze fra i corpi celesti sono anch' esse determinate da leggi invariabili, ma che cosa sono queste leggi? Per rispondere si dovrebbero risolvere i misteri 7 e 8 sopra citati.
l0) È ora penosamente chiaro agli astronomi che le leggi che spiegano i moti dei pianeti in termine di attrazione gravitazionale non dicono più nulla, soprattutto non spiegano ciò che determina le distanze che ci tengono legati al nostro sistema solare.
11) Anche quel piccolo satellite di Giove, lo, è molto misterioso. Ha vulcani attivi. Vulcani più violenti di quelli terrestri. Perché questo, se gli altri satelliti dei pianeti giganti sono coperti da enormi strati di ghiaccio? Un mistero.
12) Le relazioni non spiegate fra i corpi del nostro sistema solare sono chiamati da alcuni scienziati "il fenomeno della risonanza". Si intende dire con ciò che i corpi celesti, che un tempo gli astronomi credevano seguissero le leggi scientifiche accettate, ora li si mette in relazione reciproca in modi che non si possono ancora spiegare. E il tutto diventa sempre più misterioso, soprattutto se si lascia il nostro sistema solare e ci si perde ad indagare sulla nostra galassia e il cosmo.
(da "Northern Neighbours", marzo 1985, Box 1000, Gravenhurst, Ontario POC IGO, Canada)


05/04/14

Scoperti neutrini altamente energetici proveniential di fuori del nostro Sistema Solare.

Sono stati scoperti 28 neutrini altamente energetici provenienti al di fuori del nostro Sistema Solare!
IceCube, il gigantesco osservatorio di neutrini situato presso la stazione Amundsen-Scott, al Polo Sud, dove la temperatura può arrivare a 80° gradi sotto lo zero, a rinvento la presenza di neutrini altamente energetici.

La scoperta risale allo scorso novembre ed è stata effettuata dal team di scienziati che lavora nella sudetta stazione. "Per la prima volta, abbiamo le prove della presenza di neutrini altamente energetici provenienti dall'esterno del nostro Sistema Solare", ha affermato Olga Botner di IceCube.
"Studiandoli, potremo finalmente vedere l'Universo sotto una 'luce' diversa".
IceCube osservatorio di neutrini

IceCube, visto dall'esterno, ha un aspetto alquanto dimesso, ma sotto la su superficie ghiacciata a 2,4 km di profondità, si nascondono sofisticatissimi apparecchiature elettroniche del valore di oltre 200 milioni di euro.

01/01/14

2014 l’anno della sfida tra USA e Cina! Spazio ultima frontiera…

2014 l’anno della sfida tra USA e Cina! Spazio ultima frontiera
Era iniziato in grande stile il 2013 dello spazio, quando il 15 febbraio con l’arrivo della grande meteora sulla Russia, e si conclude altrettanto con giorni in cui, traghettandoci ad un promettente 2014 due incredibili gioielli della tecnologia spaziale si “scontreranno” nell’infinita ultima frontiera: il rover Curiosity, made in Usa, di istanza su Marte e il Coniglio di Giada, made in China allocato sulla romantica Luna, dove finalmente il “destino” ci ha riportato.

A fare da cornice a tutto ciò, le sempre più agguerrite e protagoniste imprese private americane come SpaceX, Orbital Sciences e Virgin Galactic che in pochi anni, grazie al trasloco di tecnologia e know how imposto da Obama, sono nate dal nulla e ora, con contratti “faraonici”, fanno da rifornimento alla ISS, le prime due, o dominano, come la terza, nel promettente campo del "turismo spaziale". Nel 2014 potremmo vedere queste compagnie uscire allo scoperto con progetti commerciali anche più importanti, come la preparazione di un viaggio di astronauti su Marte, cui stanno lavorando oramai in parecchi, sia agenzie statali e privati.

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Spazio ultima frontiera
Se la grande meteora, 18 metri di diametro, che ha sfiorato i cieli gelidi della Russia causando 1200 feriti, a causa dei vetri rotti nella città di Chelyabinsk, Siberia, ci ha rammentato che in casi del genere per il momento siamo completamente indifesi, le prime scoperte di Curiosity, il Rover Nasa grande come un Suv terrestre, ha dato un po' di ossigeno al sogno umano di trovare vita, microbica o finanche solo fossile, su Marte, il pianeta che da 100 anni abbiamo come obbiettivo per le nostre speranze di emigrare un giorno da una Terra sovraffollata ed impoverita ( ricordate il film Mission to Mars? ).

Nel mese di settembre 2013, dopo settimane di discussioni accese, Nasa ha confermato che la sua sonda Voyager 1, partita dalla Terra 36 anni fa, è diventato il primo oggetto costruito dall'uomo a raggiungere lo spazio interstellare, come dire è uscito dal nostro Sistema solare. Certo è moltissimo per noi, ma al tempo stesso è una distanza quasi impercettibile rispetto a quelle fra le stelle della nostra Galassia, miliardi e miliardi di volte più grande.

Si conclude dunque in questi giorni un 2013 davvero eccezionale per lo spazio, con la Cina che ritorna, a nome di tutta l'umanità ma in effetti per i loro giusti interessi, sulla Luna, facendo vibrare l'orgoglio nazionale loro e reagire pesantemente quello di tanti americani. Il rover Yutu, chiamato così in onore del "Coniglio di Giada" protagonista della mitologia cinese, è andato lì per capire se ci si può, e se vale la pena, installarci una miniera vera e propria per l'estrazione di materiali rari sulla terra.
Unica delusione di quest'anno è stata la cometa ISON che aspettavamo come spettacolo natalizio in cielo, ma si è vaporizzata in un attimo per il passaggio troppo vicino al Sole, quasi un bacio della morte cosmico che ci ha privato dello spettacolo.

Forse il 2014 sarà l'anno in cui troveremo, con una ragionevole certezza, un pianeta molto simile alla Terra. Kepler, il satellite Nasa, ci ha aperto gli occhi: attorno alle stelle molto vicine a noi, praticamente le nostre vicine di pianerottolo, ruotano almeno un migliaio di pianeti, altri 4000 sono sospetti. Ne abbiamo trovato anche uno proprio simile come massa, ma talmente vicino alla sua stella, il suo Sole per intenderci, da avere una temperatura di 2000 gradi alla superfice, come dire vivere sulla lava dell'Etna. Ma non disperiamoci, se tanto ci dà tanto, dalla piccola ma fondamentale statistica che Kepler ci ha regalato possiamo, con molta ragionevolezza pensare che di pianeti ce ne siano almeno qualche miliardo della nostra galassia. Va bene, saremo anche sfortunati, ma uno prima o poi lo troveremo! O no?

Ma si, o quanto meno lo speriamo, nel 2014 ci si potrà prenotare per un viaggio suborbitale con Virgin Galactic e il suo splendido vascello SpaceShipTwo, in ritardo sui programmi solo di qualche mese. Si va su fino a 100 chilometri dove inizia, per pura convenzione, lo spazio e poi giù a capofitto in assenza di peso. Un bel divertimento anche se un po' caro 20.000 dollari almeno. Xcor e Blue Origin, compagnie private made in USA, sperano di battere sul tempo la Virgin di Sir Branson.

Attorno, o al suolo, al già affollato Marte, arriveremo nel 2014 a 10 mezzi spaziali da quelle parti, arriveranno sonda Nasa Maven, l'ennesima per studiare un pianeta che gli americani considerano "di proprietà loro", e la sonda indiana Mangalyaan. Con questa gli americani avranno sul Pianeta rosso due rover, una stazione fissa, Maven appunto, e tre orbiter, una flotta di tutto riguardo.
Il prossimo anno però sarà fondamentale per Nasa, al di là dei tanti lanci previsti, per il delicatissimo test della capsula Orion, nuovissima e destinata a portare gli astronauti americani nelle imprese spaziali del prossimo ventennio, e tutto dipende dai lanci previsti, in modalità robotica, nel 2014.

Per noi europei, che continuiamo ad essere legati ai finanziamenti statali, il 2014 sarà l'anno della splendida missione Rosetta. In volo dal marzo 2004 è oggi ibernata per risparmiare energia, una specie di bella addormentata che verrà risvegliata il 20 gennaio 2014 da un segnale radio lanciato dalla sala controllo di Esa, l'Agenzia Spaziale del vecchio continente.
Arriverà al suo obiettivo, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko nell'agosto e la accompagnerà nel suo viaggio verso il Sole per studiarla, ci farà vedere in diretta, insomma, quel che succede a questi bellissimi oggetti che provengono dalle più lontane zone del sistema solare.

Ma non è tutto, con i suoi dieci strumenti, di cui tre realizzati in Italia, Rosetta ci dirà tutto in tempo reale ma anche nel novembre dell'anno che è alle porte farà atterrare sulla cometa un piccolo lander che preleverà e analizzerà campioni del materiale di cui è formata la 67P/Churyumov-Gerasimenko. Un altro sforzo per sapere, da uno dei corpi più vecchi del Sistema solare, chi siamo e come ci siamo formati 4 miliardi e mezzo di anni fa.

28/11/13

Occhi "spaziali" puntati sulla cometa Ison...prima che torni a perdersi nello spazio sconfinato!

Sono una decina gli...occhi "spaziali", ovvero i satelliti astronomici, che sono puntati in queste ore spaciali, che volgono lo sguardo sulla cometa Ison, che sta dirigendosi verso il punto più critico della sua orbita!

Quando sarà al punto più vicino al Sole se sopravviverà, potrà invertire il suo cammino, facendo ritorno, prima verso di noi poi potrà essere libera di perdersi nuovamente negli spazi più reconditi del lontano del sistema solare. Si, si tratta per la cometa Ison del suo punto di ritorno, quasi fosse un boomerang virtuale, che potrà toccare alle 19.48 ora italiana di oggi, 28 novembre.

Al momento si trova al massimo del bombardamento da parte del vento solare, un fiume di particelle che esce dalla nostra stella, e della radiazione, ovviamente anch'essa sempre più intensa man mano che si avvicina.
Cometa Ison

Come se non bastasse proprio in queste ore il Sole ha eruttato un violento Cme, ossia un getto di gas incandescente e particelle, roba da milioni di chilometri di grandezza.

Sopravvivrà questa palla di ghiacci, roccia e polvere, grande pochi chilometri, all'abbraccio del Sole o questo gli sarà fatale e, come tante altre comete, si spaccherà in vari pezzi ?

Vedremo, manca poco: certo, se tutto andrà per il meglio, dal 1 dicembre, molto bassa sull'orizzonte, al tramonto potremo vedere la cometa di Natale con la sua coda che è già sui 2 milioni di chilometri di lunghezza. Al momento possiamo seguire il suo avvicinamento al Sole, per qualche ora, grazie alle riprese in tempo quasi reale del satellite Nasa Soho.

25/11/13

Strano oggetto ai confini del nostro Sistema Solare: 2002 UX25

 Il nostro Sistema Solare ci riserva sempre delle sorprese, e l'attenzione di studiosi e ricercatori che ne studiano i confini, si fa sempre più crescente.
Cos'è 2002 UX25? E' il più grande oggetto solido finora conosciuto nel Sistema solare ad avere una densità più bassa dell'acqua. A scoprire questa inattesa proprietà è stato un planetologo, Mike Brown del California Institute of Technology di Pasadena. L'esotico corpo celeste si trova alla periferia del nostro sistema planetario.  2002 UX25 ed è un KBO (Kuiper Belt Object), un oggetto celeste del diametro di circa 650 chilometri, come molti altri in quella regione che si estende oltre l'orbita di Nettuno che prende il nome di Fascia di Kuiper.
Fascia di Kuiper

Cos'ha dunque di così strano 2002 UX25? La sua densità, che è minore di quella dell'acqua pura. Se riuscissimo ad adagiare questo grande sasso spaziale in una enorme vasca piena d'acqua, questo riuscirebbe a galleggiare.
Un oggetto di simili dimensioni e così leggero porta un certo scompiglio nell'attuale classificazione dei KBO. Infatti, quelli con un diametro minore di 350 chilometri hanno tipicamente densità inferiori a quella dell'acqua mentre quelli con diametri maggiori di 800 chilometri presentano densità maggiori.
Vero è che 2002 UX25 si pone proprio nella terra di mezzo tra le due categorie, ma il fatto che la sua densità sia di ben il 18 per cento più bassa di quella dell'acqua solleva comunque molte domande sui processi di formazione degli oggetti di questo tipo che popolano il Sistema solare esterno.
Domande, queste e molte altre, a cui i planetologi cercheranno di dare risposte con le missioni presenti e future dedicate allo studio dei corpi celesti più remoti del nostro sistema planetario. La sonda New Horizons della NASA è nel pieno del suo lungo viaggio verso Plutone, che raggiungerà nel 2015.

02/11/13

Kepler, satellite americano, ha trovato il fratello della Terra, ma è troppo rovente

Una delle eterne domande dell'uomo che osserva l'universo, è chiedersi se siamo soli, o se ci sono altre forme di vita e pianeti simili alla terra dove la vita sia possibile. Beh un pianeta molto simile al nostro è stato ossevato dai ricercatori dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), il suo nome è Kepler-78b e dista 700 anni luce, è roccioso e ha dimensioni, massa e densità molto simili a quelle della Terra.
Kepler-78b

Questo fratello della Terra senza precedenti ha un nucleo di ferro e orbita intorno alla stella Kepler-78. Purtroppo è troppo caldo per poter ospitare forme di vita. La sua orbita è infatti strettissima: un periodo di rivoluzione della durata di sole 8,5 ore e distante un centesimo di Unità Astronomica (poco più di un milione di chilometri) dalla sua stella che, sebbene abbia circa il 70% di massa del nostro Sole, a quella distanza rende la superficie decisamente rovente.
Il pianeta è uno dei circa mille candidati individuati dal satellite americano Kepler, progettato per trovare pianeti simili alla Terra all'esterno del Sistema Solare e che per questo si è guadagnato la fama di 'cacciatore di pianeti'. Purtroppo dallo scorso maggio è fuori uso a causa di un malfunzionamento dei suoi giroscopi. ''È un risultato straordinario'', ha detto il presidente dell'Inaf, Giovanni Bignami. ''Mai - ha aggiunto - si era arrivati così vicini ad individuare un pianeta di massa e densità simili a quelli della Terra. Una dimostrazione di come la caccia agli esopianeti si stia affinando.

21/10/13

Voyager 1 solo 17.000...anni per uscire dal nostro sistema solare!

Voyager 1 solo 17.000...anni per uscire dal nostro sistema solare! La sonda che fu lanciata ben 36 anni orsono dalla NASA, sta per accingersi ad oltrepassare l'eliopausa, ovvero la zona in cui il flusso di particelle emesso dal Sole è così "annacquato" da non riuscire a superare la resistenza della rarefattissima "atmosfera" interstellare, e pone fine alla sua espansione. Badate bene che comunque sia siamo ancora ben all'interno dei confini del sistema solare, ovvero di quella regione in cui la gravità del Sole agisce sulle forze gravitazionali della galassia e delle altre stelle, che si possono allocare ai confini della nube di Oort, a 1,1 anni luce da noi. Le ultime discussioni riguardo la possibilità che la sonda Voyager 1 abbia potuto già “lasciare il sistema solare” non hanno tenuto conto di alcuni dettagli critici. Il limite della radiazione delle particelle emesse dal Sole non è il confine fisico del contenuto del sistema solare, ma è il punto di passaggio in quella atmosfera di materia rarefattissima e campi magnetici che popola lo spazio tra le stelle della nostra galassia. Questo argomento ultimamente è tornato d'attualità, in quanto che dopo 36 anni di viaggio pare che la sonda Voyager 1 stia attraversando una zona che è stata descritta come una “autostrada magnetica”, nella quale le linee del campo magnetico del Sole si connettono a quelle che predominano lo spazio interstellare della nostra galassia. Tutto ciò sta a spiegare che Voyager 1 si sta accingendo ad oltrepassare l'eliopausa, la zona di transizione nella quale l'incredibile flusso di radiazione particellare  (come elettroni e protoni) emessa dal nostro Sole è ormai così diluito da non riuscire a farsi spazio nella debole radiazione interstellare. Questo è il punto di ingresso nel mezzo interstellare, in un certo senso nell'atmosfera della Via Lattea.
Voyager 1

Ma tutto ciò ha indotto ad alcuni commenti fuorvianti sulla “fine del nostro sistema solare”. Il 20 Marzo, la NASA ha quindi rilasciato una dichiarazione alfine di chiarire la confusione su dove sia il Voyager: "Il team di Voyager è a conoscenza di rapporti secondo cui il la sonda Voyager 1 della NASA avrebbe lasciato il sistema solare", ha detto Edward Stone, del California Institute of Technology di Pasadena, in California, e membro del progetto Voyager. "Il team scientifico del Voyager è concorde nell'affermare che Voyager 1 non ha ancora lasciato il sistema solare o raggiunto lo spazio interstellare. Nel dicembre 2012, il team scientifico del Voyager ha riferito che Voyager 1 si trova all'interno di una nuova regione, 'l'autostrada magnetica', in cui sono radicalmente cambiate le particelle energetiche. L'indicatore critico definitivo del raggiungimento dello spazio interstellare è un cambiamento nella direzione del campo magnetico e questo cambiamento di direzione non è stato ancora osservato."
Nonostante tutto, anche la dichiarazione della NASA non spiega sufficentemente la sottile differenza tra “lasciare il sistema solare” e “raggiungere lo spazio interstellare”, una differenza che vale per il nostro sistema solare come per qualsiasi altro. Come ogni stella normale, il Sole crea ciò che è in effetti una bolla di propri effluvi, e lo fa esercitando una pressione opposta all'ambiente interstellare, ma più ci si allontana, più questa pressione si indebolisce. Il punto esatto in cui la pressione solare diventa pari alla pressione circostante è influenzata da molti fattori. Ad esempio, dai campi magnetici che interagiscono con la materia elettricamente carica, ma anche, e molto, da dove ci troviamo nella galassia e dalla densità locale dell'atmosfera interstellare, che è in continuo cambiamento lungo la nostra orbita galattica, che percorriamo in circa 230 milioni di anni. Il problema è che, come per l'eliopausa, questo confine potrebbe non essere sempre alla stessa distanza dal Sole. Ancora una volta, il nostro movimento intorno alla galassia e l'azione di altre stelle e corpi celesti di paesaggio creano un lento cambiamento del paesaggio gravitazionale. Nonostante tutto, una stima approssimativa sta ad indicare che si tratta di circa un anno luce di distanza.
Nube di Oort

Non a caso questo è il limite ipotizzato esterno della nube di Oort, una enorme struttura formata da migliaia di miliardi di detriti ghiacciati scagliati verso l'esterno quando si formarono i nostri pianeti circa 4,5 miliardi di anni fa. La nube di Oort è la probabile origine delle comete a lunghissimo periodo, oggetti che per completare le orbite che li portano verso l'interno del sistema solare possono impiegare da centinaia a milioni di anni. Ad esempio, per vedere di nuovo la cometa West, che è stata osservata l'ultima volta nel 1976 e sta tornando verso il punto più lontano della sua orbita a circa 1,1 anni luce di distanza, bisognerà attendere circa 6 milioni di anni.
Tutto ciò vuol dire che, per quanto il vecchio caro Voyager potrebbe aver iniziato ad assaporare un po' di fresca brezza galattica, è ancora parecchio lontano dall'oltrepassare quel folto gruppo di “scogli” che ci separano dallo spazio interstellare veramente aperto.
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