Il tarassaco era praticamente sconosciuto nell'antichità. All'inizio del XX secolo
viene improvvisamente alla ribalta: tanto universale è il riconoscimento delle
sue proprietà, che viene chiamata tarassacoterapia ogni terapia che faccia ricorso
a questa pianta.
Essa si trova tutto l'anno, alta da 5 a 50 cm, della famiglia delle
Composite; le foglie sono profondamente dentate o lobulate e formano una
rosetta basale a livello del terreno, da cui si levano i fusti fiorali, che all'estremità
presentano un'infiorescenza di colore giallo vivo. Cresce comunemente nelle
praterie, nei campi e sui margini dei sentieri; è diffusa in tutti i continenti e denominata con nomi diversi.
Esiste naturalmente una spiegazione per
i vari nomi della pianta: viene chiamata "
dente di leone" a
causa della forma dentata delle foglioline,
"soffione" per
via della palla lanosa che contiene i semi.
Il nome
ufficiale Tarassaco proviene dal greco tarakè "scompiglio",
e àkos "rimedio", questa è dunque capace di rimettere in
ordine l'organismo. Infine esiste un ultimo nome con cui il tarassaco
è conosciuto
"piscialetto" datogli per le sue proprietà
diuretiche, forse anche per questo, un elemento
insostituibile nelle cure depurative di primavera.
I semi sono contenuti
in quelle sferette bianche e pelose, comunemente chiamati soffioni.
Le foglie e la radice contengono
tarassicina, un principio amaro simile
a quello della cicoria in virtù della quale la pianta sviluppa le sue proprietà
toniche e digestive, e
inulina; le foglie contengono anche
flavonoidi,
cumarine e
vitamina B e C. I suoi effetti sono
aperitivi, digestivi e tonici
stomachici: aumenta le secrezioni di tutte le ghiandole dell'apparato
digerente, facilitando e migliorando così la digestione; aumenta
la produzione di
saliva, dei succhi gastrici, intestinali e pancreatici, oltre che della
bile; contemporaneamente stimola la muscolatura di tutto il tubo digerente.
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Taraxacum officinaleimmagine presa dal web
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Per
queste ragioni il tarassaco accelera e stimola tutti i processi della digestione, sia
fisici sia chimici. È
coleretico (aumenta la produzione della bile nel fegato) e
colagogo (facilita lo svuotamento della cistifellea): la pianta agisce con più efficacia
sulla funzione
biliare; è consigliabile a chi soffre di insufficienza
epatica, epatite e
cirrosi; pigrizia della cistifellea e altri disturbi del suo funzionamento; aiuta a
sciogliere i calcoli nella cistifellea in attesa di una cura risolutiva. La pianta
aumenta la quantità di
orina e favorisce l'eliminazione di sostanze acide di rifiuto,
che appesantiscono il metabolismo. È un
blando lassativo, non irritante, utile
specialmente nei casi di pigrizia o di atonia intestinale: l'effetto lassativo, unito a quello depurativo, è utile in caso d
i eczemi, eruzioni, foruncoli e cellulite,
conseguenti, spesso, a un'autointossicazione causata dalla
stitichezza.
PREPARAZIONE E USO Un sostituto del caffè
Della pianta si utilizzano le foglie e la radice. La tisana si prepara versando 2
cucchiaini di tarassaco (erba e radice) in 1/4 di litro d'acqua fredda: fate
bollire il tutto per 5 minuti. Lasciate riposare per 15 minuti e poi filtrate: l tazza
di tisana mattina e sera, per almeno 6-8 settimane. Dato il suo alto contenuto
vitaminico e le sue numerose proprietà, la tisana di tarassaco. affiancata alla
tisana d'ortica, è ottima per una cura di primavera rocostituente. Per un effetto
depurativo e aperitivo, aggiungete al minestrone di verdura, prima di portare in
tavola, 200 g di tarassaco fresco tagliato finemente; o un'insalata di tarassaco
condita con olio extravergine d'oliva e limone. Il succo fresco si ottiene per
spremitura o triturazione delle foglie e delle radici, e se ne prendono 2 o 3
cucchiai prima di ogni pasto. Con le radici tostate si prepara un infuso che può
sostituire il caffè, con il vantaggio di non avere alcun effetto nocivo.