Il-Trafiletto
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16/11/14

Il legno si fa "serpente" per gli accessori

Legno assottigliato, levigato e sovrapposto a lamelle, per una lavorazi ione simile alla pelle di serpente, per confezionare accessori made in Italy. Padre e figlia e una start-up


Attraverso una lunga lavorazione si rende flessibile e duttile il legno, lo si sovrappone in tanti strati ed ecco un materiale innovativo che si chiama: Ligneah ed è stato inventato da Marta e Marcello Antonelli. Da un'idea nata dalla figlia Marta 28enne, che studiava allo IED di Roma e mentre sfogliava una rivista per fare una ricerca sui materiali, si è soffermata a guardare la pelle di pitone e a pensare come potesse mai essere se le squame fossero fatte di legno.

Ne parla al padre Marcello 58enne, che era dirigente in un’azienda tessile ma nella ristrutturazione dei vertici aziendali l'hanno licenziato. Così, dando una mano alla figlia, coglie la suea idea e la mette in pratica, avviano una startup, MyMantra, che ora è portata come esempio del made in Italy, per la produzione del nuovo materiale a base di legno di noce, frassino e betulla. Ligneah Depositati i brevetti nel 2012 e a inizio dicembre sarà in vendita nei negozi sotto forma di borse, portafogli, porta-tablet (e pure, tra qualche mese, come materiale per le calzature).


Ligneah: legno lavorato
a pelle di serpente
Per il momento padre e figlia hanno richieste che li vedono impegnati in due progetti: nella produzione del materiale da fornire a grandi nomi della moda e del design, e per la lavorazione su linee proprie.  Gli oggetti come portafogli, portatablet e portacellulari, rigorosamente di fascia intermedia: «Il prezzo dei nostri prodotti va dai 100 ai 350 euro al massimo. Non vogliamo alzarli, al contrario: noi vogliamo farci conoscere dalla classe media ed è a quella che pensiamo quando definiamo le nuove collezioni», sottolinea Marcello.

La prossima novità? Le scarpe: «Stiamo lavorando ad una partnership con un calzaturificio veneto per lanciare la prima linea in primavera. E poi c’è la gioielleria, dato che MyMantra produce anche bracciali con materiale Ligneah»
Padre e figlia hanno anche avviato in parallelo all'azienda un progetto ambientalista: «Ci appoggiamo alla piattaforma Tree-Nation e per ogni prodotto venduto piantiamo un albero. Abbiamo iniziato con un bosco in Nigeria per le borsette, ora per i braccialetti continueremo con un altro in Mozambico».

02/08/14

Il Tasso, l'albero della Morte e della Vita

Fascino e mistero avvolgono la storia di alcuni alberi e piante che poco conosciamo ma che possono in qualche modo farci sognare. E in questo filone da me iniziato e che riguarda piante ed alberi velenosi, mi sono imbattuta nel Tasso.

Il Taxus baccata fa parte della schiera degli alberi sacri e pericolosi, intriso di misticismo, pregno di significati simbolici e più di ogni altro la sua storia è circondata da  leggende, come nessuna altra specie della flora europea, se non per la quercia.
Il suo legno di grande resistenza e flessibilità, può mantenersi inalterato per migliaia di anni, fu preferito ad altri  per la fabbricazione di archi, frecce e lance. Il grande arco di Ötzi, l'uomo del Similaun (3.330 a.C. circa) è di Tasso; come lo era la freccia che uccise Re Riccardo Cuor di Leone. Del resto il suo nome non lascia adito a dubbi, poichè in greco  Tóξov (Toxon), significa appunto "arco". Era così richiesto che nel 13° ed il 16° secolo vennero decimati boschi interi, in Inghilterra, e poi quelli spagnoli e dei territori anseatici.

Tasso, albero
immagine presa dal web
Ma già nel IV secolo a.C., Teofrasto ci informa del carattere estremamente velenoso della pianta le cui foglie, scriveva, sono letali per i cavalli, ma innocue per i ruminanti. Si è poi scoperto che la sua tossicità dipende da un alcaloide chiamato Tassina (in realtà sono state riconosciute sei differenti molecole tossiche), presente in tutti gli organi della pianta, ad eccezione della parte carnosa del frutto, ed in grado di uccidere, in dosi elevate, anche l'uomo.

Il suo veleno veniva usato da un lato per rendere più micidiali le punte di freccia e di lancia, dall'altro, anticipando i principi della medicina omeopatica, per curare i morsi di ragni e serpenti. Shakespeare racconta come il padre di Amleto fu ucciso proprio versandogli nell'orecchio una sostanza estratta dal Tasso. E' per questo  il Tasso è stato associato  alla morte.

Volgarmente infatti viene chiamato  Albero della Morte, tanto che è divenuto il solitario guardiano dei cimiteri celtici, e di quelli dei popoli a loro precedenti, una tradizione che si è poi mantenuta anche nei luoghi di sepoltura cristiani della Gran Bretagna e della Francia.

Vi sono Tassi famosi per la loro longevità come  il Tasso di Fortingall, in Scozia, sulla cui età gli studiosi hanno opinioni assai discordi, vengono attribuiti dai 2.000 ai 5.000 anni, e l'incredibile durata del suo legno (di Tasso è il più antico manufatto umano di legno, costituito da una lancia pressochè intatta, rivenuta a Clacton in UK, e datata 150.000 anni fa), ne hanno fatto ben presto anche un simbolo di immortalità e di saggezza omnicomprensiva.

La sua simbologia di morte presso le popolazioni pre-romaniche, fu intesa come momento di passaggio verso una nuova vita, quindi trasformazione, ciclo di morte e rinascita, il passaggio attraverso il quale si apre la via per l'eterna vita dell'anima, e, concludendo, la promessa di vita contenuta nella morte. Per i primi popoli germanici, il Tasso era l'Albero della Rinascita, ed era associato al giorno del 21 dicembre, giorno in cui il Sole rinasceva dal ventre del mondo sotterraneo, e ricominciava il ciclo annuale di vita e morte.

Nel calendario celtico, era associato alla festa di Samhain,  nel mese di novembre, festa di apertura delle porte tra il mondo dei vivi e quello dei morti. E il Tasso era  il guardiano delle porte che mettevano in comunicazione i due mondi, purificava i morti e proteggva l'anima nel suo viaggio verso l'aldilà, prevenendo l'interferenza degli spiriti malvagi.

Affinchè il defunto fosse protetto durante il suo viaggio, si mettevano nel sudario dei ramoscelli di Tasso, e per la stessa ragione si piantava nei cimiteri. Anche i Greci lo considerarono una sorta di porta di accesso verso gli Inferi, e lo avevano dedicato ad Ecate, dea degli Inferi; i sacerdoti di Eleusi lo utilizzavano durante i loro riti  misterici, come simbolo inscindibile di morte ed immortalità.

Nel 1964 viene scoperto nella corteccia del cugino nordamericano Taxus brevifolia (ma in seguito anche nello stesso Taxus baccata) un alcaloide diterpenico battezzato Taxolo (oggi paclitaxel), molto efficace nella cura del cancro delle ovaie. Il cerchio si è finalmente chiuso: anche la scienza è arrivata a considerare il Tasso come l'albero in cui morte e vita si uniscono.

02/07/14

Olive: Trasporto e conservazione

Affinchè il trasporto e la conservazione delle olive siano fatti a dovere è necessario l'utilizzo di cassette di plastica forate in modo da permettere la circolazione dell'aria. Meglio non usare le cassette di legno o i sacchi, infatti quest'ultimi erano molto utilizzati anticamente ma con tale sistema le olive venivano schiacciate e si producevano fenomeni di fermentazione. Le cassette di legno invece, sono facilmente attaccabili dalle muffe.

Conservazione delle olive
immagine presa dal web
Un'altra cattiva abitudine che ancora oggi è in uso, è quella di ammucchiare olive che presentano difetti, per esempio quelle raccolte da terra, con quelle buone. Le olive appena raccolte vanno subito molite. Anche se a volte l'enorme mole di lavoro dei frantoi non lo permette, bisogna evitare di conservare le olive per più di 48 ore per evitare fenomeni di fermentazione.



16/06/14

Creare è un antistress: la creatività viene ... creando

L'arteterapia non richiede nessuna predisposizione particolare, e la soddisfazione, durante l'esecuzione del lavori, e a opera compiuta, modifica in positivo il nostro stato d'animo

Se è vero che lo stress è una delle principali cause all'origine di numerosi disturbi, è altrettanto vero che ogni misura per ridurlo o per liberarsene, almeno temporaneamente, è salutare. Creare qualche cosa con le proprie mani è rilassante, assorbe 1'attenzione e la distoglie dalle preoccupazioni. La pressione sanguigna si assesta, la mente diventa più lucida, le reazioni emotive sono più equilibrate, aumenta 1'autostima e sono
favoriti i processi di guarigione, sia a livello fisico sia psichico.
Il ruolo preventivo dell'arte non può essere sopravalutato. Dedicare periodicamente un po' di tempo ad attività non destinate a produrre reddito è liberatorio. Per esempio, qualche minuto al giorno dedicato a creare una composizione floreale o a disporre in modo armonioso gli oggetti di casa «fa sentire bene» e mette in uno stato d'animo positivo. L'effetto benefico sulla salute è dimostrato.


SIAMO TUTTI CREATIVI «Non sono capace» o «Non sono mai stato bravo con le mani» sono scuse che non valgono più. Prima di tutto perché 1'art therapy non richiede alcuna predisposizione particolare per essere efficace. E poi perché oggi esiste una gran quantità di supporti tecnici - dai materiali facili da usare ai manuali, fino ai corsi che rendono accessibile la realizzazione di piccoli capolavori. La soddisfazione è grande, durante 1'esecuzione stessa, e a opera compiuta. Provare per credere: mettersi all'opera e «pasticciare» con carta, forbici o colori modifica subito il nostro stato d'animo. Liberiamo il bambino che è in noi e che troppo spesso e troppo a lungo rimane soffocato. In ogni bambino, infatti, è manifesta un'innata voglia di sperimentare e di creare, e un senso di gioia nel vedere il risultato della propria opera, qualunque essa sia. Da adulti tendiamo a sopprimere questo aspetto, ritenendolo ingenuo o futile, ma in questo modo tarpiamo le ali alle nostre capacità più autentiche, mentre il dar spazio al nostro «bambino interiore» è decisamente benefico, addirittura curativo.

DA SOLI O IN COMPAGNIA Dedicarsi al bricolage può servire a riempire dei momenti di solitudine, ma può essere anche una bellissima occasione per passare delle ore serene con amici e parenti. Un ottimo modo per far superare ai bambini la noia di un pomeriggio piovoso o a motivarli a giocare, tra loro o insieme agli adulti. La sera o la domenica poi, piuttosto che rimanere passivi davanti al televisore, si può creare insieme qualche piccolo oggetto, e intanto chiacchierare, o cantare. Il creare insieme può dare luogo a un senso di grande solidarietà, affinità e affetto. Infine, l'art therapy non dovrebbe avere scopi utilitaristici. Tuttavia gli oggetti che nasceranno dalle vostre mani saranno probabilmente talmente piacevoli che vorrete conservarli per abbellire la casa, usarli tutti i giorni o per fare dei regalini a persone care. Per le occasioni di festa (compleanni, anniversari, ecc.), si possono preparare bellissime decorazioni per la tavola, per la confezione del regalo o addobbi per la casa.
IN PRATICA
Segnaposto, biglietti di saluti o d'auguri, decorazioni da incollare su cartellette o libri. Occorrono: cartoncino colorato (diversi colori); forbici sagomate
Patchwork senza ago e filo, allegre applicazioni su felpe, pantaloni, sacche ... Occorrono: carta termoadesiva e ritagli di tessuto a piacere. Oppure si prende un kit completo per uno dei numerosi soggetti. Basta posizionarli e stirare.
Decorare su cartone. paglia. legno, porcellana, cuoio ecc ... Sembreranno pitture perfette. Occorrono: tovaglioli di carta a tre strati con motivi di vostro gradimento; forbici; colla speciale per découpage oppure semplice albume d'uovo.
Luccichini su maglioni, jeans, sacche ... Occorrono: strass, perline e borchie autoadesive. Basta stirare. Per maggiore facilità e precisione, usare un'apposita mascherina.
Dipingere su vetrate, specchi, bicchieri, paralumi è facile lavorando su una pellicola molto sottile, da applicare poi sulla superficie scelta (anche sagomata). La pellicola può essere staccata e riusata. Occorrono: colori, pellicola, forbici, vernici finali.
A1tri lavori possono impiegare cera, filo di carta, foil (motivi luminosi da stirare), e naturalmente matite e colori per disegni e pitture.

LE CARATTERISTICHE DEI MATERIALI
Grandi opere con semplicità: I materiali ideali per il craft o il bricolage sono possibilmente già presenti in casa, come per esempio tovaglioli di carta, albume d'uovo (come colla), forbici; poi vecchie scatole, cappelli, borse, indumenti da abbellire e da ringiovanire.  
Poco ingombranti: deve essere possibile riporli senza problemi, una volta terminato il lavoro.  
Facili da usare: un manuale o un mini-corso possono essere utili per determinate tecniche. 
Facili da reperire: cartoleria, merceria, negozi di belle arti e bricolage.
Economici, soprattutto per i primi sperimenti. 
Non tossici.

16/05/14

Girasole erba massima

HELIANTHUS ANUUS Per diabete, colesterolo, fegato 

E' un fiore che ha origini antiche: nell'America settentrionale sono stati trovati resti di questo fiore che risalgono a tremila anni prima di Cristo. Gli Indiani d'America lo consideravano una pianta sacra in quanto consentiva all'uomo di farne molteplici usi. In Perù è l'emblema del Dio Sole. È proprio da questo paese, agli inizi del XVI secolo, che il girasole venne per la prima volta importato in Europa dove e per lungo tempo venne usata come pianta ornamentale nei giardini e nei parchi grazie alla particolare caratteristica dei suoi fiori di ruotare sul proprio asse volgendosi al sole, il girasole fu apprezzato dal Re Luigi XVI, il Re Sole, e durante l'età vittoriana, in Gran Bretagna, venne disegnato su stoffe, inciso nel legno, forgiato nei metalli. 

Oscar Wilde, inoltre, volle il girasole come simbolo del movimento estetico che lui stesso aveva fondato. In Italia, poeti come Eugenio Montale e Gabriele D'Annunzio hanno elogiato questo fiore nei propri versi. Nelle opere di Van Gogh la presenza del fiore è ricorrente e comunica spesso allegria e orgoglio. Fino al XIX secolo gli scienziati non conoscevano le sue straordinarie proprietà nutritive e medicinali. Tuttavia gli abitanti del Messico precolombiano usavano già i semi tostati di girasole come cibo. il suo nome, Helianthus anuus, deriva dal greco èlios (sole) e anthos (fiore). Appartiene alla famiglia delle Composite, è una pianta annuale che può raggiungere addirittura 2 m di altezza. il grande disco fiorale in realtà è un capolino formato da numerosi, piccoli fiori.

immagine presa dal web
Oggi viene coltivato in tutto il mondo. I nomi comuni sono: fiore di S. Marco, corona di Giove, edizia, erba massima. Del girasole si utilizzano i fiori, gli steli teneri e i semi. I fiori contengono un glucoside flavonoide (quercimeritrina), oltre alla istidina e ad altre sostenze in percentuali minori. In Messico si usano i fiori e gli steli teneri come balsamici ed espettoranti, contro il catarro bronchiale e le malattie respiratorie. Dai semi si estrae un olio di gran valore nutritivo, ricco di acidi grassi insaturi (specialmente acido linoleico) e di vitamine E, A e B. l'olio di girasole è consigliato soprattutto in caso di arteriosclerosi in quanto riduce il livello di colesterolo nel sangue, in caso di diabete, di malattie del fegato e di alcune malattie della pelle (eczemi e foruncolosi).

PREPARAZIONE E USO Il girasole non presenta nessuna controindicazione alle dosi terapeutiche normali eccetto ipersensibilità individuale; infatti il contatto con il fiore può provocare reazioni allergiche.
Infuso: lasciare in infusione 100g di fiori e foglie in un litro di acqua bollente per almeno 10 minuti. Con il liquido ottenuto applicare degli impacchi sulla zona della pelle interessata dall'infiammazione o fare dei lavaggi più volte al giorno. Lo stesso infuso può può essere utilizzato per uso interno: prenderne tre o quattro tazze al giorno.
Se la chioma appare spenta e inaridita, miscelate in una ciotola 2 cucchiai di olio d'oliva, 2 cucchiai di olio di mandorle e 2 di olio di semi di girasole. Per rendere profumata la miscela, aggiungete 2 gocce di olio essenziale di lavanda. Stendete l'impacco su tutta la lunghezza dei capelli. Lasciate agire almeno 1 ora prima del consueto lavaggio. Ripetete questo trattamento due volte la settimana.

03/03/14

Acqua | Mai stato cosi semplice renderla pura! Basta un filtro di ramo di pino.

Acqua: mai stato cosi semplice renderla pura! Basta un filtro di ramo di pino. 
Filtrare questo bene cosi prezioso e icona di vita, l’acqua, non è mai stato così semplice, economico e sopratutto ecologico!

Un team di ricercatori del Mit di Boston afferma infatti di essere riuscito a eliminare il 99% dei batteri di E.coli presenti in una sorgente d’acqua, facendola scorrere tramite un filtro ricavato dal ramo di un pino o altri tipi di alburno (la parte più giovane del legno degli alberi).

Il filtro realizzato e collaudato dai ricercatori, che presentano la loro proposta sulle pagine di Plos One, è capace di produrre circa 4 litri di acqua potabile al giorno ed è stato ideato per le zone rurali in cui è difficile realizzare sistemi di filtrazione avanzata. Infatti, come spiega Rohit Karnik, tra gli autori dello studio: “Le membrane di filtrazione di oggi hanno pori nanometrici che non sono qualcosa che si può produrre molto facilmente in un garage. L’idea qui invece è che non abbiamo bisogno di fabbricare una membrana, perché è facilmente disponibile. Basta prendere un pezzo di legno e farne un filtro”.
Filtro ricavato dal ramo di un pino

Ma a parte le difficoltà di realizzazione, il sistema messo a punto dai ricercatori del Mit è anche economico ed ecologico, rispetto ai metodi che utilizzano i depuratori a base di cloro, le membrane di filtrazione o lo stesso bollire. Il principio di funzionamento si ispira alla naturale capacità dell’alburno di filtrare le particelle più grandi di 70 nanometri, come racconta Nature World News. Abbastanza cioè per tener fuori i batteri ma non i virus.

Al momento il progetto dei ricercatori è solo agli inizi. L’idea infatti è sia quella di testare diversi tipi di legno, supponendo che alcuni abbiano capacità di filtro migliori di altre, che di trovare modi per evitare che lo stesso filtro si secchi, compromettendone le capacità.

07/11/13

Perchè si dice "il re travicello"?

Ai bei vecchi e cari tempi del liceo la mia professoressa di latino e greco, ci fece tradurre una favola di Esopo, intitolata "Le rane chiesero un re".  Ricordo perfettamente che risi quando mi trovai a tradurre proprio una frase buffa: Zeus mandò alle rane un re travicello.
Da questa frase capii poi che era nato un adagio.
Il re travicello si dice di occupa un posto di comando solo per figura senza avere l'autorità necessaria. In fatti narra  la favola di Esopo che le ranocchie, stanche di vivere senza alcuno che le governasse, mandarono ambasciatori a Zeus, pregandolo di largire loro un re. E Zeus, vedendo la semplicità del loro animo, buttò giù nello stagno un pezzo di legno.

Le rane chiesero un re
 A tutta prima, atterrite dal tonfo, le ranocchie si tuffarono nel fondo; ma poi dato che il legno rimaneva immobile, risalirono a galla, e giunsero a tal punto di disprezzo per il loro re che gli saltarono addosso e vi si accomodarono sopra. Infine, vergognandosi di avere un sovrano di tal fatta, andarono nuovamente da Zeus, e lo pregarono di mandare loro un re più valido, perchè il primo era troppo indolente. Allora Zeus perdette la pazienza, e mandò una biscia d'acqua, che comincò ad afferarle e divorarsele. La favola, conclude Esopo, mostra che è meglio avere governanti infingardi ma non cattivi, piuttosto che turbolenti e malvagi.
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