Il-Trafiletto
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19/05/14

Tarassaco un sostituto del caffè, buono a primavera

Il tarassaco era praticamente sconosciuto nell'antichità. All'inizio del XX secolo viene improvvisamente alla ribalta: tanto universale è il riconoscimento delle sue proprietà, che viene chiamata tarassacoterapia ogni terapia che faccia ricorso a questa pianta. 

Essa si trova tutto l'anno, alta da 5 a 50 cm, della famiglia delle Composite; le foglie sono profondamente dentate o lobulate e formano una rosetta basale a livello del terreno, da cui si levano i fusti fiorali, che all'estremità presentano un'infiorescenza di colore giallo vivo. Cresce comunemente nelle praterie, nei campi e sui margini dei sentieri; è diffusa in tutti i continenti e denominata con nomi diversi.

Esiste naturalmente una spiegazione per i vari nomi della pianta: viene chiamata "dente di leone" a causa della forma dentata delle foglioline, "soffione" per via della palla lanosa che contiene i semi. Il nome ufficiale Tarassaco proviene dal greco tarakè "scompiglio", e àkos "rimedio", questa è dunque capace di rimettere in ordine l'organismo. Infine esiste un ultimo nome con cui il tarassaco è conosciuto "piscialetto" datogli per le sue proprietà diuretiche, forse anche per questo, un elemento insostituibile nelle cure depurative di primavera.

I semi sono contenuti in quelle sferette bianche e pelose, comunemente chiamati soffioni. Le foglie e la radice contengono tarassicina, un principio amaro simile a quello della cicoria in virtù della quale la pianta sviluppa le sue proprietà toniche e digestive, e inulina; le foglie contengono anche flavonoidi, cumarine e vitamina B e C. I suoi effetti sono aperitivi, digestivi e tonici stomachici: aumenta le secrezioni di tutte le ghiandole dell'apparato digerente, facilitando e migliorando così la digestione; aumenta la produzione di saliva, dei succhi gastrici, intestinali e pancreatici, oltre che della bile; contemporaneamente stimola la muscolatura di tutto il tubo digerente.

Taraxacum officinaleimmagine presa dal web

Per queste ragioni il tarassaco accelera e stimola tutti i processi della digestione, sia fisici sia chimici. È coleretico (aumenta la produzione della bile nel fegato) e colagogo (facilita lo svuotamento della cistifellea): la pianta agisce con più efficacia sulla funzione biliare; è consigliabile a chi soffre di insufficienza epatica, epatite e cirrosi; pigrizia della cistifellea e altri disturbi del suo funzionamento; aiuta a sciogliere i calcoli nella cistifellea in attesa di una cura risolutiva. La pianta aumenta la quantità di orina e favorisce l'eliminazione di sostanze acide di rifiuto, che appesantiscono il metabolismo. È un blando lassativo, non irritante, utile specialmente nei casi di pigrizia o di atonia intestinale: l'effetto lassativo, unito a quello depurativo, è utile in caso di eczemi, eruzioni, foruncoli e cellulite, conseguenti, spesso, a un'autointossicazione causata dalla stitichezza.

PREPARAZIONE E USO Un sostituto del caffè
Della pianta si utilizzano le foglie e la radice. La tisana si prepara versando 2 cucchiaini di tarassaco (erba e radice) in 1/4 di litro d'acqua fredda: fate bollire il tutto per 5 minuti. Lasciate riposare per 15 minuti e poi filtrate: l tazza di tisana mattina e sera, per almeno 6-8 settimane. Dato il suo alto contenuto vitaminico e le sue numerose proprietà, la tisana di tarassaco. affiancata alla tisana d'ortica, è ottima per una cura di primavera rocostituente. Per un effetto depurativo e aperitivo, aggiungete al minestrone di verdura, prima di portare in tavola, 200 g di tarassaco fresco tagliato finemente; o un'insalata di tarassaco condita con olio extravergine d'oliva e limone. Il succo fresco si ottiene per spremitura o triturazione delle foglie e delle radici, e se ne prendono 2 o 3 cucchiai prima di ogni pasto. Con le radici tostate si prepara un infuso che può sostituire il caffè, con il vantaggio di non avere alcun effetto nocivo.

16/05/14

Girasole erba massima

HELIANTHUS ANUUS Per diabete, colesterolo, fegato 

E' un fiore che ha origini antiche: nell'America settentrionale sono stati trovati resti di questo fiore che risalgono a tremila anni prima di Cristo. Gli Indiani d'America lo consideravano una pianta sacra in quanto consentiva all'uomo di farne molteplici usi. In Perù è l'emblema del Dio Sole. È proprio da questo paese, agli inizi del XVI secolo, che il girasole venne per la prima volta importato in Europa dove e per lungo tempo venne usata come pianta ornamentale nei giardini e nei parchi grazie alla particolare caratteristica dei suoi fiori di ruotare sul proprio asse volgendosi al sole, il girasole fu apprezzato dal Re Luigi XVI, il Re Sole, e durante l'età vittoriana, in Gran Bretagna, venne disegnato su stoffe, inciso nel legno, forgiato nei metalli. 

Oscar Wilde, inoltre, volle il girasole come simbolo del movimento estetico che lui stesso aveva fondato. In Italia, poeti come Eugenio Montale e Gabriele D'Annunzio hanno elogiato questo fiore nei propri versi. Nelle opere di Van Gogh la presenza del fiore è ricorrente e comunica spesso allegria e orgoglio. Fino al XIX secolo gli scienziati non conoscevano le sue straordinarie proprietà nutritive e medicinali. Tuttavia gli abitanti del Messico precolombiano usavano già i semi tostati di girasole come cibo. il suo nome, Helianthus anuus, deriva dal greco èlios (sole) e anthos (fiore). Appartiene alla famiglia delle Composite, è una pianta annuale che può raggiungere addirittura 2 m di altezza. il grande disco fiorale in realtà è un capolino formato da numerosi, piccoli fiori.

immagine presa dal web
Oggi viene coltivato in tutto il mondo. I nomi comuni sono: fiore di S. Marco, corona di Giove, edizia, erba massima. Del girasole si utilizzano i fiori, gli steli teneri e i semi. I fiori contengono un glucoside flavonoide (quercimeritrina), oltre alla istidina e ad altre sostenze in percentuali minori. In Messico si usano i fiori e gli steli teneri come balsamici ed espettoranti, contro il catarro bronchiale e le malattie respiratorie. Dai semi si estrae un olio di gran valore nutritivo, ricco di acidi grassi insaturi (specialmente acido linoleico) e di vitamine E, A e B. l'olio di girasole è consigliato soprattutto in caso di arteriosclerosi in quanto riduce il livello di colesterolo nel sangue, in caso di diabete, di malattie del fegato e di alcune malattie della pelle (eczemi e foruncolosi).

PREPARAZIONE E USO Il girasole non presenta nessuna controindicazione alle dosi terapeutiche normali eccetto ipersensibilità individuale; infatti il contatto con il fiore può provocare reazioni allergiche.
Infuso: lasciare in infusione 100g di fiori e foglie in un litro di acqua bollente per almeno 10 minuti. Con il liquido ottenuto applicare degli impacchi sulla zona della pelle interessata dall'infiammazione o fare dei lavaggi più volte al giorno. Lo stesso infuso può può essere utilizzato per uso interno: prenderne tre o quattro tazze al giorno.
Se la chioma appare spenta e inaridita, miscelate in una ciotola 2 cucchiai di olio d'oliva, 2 cucchiai di olio di mandorle e 2 di olio di semi di girasole. Per rendere profumata la miscela, aggiungete 2 gocce di olio essenziale di lavanda. Stendete l'impacco su tutta la lunghezza dei capelli. Lasciate agire almeno 1 ora prima del consueto lavaggio. Ripetete questo trattamento due volte la settimana.
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