Il-Trafiletto
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26/09/17

Messaggio commovente Aeronautica pilota morto

Fonte - Il Giornale - Poche righe e una foto che fa lacrimare i cuori. L'Aeronautica militare italiana ha voluto ricordare così, con semplicità, il suo aviatore deceduto in un incidente aereo a Terracina durante una dimostrazione acrobatica. 


Durante l'esibizione aerea, l'Eurofighter del Reparto Sperimentale Volo si è schiatato in acqua.


Gli spettatori, tra cui la fidanzata del pilota, hanno assistito senza poter far nulla al tremendo schianto in mare. Il pilota, Gabriele Orlandi, non ha fatto in tempo ad eiettarsi con il paracudete. Ed è morto.

La sua manovra doveva precedere lo spettacolo delle frecce tricolori, un'esibizione fatta e rifatta da Gabriele, ma che stavolta gli è stata fatale.


Nel momento in cui avrebbe dovuto riprendere quota dopo un giro completo in aria, infatti, qualcosa deve essere andato storto:

Non è ancora chiaro se ad uccidere il capitano sia stato un malore oppure un guasto tecnico.

Sarà la procura militare a stabilire eventuali responsabilità e anche il sostituto procuratore di Latina, Gregorio Capasso, si è recato sul luogo della tragedia.

Per Carlo Landi, ex comandante del reparto sperimentale, sono due le possibilità: un malore, anche momentaneo, che potrebbe aver impedito al pilota di capire cosa stesse succedendo, oppure un guasto al sistema avionico di bordo.

Di lui rimane il motto con cui ha solcato i cieli in una carriera militare troppo breve: Alla tua corsa la nube è fango e il vano vento è suolo.

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05/06/14

Ciampino (Roma) | "L'amicizia non ha prezzo". Muore di overdose sulla tomba del suo migliore amico.

Amici nella vita, uniti nella morte, anche se a due anni di distanza. Davide Vitale, 38 anni di Torino, ma trapiantato da molti anni a Cecchina, una frazione di Albano (Roma) ma solo recentemente trasferitosi ad Aprilia (Roma),è stato rinvenuto privo di vita sulla tomba del suo migliore amico, morto di overdose due anni fa. A fare la tragica scoperta è stata proprio la mamma di Damiano, il suo amico morto, recatasi al cimitero di Ciampino per rendere omaggio alla tomba del proprio figlio. La signora ha trovato Davide in terra, privo di vita, tra bottiglie vuote di birra e una siringa sporca di sangue,al braccio ancora legato il laccio emostatico. Ha poi avvertito il custode del cimitero, il quale ha avvisato la polizia scientifica. Ora il corpo è a disposizione dell'autorità giudiziaria presso l'istituto di medicina legale di Tor Vergata. Sono state trovate nella tasca della giacca dell'uomo deceduto due foto che lo ritraggono con Damiano, l'amico sepolto nella tomba sulla quale si è lasciato morire. Nel portafogli aveva un foglietto con su scritto: "L'amicizia non ha prezzo". Ora sarà l'autopsia a stabilire le cause della morte, anche se la presenza di bottiglie di alcol e la siringa non sembrano lasciare dubbi. Davide aveva dei piccoli precedenti penali e qualche anno fa fu vittima di una aggressione nella quale fu colpito alla gola con una coltellata, ne uscì vivo per miracolo. La polizia sta cercando di rintracciare lo spacciatore che gli ha procurato la dose mortale.

24/03/14

Tarquinia (VT) | Tragedia: dimesso dall'ospedale muore bimbo di tre anni

Un bambino di tre anni, Leonardo Sonno, è morto poco dopo essere stato dimesso dall'ospedale di Tarquinia, in provincia di Viterbo.Il piccolo era stato portato dai genitori, residenti a Pescia Romana, al pronto soccorso per una febbre alta. Dopo la somministrazione di alcuni farmaci è stato dimesso, ma una volta a casa è morto.Secondo le prime ricostruzioni, al pronto soccorso dell’ospedale della Tuscia, i medici, dopo averlo visitato, hanno dimesso il piccolo diagnosticando una faringite febbrile e prescrivendo, quindi, antibiotici e antipiretici. La mattina dopo, però, il bambino è stato trovato senza vita dai genitori, i quali non si danno pace per l'immane tragedia capitatagli. La procura di Civitavecchia ha aperto un'inchiesta: due medici sono indagati. La magistratura ha disposto l'autopsia sul corpo del piccolo per capire le cause della morte. Tra le ipotesi, non confermate ufficialmente e sulle quali sono al lavoro gli inquirenti, anche quella che vedrebbe il bimbo colpito da una meningite. I genitori, Filippo Sonno e Valentina Gargiano, quando si sono resi conto che il bambino non respirava, hanno chiamato il 118 ma ormai non c'era più nulla da fare. L’Azienda unità sanitaria locale di Viterbo fa sapere che è stata avviata un’inchiesta interna per fare luce sui fatti e verificare se siano state rispettate tutte le procedure del caso. Anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, vuole vederci chiaro e ha disposto un'indagine ispettiva al fine di chiarire come sia stato possibile il verificarsi della tragedia della morte del piccolo Leonardo. Lo rende noto lo stesso dicastero.

02/02/14

Maximilian Schell, l'avvocato Oscar di "Vincitori e vinti" è morto

E anche Maximilian Schell ci ha lasciato all'eta' di 83 anni, l'attore austriaco che nel 1962 conquisto' l'Oscar per "Vincitori e vinti". Lo ha riferito la sua agente, Patricia Baumbauer. 

Maximilian Schell
Nato a Vienna, Schell aveva esordito nel 1958 nel film "I giovani leoni". In seguito aveva interpretato un'ottantina di film per il cinema e la tv, spesso di ambientazione storica o polizieschi come "Topkapi", "Chiamata per il morto", "Candidato all'obitorio", "La croce di ferro", "Deep impact". Tra questi spicca il capolavoro del 1961 "Vincitori e vinti", ispirato al processo di Norimberga, in cui Schell interpretava il giovane avvocato Hanhs Rolfe che difendeva un giudice tedesco filo-nazista accusato di crimini contro l'umanita'.

L'interpretazione gli valse la statuetta degli Academy Awards come miglior attore. Provetto pianista, aveva collaborato con i grandi della musica.Nel 2005 Schell aveva divorziato dalla moglie Natalja Andrejchenko e l'anno scorso si era risposato con la cantante Iva Mihanovic. Era anche stato il padrino di battesimo di Angelina Jolie.        fonte (AGI)

01/02/14

Giorgio Stracquadanio, politico fedelissimo di Berlusconi - morto a 54 anni

Giornalista e politico "scomodo" per la sua veemenza. Sempre al centro di polemiche con politici e giornalisti. Ammalato di tumore ai polmoni è morto a 54 anni ancora giovane per lasciare il suo impegno politico.


Giorgio Stracquadanio è scomparso venerdì sera, intorno alle 21, all’ospedale Humanitas di Milano. Giornalista, 54 anni. Stracquadanio è stato per anni una delle voci più veementi del berlusconismo, uno dei sostenitori più convinti e decisi. Anche se nel novembre 2011 firma con altri quattro parlamentari pdl una lettera in cui si invita Silvio Berlusconi a comportarsi «da uomo di Stato e formare un nuovo governo». Nel 2012 si è infine distaccato dal fondatore di Forza Italia definendolo, in un’intervista al Corriere , «un leader in declino».  La storia politica del giornalista inizia però molti e molti anni prima, negli anni Ottanta, che lo vedono militare nel Partito radicale di Marco Pannella. Si lega poi politicamente a Tiziana Maiolo, con cui dà vita, nel 1993, a una lista antiproibizionista per le amministrative di Milano, lista che però non riesce a entrare in consiglio comunale.
Giorgio Stracquadanio

Si avvicina successivamente a Forza Italia, con cui sarà eletto al Senato nel 2006.  La sua capacità argomentativa negli anni successivi lo renderà un personaggio televisivo molto popolare, al centro di polemiche anche incandescenti con colleghi e giornalisti: il sostegno delle leggi ad personam, il no al ritorno al voto di preferenza, l’invocazione del «metodo Boffo» contro Gianfranco Fini. Sostiene attivamente la nascita del Pdl fondando il quotidiano online Il Predellino . Giorgio Stracquadanio è scomparso per un male incurabile che lo aveva colpito nello scorso ottobre. Lascia la compagna Tina.

23/01/14

Eroismo | Salva sei persone prima di morire nell’incendio. Aveva 8 anni.

Un bambino di 8 anni è morto in un incendio a Penfield, nello Stato di New York. È morto tra le fiamme per soccorrere i parenti colpiti nel sonno dall’incendio della loro “casa mobile”. Si tratta di abitazioni simili a dei camper, molto comuni negli Stati Uniti fra le zone più povere. Forse un cortocircuito, forse il riscaldamento, hanno causato la disgrazia, accaduta in una cittadina dello stato di New York, Penfield, alle prime luci dell’alba.
 Il bimbo era ospite di parenti. Nel sonno nessuno si è accorto delle fiamme tranne Tyler, questo il nome del bambino, che ha cercato di svegliare tutti immediatamente. Il ragazzino, aveva avuto il permesso dai genitori di trascorrere la notte di domenica a casa del nonno, perché lunedì era vacanza a scuola: “Era il suo migliore amico” racconta la mamma. Tyler quindi era andato nella casa mobile del nonno, dove vivevano anche i suoi cuginetti e gli zii. L’incendio è scoppiato alle quattro e 45 del mattino. Con tanto sangue freddo ha aiutato a mettere in salvo prima due bambini, di quattro e sei anni, poi gli altri. In casa c’erano anche uno zio e il nonno disabile, rimasti intrappolati. Senza pensare al pericolo Tyler è corso di nuovo dentro, nonostante una zia cercasse di trattenerlo, gettandosi tra le fiamme. Purtroppo il fuoco e il fumo stavolta hanno avuto la meglio, nonno e nipote sono entrambi morti. Il corpo del piccolo è stato trovato proprio accanto a quello del vecchio, mano nella mano. Dai primi rilievi effettuati dai vigili del fuoco sembra che l’incendio sia stato causato da un guasto elettrico e la casa fosse sprovvista di un dispositivo di rilevazione del fumo. In uno spazio così piccolo un allarme avrebbe svegliato tutti in tempo. Tyler faceva la quarta elementare. Il preside della sua scuola, Edward Stuntzman, ha ricordato che il bambino era “sempre sorridente e di buon umore, sempre pronto ad aiutare gli altri, sempre generoso”. Stuntzman ha aggiunto: “Non mi sorprende sapere che ha perso la vita in un atto di coraggio e generosità”.

16/01/14

Abusò di una 14enne mettendola incinta. Prete muore nel sonno.

E' morto nella casa di riposo che lo ospitava da anni don Pietro Tosi, sacerdote ferrarese 86enne che nel 1980 stuprò una ragazzina di 14 anni mettendola incinta. Il sacerdote, che ha sempre rifiutato di incontrare il figlio nato dallo stupro, è morto nel sonno. Il caso venne alla ribalta alcuni mesi fa e fu fatto scoppiare da Erik Zattoni, il figlio che l'anziano prete ebbe nel 1980 e che da questi non fu mai riconosciuto legalmente nonostante la prova del DNA ne abbia stabilito la paternità. Davanti alla telecamere del noto programma televisivo di Italia 1 “ Le Iene ”, Erik Zattoni raccontò la sua storia, collegata a quella di sua madre, che ad appena 14 anni venne violentata da un prete, allora 54enne, sacerdote in una parrocchia della provincia di Ferrara, don Pietro. Da quella violenza nacque Erik. Ancora oggi questo ragazzo sta cercando giustizia, una giustizia per quello che lui e sua madre hanno dovuto subire da quel dannato 1980. La mamma, allora ragazzina, abitando nelle case della parrocchia ed essendo priva di mezzi economici che la rendessero autonoma, ha dovuto tacere al mondo quella scomoda paternità, pena lo sfratto. Il sacerdote non diede ascolto neanche alle suppliche dei parenti della ragazzina, anzi, vennero allontanati dall’abitazione nella quale dimoravano nel momento in cui si rivolsero al tribunale. L’unica ‘soddisfazione’ ottenuta anni dopo da Erik è stata quella di provare la paternità, attraverso il test del DNA cui il sacerdote si sottopose. Le Iene si rivolsero anche all’arcivescovo di Ferrara, mons. Luigi Negri, chiedendogli se fosse normale che un prete rimanesse tale anche dopo un reato di quel genere. << Lei vuole insegnare alla Chiesa a fare la Chiesa? >> fu la risposta dell’alto prelato. << Ma è giusto? >> insiste l’inviato. << Certamente è giusto se non ci sono state ragioni per cui la Chiesa ha ritenuto che dovesse essere dimesso. Lo stupro non è sufficiente. Per il risarcimento non so a chi si deve rivolgere, non a me. Sono cose civili non ecclesiastiche. La smetta perché mi ha irritato >>. L’ultimo tentativo di Erik per trovare risposte a quanto successo a lui e a sua madre è un appello a Papa Francesco lanciato dagli schermi televisivi.

14/01/14

Ha solamente 6 anni. Bambino muore d'infarto.

Era già stato visitato il giorno prima nello stesso pronto soccorso dell’Ospedale G.B. Grassi di Ostia per quei dolori addominali, dolori più lievi tanto da convincere i medici a dimetterlo con una prognosi di pochi giorni diagnosticandogli una colica addominale. Un bambino italiano di sei anni e' morto, secondo quanto riferito da fonti ospedaliere, durante il trasporto in ambulanza dall'ospedale di Ostia al Bambino Gesu'. Il piccolo, accompagnato nuovamente dai genitori al pronto soccorso e' stato immediatamente portato in codice rosso nella sala emergenze dove ancora vigile e' stato assistito dal medico di turno, dall'anestesista e dal pediatra. Secondo quanto riferito dai genitori il bambino accusava dolori addominali e svenimenti. A causa delle sue condizioni critiche i medici hanno deciso di trasferirlo immediatamente presso l'ospedale Bambino Gesu' su un'ambulanza del 118: il bambino e' stato accompagnato dal pediatra e dall'anestesista. Il piccolo è arrivato all’Ospedale Pediatrico intorno alle 22,40 già in arresto cardiaco, ma nonostante i numerosi tentativi dei medici di rianimarlo, non ce l’ha fatta ed ha cessato di vivere. La salma è ora al Bambino Gesù a disposizione dell'autorità giudiziaria. I carabinieri della compagnia di Pomezia, agli ordini del comandante Marco Staziani, stanno raccogliendo testimonianze da entrambe le parti per ricostruire la dinamica dei fatti e, con l’aiuto della documentazione presa in ospedale, il quadro clinico del bambino.

12/01/14

Un caro saluto ad Arnoldo Foà morto 98 anni | Protagonista del teatro del '900

Morto Arnoldo Foà, l'ebreo che si auto-esiliò alle Seychelles. Attore, regista, doppiatore, ma anche scrittore e scultore, lavorò con Welles, Losey, Germi e negli anni del Boom divenne uno dei volti più popolari della televisione. 


Nel 1943 si rifugia a Napoli, in quanto ebreo sfuggito alla persecuzione razziale grazie a nomi falsi, dove diventa capo-annunciatore e scrittore della Radio Alleata PWB: spetta a lui - quasi una vendetta della storia - la comunicazione dell'armistizio con gli alleati, l'8 settembre 1943. Nel 1945, finalmente libero da persecuzioni, riprende con il teatro. Ha attraversato il Novecento da protagonista nel mondo della cultura. Aveva interpretato ruoli di primo piano a teatro, al cinema e nella televisione degli anni del Boom, divenendone uno dei volti più popolari.
 Grande protagonista della cultura del '900, attore di teatro, di cinema, tv, regista e doppiatore, ma anche scultore, pittore e poeta, era nato a Ferrara il 24 gennaio del 1916. Fra pochi giorni avrebbe compiuto 98 anni.
 «Vorrei solo dormire. Addormentarmi per sempre. Come mi sento a quasi 92 anni? Mi sento a pezzi, come mi sentivo da giovane. Niente di nuovo. Riconosco di essere vecchio solo perché me lo ricordano ossessivamente gli altri. Ma non mi lamento. Non ho mai avuto la vocazione all’infelicità». Così parlava Arnoldo Foà a La Stampa qualche anno fa.
Foà è morto nel pomeriggio all'ospedale San Filippo Neri dopo un'improvvisa crisi respiratoria. Lunedì dalle 10 sarà aperta la camera ardente nella sala della Protomoteca in Campidoglio. Tra le 16 e le 17, nella stessa sala, il funerale laico.

Arnoldo Foà
 Con Foà scompare la "voce" del teatro italiano: timbro inconfondibile che ha accompagnato in una vita lunga e avventurosa (basti pensare ai suoi matrimoni e all'esilio volontario alle Seychelles) migliaia di appassionati del palcoscenico e non solo. Fra le prime reazioni, quella del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che parla di "una figura esemplare di artista, di interprete della poesia e del teatro, animato da straordinaria passione civile e capace di trasmettere emozioni e ideali al pubblico più vasto. Desidero - continua il capo dello Stato - rendere omaggio alla sua lunga fatica, al suo forte senso di attaccamento ai valori democratici della nostra Repubblica, e ricordare con animo commosso le molteplici occasioni di incontro e di profonda sintonia che mi hanno legato a lui". Il ministro della Cultura, Massimo Bray, lo ricorda come "protagonista della vita culturale italiana del 900, capace di riassumere in sé molteplici doti artistiche esprimendosi sempre con grande sensibilità". Il sindaco di Roma, Ignazio Marino: "Oggi, con la scomparsa di Arnoldo Foà tutti noi siamo più poveri. Foà ha saputo interpretare la storia contemporanea del nostro paese. Un attore immenso capace di entrare nell'immaginario collettivo di tutti noi. Un uomo coerente, coraggioso e dai grandi valori, che si è schierato a fianco della libertà negli anni più bui della nostra nazione. I suoi personaggi portati in scena in teatro, alla radio e in televisione hanno arricchito culturalmente e divertito generazioni di italiani. Aveva il carisma dei grandi personaggi e l'umiltà dei semplici, a lui l'Italia e Roma saranno sempre riconoscenti".

27/11/13

Perchè si dice: "prendere soldi a babbo morto"?

A leggerla così si pensa subito ad un testamento con clausole e intrighi. Quelle complesse situazioni in cui, membri di famiglie con cospicui patrimoni si trovavano  per avere la fetta di eredità che gli spettava. In verità questo adagio si adatta alle situazioni debito di gioco, contratti giovani rampolli di famiglie bene.
Testamento

Prendere i soldi a babbo morto, incassare un credito con molto ritardo, senza una scadenza precisa. Quando i rampolli di certi signorotti predevano denaro al gioco, nei tempi scorsi, o dovevano fare regali alle loro amichette, erano costretti a ricorrere agli strozzini, i quali erano ben felici di prestare soldi a chi, con la morte del padre, avrebbe riscosso una ricca eredità. E, del resto, più tempo passava, più aumentavano gli interessi sulla somma prestata. Ma prima di ottenere la restituzione, dovevano aspettare che il giovane ereditasse, e quindi che morisse  il genitore.

23/11/13

Scomparso "l'editore silenzioso" personaggio di spicco della cultura italiana

Roberto Cerati
Aveva 90 anni ed era ricordato come "l'editore silenzioso". E' morto ieri sera nella sua casa di Milano, Roberto Cerati, presidente della casa editrice Einaudi. Fu proprio Giulio Einaudi a descriverlo come "l'uomo dai significativi silenzi". Bastava infatti che non parlasse per capire quale sarebbe stato il destino di un libro. 
E' stato uno dei personaggi di spicco della cultura italiana per più di mezzo secolo. In carriera ha lavorato con Elio Vittorini, Albe Steiner e Max Huber. Italo Calvino gli faceva leggere sempre le prime bozze dei suoi testi. Pavese lo ascoltava con attenzione. Gli autori ne avevano timore. "E' stato una figura leggendaria dell'editoria italiana", che non ha servito soltanto l'Einaudi, ma "il libro in generale - ha detto ricordandolo Ernesto Ferrero, attuale direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino: " Ho condiviso con Cerati anni di vita e di lavoro alla Einaudi. E' stato l'alfiere di una editoria a totale servizio del lettore, in cui il libro era inteso come strumento di crescita morale".

Lo struzzo
Per anni Cerati è stato uno dei collaboratori più stretti di Einaudi, fino al Giulio Einaudi. Da quel momento iniziò un lungo rapporto, che non si interruppe mai. Prima fece lo strillone, poi il venditore di libri, infine il direttore commerciale al fianco di Giulio.
1999, quando, alla morte di Giulio, diventò suo erede. Il suo lungo rapporto con la casa dello struzzo iniziò nel 1945, quasi per caso. Accompagnava un amico che presentava dei lavori di Pavese a Milano, nella storica sede di via Tunisi, e incontrò
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