Il-Trafiletto
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26/06/14

Tuco, "il brutto" di Sergio Leone, si è spento a all'età di 98 anni.

Eli Wallach, il famoso "Tuco Benedicto Pacifico Juan Maria Ramirez", il brutto nell'ancor più famoso film western del 1966 diretto dal regista Sergio Leone, è morto martedì scorso a New York all'età di 98 anni.Ne ha data notizia la figlia Katherine al New York Times, senza fornire altri dettagli. Nella sua carriera cinematografica, Eli Wallach non ha mai ottenuto una nomination, ha dovuto attendere il 2010, alla soglia dei 95 anni, per ricevere l'Oscar alla carriera. Eli Wallach nacque il 7 dicembre 1915 a New York, precisamente a Brooklyn, da immigrati polacchi di origine ebraica, i primi passi di attore li mosse nel 1945 a Broadway, ma nel mondo della celluloide entrò una decina di anni dopo con il film "Baby Doll". A seguire interpreto il capobanda messicano ne "I magnifici sette" nel 1960, "Gli spostati" l'anno dopo dove impersonava l'amante di Marilyn Monroe, mentre nel 1962 era un rapinatore di treni ne "La conquista dl West". Ma il grande successo lo ebbe nel 1966 con il film spaghetti-western "Il buono, il brutto, il cattivo", diretto da Sergio Leone e interpretato oltre che da lui( Tuco, il brutto), da Clint Eastwood (biondo, il buono) e Lee Van Vleef ( Sentenza, il cattivo). Amava molto l'Italia, e ci tornò a lavorare diverse volte in altri importanti film, come " I quattro dell'Ave Maria" al fianco di Bud Spencer e Terence Hill, "Viva la muerte ... tua" di Duccio Tessari mentre Bruno Corbucci lo diresse nel film poliziesco "Squadra antimafia". Quando venne premiato con l'Oscar alla carriera durante il discorso di ringraziamento disse: " Come attore ho interpretato più banditi, ladri, killer, signori della guerra, molestatori e mafiosi di quanti voi ne possiate immaginare." Ed ancora: "Io non recito per vivere, io vivo per recitare".(immagine presa dal web)

30/05/14

Alfred Douglas & Oscar Wilde


Oscar Wilde 1880 foto d'epoca

ALFRED DOUGLAS & OSCAR WILDE

Quando un amore diverso uccide

..cari amici del Trafiletto, perdonate la mia lunga e imperdonabile assenza, ma eccomi a voi con un altro breve scritto che avrebbe meritato una più lunga attenzione, ma faccio di necessità virtù:

Alfred Douglas  1892 foto d'epoca
È il 3 dicembre 1900, quando a Parigi uno scarno corteo si reca a piedi alla Chiesa di St. Germain des Près per una mesta e malinconica cerimonia che chiude con celato mormorio e velata clandestinità, l’esistenza di un uomo che più di ogni altro era stato la delizia, lo stupore e lo scandalo più deplorevole dell’Inghilterra vittoriana, la cui sorte può essere riassunta in una frase che lui stesso un giorno aveva pronunciato con tedioso e caustico snobismo: “Only the extraordinary survives”. – “solo lo straordinario sopravvive” – ed Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde, (Dublino 1854 - Parigi 1900) è stato un uomo straordinario; discutibile finché si vuole, ma senz’altro straordinario: il debole vento della mediocrità non ha mai sfiorato la bella e imponente testa del romanziere, scrittore, poeta, critico d’arte e letteratura, dalla mente acuta e brillante, né quando, al tempo aureo dei suoi successi teatrali, portava i capelli lunghi e ondulati, e vestiva in modo del tutto originale, né dopo il doloroso intervallo del carcere di Reading che lo rende precocemente incanutito come un vecchio.

Un conversatore meraviglioso e inimitabile, uno scrittore di pregio che lambisce le vette del genio: Oscar Wilde è tutto questo e anche di più. L’uomo che ha impersonato l’anticonformismo più autentico e attuale del suo tempo nei confronti dell’ipocrisia aristocratica inglese, nonché della ricca borghesia la cui principale occupazione consisteva nello scimmiottare il palcoscenico intelligente. Wilde, delizioso insolente, desideroso di stupire e affascinare con ogni sua parola, compare nei salotti e nei ristoranti alla moda tenendo con disinvoltura fra le mani fiori di giglio, indossando camicie di seta e soprabiti di pelliccia da stupire, calandosi in una vera e propria campagna di autopromozione, nel ruolo dell’esteta raffinato.

Non erra chi lo trova artificioso e affettato, ma Wilde non è un uomo qualunque, la sua presenza non può passare inosservata: non si può ascoltarlo senza rimanerne incantati, nessun attore da palcoscenico riesce a parlare come Wilde parla nella vita quotidiana. Il suo grande successo arriva con la pubblicazione del romanzo “Il ritratto di Dorian Grey” nel 1891, lo stesso anno in cui il destino lo fa incrociare con quello che segnerà definitivamente il futuro percorso della sua vita: il ventunenne lord Alfred DouglasBosie per gli amici - , secondogenito  dell’ottavo marchese di Queensberry.

Bosie è un adolescente esile e delicato, con grandi occhi azzurri e capelli biondi, che si atteggia a poeta e aspira poi a emulare senza possibilità, quello che diventerà per sei anni, suo maestro e compagno intimo di vita. Wilde si sente subito attratto dalla femminea bellezza di quel giovane febo, nel quale vi trova il suo Dorian Grey, quale narciso inconsapevole che si contempla nello specchio dell’arte appagandosi del proprio capolavoro, senza presagire il dramma che inesorabile fato gli ha riservato: una lenta e progressiva distruzione fisica e spirituale causata da un amore impossibile agli occhi di una società intransigente, superficiale e bigotta; la vita come opera d’arte dunque: Oscar e il suo Bosie cominciano a frequentare con assiduità tutti i ritrovi della Londra elegante, sfidando apertamente il pettegolezzo che tramuterà in scandalo per omosessualità.

Tutto si svolge con incredibile rapidità, da sembrare un brutto sogno: primo, il biglietto insultante del padre di Bosie, su cui spicca la parola ‘Sodomite’, terribile e inaccettabile all’ipocrita e farisea società vittoriana; secondo, la folle querela per diffamazione di Wilde, al di là di ogni elementare prudenza; il processo non tarda a venire, con un Wilde certo del suo trionfo, tanto che decide di non avvalersi di nessuna difesa legale, prendendo il destino giudicante nelle sue stesse mani.

Processo che si conclude rapidamente per omosessualità, una condanna che lo porterà alla rovina economica e sociale; infine il carcere, prima a Wandsworth e poi a Reading per due lunghi anni, che lo segneranno irrimediabilmente nel corpo e nell’anima; In carcere scrive il ‘De Profundis’,  lettera biografica – che consiglio di leggere - del periodo vissuto col suo amato Bosie, dove non risparmia nulla sia a se stesso, sia al suo giovane amico, accusandolo amorevolmente di un comportamento spregiudicato ed egoista, ritenendolo il principale responsabile della sua ineluttabile disfatta fisica, morale e sociale; Esce dal carcere il 19 maggio 1897, e non riconosce più il brillante ed elegantissimo dandy che aveva affascinato le platee della cultura mittel-europea, non riconosce neppure più Oscar Wilde, colui che un giorno si autodefinì ‘lo straordinario che sopravvive’.

In esilio per tre anni  si fa chiamare Sebastian Melmoth, e indossa abiti a buon mercato, su un corpo in disfacimento simile a quello del suo Dorian Grey, contemplato una notte nel ritratto fatale; Abita in due miserabili stanzette all’Hotel d’Alsace, a Parigi, in Rue des Beaux Arts, indirizzo che fatalmente riflette il bello della sua arte, lo stesso dove lo coglie la morte il 30 novembre 1900. Oscar Wilde, genio e sregolatezza insieme, colpevole di aver vissuto secondo i propri principi, di aver sfidato con la sola bellezza intellettuale i dogmi severi di una società schematizzata e bacchettona, di aver voluto bene soltanto a una donna, la stessa che gli aveva donato due figli, ma di aver amato con delicata e tenera passione un’altra bellezza allora proibita, illegale, che ineluttabilmente lo porta alla morte: Un illustro sconosciuto lord Alfred Bruce Douglas (Worchestershire 1870 - Lancing 1945), poeta e scrittore. Lascia un libro soltanto: ‘Io e Oscar Wilde’.

...l'amore è di gran lunga superiore all'arte...O.Wilde
...l'amore è il primo capolavoro d'arte appeso al cielo della poesia...S.Dellestelle

05/05/14

Apple aumenta il sup "product placement"

Secondo alcune fonti e rumors Apple starebbe offrendo posti lavoro come Buzz Marketing Manager. Questo lavoro consiste nel riuscire a mettere i prodotti della mela in tv e nei cinema. Insomma, farli comparire nelle serie televisive e nei film.
I BMM devono anche negoziare con le celebrità quando ci sono eventi importanti. Cosi vengono fotografati e visti in pubblico con qualche iphone, ipod o ipad.

Azione di marketing come quella adoperata da Samsung agli Oscar facendo quel selfie ha fatto scalpore sui social. Sicuramente per Tim Cook fu un brutto colpo.

Apple però non si demoraliza, infatti sta lavorando molto per mostrare tutti i suoi prodotti tramite i film e le serie tv. Un esempio palese è Awkward (in Italia meglio noto come "Il diario di una Nerd Superstar") dove tutti i personaggi hanno un mac e un iphone e adesso nella quarta stagione vediamo come quasi tutti hanno l'iphone 5c.
Capitan America Winter Soldier (immagine presa dal web)
Un altro esempio, questa volta nelle grandi sale, è l'ultimo film di Capitan America. Quando il protagonista con la Vedova Nera vanno in un AppleStore e vediamo addirittura un Genius.

Le varie aziende cercano, ognuna a modo suo, di farsi la maggior pubblicità possibile. E Cupertino, a quanto pare, punterà molto su quest'ultima strategia. (applesfera)

04/03/14

Il film che non doveva vincere l'Oscar: "LA GRANDE BELLEZZA" stasera su canale5

In prima serata, da non perdere assolutamente, su canale5 questa sera il film neo premiato con un OSCAR come "Miglior film straniero".  Il film che non  doveva vince l'Oscar. 

Rivedere le misere e pessime recensioni fatte dalla stampa di Stato all'uscita di questo film straordinario, che lo voleva per un pubblico limitatissimo, conferma una volta di più a che livello ci vogliono mantenere propinandoci le "commediote" dei cinepanettoni. Almeno  la rete in questo caso ha fatto tantissimo, scavalcando un'altra volta i media di Stato che adesso remano controvento con le ossa rotte. Il funzionamento dell'arte lo spiegò Carmelo Bene al Maurizio Costanzo Show descrivendo semplicemente come, perchè e con che modalità in Italia (e in tutto il mondo) esista solo l'arte di Stato, che raramente è costretta a lasciar vincere e correre semi-liberi i cavalli di razza come Sorrentino per far credere che la gara non sia taroccata.
Le conseguenze della proiezione in TV non sono prevedibili, regalare in prima serata al tele-utonto questo film è come mostrare le catene ad un cane incatenato da sempre che crede di vivere libero, la reazione è imprevedibile. Ma godiamoci, questa sera, questo splendido film, seduti comodamente nella nostra poltrona preferita. Buona visione


Visionario quanto basta, lo struggente viaggio di Sorrentino nell’euforica decomposizione nazionale è assecondato da uno straordinario Servillo, cui fanno «da spalla» di volta in volta eccellenti interpreti (Verdone, Ferilli, Ranzi, Ferrari, Forte, Herlitzka). Ma in vista del finale, diciamo l’ultima mezz’ora, i simboli si accumulano e si affastellano, la necessità di chiudere tutti i conti appesantisce un po’ il racconto e La grande bellezza rischia di mandare a casa lo spettatore col sospetto che sia un film per certi versi «programmatico». Laddove la grazia e il genio di Fellini stavano invece nella pura anarchia narrativa, nelle domande senza risposta, nel sensuale candore delle parole di Paolina sulla spiaggia mai colte da Marcello, perse per sempre tra il vento e il nulla.(Articolo pubblicato sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 22 maggio 2013)

20/02/14

Scorsese regista el film "Wolf of Wall Street" citato per 25mil di $ dal broker Andrew Greene

Dollari che rincorrono dollari, chi li guadagna chi li truffa chi li chiede come risarcimento della reputazione persa. Secondo Andrew Greene 25milioni di dollari bastano per riacquistare la sua immagina di "investment banker"



Martin Scorsese
Houston- Una causa da 25 milioni di dollari e' stata avviata contro Martin Scorsese e la Paramount, rispettivamente regista e casa produttrice del plurinominato all'Oscar "Wolf of Wall Street". L'azione legale e' stata mossa dal broker Andrew Greene, ex partner d'affari di Jordan Belfort, il protagonista del film di Scorsese interpretato da Leonardo Di Caprio. Sebbene Greene non venga mai esplicitamente menzionato nel film, lui accusa i produttori di averlo diffamato dipingendolo come un criminale, tossicomane e con il parrucchino. Greene, secondo il ricorso legale, verrebbe rappresentato dal personaggio Nicky "Rugrat" Koskoff, interpretato da P.J. Byrne. Secondo Greene, l'immagine che il film fa di lui ha danneggiato la sua reputazione come "investment banker"
                                                                                                        fonteAGI

17/02/14

"Sono lesbica" l'attrice Ellen Page lo ha dichiarato in un discorso (VIDEO)

L'attrice Ellen Page, nota soprattutto per essere la protagonista di Juno, Hard Candy e per aver interpretato Kitty Pryde in X-Men, ha dichiarato di essere lesbica.

Un video con il suo discorso è stato pubblicato sul sito del Los Angeles Times. “Sono qui oggi perché sono gay e perché forse posso fare la differenza. Aiutare gli altri ad avere un futuro più facile e più speranzoso. In ogni caso, lo sento come un dovere personale e una responsabilità sociale”, ha detto l’attrice.

- Washington- Nuovo 'coming out' ad Hollywood. L'attrice Ellen Page, nominata all'Oscar per la sua interpretazione in 'Juno' del 2007 di un'adolescente incinta, ha annunciato di essere lesbica in una conferenza a Las Vegas per adolescenti gay. "Sono stanca di nascondermi e sono stanca di mentire. Sono qui oggi perche' sono gay e perche' forse... potrebbe fare la differenza e aiutare altri. Per quanto mi riguarda sento (l'essere questo come) un obbligo personale ed una responsabilita' sociale ", ha detto l'attrice 26enne. Ellen Philpotts-Page è un'attrice canadese. È nota soprattutto per essere la protagonista di Juno, Hard Candy e per aver interpretato Kitty Pryde in X-Men - Conflitto finale, nonché per il suo ruolo dell'architetto Arianna in Inception di Christopher Nolan. Precedentemente era conosciuta soprattutto in Canada per i ruoli interpretati in diverse serie televisive nazionali.
                                                                                                                                       fonte(AGI)

16/02/14

L'attore Sir Alec Guinness, interprete di Obi-Wan Kenobi in Star Wars vide un fantasma

Lettere pubblicate per la prima volta oggi rivelano che il premio Oscar Alec Guinness ha avuto un incontro "otherworldy" nella vita reale. 

Sir Alec Guinness sostiene di aver visto un fantasma, a Bangalore durante le riprese del film di David Lean's "A Passage To India"

Scrisse a sua moglie: 'Un fantasma bianco mi è apparso, un anziana .. donna in bianco grigio e pesantemente velata ' Sir Alec Guinness scrisse a sua moglie Merula, dicendole di aver visto un fantasma durante le riprese in India.


Sir Alec Guinness
Sir Alec Guinness interprete del fantasma di Marley sul grande schermo è risorto come Obi-Wan Kenobi nei film di Star Wars. Ma il premio Oscar ha avuto anche un incontro ultraterreno nella vita reale. Nonostante sia un devoto cattolico, Sir Alec asserisce di aver visto un fantasma, a Bangalore durante le riprese del film di David Lean's "A Passage to India". In una lettera alla moglie Merula datato 23 Marzo 1984 scrisse: 'Ieri sera ho sentito la porta del bagno aprirsi con un click. Ero sveglio e subito chiamato, "Che cos'è?" 'Un fantasma bianco mi è apparso, un anziana ... donna in bianco e grigio pesantemente velata. 'Non potevo vedere il suo volto. Si è avvicinata ... con dignità lungo il lato del mio letto e, come ho acceso la luce è scomparsa '. Guinness, che ha interpretato Il Ponte Sul Fiume Kwai e The Lady killers così come il fantasma di Marley nel 1970 film di Scrooge, disse a sua moglie se non aveva visto uno spirito, allora deveva aver sognato , mentre stava seduto e sveglio".  Anche se profondamente religioso, Sir Alec era interessato al mondo psichico e secondo a chi lo conosceva bene, aveva suggerito a James Dean di non guidare il giorno del suo un incidente nel 1955 ove trovò la morte. Piers Paul Read, biografo ufficiale di Guinness, ieri sera ha detto che non era a conoscenza della lettera. Egli ha detto: 'Alec era abbastanza superstizioso ... In the Navy aveva anche avuto una premonizione di un suo annegamento durante una tempesta. Non credo che sostenesse di essere psichico, ma era esperto dell'argomento '. In altre lettere acquisite dalla British Library, Guinness rivela che lui e il regista David Lean's,  con il quale aveva girato cinque film, ne avevano a malapena parlato durante le riprese di "A Passage To India".

02/02/14

Maximilian Schell, l'avvocato Oscar di "Vincitori e vinti" è morto

E anche Maximilian Schell ci ha lasciato all'eta' di 83 anni, l'attore austriaco che nel 1962 conquisto' l'Oscar per "Vincitori e vinti". Lo ha riferito la sua agente, Patricia Baumbauer. 

Maximilian Schell
Nato a Vienna, Schell aveva esordito nel 1958 nel film "I giovani leoni". In seguito aveva interpretato un'ottantina di film per il cinema e la tv, spesso di ambientazione storica o polizieschi come "Topkapi", "Chiamata per il morto", "Candidato all'obitorio", "La croce di ferro", "Deep impact". Tra questi spicca il capolavoro del 1961 "Vincitori e vinti", ispirato al processo di Norimberga, in cui Schell interpretava il giovane avvocato Hanhs Rolfe che difendeva un giudice tedesco filo-nazista accusato di crimini contro l'umanita'.

L'interpretazione gli valse la statuetta degli Academy Awards come miglior attore. Provetto pianista, aveva collaborato con i grandi della musica.Nel 2005 Schell aveva divorziato dalla moglie Natalja Andrejchenko e l'anno scorso si era risposato con la cantante Iva Mihanovic. Era anche stato il padrino di battesimo di Angelina Jolie.        fonte (AGI)

17/01/14

Finalmente un film Italiano in nomination agli Oscar | "La grande bellezza" corre come miglior film straniero

Ha trionfato ai Golden Globe, e ora il film di Sorrentino "La grande bellezza" si candita per il "miglior film straniero" agli Oscar. Dopo il Golden Globe, dunque, la corsa del film italiano prosegue verso le statuette più attese. La notte delle stelle è prevista per il prossimo 2 marzo.

L'ultima vittoria per il cinema italiano fu nel 1999 con "La vita è bella" di Roberto Benigni. La serata vede già due favoriti assoluti: "American Hustle" di David O. Russell e "Gravity" di Alfonso Cuaron, entrambi candidati in dieci categorie.
Questi i film che concorrono nella categoria principale: "American Hustle", "Captain Phillips", "Dallas Buyers Club", "Gravity", "Her", "Nebraska", "Philomena", "12 anni schiavo", "The Wolf of Wall Street".

Miglior film straniero: "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino, "Alabama Monroe - Una storia d'amore" di Felix Van Groeningen, "Il sospetto" di Thomas Vinterberg, "L'image manquante" di Rithy Panh, "Omar" di Hany Abu-Assad

La grande bellezza
Migliore regia: Alfonso Cuaron per "Gravity", Steve McQueen per "12 anni schiavo", David O. Russell per "American Hustle", Martin Scorsese per "The Wolf of Wall Street", Alexander Payne per "Nebraska"

Miglior attore: Christian Bale, Chiwetel Eijofor, Bruce Dern, Matthew McCounaghey, Leonardo DiCaprio Miglior attrice: Amy Adams, Judi Dench, Cate Blanchett, Meryl Streep, Sandra Bullock

Miglior attore non protagonista: Jared Leto, Michael Fassbender, Bradley Cooper, Barkhad Abdi, Jonah Hill Migliore attrice non protagonista: Sally Hawkins, Jennifer Lawrence, Lupita Nyongo, Julia Roberts, June Squibb

 Miglior sceneggiatura originale: "American Hustle", "Blue Jasmine", "Her", "Nebraska", "Dallas Buyers Club"

Miglior sceneggiatura non originale: "12 anni schiavo", "The Wolf of Wall Street", "Before Midnight", "Captain Phillips", "Philomena"

Miglior fotografia: Philippe Le Sourd per "The Grandmaster", Emmanuel Lubezki per "Gravity", Bruno Delbonnel per "A proposito di Davis", Phedon Papamichael per "Nebraska", Roger A. Deakins per "Prisoners"

Miglior film d'animazione: "Frozen", "The Croods", "The Wind Rises", "Desopicable Me 2", "Ernest & Celestine" Miglior cortometraggio animato: "Feral" di Daniel Sousa e Dan Golden, "Get a Horse!" di Lauren MacMullan e Dorothy McKim, "Mr. Hublot" di Laurent Witz e Alexandre Espigares, "Possessions" di Shuhei Morita, "Room on the Broom" di Max Lang e Jan Lachauer

Miglior colonna sonora originale: John Williams per "The Book Thief", Steven Price per "Gravity", William Butler e Owen Pallett per "Her", Alexandre Desplat per "Philomena", Thomas Newman per "Saving Mr. Banks" -
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