Il-Trafiletto
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12/08/14

Creme solari | Come fanno a proteggere la nostra pelle?

Componenti della
luce solare

Le creme solari usano una miscela di particelle organiche e inorganiche che bloccano le radiazioni ultraviolette (UV) potenzialmente nocive della luce del Sole. 

Le particelle organiche (di solito l'octil-metossicinnamato o l'ossibenzone) assorbono i raggi e li dissipano nella pelle sotto forma di calore, prevenendo le scottature, Quelle inorganiche (diossido di titanio e ossido di zinco) riflettono e disperdono le radiazioni formando una barriera fisica. Erano questi componenti inorganici che rendevano bianche le creme solari.

Ma oggigiorno le particelle sono tanto piccole da essere invisibili e quindi le creme solari possono essere trasparenti e proteggere ugualmente la pelle. Come mostra il diagramma, ci sono tre tipi di radiazioni ultraviolette nella luce del sole - A, B e C - e il fattore di protezione di una crema misura solo la protezione dalle UVB. Spesso si dice che se a una persona basta un'ora per scottarsi, con un fattore 15 può stare sotto il Sole per 15 ore, ma è una descrizione semplificata. A mezzogiorno c'è molta più radiazione UV, dato che è il Sole è più basso in cielo.

Quindi il tempo per cui possiamo esporci con sicurezza dipende dall'ora del giorno, nonché dalla quantità di crema applicata e da quanto è stata assorbita bene dalla pelle. Ci vuole tempo perché venga assorbita, cosa necessaria perché sia efficace appieno.(science)


11/08/14

Quanto può sudare un essere umano? | Ci si può scottare al Sole attraverso i vetri?

Il primato di sudorazione registrato in un atleta è di 3,7 litri all'ora.

Quando si fa esercizio fisico, la maggior parte di noi suda al massimo 1,4 litri all'ora. 

Il primato di sudorazione registrato in un atleta è di 3,7 litri all'ora. Il primato di sudorazione registrato in un atleta è di 3,7 litri all'ora dal maratoneta Alberto Salazar nel 1984. Ma se non si beve per reintegrare i fluidi e gli elettroliti persi, si rischia una crisi o un'infarto quando si arriva a perdere in sudore circa il 25 per cento del peso corporeo, cioè circa 17,5 litri per un adulto di 70 chilogrammi...ma già prima di arrivare a quel punto non potremmo più correre.
Eritemi solari

Gli eritemi solari sono provocati dalle radiazioni UVB della luce del Sole, che corrispondono alle lunghezze d'onda da 280 a 315 nanometri. 

La maggior parte dei vetri per finestra blocca almeno il 90 per cento dei raggi in questo intervallo: sono l'equivalente di una crema con fattore di protezione solare 10, e in più non va via e non possiamo omettere qualche parte del corpo. Prendere il Sole dietro un vetro non blocca altrettanto bene le lunghezze corrispondenti alle UVA (da 315 a 400 nm). La cosa ha i suoi prò e i suoi contro: possiamo abbronzarci anche attraverso un vetro, ma la pelle soffre degli effetti invecchianti dell'esposizione al Sole come la comparsa delle rughe. (science)


16/07/14

Dop e Igp per l'olio di oliva

Denominazione di Origine Protetta ( DOP ): è il marchio di qualità che viene attribuito ad un prodotto agricolo o alimentare, le cui caratteristiche qualitative dipendono esclusivamente dal territorio in cui viene prodotto. L'ambiente geografico di produzione comprende sia i fattori naturali che quelli umani, come le tecniche di produzione e trasformazione, i quali consentono di ottenere un prodotto unico e inimitabile.

 In sostanza la Dop si applica a produzioni il cui intero ciclo produttivo, dalla materia prima al prodotto finito, viene svolto all'interno di un'area geografica ben delimitata, e quindi, non è riproducibile al di fuori di essa. Il prodotto certificato Dop gode di tutela e protezione dalle contraffazioni su tutto il territorio dell’Unione Europea.

Marchi Dop e Igp
immagine presa dal web
L'olivicoltore la cui azienda si trova in un territorio che ha ottenuto questo riconoscimento e che intende commercializzare la propria produzione di olio con il marchio Dop, deve attenersi ad uno specifico disciplinare di produzione e sottostare al controllo di un "Ente di Certificazione" indipendente e appositamente incaricato e riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

Il disciplinare di produzione contiene tutte le norme di coltivazione dell’oliveto, di raccolta e confezionamento dell’olio di oliva che devono essere rigorosamente rispettate per l’ottenimento dell’olio a marchio Dop. Una volta ottenuto il riconoscimento, la denominazione è costantemente soggetta al controllo di conformità al disciplinare di produzione da parte dell’Ente di certificazione.

Il "Consorzio di tutela" (è l’organismo rappresentativo dei produttori) vigila sulla commercializzazione dei prodotti tutelati dalla denominazione di origine protetta. La Denominazione di Origine Protetta è stata istituita nel 1992 con il Reg. CE 2081/92. Dopo 13 anni, sono 37 gli oli d’oliva extravergine italiani che hanno ottenuto questo riconoscimento.

Indicazione Geografica Protetta ( IGP ): è il marchio di qualità che viene attribuito ai prodotti agricoli o alimentari per i quali una sola fase del processo produttivo ha un legame con la zona geografica di riferimento. La differenza tra Dop e Igp sta dunque nella seconda parte della definizione: una sola fase del processo di produzione è necessaria per ottenere la denominazione IGP, mentre per la DOP il legame con il territorio riguarda tutto il processo produttivo.

Come per le denominazioni Dop, anche i produttori IGP devono attenersi alle rigide regole contenute nel disciplinare il cui rispetto è garantito da un organismo indipendente di controllo. Ad oggi l’unico olio extra vergine d'oliva italiano che ha ottenuto il riconoscimento Igp è il “Toscano”.

10/01/14

Le sopracciglia? Una protezione ma anche comunicazione

Le sopracciglia? Una protezione si, com’è semplice intuirne la loro presenza ma non sono soltanto uno strumento che aiutano a proteggere gli occhi dagli agenti esterni, sono altrettanto importantissime anche per comunicare in maniera non verbale.
Sopracciglia

Le sopracciglia che ognuno di noi possiede chi più evidenti chi meno, sono certamente un tratto distintivo evidente del nostro aspetto esteriore: immaginate con un po’ di fantasia ad eliminarle, usando un programma di fotoritocco naturalmente, e avrete modo di notare come sarà cambiata totalmente la nostra immagine.

Non solo: le sopracciglia aiutano anche a definire meglio le nostre emozioni. Quando ad esempio siamo sorpresi le sopracciglia si alzano, oppure si incurvano quando, al contrario, siamo arrabbiati. Spesso, sono presenti anche nelle emoticon che si utilizzano in rete, proprio perché permettono di evidenziare meglio lo stato d’animo di chi scrive. Dunque, anche senza far ricorso alla comunicazione verbale si può comunque trasmettere le proprie emozioni.

Ma a cosa servono esattamente le sopracciglia, al di là della loro funzione estetica e comunicativa? Bene, e presto detto: secondo gli scienziati, le sopracciglia aiutano ad allontanare l’umidità e il sudore dai nostri occhi. La loro forma, più o meno arcuata, devia le gocce di pioggia o di sudore ai lati del nostro viso, mantenendo gli occhi all’asciutto. Tutto ciò serve a mantenere una visione chiara e nitida anche quando stiamo sudando molto o quando camminiamo sotto la pioggia. Tra l’altro, il sudore, vista la quantità di sale che contiene, potrebbe danneggiare la vista. Dunque, la prossima volta che vi depilate le sopracciglia, pensate bene a quanto sono utili per i nostri occhi!

21/11/13

Le risorse finanziarie per la tutela e la manutenzione del nostro territorio vengano utilizzati per fare altre cose | Studio della cgia

La Cgia di Mestre, in seguito ad uno studio, sostiene che solo l'1% delle imposte ambientali pagate dai cittadini e dalle imprese italiane all'Erario e agli Enti locali è destinato alla protezione dell'ambiente, mentre il restante 99% va a coprire altre voci di spesa. A fronte di 43,88 miliardi di euro di gettito incassati nel 2011 (ultimo dato disponibile) dall'applicazione delle cosiddette imposte "ecologiche" sull'energia, sui trasporti e sulle attività inquinanti, solo 448 milioni di euro vanno a finanziare le spese per la protezione ambientale. 

Alluvione in Sardegna
La Cgia di Mestre sostiene anche che queste sciagure accadono anche perché non ci sono le risorse finanziarie disponibili per la tutela e la manutenzione del nostro territorio, soprattutto a fronte dei 43,88 miliardi di euro che vengono incassati ogni anno dallo Stato e dagli Enti locali dall'applicazione delle imposte ambientali, di cui il 99% finisce invece a coprire altre voci di spesa. I soldi ci sono, peccato che ormai da quasi un ventennio vengano utilizzati per fare altre cose", ha attaccato il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi. Insomma, tutta quella sequenza di imposte spesso sconosciute che paghiamo quando facciamo il pieno alla nostra autovettura, quando paghiamo la bolletta della luce o del gas/metano, il bollo dell'auto o l'assicurazione della nostra auto, non vanno a sostenere le attività di salvaguardia ambientale per le quali sono state introdotte. La cgia sottolinea che la selva di tasse ed imposte ambientali che grava sugli italiani è lunghissima. I tre grandi capitoli su cui insistono le imposte "verdi" sono: energia, trasporti ed inquinamento. Eccole nel dettaglio. Le imposte sull'energia Sovrimposta di confine sul gpl Sovrimposta di confine sugli oli minerali imposta sugli oli minerali e derivati Imposta sui gas incondensabili Imposta sull'energia elettrica Imposta sul gas metano Imposta consumi di carbone Le imposte sui trasporti Pubblico registro automobilistico (pra) imposta sulle assicurazioni rc auto Tasse automobilistiche a carico delle imprese tasse automobilistiche a carico delle famiglie Le imposte sulle attività inquinanti Tributo speciale discarica Tassa sulle emissioni di anidride solforosa e di ossidi di zolfo tributo provinciale per la tutela ambientale imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili.


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