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30/04/15
16/07/14
Dop e Igp per l'olio di oliva
Pubblicato da
Lifarnur
Denominazione di Origine Protetta ( DOP ):
è il marchio di qualità che viene attribuito ad un prodotto agricolo o alimentare, le cui caratteristiche qualitative dipendono esclusivamente dal territorio in cui viene prodotto. L'ambiente geografico di produzione comprende sia i fattori naturali che quelli umani, come le tecniche di produzione e trasformazione, i quali consentono di ottenere un prodotto unico e inimitabile.
In sostanza la Dop si applica a produzioni il cui intero ciclo produttivo, dalla materia prima al prodotto finito, viene svolto all'interno di un'area geografica ben delimitata, e quindi, non è riproducibile al di fuori di essa. Il prodotto certificato Dop gode di tutela e protezione dalle contraffazioni su tutto il territorio dell’Unione Europea.
L'olivicoltore la cui azienda si trova in un territorio che ha ottenuto questo riconoscimento e che intende commercializzare la propria produzione di olio con il marchio Dop, deve attenersi ad uno specifico disciplinare di produzione e sottostare al controllo di un "Ente di Certificazione" indipendente e appositamente incaricato e riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
Il disciplinare di produzione contiene tutte le norme di coltivazione dell’oliveto, di raccolta e confezionamento dell’olio di oliva che devono essere rigorosamente rispettate per l’ottenimento dell’olio a marchio Dop. Una volta ottenuto il riconoscimento, la denominazione è costantemente soggetta al controllo di conformità al disciplinare di produzione da parte dell’Ente di certificazione.
Il "Consorzio di tutela" (è l’organismo rappresentativo dei produttori) vigila sulla commercializzazione dei prodotti tutelati dalla denominazione di origine protetta. La Denominazione di Origine Protetta è stata istituita nel 1992 con il Reg. CE 2081/92. Dopo 13 anni, sono 37 gli oli d’oliva extravergine italiani che hanno ottenuto questo riconoscimento.
Indicazione Geografica Protetta ( IGP ): è il marchio di qualità che viene attribuito ai prodotti agricoli o alimentari per i quali una sola fase del processo produttivo ha un legame con la zona geografica di riferimento. La differenza tra Dop e Igp sta dunque nella seconda parte della definizione: una sola fase del processo di produzione è necessaria per ottenere la denominazione IGP, mentre per la DOP il legame con il territorio riguarda tutto il processo produttivo.
Come per le denominazioni Dop, anche i produttori IGP devono attenersi alle rigide regole contenute nel disciplinare il cui rispetto è garantito da un organismo indipendente di controllo. Ad oggi l’unico olio extra vergine d'oliva italiano che ha ottenuto il riconoscimento Igp è il “Toscano”.
In sostanza la Dop si applica a produzioni il cui intero ciclo produttivo, dalla materia prima al prodotto finito, viene svolto all'interno di un'area geografica ben delimitata, e quindi, non è riproducibile al di fuori di essa. Il prodotto certificato Dop gode di tutela e protezione dalle contraffazioni su tutto il territorio dell’Unione Europea.
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Marchi Dop e Igp immagine presa dal web |
Il disciplinare di produzione contiene tutte le norme di coltivazione dell’oliveto, di raccolta e confezionamento dell’olio di oliva che devono essere rigorosamente rispettate per l’ottenimento dell’olio a marchio Dop. Una volta ottenuto il riconoscimento, la denominazione è costantemente soggetta al controllo di conformità al disciplinare di produzione da parte dell’Ente di certificazione.
Il "Consorzio di tutela" (è l’organismo rappresentativo dei produttori) vigila sulla commercializzazione dei prodotti tutelati dalla denominazione di origine protetta. La Denominazione di Origine Protetta è stata istituita nel 1992 con il Reg. CE 2081/92. Dopo 13 anni, sono 37 gli oli d’oliva extravergine italiani che hanno ottenuto questo riconoscimento.
Indicazione Geografica Protetta ( IGP ): è il marchio di qualità che viene attribuito ai prodotti agricoli o alimentari per i quali una sola fase del processo produttivo ha un legame con la zona geografica di riferimento. La differenza tra Dop e Igp sta dunque nella seconda parte della definizione: una sola fase del processo di produzione è necessaria per ottenere la denominazione IGP, mentre per la DOP il legame con il territorio riguarda tutto il processo produttivo.
Come per le denominazioni Dop, anche i produttori IGP devono attenersi alle rigide regole contenute nel disciplinare il cui rispetto è garantito da un organismo indipendente di controllo. Ad oggi l’unico olio extra vergine d'oliva italiano che ha ottenuto il riconoscimento Igp è il “Toscano”.
24/06/14
Olio di oliva: conservazione e confezionamento
Pubblicato da
Lifarnur
L’olio d’oliva dopo l’estrazione è ancora torbido, i sedimenti (chiamati morchia), devono essere eliminati, quindi prima di essere confezionato, l'olio deve essere sottoposto a decantazione in modo; a questo scopo l’olio viene tenuto a riposare in cisterne d’acciaio per circa 15 giorni.
In verità per eliminare ogni residuo, tramite decantazione, ci vogliono circa quattro mesi e quindi alcune aziende ricorrono alla filtrazione. I filtri più comunemente usati sono quelli semplici e i filtri pressa o a placche continue (nelle grandi aziende). Affinchè possa conservare inalterate tutte le sue caratteristiche, l’olio extra vergine di oliva va preservato principalmente dalla luce, dall'aria, e dagli odori.
Perciò va conservato in luoghi freschi e asciutti, lontano da fonti di calore ed è buona abitudine chiudere sempre la bottiglia dopo l’uso.
Il miglior materiale per la conservazione dell’olio è senz’altro l’acciaio inox. Ottimo è anche il vetro purché venga utilizzato quello scuro. Nella vendita al dettaglio, soprattutto per le confezioni da 5 litri, è impiegata la lattina in banda stagnata, cioè un foglio di acciaio rivestito da un sottile strato di stagno; questo tipo di confezione è buona perché protegge integralmente dalla luce.
Se ben conservato in contenitori ancora sigillati, l’olio extravergine d'oliva rimane integro nelle sue caratteristiche organolettiche (colore, sapore, aroma, ecc…) anche per più di 15 mesi, ma con il passare del tempo perde pigmentazione, il profumo e l’aroma si indeboliscono e il retrogusto diventa più sgradevole.
In verità per eliminare ogni residuo, tramite decantazione, ci vogliono circa quattro mesi e quindi alcune aziende ricorrono alla filtrazione. I filtri più comunemente usati sono quelli semplici e i filtri pressa o a placche continue (nelle grandi aziende). Affinchè possa conservare inalterate tutte le sue caratteristiche, l’olio extra vergine di oliva va preservato principalmente dalla luce, dall'aria, e dagli odori.
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Olio non filtrato immagine presa dal web |
Se ben conservato in contenitori ancora sigillati, l’olio extravergine d'oliva rimane integro nelle sue caratteristiche organolettiche (colore, sapore, aroma, ecc…) anche per più di 15 mesi, ma con il passare del tempo perde pigmentazione, il profumo e l’aroma si indeboliscono e il retrogusto diventa più sgradevole.
20/06/14
Merluzzo alla paprika e limone
Pubblicato da
Galadriel
Merluzzo alla paprika e limone
Ingredienti per 4 persone* 600 g di filetti di merluzzo o altro pesce bianco * 200 g di salsiccia piccante * 10-12 pomodorini ciliegia * 5 spicchi di aglio *1 rametto di timo * paprika in polvere * 1 limone non trattato * insalatine miste * olio extravergine di oliva * sale e pepe nero in grani
l Scalda la salsiccia. Sciacqua il rametto di timo, asciugato tamponandolo con carta assorbente da cucina e ricava le foglioline. Scalda un'ampia padella antiaderente senza grassi, disponici la salsiccia, spellata e tagliata a fettine sottili. con le foglioline di timo preparate e rosolala a fuoco medio-alto per 4-5 minuti, girando le fettine a metà cottura, poi mettile da parte. Intanto, schiaccia gli spicchi d'aglio e spellali, lava e asciuga i pomodorini e le insalatine miste.
2 Cuoci il pesce. Fodera una teglia con un foglio di carta da forno, disponici i filetti di pesce, spolverizzali con 1 pizzico abbondante di paprika e di pepe pestato grossolanamanete nel mortaio. Sala e cospargi con metà della scorza di limone grattugiata. Disponi i pomodorini e gli spicchi d'aglio tutt'intorno ai filetti e irrora con un filo di olio.
3 Completa e servi. Cuoci a in forno già caldo a 200°C per circa 8-10 minuti. Estrai la teglia dal forno, ìasclandolo acceso. Distribuisci sui filetti di pesce le fettine di salsiccia preparate e grattugiaci sopra la scorzetta di limone rimasta. Rimetti in forno e prosegui la cottura per altri 5 minuti (il pesce dovrà risultare opaco all'esterno e lucente all'interno).
ANCHE PIATTO UNICO Per accompagnare, puoi preparare come contorno 3-4 patate, sbucciate e tagliate a cubotti, poi tuffate in una pentola con abbondante acqua bollente salata per 7-8 minuti, sgocciolate e saltale nella padella dove hai rosolato la salsiccia. In alternativa, puoi cuocerle al forno in una teglia con spicchi d'aglio in camicia, rametti di rosmarino, sale, pepe e un filo di olio extravergine




ANCHE PIATTO UNICO Per accompagnare, puoi preparare come contorno 3-4 patate, sbucciate e tagliate a cubotti, poi tuffate in una pentola con abbondante acqua bollente salata per 7-8 minuti, sgocciolate e saltale nella padella dove hai rosolato la salsiccia. In alternativa, puoi cuocerle al forno in una teglia con spicchi d'aglio in camicia, rametti di rosmarino, sale, pepe e un filo di olio extravergine
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