Il-Trafiletto
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19/08/14

Curiosity non da speranze | Su Marte non c'è vita

Niente vita su Marte

Niente da fare: la sonda Curiosity non lascia speranze riguardo la possibilità di trovare una qualsivoglia forma di vita su Marte.

Da quando ha toccato il suolo del Pianeta Rosso nel cratere Gale, oltre un anno fa, la sonda Curiosity della NASA fornisce i rilievi più accurati dell'atmosfera marziana mai eseguiti e i risultati ottenuti sono particolarmente interessanti.
L'elemento più evidente è la forte scarsità di metano: il dato rende assai poco probabile la presenza di vita microbica, che produrrebbe invece il gas. La scoperta contraddice le misurazioni effettuate dalla Terra nel 2009, che avevano fatto ipotizzare elevate concentrazioni dell'idrocarburo in tre diverse regioni di Marte.(science)


27/05/14

Missione su Marte | Preparativi in corso | Come arrivarci?

Razzo a fusione nucleare
(immagine dal web)
I preparativi fervono...i test proseguono senza sosta e senza indugi, ma come fare per arrivare su Marte? Nel punto pù lontano, la distanza da Marte è mille volte quella della Luna, che a sua volt è a una distanza mille volte maggiore della Stazione Spaziale Internazionale.

Si tratta di uno dei motivi principali per cui più della metà delle sonde spaziali ha fallito. Una missione dotata di equipaggio richiederebbe una certa ridondanza, tra cui due veicoli. La "finestra di lancio" più adatta si apre ogni due anni e un razzo a combustibile chimico impiegherebbe tra i sette ed i nove mesi. L'astronave principale resterebbe in orbita mentre i lander scenderebbero sulla superficie. In alternativa, piuttosto che scendere direttamente sula superficie, potrebbe essere più semplice un "attracco" con Phobos, una delle lune di Marte, In ogni caso la finestra di lancio per il ritorno si aprirebbe dopo tre o quattro mesi, a meno che non si tratti di un viaggio di sola andata.

Il viaggio da un pianeta all'altro correrebbe i rischi dovuti alle radiazioni cosmiche. Cibo e acqua oltre gli scarti immagazzinati nello scafo farebbero da schermatura contro le radiazioni. Ma il modo migliore per diminuire l'esposizione consiste nel ridurre il tempo di volo. La NASA spera di riuscirci con il razzo al plasma VASIMIR, che verrà collaudato sulla ISS nel 2015. Porterebbe un equipaggio su Marte in 39 giorni, ma per alimentare il razzo per tutto il tempo servirebbe un reattore a fusione, ancora inesistente.(science)

26/05/14

Progetto Mars One | Abbigliamento consigliato | Anatomia di una tuta spaziale per Marte.

Aouda.X è una tuta spaziale progettata per dare la sensazione della gravità marziana. Questa tuta dell'Austrian Space Forum è progettata con lo scopo di dare a chi la indossa l'impressione di passeggiare in mezzo alla gravità ridotta, alle potenti radiazioni e all'atmosfera tossica di Marte.

E' costata più di un milione di euro e non è una vera tuta spaziale, ma serve per simulare le difficoltà e le limitazioni che dovrebbero affrontare gli astronauti se camminassero su Marte indossandone una. Non c'è una scorta di ossigeno incorporata: l'aria circostante viene fatta circolare usando ventole. I sensori tengono sotto controllo la temperatura, l'umidità e l'accumulo di CO2 per avvertire della presenza di surriscaldamenti o di aria stantia.
La tuta spaziale Aouda.X
(immagine dal web)

Come le attuali tute spaziali, Aouda.X unisce un torso rigido a gambe flessibili e sotto pressione, il tutto dotato di strati ignifughi e antiproiettile e con una copertura esterna in alluminio. Si può indossare a temperature comprese tra i -110°C e +35 °C. Una batteria da 12 volt alimenta una trasmittente incorporata che invia dati biomedici e tecnici, tra cui quelli degli accelerometri dei guanti che misurano l'energia consumata. C'è anche un display nel visore del casco. Muoversi all'interno di una tuta spaziale è stato paragonato a ripiegare una mongolfiera. Un esoscheletro regolabile impone a chi lo indossa l'equivalente di forze differenziate sulle varie articolazioni, comprese quelle delle dita. Dato che su Marte la temperatura media e di -63 °C, servono scarponi riscaldati per non far gelare i piedi degli astronauti. La tuta pesa 45 kg, molto meno dei 145 kg di quelle attuali, ma equivalente a esse considerando la gravità marziana, pari a un terzo della nostra.(science)

23/05/14

Preparativi per Marte! | Parte prima.

I ricercatori si trasferiscono negli angoli più remoti del mondo per provare le condizioni di vita su Marte. Vorrei in qualche modo il perchè la conquista del Pianeta rosso inizia dalla Terra.

Più di 200mila persone provenienti da oltre 140 nazioni hanno fatto domanda per un biglietto di sola andata verso il Pianeta rosso, offerto dal programma televisivo olandese Mars One. Gli organizzatori stanno avviando una selezione che proseguirà per due anni, alla ricerca di partecipanti adatti  sia come colonizzatori di Marte che come protagonisti di un reality show.

A dicembre Mars One ha annunciato che invierà sul Pianeta rosso un rover e un satellite per le telecomunicazioni, il cui è previsto per il 2018. Si spera di farli raggiungere da una serie di missioni ogni due anni a partire dal 2014, ognuna con un equipaggio di 4 persone. Ma chi ha fatto domanda per Mars One ha idea della situazione in cui in cui si sta infilando?
Mars One
(immagine dal web)

Trascorrerà il resto della vita su un mondo gelido, spazzato dalle radiazioni e coperto di polvere, a una distanza media da casa di 225 milioni di chilometri. Esporsi all'esterno senza protezioni farebbe andare il sangue in ebollizione , mentre il minimo contatto con la polvere acida in superficie provocherebbe ustioni chimiche.

Per fortuna, da qui al lancio sapremo meglio che cosa ci sarà ad aspettare i nostri intrepidi pionieri.
Questo, per la Terra, sarà l'anno delle prove generali più complesse della storia, infatti durante questo periodo, una serie di equipaggi vivrà in un modulo abitativo nel deserto dello Utah, un ambiente desolato simile a quello marziano, e, a partire dall'agosto 2014, un gruppo di sei persone simulerà un missione di 12 mesi su Marte nel gelo artico del Canada settentrionale. Il Pianeta rosso è cosi affascinante dal punto di vista scientifico da spingere i ricercatori nei luoghi meno accoglienti del nostro mondo, per viverci come se fossero su Marte, affannandosi in moduli ristretti, con il cibo, l'acqua e l'energia razionati. (science)

05/02/14

Yutu | Gelato sulla Luna!

Yutu gelato sulla Luna! Pare proprio che il Coniglio di Giada, Yutu, ovvero il rover cinese giunto sulla Luna il 14 dicembre scorso, non abbia resistito al freddo della lunga notte lunare. Soltanto poche settimane alla temperatura di -180 gradi per gelarsi definitivamente e insieme a lui, il sogno spaziale della Cina.


Bisognava risvegliarsi dallo stato di ibernazione in cui era stato introdotto sulla Terra per poi riprendere a svolgere il suo lavoro, ma qualcosa non è andata per il verso giusto e, nonostante fosse scaldato da un piccolo cuore di Plutonio, il freddo ha generato guasti elettronici e meccanici che i tecnici hanno inutilmente tentato di riparare.

Eppure le prime due settimane aveva lavorato bene, arrivato sulla Luna perfettamente era sceso dal lander e ottenuto vari primati, come quello del ritorno al nostro satellite che dagli anni '70 non veniva visitato o da uomini, nel caso di Nasa, o mezzi robotici, l'ultima missione fu una sonda sovietica verso la fine del decennio.

Rover cinese sulla Luna
Primo, parziale, fallimento della Cina dopo una serie di notevolissime imprese negli ultimi anni, come il lancio di missioni umane nello spazio, le attività extraveicolari di tachionauti, così si chiamano gli astronauti per i cinesi, e infine la riuscita costruzione del nucleo della loro stazione spaziale, il Palazzo di Giada, già visitata da un equipaggio. Anche se in parte non riuscita questa missione lunare comunque testimonia la importantissima acquisizione da parte della Cina della tecnologia per arrivare al suolo del nostro satellite, che solo Usa e Russia hanno.

 Un particolare divertente, immancabili anche in questo caso sono subito arrivati i negazionisti spaziali: quella della missione spaziale cinese sulla Luna è una finzione, come lo furono quelle americane e russe, Yutu non è mai arrivato sul suolo del nostro satellite, tutto girato in studio per gabbare l'umanità. La Cina però non è certo l'unica nazione che ha interessi recenti nei confronti del nostro satellite, vuoi per sviluppare tecnologie utili per una futura, anche parziale, colonizzazione e sfruttamento delle risorse.

India, Giappone e Corea del Sud, oltre agli immancabili Usa, hanno in programma missioni simili a quella cinese, anche se ancora non si sa bene come pensano di fare. Per il 2018 sia Usa che Russia vogliono poi arrivare ai poli lunari per verificare la presenza di acqua. Vari indizi, molto robusti, indicano infatti che nei crateri lunari ai poli, entro i quali il sole non arriva con i suoi raggi, potrebbe esserci ghiaccio di acqua in abbondanza. Ritorna poi una vecchia idea degli anni '50 del secolo scorso, ossia utilizzare la Luna come base intermedia per il viaggio verso Marte.

Anche qui comunque il vero contendente è l'industria privata americana che ha già fatto vedere cosa può fare con le missioni di rifornimento alla Stazione spaziale internazionale, ora rifornita da SpaceX e altri, inimmaginabile anche solo 10 anni fa. Da Google con il suo "Lunar Prize" all'americana Golden Spike che promette di portarci sul satellite per il 2020, è tutto un fiorire di proposte e iniziative. Come ci dimostra il povero Coniglio di Giada, comunque, meglio andarci di giorno.

26/01/14

Il cerchio si stringe | La vita su Marte ha le…ore contate!

Il cerchio si stringe: la vita su Marte ha le...ore contate! Alla fatidica domanda, al dubbio ormai incessante e costante nelle menti degli scienziati se Marte abbia mai ospitato la vita, pare che si stia arrivando ad una risposta certa e definitiva!

Pur nonostante la risposta a tale domanda pare "dribblare", rendendo quasi del tutto inutili i tentativi continui degli scienziati, nel giungere ad una conclusione definitiva, pare che il cerchio si sta stringendo! Sono ben 5 gli articoli pubblicati sulla rivista scientifica Science che in maniera dettagliata, grazie alle ultime analisi fatte da Curiosity all’interno del cratere di Gale, alla ricerca di ambienti che nel remoto passato del pianeta potessero risultare abitabili, ne danno prova di quanto sudetto. A capo di queste scoperte è un editoriale firmato da Ohn P. Grotzinger, del California Institute of Technology di Pasadena: stando ai dati chimici e fisici raccolti, Marte in passato avrebbe potuto ospitare la vita!
 
I nuovi risultati, racconta Grotzinger, sono solamente l’ultima tappa di una ricerca che prosegue ormai da un decennio. La storia inizia infatti nel 2004, con lo sbarco sul pianeta di Spirit e Opportunity, i dei due rover della Nasa che dovevano verificare i risultati degli esami orbitali, dimostrare cioè che nel lontano passato su Marte, esistevano ambienti ricchi di acqua. La missione fu un successo, gettando così le basi per l’impresa successiva, nome in codice: Mars Science Laboratory (Msl).

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Suolo Marziano
Il rover sviluppato dalla nuova missione della Nasa, Curiosity, è sbarcato infatti nel cratere di Gale nel 2012, equipaggiato con un set di strumenti pensati espressamente per verificare se gli ambienti acquatici presenti su Marte fossero in grado di sostenere la vita. Oltre all’acqua infatti, sono necessari anche alcuni elementi specifici, ovvero Ossigeno, Azoto, Idrogeno, Zolfo e Fosforo, e ambienti che permettano il sostentamento e lo sviluppo di batteri. I risultati delle analisi, pubblicati oggi su Science, segnano un nuovo passo avanti.

I 5 studi dimostrano infatti che nell’antichità il cratere di Gale era percorso da lunghi corsi d’acqua, che dalle pendici della depressione scorrevano a valle, formando un lago al centro dell’area. Ph e salinità dell’acqua erano moderati, ed erano presenti anidride carbonica e monossido di azoto, composti chimici che rendono molto probabile la presenza di carbonati e materiali organici. Cosa vuol dire? Per gli scienziati, significa che la zona era abitabile.

Dimostrare che fosse realmente abitata però è un’altra storia. Gli strumenti di Curiosity infatti non sono pensati per rilevare la presenza di forme di vita, e il compito cadrà quindi sulle spalle delle prossime missioni, che dovranno esplorare le rocce della zona alla ricerca di fossili. Questo non vuol dire che la missione del rover sia giunta a termine. “Curiosity ora potrà aiutare a comprendere in che modo i composti organici potrebbero essere conservati negli strati rocciosi”, scrive infatti Grotzinger. “In questo modo, fornirà indicazioni preziose per restringere la ricerca delle aree in cui potrebbero essere presenti materiali in grado di preservare dei fossili”.



15/01/14

"Andiamo a vivere su Marte"! Obama l'aveva promesso di portare l'uomo su Marte

"Andiamo a vivere su Marte"! Obama l'aveva promesso di portare l'uomo su Marte, e anche quel pazzoide di Elon Musk aveva dichiarato di essere interessato. Adesso si inizia a fare sul serio: l’International Academy of Astronautics ha dato il via al programma White Cosmics, con lo scopo unico di portare l’uomo su Marte.
Suolo marziano

Si tratta di una notizia di cui possiamo andare particolarmente fieri, in quanto che a capo del progetto di ricerca c’è l’italiano Giancarlo Genta, docente al Politecnico di Torino. Il team di scienziati coordinato da Genta, produrrà uno studio definitivo fra 2 anni, ma ha già presentato un documento preliminare al vertice dei presidenti delle agenzie spaziali in corso a Washington in questi giorni.

“La International Academy of Astronautics ha messo in piedi un gruppo di studio per produrre una ricerca riguardo a una missione umana su Marte”, si legge nel rapporto.
“Spiegheremo le motivazioni di una missione del genere, poi esploreremo gli aspetti umani e tecnologici e la ricerca ancora necessaria per costruire la tecnologia richiesta”.

Per portare l’uomo sul pianeta rosso, gli scienziati hanno individuato sei diversi tipi di approcci, ordinandoli per complessità crescente: missione fly-by, ovvero sia il passaggio ravvicinato vicino alla superficie; missione verso uno dei satelliti di Marte, da cui gli astronauti potrebbero telecomandare veicoli sulla superficie del pianeta; missione di breve durata (“flag-and-footprint”, come si dice in gergo, cioè “pianto una bandiera, lascio un’impronta e riparto”).
E tre tipi di missioni di lunga durata, con operabilità scientifiche ed esplorative diverse. Lo scopo finale di queste ultime è “un primo passo verso obiettivi più ambiziosi, come la colonizzazione”.

Le ragioni per cui bisogna andare su Marte, spiegano ancora gli scienziati, sono molteplici. Anzitutto c’è, naturalmente, il valore scientifico di una missione del genere. Ma anche interessi politici, nel senso che un progetto internazionale di questo tipo favorirebbe la cooperazione su larga scala tra paesi diversi e che “Marte potrebbe diventare un secondo pianeta per gli esseri umani”, contributi all’innovazione e allo sviluppo economico e aspetti sociali, come creazione di nuove imprese e posti di lavoro.

Gli scienziati, inoltre, sono convinti che il futuro economico e industriale della Terra è strettamente legato alle risorse extraterrestri: sarà indispensabile cercare gli elementi utili sugli asteroidi, sulla Luna e sul pianeta rosso. In un’intervista a La Repubblica, Genta ha spiegato che “per andare sul pianeta rosso ci vogliono ancora almeno 20 o 25 anni con una missione finanziata dalle agenzie spaziali”, sebbene “parlare di date sia molto pericoloso in questo campo. Di date ne sono già state fatte tante e alla fine si rischia di perdere credibilità”.

Per arrivare su Marte, afferma lo scienziato, sarà comunque prima necessario rifinire il know-how attuale, completando esplorazioni sulla Luna e sugli asteroidi, “tappe già definite dalle agenzie spaziali e che non si possono saltare: l’esperienza sul satellite naturale terrestre e la permanenza più lunga nelle missioni spaziali sono indispensabili per capire come si reagirà su Marte”. Il pianeta rosso è un buon candidato a ospitare gli esseri umani, dice Genta, perché “la sua superficie è uguale al totale di tutte le terre emerse sul nostro pianeta, quindi raddoppia lo spazio disponibile per l’umanità”. Certo, sulla Terra c’è aria. E acqua. E vita. “Terraformare Marte, cioè renderlo simile alla Terra”, secondo Genta, “è possibile, ma le tecnologie necessarie sono ancora lontane dall’essere sviluppate. Ci vorranno tempi lunghissimi. Invece, vivere su Marte, anche se in condizioni disagiate, si può. Oggi il grosso problema, più che la permanenza, è il viaggio”.

Già... ma come arrivare sul pianeta rosso? Gli scienziati propongono di usare veicoli a propulsione nucleare, che impiegherebbero circa quattro-cinque mesi per la sola andata. La tecnologia è stata già provata sulla Terra, negli anni Settanta, ma deve essere ancora raffinata. Certo, non si tratta di un sogno proprio a buon mercato. Il costo totale si aggirerebbe intorno ai 500 miliardi. “Però”, fa presente Genta, “divisi in vent’anni e fra tutte le agenzie spaziali partecipanti. Però attenzione: non sono soldi che buttiamo su Marte, ma che si spendono sulla Terra e vanno a rivitalizzare l’economia del nostro pianeta”.

01/01/14

2014 l’anno della sfida tra USA e Cina! Spazio ultima frontiera…

2014 l’anno della sfida tra USA e Cina! Spazio ultima frontiera
Era iniziato in grande stile il 2013 dello spazio, quando il 15 febbraio con l’arrivo della grande meteora sulla Russia, e si conclude altrettanto con giorni in cui, traghettandoci ad un promettente 2014 due incredibili gioielli della tecnologia spaziale si “scontreranno” nell’infinita ultima frontiera: il rover Curiosity, made in Usa, di istanza su Marte e il Coniglio di Giada, made in China allocato sulla romantica Luna, dove finalmente il “destino” ci ha riportato.

A fare da cornice a tutto ciò, le sempre più agguerrite e protagoniste imprese private americane come SpaceX, Orbital Sciences e Virgin Galactic che in pochi anni, grazie al trasloco di tecnologia e know how imposto da Obama, sono nate dal nulla e ora, con contratti “faraonici”, fanno da rifornimento alla ISS, le prime due, o dominano, come la terza, nel promettente campo del "turismo spaziale". Nel 2014 potremmo vedere queste compagnie uscire allo scoperto con progetti commerciali anche più importanti, come la preparazione di un viaggio di astronauti su Marte, cui stanno lavorando oramai in parecchi, sia agenzie statali e privati.

index
Spazio ultima frontiera
Se la grande meteora, 18 metri di diametro, che ha sfiorato i cieli gelidi della Russia causando 1200 feriti, a causa dei vetri rotti nella città di Chelyabinsk, Siberia, ci ha rammentato che in casi del genere per il momento siamo completamente indifesi, le prime scoperte di Curiosity, il Rover Nasa grande come un Suv terrestre, ha dato un po' di ossigeno al sogno umano di trovare vita, microbica o finanche solo fossile, su Marte, il pianeta che da 100 anni abbiamo come obbiettivo per le nostre speranze di emigrare un giorno da una Terra sovraffollata ed impoverita ( ricordate il film Mission to Mars? ).

Nel mese di settembre 2013, dopo settimane di discussioni accese, Nasa ha confermato che la sua sonda Voyager 1, partita dalla Terra 36 anni fa, è diventato il primo oggetto costruito dall'uomo a raggiungere lo spazio interstellare, come dire è uscito dal nostro Sistema solare. Certo è moltissimo per noi, ma al tempo stesso è una distanza quasi impercettibile rispetto a quelle fra le stelle della nostra Galassia, miliardi e miliardi di volte più grande.

Si conclude dunque in questi giorni un 2013 davvero eccezionale per lo spazio, con la Cina che ritorna, a nome di tutta l'umanità ma in effetti per i loro giusti interessi, sulla Luna, facendo vibrare l'orgoglio nazionale loro e reagire pesantemente quello di tanti americani. Il rover Yutu, chiamato così in onore del "Coniglio di Giada" protagonista della mitologia cinese, è andato lì per capire se ci si può, e se vale la pena, installarci una miniera vera e propria per l'estrazione di materiali rari sulla terra.
Unica delusione di quest'anno è stata la cometa ISON che aspettavamo come spettacolo natalizio in cielo, ma si è vaporizzata in un attimo per il passaggio troppo vicino al Sole, quasi un bacio della morte cosmico che ci ha privato dello spettacolo.

Forse il 2014 sarà l'anno in cui troveremo, con una ragionevole certezza, un pianeta molto simile alla Terra. Kepler, il satellite Nasa, ci ha aperto gli occhi: attorno alle stelle molto vicine a noi, praticamente le nostre vicine di pianerottolo, ruotano almeno un migliaio di pianeti, altri 4000 sono sospetti. Ne abbiamo trovato anche uno proprio simile come massa, ma talmente vicino alla sua stella, il suo Sole per intenderci, da avere una temperatura di 2000 gradi alla superfice, come dire vivere sulla lava dell'Etna. Ma non disperiamoci, se tanto ci dà tanto, dalla piccola ma fondamentale statistica che Kepler ci ha regalato possiamo, con molta ragionevolezza pensare che di pianeti ce ne siano almeno qualche miliardo della nostra galassia. Va bene, saremo anche sfortunati, ma uno prima o poi lo troveremo! O no?

Ma si, o quanto meno lo speriamo, nel 2014 ci si potrà prenotare per un viaggio suborbitale con Virgin Galactic e il suo splendido vascello SpaceShipTwo, in ritardo sui programmi solo di qualche mese. Si va su fino a 100 chilometri dove inizia, per pura convenzione, lo spazio e poi giù a capofitto in assenza di peso. Un bel divertimento anche se un po' caro 20.000 dollari almeno. Xcor e Blue Origin, compagnie private made in USA, sperano di battere sul tempo la Virgin di Sir Branson.

Attorno, o al suolo, al già affollato Marte, arriveremo nel 2014 a 10 mezzi spaziali da quelle parti, arriveranno sonda Nasa Maven, l'ennesima per studiare un pianeta che gli americani considerano "di proprietà loro", e la sonda indiana Mangalyaan. Con questa gli americani avranno sul Pianeta rosso due rover, una stazione fissa, Maven appunto, e tre orbiter, una flotta di tutto riguardo.
Il prossimo anno però sarà fondamentale per Nasa, al di là dei tanti lanci previsti, per il delicatissimo test della capsula Orion, nuovissima e destinata a portare gli astronauti americani nelle imprese spaziali del prossimo ventennio, e tutto dipende dai lanci previsti, in modalità robotica, nel 2014.

Per noi europei, che continuiamo ad essere legati ai finanziamenti statali, il 2014 sarà l'anno della splendida missione Rosetta. In volo dal marzo 2004 è oggi ibernata per risparmiare energia, una specie di bella addormentata che verrà risvegliata il 20 gennaio 2014 da un segnale radio lanciato dalla sala controllo di Esa, l'Agenzia Spaziale del vecchio continente.
Arriverà al suo obiettivo, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko nell'agosto e la accompagnerà nel suo viaggio verso il Sole per studiarla, ci farà vedere in diretta, insomma, quel che succede a questi bellissimi oggetti che provengono dalle più lontane zone del sistema solare.

Ma non è tutto, con i suoi dieci strumenti, di cui tre realizzati in Italia, Rosetta ci dirà tutto in tempo reale ma anche nel novembre dell'anno che è alle porte farà atterrare sulla cometa un piccolo lander che preleverà e analizzerà campioni del materiale di cui è formata la 67P/Churyumov-Gerasimenko. Un altro sforzo per sapere, da uno dei corpi più vecchi del Sistema solare, chi siamo e come ci siamo formati 4 miliardi e mezzo di anni fa.

25/12/13

Odissea nello spazio…2013!

Odissea nello spazio...2013! Di diritto possiamo annoverare tra gli eventi spaziali del 2013 al primo posto possiamo annoverare, e a giusta ragione, all'inaspettato arrivo di un meteorite sopra la regione russa di Chelyabinsk, avvenuto a febbraio. Forse per l’inaspettata, e la devastante discesa del meteorite che è stata la migliore registrazione della storia, grazie alla presenza di tantissime telecamere d’istanza nella zona. Con quasi 20 metri di lunghezza, il meteorite di Chelyabinsk è stato il più grande a giungere sulla terra da ben 100 anni a questa parte, suscitando l’interesse per il rilevamento degli asteroidi ed eventuali misure preventive. Ma ecco tutti gli altri eventi spaziali dell'anno che sta per concludersi, ricordati dal NewScientist.

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Spazio anno 2013
 
Cominciamo dagli eventi recenti. Sarebbe dovuta essere la cometa del secolo, con una luminosità più splendente di quella della Luna, ma il Sole l’ha dissolta prima che potesse rivelarsi in tutta la sua brillantezza: parliamo di ISON, studiata da dozzine di sonde, e attesa da centinaia di astronomi professionisti ed amatori che hanno scrutato il cielo nella speranza di osservarla. Al suo posto sarà invece possibile osservare a occhio nudo un’altra cometa, Lovejoy R1, per tutto il mese di dicembre. Ma il passo dalle comete ai pianeti è breve.

Anche se ancora non sappiamo con certezza assoluta se dei microbi abbiano definitivamente fatto parte della popolazione ideale ed ipotetica di Marte, quest’anno le osservazioni di Curiosity hanno dato forza e sostanza una volta per tutte che il pianeta rosso, Marte, è stato in grado in un lontano passato, potenzialmente di ospitare la vita: analisi eseguite su una roccia, estratta dal rover nei presso di un antico canale supportano l’ipotesi che il cratere Gale fosse una volta un lago colmo di acqua potabile, e incoraggiano la speranza di trovare tracce di antichi esseri viventi su Marte. Ma Curiosity non è l’unico veicolo che si appresta a fare misurazioni e scoperte su Marte: anche l’India ha deciso di partecipare all’esplorazione del pianeta rosso lanciando, lo scorso novembre, la Mars Orbiter Mission, costata “solo” 73 milioni di dollari.

La sonda contiene diversi strumenti scientifici, per determinare la presenza di metano nell’atmosfera e per cercare di ottenere maggiori informazioni sul clima del pianeta (uno scopo condiviso anche dalla missione MAVEN della Nasa. Ma il 2013 è stato un anno importante anche per gli esopianeti: ad Aprile il telescopio Kepler della NASA ha osservato la prima coppia di pianeti simili per dimensioni alla Terra, entrambi in orbita all’interno della zona abitabile che circonda la loro stella, Kepler 62, a 1200 anni luce dalla Terra. Secondo gli astronomi, si tratterebbe di pianeti rocciosi, abbastanza massivi da poter trattenere una spessa atmosfera, coperti di oceani liquidi che potrebbero potenzialmente ospitare la vita. Lanciato nel 2009, il telescopio Kepler ha scoperto, nei suoi 5 anni di attività, 167 esopianeti e ha identificato quasi 3000 possibili candidati, alcuni dei quali potrebbero ospitare la vita. Ma la sua missione si è interrotta bruscamente poco dopo la scoperta degli esopianeti di Kepler 62: a maggio la Nasa ha infatti annunciato che il telescopio era gravemente danneggiato. La missione è stata poi ufficialmente interrotta ad Agosto.

Ma di esopianeti si è parlato anche a livello teorico quest'anno. Era il 1961 quando l’astronomo Frank Drake ricavava la sua famosa equazione per stimare il numero di civiltà extraterrestri esistenti in grado di comunicare nella nostra galassia: la formula tuttavia conteneva una quantità di incognite sconosciute a quei tempi, tra cui la possibilità o no che esistessero effettivamente pianeti al di fuori del Sistema Solare. Grazie all’enorme quantità di dati sugli esopianeti raccolti negli ultimi tempi, quest’anno Sara Seager del Mit ha potuto rielaborare l’equazione, restringendo i campi di ricerca e focalizzandola sui pianeti che potrebbero contenere tracce biologiche nelle loro atmosfere.

Il 2013 è stato anche l’anno della nascente concorrenza nell’esplorazione commerciale dello Spazio: fino a settembre, la SpaceX era l’unica compagnia privata di voli spaziali in grado di consegnare i rifornimenti alla Stazione Spaziale Internazionale. La SpaceX è stata tuttavia affiancata dall’Orbital Sciences, che ha lanciato e attraccato all’ISS la sua capsula cargo Cygnus. E dal trasporto merci privato nello Spazio passiamo ai tour per esseri umani attorno a Marte: il milionario Dennis Tito ha infatti annunciato di aver formato una organizzazione no-profit con lo scopo di mandare due persone sul pianeta rosso entro il 2018, con un viaggio che avrebbe la durata di 501 giorni. La missione ha tuttavia bisogno del supporto della Nasa, e non è ancora chiaro se l’agenzia spaziale americana accetterà o no l’offerta.
Infine, dopo 35 lunghi anni di viaggio, il 2013 è stato l’anno in cui la sonda Voyager 1 della Nasa ha finalmente lasciato il Sistema Solare: il veicolo continuerà a mandare alla Terra dati che ci permetteranno di comprendere meglio la zona che ci circonda, e terminerà la sua missione nel 2015, dopo aver esaurito il suo combustibile.



09/12/13

Dopo la delusione di settembre da Curiosity…ora tutta un’altra storia! Finche c'è speranza c'è VITA!

Dopo la delusione che fu annunciata nel mese di settembre, quando i dati rispediti a Terra da Curiosity avevano cancellato quasi del tutto l'ipotesi che esistesse il metano su Marte e conseguentemente, con ogni probabilità la possibilità di forme di vita, oggi pare tutta un’altra storia! Infatti le informazioni fornite dal rover spaziale, danno ad intendere tutt’altra storia. Almeno per quel che riguarda il lontano passato. Una serie di paper che sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science, esclusivamente dedicati all’analisi della formazione dei vari sedimenti marziani, suggeriscono infatti che in passato su Marte ci fosse stata la presenza di un lago, e che questo bacino d’acqua aveva tutte le caratteristiche necessarie perchè ci si potesse ospitare la vita.

A fare intendere tutto questo ci sono le analisi effettuate dal rover su delle rocce sedimentarie, oggetto di studio per Curiosity, situate nei pressi della Yellowknife Bay, nel cratere Gale. Quello che le rocce hanno evidenziato è questo: su Marte, circa 3,6 miliardi di anni fa esisteva almeno un lago, che si mantenne per decine se non centinaia di migliaia di anni.
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Bacino d'acqua su Marte?
Era formato prevalentemente di acqua dolce, scrivono i ricercatori del Mars Science Laboratory (Msl) della Nasa e dell’Imperial College London, era calmo e gli elementi chimici più comuni erano idrogeno, carbonio, ossigeno, azoto, zolfo e fosforo. Per gli scienziati un ambiente del genere avrebbe potuto ospitare forme di vita semplici come i chemiolitotrofi, batteri in grado di estrarre l’energia necessaria per vivere da rocce e minerali e presenti sulla Terra di prossimità di grotte e sorgenti idrotermali.

“E’ importante considerare che non abbiamo trovato segni di vita antica su Marte”, precisa Sanjeev Gupta, tra gli autori che hanno preso parte agli studi del team del Msl: “Quello che abbiamo scoperto è che il cratere Gale è stato in grado di ospitare un lago sulla sua superficie almeno una volta nel suo antico passato che potrebbe essere stato favorevole per lo sviluppo di vita microbica, miliardi di anni fa”. E al momento la caccia a ambienti marziani abitabili continua.


05/11/13

India: al via missione su Marte

Il pianeta rosso si prepara a ricevere un'altra sonda che lo esplorerà. Già perchè proprio questa mattina dalla base spaziale di Sriharijkota, costa orientale, è partito il razzo con la sonda Mangalyaaan (in sanscrito ''viaggio verso Marte''), evento seguito in diretta sulle tv indiane. Il razzo Pvsl-XL è partito alle 14:38 (10:08 in Italia).
Secondo quanto riferito dagli scienziati, le fasi di lancio sono state positive e i parametri di controllo regolari.
Marte
 L'arrivo della sonda nell'orbita di Marte è previsto per il Settembre del prossimo anno con l'obiettivo di studiare l'atmosfera e la superficie del pianeta rosso con cinque strumenti a bordo.

Al lancio hanno assistito diverse personalita' giunte nella base spaziale di Sriharikota, fra queste anche l'ambasciatrice degli Stati Uniti Nancy Powell. Tra pochi giorni la Nasa prevede di lanciare una propria navicella su Marte.
La sonda sara' prima posizionata nell'orbita terrestre e il prossimo primo dicembre iniziera' il suo viaggio di 300 giorni verso il pianeta rosso. Come e' consuetudine, ieri, alla vigilia della missione, il presidente del Centro di Ricerca Spaziale (Isro), K.Radhakrishnan, si e' recato in un famoso tempio di Tirupati, a circa 100 km dalla base, per pregare per il buon esito dell'impresa. Lo scienziato ha compiuto una ''puja'' (offerta alla divinita') con una replica in miniatura della navicella.

04/11/13

C'era una volta il sogno americano oggi quello indiano! Lanciato satellite su Marte per sfidare la Cina

C'era una volta il sogno americano oggi quello indiano! Lanciato satellite su Marte per sfidare la Cina. Oggi, martedi 5 novembre, alle ore 19.08 in Italia, ha inizio il sogno indiano, si, quello di superare la sua rivale di sempre in Oriente, ovvero la Cina, nella pazza corsa su Marte. Partirà per l'appunto il satellite Mangalyyan a bordo di un collaudato razzo vettore indiano PSLV 25.
Satellite Mangalyyan

Il satellite in questione certamente è alquanto interessante, in quanto che a bordo è equipaggiato di una strumentazione per realizzare uno studio approfondito dell'atmosfera marziana orbitandogli attorno: ma lo scopo è altro! Si tratta di l'orgoglio nazionale indiano nei confronti della Cina che, riguardo il settore spaziale, può vantare già voli umani, una stazione spaziale tutta cinese perfettamente funzionante e anche, il titolo di terza nazione al mondo, anche delle EVA, attività degli astronauti al di fuori dei mezzi spaziali. Riguardo Marte invece la Cina sembra essere perseguitata dalla sfortuna e i suoi tentativi di arrivarci negli ultimi anni sono sempre andati a vuoto, fallimenti clamorosi come quello della missione Yinghou-1, morta sul nascere nel 2011 per grossi problemi tecnici.

L'India non se ne stata affatto con le mani in tasca e ne ha approfittato accellerando il suo programma verso Marte, la missione che è partita poche ore fa è stata annunciata con grande solennità dal primo ministro indiano lo scorso anno proprio nel discorso per la festa dell'Indipendenza indiana.
Non sono mancate ovviamente le polemiche per l'impegno di capitali necessario per la missione, peraltro molto basso, poco più di 100 milioni, grazie ai bassi costi indiani. In effetti l'India considera questo come un primo passo per aumentare le proprie competenze nel ricco mercato spaziale, in cui può già competere per i bassi costi di lancio, e diventare un protagonista importante anche per la tecnologia, specie robotica. Ha infatti in programma il lancio sulla Luna di un mezzo di esplorazione molto sofisticato.

La tecnologia spaziale insomma si sposta sempre più verso oriente. Comunque, mentre attorno a Marte continua ad orbitare Mars Express, la sonda Europea che studia il pianeta da anni, e mentre al suolo il grande rover di Nasa, Curiosity, continua a prende campioni di suolo e analizzarli, anche gli Usa hanno un lancio in programma giorno 18, chiaramente sempre verso Marte. La sonda è Maven, Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN, e servirà a monitorare l'andamento della atmosfera marziana. Nulla a che vedere con la tecnologica e costosissima missione di Curiosity al suolo, Maven arriverà in orbita attorno a Marte intorno la fine di settembre del 2014 e inizierà a rilevare dati coi suoi strumenti con un compito ben preciso: capire come mai, nel corso di miliardi di anni, il pianeta rosso ha perso l'acqua che di certo aveva al suolo.

Se infatti oramai abbiamo capito perfettamente che su Marte c'è stata acqua anche corrente, fiumi e ruscelli, rimane il buio assoluto sul perché non se ne trovi una sola goccia oggi, nonostante le condizioni per la sua esistenza siano favorevoli. Rimandata già molte volte la missione Maven ha ora una finestra possibile per il lancio fra il 18 novembre e il 7 dicembre e si spera proprio che le sue difficoltà, non ultima la recente sospensione per i problemi al bilancio degli Usa, siano finite Marte di nuovo al centro della scena spaziale insomma, aspettando le missioni Exomars 2016 e 2018 che porteranno sul pianeta un vero e proprio laboratorio di analisi chimico fisiche semovente.

23/10/13

Ecco le immagini inviate da Curiosity alla Terra dopo un'anno di residenza su Marte!

Ecco le immagini inviate da Curiosity alla Terra dopo un'anno di residenza su Marte!
Curiosity, il rover marziano della Nasa dalle dimensioni di un enorme SUV terrestre, risiede sul pianeta rosso da un anno. Era il 6 agosto 2012 quando Curiosity iniziò a spedire verso la Terra la bellezza di 190 gigabytes di dati che danno forza alle sue più importanti scoperte, una su tutte quella che di certo Marte, in un lontano passato, era un ambiente dove c'era la vita.
Anche se al momento non se ne sono trovate tracce, questo è quanto si riesce a dedurre e comunque non è certo futile come conferma. Sono 70.000 le immagini spedite, inclusi i celebri "autoscatti" del rover stesso, e 75.000 "colpi" diretti con il laser sulle rocce marziane alfine di analizzarne la composizione chimico fisica e ha perfino perforato con il suo mini-trapano il suolo marziano, conservando dentro di sé il materiale triturato per poi analizzarlo.
Marte in maniera sorprendente ha, una struttura molto variegata, in alcuni casi simile a quella di alcuni vulcani terrestri, ed è "rosso" soltanto per pochi millimetri in superficie, dal momento che è ossidato, quasi come quello che succede alla mezza mela tagliata che talvolta viene lasciata nel vassoio della frutta. L'aspetto negativo, se proprio ne vogliamo trovare uno, è che Curiosity si muove sì perfettamente sul suolo marziano, ma molto più lentamente di quanto si ipotizzava: quasi la metà della velocità sperata, a causa delle asperità del terreno. Adesso si sta muovendo verso l'enigmatico monte Sharp, 5.500 metri, che sta al centro del grande cratere di Gale scelto come luogo di atterraggio della missione marziana da 2.5 miliardi di dollari in quanto presenta una importante varietà geologica, pare infatti un buon banco di prova di quanto capitò nel passato, circa centinaia di milioni di anni, su Marte.
Curiosity

Già adesso l'esame soltanto delle immagini ha fornito la possibilità di stabilire che nel cratere scorreva dall'alto una fiumara! Curiosity in sostanza sarebbe in un bacino fluviale e l'analisi delle rocce conferma ogni cosa, data la presenza di composti chimici, molto simili al comune gesso, che possono formarsi soltanto in presenza di acqua. Tutto ciò, purtroppo, centinaia di milioni di anni fa se non di più, quando Marte iniziò a perdere la sua atmosfera a causa della gravità del pianeta, troppo bassa per fare quello che, fortunatamente, riesce alla nostra Terra, ovvero trattenere le molecole di aria attorno al pianeta. Curiosity si può seguire su twitter @marscuriosity. Troverete anche un'eccezionale immagine di quel che vede Curiosity, un miliardo di pixel che si può trovare qui. Vale la pena di spendere un minuto per rivedere la eccezionale discesa di Curiosity sul pianeta, con la gru spaziale che lo deposita come una piuma al suolo, e le sue principali attività in questi 365 giorni terrestri.

19/10/13

Con il supertreno Hyperloop, da San Francisco a Los Ageles in soli 30 minuti!

Con il supertreno Hyperloop, da San Francisco a Los Ageles in soli 30 minuti! Sono per l'esattezza 610 chilometri la distanza che separa San Francisco da Los Angeles e sarà possibile percorlerla in 30 minuti circa alla modica cifra 15 euro a biglietto.
Tempi di attesa azzerati per l'imbarco e non c'è orario, dato che la partenza avviene ogni 30 secondi portandosi dietro il bagaglio e, nel prossimo futuro, per fino l'automobile. Non si tratta affatto di un nuovo treno, in quanto non sarebbe mai in grado di potere coprire queste distanze a tali velocità, ma non é neanche un aereo con un improbabile nuovo metodo di imbarco.
È semplicemente...Hyperloop, l'ultima idea geniale di Elon Musk presentata ieri negli Stati Uniti, che in un solo colpo pone fine al problema del propellente: infatti non fa uso di derivati del petrolio men che meno di gas e quindi un importante contributo alla diminuzione dell'inquinamento, e dei costi energetici totali ed è per finire una vera e propria manna dal cielo per i viaggiatori, in particolar modo per i pendolari. Vi starete chiedendo come funziona? Rammenta un pò la posta pneumatica dei film americani anni '50 del secolo scorso: si entra in tre alla volta in una specie di grande barattolo, chiaramente più che comodo e sicuro.
Hyperloop

Dopo di che questo grande barattolo viene introdotto in una tubazione, sopra oppure sotto terra non è ancora certo, in cui viaggerà su un cuscino d'aria che riceverà una forte spinta da un propulsore che si alimenterà con l'energia elettrica dal Sole, grazie a migliaia e migliaia di celle solari posizionate sopra alle tubazioni. Tutto qui, semplice, comodo e sicuro! L'avesse detto un'altra persona il tutto sarebbe stato catalogato nella mai vuota e sofferente di penuria etichetta "pazzie, varie ed eventuali", ma dal momento che si tratta di Elon Musk l'idea va presa alquanto seriamente, anche se lui ha già detto che non ce la fa a realizzare il progetto visionario, ma sarà soltanto l'autore di un solo un prototipo per poi spera che qualcuno lo potrà prendere per mano farlo suo e svilupparlo. Anzi richiede con pasione ed enstusiasmo anche critiche e suggerimenti.
Musk infatti, a 42 anni, ha già contribuito a inventare e realizzare PayPal, il sistema di pagamento principe per il Web, l'automobile completamente elettrica Tesla model S, in vendita già da quest'estate, una sorta di berlina di lusso da 200 chilometri all'ora e centinaia di chilometri di autonomia. E per finire Space la compagnia che, nata solo pochi anni fa tra i sorrisi ironici di compassione di tanti analisti, oggi ha contratti miliardari con Nasa giusto per dirne una, con i propri razzi vettori e capsule spaziali, i rifornimenti alla Iss, la Stazione Spaziale Internazionale a 400 chilometri da Terra e guarda a Marte con un mal celato desiderio di colonizzazione
Gili opinionisti sono divisi, come sempre in questi casi, fra coloro che affermano che l'idea è abbondantemente pazza per avere successo, in fondo che bisogno c'era del treno quando si andava così bene a cavallo, e chi invece lo vede come un prodotto di nicchia, come il Segway, il trespolo motorizzato a due ruote che doveva cambiare la nostra vita e che oggi si vede si e no in qualche grande piazza. Non c'è molto altro da dire, anche se un documento tecnico di 45 pagine analizza in modo piuttosto dettagliato il progetto a un livello di pre-fattibilità che parla anche di costi, 6 miliardi di dollari per la tratta San Francisco Los Angeles contro i 70 necessari per ammodernare le ferrovie che porterebbero i viaggiatori in 2 ore e mezzo da una città all'altra, a 200 dollari. Detta così non c'è proprio storia e Musk, così come altri innovatori di prodotto o di metodo, da Sir Branson di Virgin a Jeff Bezos di Amazon, ci mostrano, e lo hanno provato, che bisogna pensare in modo completamente nuovo, non tentare continuamente di raffinare all'impossibile le tecnologie esistenti. La lampadina non è stata inventata perfezionando per secoli la candela, Musk lo ha capito bene.

Le lune di Marte sono sovrapposte! Un'inusuale eclissi marziana

Le lune di Marte sono sovrapposte! Un'inusuale eclissi marziana. Questa meraviglia dell'universo è il regalo di Curiosity, il SUV della Nasa da 900 kg che risulta essere un vero e proprio laboratorio scientifico che scorrazza sul suolo del pianeta Marte da quasi un anno, fornendoci immegini, video e curiosità altrimenti sconosciute del tanto enigmatico pianeta rosso.
Sono ben 41 le immagini scattate in sequenza rapida dalla giusta posizione il 1 agosto scorso, che ci fanno osservare una delle lune di Marte, Phobos per l'esattezza la più grande delle due, che passa sovrapponendosi davanti alla seconda dal nome Deimos.
Marte, il pianeta rosso, chissà perchè tale nickname, forse per il suo colore che ricorda quello del sangue, è stato identificato con il dio greco della Guerra. Conseguentemente le sue due piccole lune, venute ad essere scoperte soltanto nel lontano 1877, sono state chiamate Phobos e Deimos, due figli del dio Marte e della dea Venere: Paura e Terrore.
Le due lune sono poco più che dei giganteschi sassi, con ogni probabilità degli asteroidi catturati dalla gravità del pianeta mentre gli passavano vicino, come una biglia di ferro che passi vicino a una calamita. Phobos ha un raggio di soli 11 chilometri mentre Deimos di 6.
Phobos e Deimos

Entrambe orbitano molto vicine a Marte, 9.000 e 23.000 chilometri rispettivamente, questo spiega perché, pur così piccole, appaiono alquanto grandi nel filmato in cui viene usato un obiettivo normale. Per fare un confronto la nostra Luna ha un raggio di 1.738 chilometri e sta a oltre 384.000 da noi. Il video è senz'altro una divertente curiosità, al momento unica, ma ha un valore scientifico notevole, dato che permette di calcolare al meglio le orbite dei due satelliti, capire quanto siano densi e quindi di cosa sono fatti, ma soprattutto capire meglio quali maree provocano su Marte. Quando diciamo marea infatti pensiamo sempre al mare, ma anche nel caso della Terra la Luna esercita un'attrazione anche sulla parte solida del nostro pianeta, che si "stira" o meno a seconda dell'azione del nostro satellite. Egualmente accade su Marte anche se i satelliti sono molto più piccoli, ma più vicini. Un dato importante per capire meglio che succede sul pianeta rosso dove, sempre più, gli americani vogliono sbarcare prima possibile con degli astronauti. Passeranno notti al chiaro di due lune.

18/10/13

Obama a caccia di asteroidi: ecco come vuole catturarli!

Obama a caccia di asteroidi: ecco come vuole catturarli! No, non è una stravanza del presidente degli Stati Uniti d'America, ma bensi una strategia per prendere al volo gli asteroidi che potrebbero essere pericolosi per la Terra e insaccarli letteralmente, per poi portarli fuori rotta. Questo è ciò che prevede il piano Nasa, in continuo mutamento a dire il vero, perchè in realtà l'obiettivo fondamentale è far guadagnare celebrità al proprio progetto in senso lato: ovvero quello di sviluppare esperienza con gli asteroidi, anche camminandoci sopra, e poi di corsa su Marte.
Il progetto che a dire il vero non appare molto appetitoso per l'industria americana, creando più di un problema anche al Congresso Usa, dove però il Presidente americano trova un'appoggio fin qui insperato. Commentatori dell'attività parlamentare Usa infatti riportano che anche i più reazionari deputati creazionisti e contro ogni forma di scienza hanno paura di venire colpiti da un sasso cosmico. Sarebbero cosi disposti a votare di buon grado a favore di un'impresa del genere, anche se esosa. Insomma la paura fa 90 anche nello spazio.
Venendo alla questione pericolosità il JPL, acronimo di Jet Propulsion Laboratory di Nasa, ha dato vita ad una mappa dei 1.400 asteroidi più pericolosi per la Terra.
Barak Obama Presidente USA

Praticamente si vede che l'orbita della nostra Terra è avviluppata in una ragnatela fittissima costituita dalle orbite di questi potenzialmente pericolosi sassi spaziale, con misure che vanno da 100 metri di diametro a qualche chilometro. Certo gli urti sono frequenti su tempi "astronomici", ma comunque ci sono, basta alzare la testa e guardare la Luna per vedere come sia tutta butterata e sulla Terra di crateri di dimensioni significative, anche decine di chilometri di diametro, ne conosciamo parecchi.
Per avere il ruolo di "pericoloso" un asteroide deve avere almeno 140 metri di diametro e avvicinarsi, prima o dopo, a poco più di 4 milioni di chilometri dalla Terra. Ma niente paura comunque anche se la mappa fa venire i brividi a guardarla tanto è fitta, per i prossimi 50 anni almeno nessun problema.
La Nasa sta potenziando i suoi sforzi in corso per identificare e caratterizzare gli oggetti vicini alla Terra, anche i più piccoli che possiamo vedere solo all'ultimo momento, ma quando ben abbiamo capito che un asteroide ci cadrà addosso che si fa? Lo si va a prendere, lo si mette in un sacco gigante e poi lo si devia, ma anche va bene studiarlo, dato che ne sappiamo poco di questi oggetti che sono molto significativi per capire l'origine del sistema solare.
Mappa degli asteroidi che circondano la terra

In realtà la missione asteroidi Nasa, ad oggi, serve per sviluppare tecnologie che sono in incubazione, necessarie proprio per poter andare in seguito a Marte e oltre. Ad esempio il mezzo di recupero asteroidi avrà la propulsione elettrica solare, bassi consumi e velocità, ma spinta costante.
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