In prima serata, da non perdere assolutamente, su canale5 questa sera il film neo premiato con un OSCAR come "Miglior film straniero". Il film che non doveva vince l'Oscar.
Rivedere le misere e pessime recensioni fatte dalla stampa di Stato all'uscita di questo film straordinario, che lo voleva per un pubblico limitatissimo, conferma una volta di più a che livello ci vogliono mantenere propinandoci le "commediote" dei cinepanettoni. Almeno la rete in questo caso ha fatto tantissimo, scavalcando un'altra volta i media di Stato che adesso remano controvento con le ossa rotte. Il funzionamento dell'arte lo spiegò Carmelo Bene al Maurizio Costanzo Show descrivendo semplicemente come, perchè e con che modalità in Italia (e in tutto il mondo) esista solo l'arte di Stato, che raramente è costretta a lasciar vincere e correre semi-liberi i cavalli di razza come Sorrentino per far credere che la gara non sia taroccata.Le conseguenze della proiezione in TV non sono prevedibili, regalare in prima serata al tele-utonto questo film è come mostrare le catene ad un cane incatenato da sempre che crede di vivere libero, la reazione è imprevedibile. Ma godiamoci, questa sera, questo splendido film, seduti comodamente nella nostra poltrona preferita. Buona visione
Visionario quanto basta, lo struggente viaggio di Sorrentino nell’euforica decomposizione nazionale è assecondato da uno straordinario Servillo, cui fanno «da spalla» di volta in volta eccellenti interpreti (Verdone, Ferilli, Ranzi, Ferrari, Forte, Herlitzka). Ma in vista del finale, diciamo l’ultima mezz’ora, i simboli si accumulano e si affastellano, la necessità di chiudere tutti i conti appesantisce un po’ il racconto e La grande bellezza rischia di mandare a casa lo spettatore col sospetto che sia un film per certi versi «programmatico». Laddove la grazia e il genio di Fellini stavano invece nella pura anarchia narrativa, nelle domande senza risposta, nel sensuale candore delle parole di Paolina sulla spiaggia mai colte da Marcello, perse per sempre tra il vento e il nulla.(Articolo pubblicato sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 22 maggio 2013)